| inviato il 19 Settembre 2017 ore 14:32
Diciamo che lo scatto "non commerciale" nasce da una predisposizione/necessità personale. Ma se la foto si ritiene riuscita è normale condividerne il "contenuto" con chi si pensa possa apprezzarlo.
Inoltre critiche esterne (quelle sensate) sono comunque utili tanto più per una foto che è solo in minima parte una creazione ma spesso è un "documento" un riportare elementi che non sono sempre sotto il nostro controllo e nei quali la nostra interpretazione come autori può non essere esaustiva e/o obiettiva...
Almeno è come la penso io...
Poi ok, magari sei Vivian Maier e non te ne frega un tubo mostrarle a chicchessia... |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 14:46
Cosmosub:
Non è sempre così, altrimenti, con tutte le pause, sarei oarami "evolutissimo"  |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 14:58
Vi ringrazio tutti per i consigli.
Devo fotografare di più, ragionarci di più e soprattutto divertirmi di più come facevo all'inizio.
Vorrei provare anche a fotografare altro, fare qualche uscita mirata per street che fin ora non ho mai fatto perché mi sono sempre reputato "non capace". |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 15:10
Ogni tanto cambiare può fare bene.
L'importante è continuare a fotografare quello che interessa. Se no anche nella Street si rischia di cadere nei cliché del genere. Che magari saranno più vari di quelli del paesaggio ma che sono comunque presenti...  |
user90373 | inviato il 19 Settembre 2017 ore 15:12
" Si fa per se stessi e non per gli altri ". Vero solo in parte, se lo facessimo solo per noi stessi di tanto in tanto bruceremmo i nostri quadri, strapperemmo i nostri scritti, formatteremmo i nostri files e invece si tiene tutto nella segreta speranza che qualcuno si accorga di noi pittori, scrittori, fotografatori.  |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 15:27
Ettore Perazzetta:
per sperare che qualcuno "si accorga" bisognerebbe considerarsi "meritevoli" di emergere cosa che può avvenire solo in 2 casi:
A) siamo veramente dei geni incompresi (probabilità bassa)
B) Effetto Dunning-Kruger (https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-Kruger)
Essendo abbastanza -fiducioso- di non ricadere nella A) ed abbastanza -presuntuoso- per pensare di non ricadere nella B) ho deciso (da anni) che è possibile fotografare solo per se stessi (altrimenti avrei smesso, invece ho solo -diradato-) |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 15:30
In maniera del tutto spassionata e consapevole del fatto che sono un dilettante mi sento di consigliarti solo questo: Attenzione a non cadere "nel tranello"... Troppo spesso si sente dire che i paesaggi sono banali, oppure: "ormai devo fare il passo avanti e dedicarmi ad altro". Poi ci si riduce a fotografare lampioni e panchine. Insomma ti consiglio di dedicarti a quello che più ti piace e migliorarti nei generi che prediligi. |
user90373 | inviato il 19 Settembre 2017 ore 15:44
@ Uli66
La fotografia, così come la pittura e la scrittura è, forse erroneamente, considerata una forma di espressione-comunicazione. Scattando per se stessi verrebbe a mancare la parte "comunicativa" mentre la parte espressiva si espleta già nel prodotto ottenuto, il quale avendo esaurito la sua unica funzione non avrebbe più ragione d'essere. L'emozione dello scatto, la soddisfazione del risultato dovrebbero bastare e avanzare, quasi mai è così. |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 16:05
Ettore Perazzetta:
La pittura, partendo da una tela bianca, ha più gradi di libertà rispetto alla fotografia. Credo che questo renda più facile comunicare qualcosa in pittura. C'è un altro problema: per comunicare bisogna essere padroni di un linguaggio(e qui con tempo e studio c'e' speranza, poi occorre avere qualcosa da dire e qui già la selezione è impietosa, infine bisogna che quello che si comunica sia interessante per chi guarda, ovvero uscire dal banale, e qui è ancora più difficile.
Dati tutti questi vincoli io mi chiamo fuori, non ho nulla di interessante da dire, mi accontento del lato emozionale che a me basta. Ogni qual volta condivido qualche scatto (dove lavoravo prima avevo tappezzato le pareti, raramente su internet) mi accorgo di ricevere immeritati complimenti da persone che non avendo competenza nè tecnica nè culturale non mi fanno nè caldo nè freddo.
Poi oh, se magari sono sbagliato io, e dovrei voler scattare per altri. Ti assicuro che non è così, anzi se inizialmente la mia ignoranza ed incompetenza mi spingeva maggiormente verso qualche blanda aspettativa verso l'esterno, mano a mano che passava il tempo e che io -lentamente-, crescevo le aspettative sono calatte fino ad annullarsi.
Dici che dovrei smettere?
(ora non posso, mi sono appena comprato il giocattolino nuovo  ) |
user90373 | inviato il 19 Settembre 2017 ore 16:23
@ Uli66
Fotografare per me stesso? L'ho fatto per anni, significava scattare, sviluppare una foto che finiva nel cassetto o al massimo appesa in salotto. Anche le gite e/o i viaggi hanno per lungo tempo seguito questa impostazione. Ora continuo a fotografare per me stesso, o meglio, fotografo quel che voglio, quando voglio e come voglio senza tanto tener conto di mode e lazzi però, pur non cercandoli, le visite e i commenti positivi e/o negativi che siano mi servono per capire dove sono rispetto a dove vorrei andare. |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 16:30
Come foto ti consiglio sicuramente Ansel Adams, ha fatto delle foto paesaggistiche stupende.
Poi ci sono vari libri molto interessanti di foto paesaggistiche come:
- "Genesis" di Salgado;
- "The great wide open", che ebbi la fortuna di sfogliarlo in libreria prima di comprarlo ( shop.gestalten.com/great-wide-open.html );
- "Immagini del settimo giorno" di Michael Kenna.
...e ce ne saranno tanti altri che non conosco.
Personalmente credo che la fotografia paesaggistica esista e abbia ancora senso di esistere, così come tutti i generi fotografici. Anche un bel paesaggio fotografato con elementi in grado di valorizzarlo, può donare fortissime emozioni.
O almeno questo è quello che provo io davanti a certi paesaggi come questi...
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2430100&l=it
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2474616&l=it
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2469337&l=it
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2431335&l=it
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2428497&l=it
...questo a voler citare alcune foto di altri iscritti. Ma ce ne sono tantissime altre veramente affascinanti.
Poi alle volte può dipendere anche se un soggetto (paesaggio o altro che sia) ci ispiri o meno, anch'io alle volte ho fatto delle uscite senza fotografare nulla perché non trovavo un soggetto che mi potesse interessare. Tuttavia, è stato importante farle lo stesso quelle uscite, perché così ho osservato i vari soggetti e ho avuto modo di valutare come ritrarli e se potesse valerne la pena in base alla luce presente in quel momento: è una sorta di "allenamento" se così lo si può definire. |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 16:31
Quando dicevo "fotografare per se stessi" non volevo dire che non si debba avere un "pubblico".
Intendevo dire che c'è una bestiolina interna, nascosta molto in profondità, ed è per calmare quella che si fotografa, scrive, dipinge, suona, ecc...
Tutte le altre cose, come ad esempio mostrare le foto agli altri, rispondono ad esigenze successive. Come il comunicare oppure soddisfare il proprio narcisismo, l'autostima, ecc.
La bestiolina non rompe le scatole sempre allo stesso modo nell'arco della vita. E così può capitare che se ne stia buona, noi ci calmiamo, e riusciamo a dedicarci anche ad altro tralasciando per un po' la fotografia...
|
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 16:31
Ettore Perazzetta:
intendiamoci, se faccio vedere una foto i commenti non mi dispiacciono (anche se ho una smaccata preferenza per le critiche, anche distruttive). Da qui a pensare di voler e di esser capace di comunicare qualcosa ce ne passa (almeno nel mio caso) |
user90373 | inviato il 19 Settembre 2017 ore 17:01
@ Ale Z & Uli66
Pian pianino, discutendo si arriva ad avere opinioni abbastanza simili e condivisibili. |
| inviato il 19 Settembre 2017 ore 17:09
@McBrandon
Grazie mille per i libri consigliati e anche per le foto che hai condiviso, non le avevo viste e devo dire che mi hanno colpito molto. Hanno in comune una luce molto particolare che si nota subito e crea un'atmosfera coinvolgente.
Poi penso che chiunque fotografa, dipinge o scrive per se stesso, per soddisfare una voglia, un bisogno interno però d'altra parte penso che le foto, come qualsiasi altra forma d'arte, dovrebbero servire anche a comunicare qualcosa.
Ecco questo è il mio problema in questo momento, guardo le mie foto e non mi piacciono, alcune perché fatte proprio male dal punto di vista tecnico, e le altre, anche se fatte più o meno bene, non mi comunicano.
Non so se riesco a spiegarmi bene.
Adesso ascolterò tutti i vostri consigli e speriamo che mi torni la voglia che avevo prima, quando prendevo la fotocamera ed uscivo senza una meta ben precisa. |
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