Una fiaba nel Gorski Kotar, testo e foto by
Conte Marcobi. Pubblicato il 23 Agosto 2017; 29 risposte, 21244 visite.
C'era una volta un grandissimo appassionato di orsi... e ogni primavera ed estate impazziva per trovare un po' di tempo per scappare nei posti fiabeschi dove, per la prima volta qualche anno addietro, li aveva avvistati, imbattendosi quasi per caso in un esemplare, a circa 70 mt, che gli aveva subito fatto capire che il suo 70-300 Sigma APO era un obiettivo del tutto inefficace per quel genere di fotografia...
Questo posto incantato era la Croazia, nazione conosciuta, specie in Italia, per le splendide isole e scogliere e per le località di mare. Terra - paesaggisticamente parlando - ricca di panorami, altopiani e vette che s'incastrano da nord e sud, spesso a strapiombo sul mare o che digradano dolcemente sino alle spiagge e scogliere.
Arriva cosi l'estate 2017 e dopo una settimana in Calabria, il 12 Agosto finalmente si parte per la Croazia, nazione che amo particolarmente per questioni personali.
Ho passato 2 anni fantastici sulla riviera di Opatjia, dove ho vissuto per lavoro ed è qui che ho trovato la compagna di vita.
Da circa 5 anni frequento questi luoghi ed è qui che la passione per la fotografia naturalistica è sbocciata, nel Gorski Kotar.
I Gorski Kotar è un altopiano che si estende tra Fiume e Karlovac, nella cosiddetta Croazia Continentale, ricoperto di boschi fittissimi, per quasi il 70%, interrotti da vallate e radure stupende.
Il 13 agosto sono già "operativo" nel Gorski Kotar, insistendo in una zona, chiamata Matic Pojana, con un'altissima densità di orsi.
Per giorni, mattina e pomeriggio, insisto con appostamenti in posti stragegici dove è evidente il passaggio di orsi, alternandoli con giri in auto su sterrati dove sovente ho incontrato orsi al tramondo, gli orsi sembrano spariti.
La cosa stranissima è che sembra sparita tutta la fauna, nessun animale, neanche un capriolo. Solo qualche averla da fotografare sugli steli secchi.
Mi lascio tentare anche dai capanni organizzati in Slovenia, sono in astinenza da orsi e, essendo anche io un po' orso, divento intrattabile.
La mia non è più una passione, da qualche anno è quasi un'ossessione.
Così il 21 sera tento la via piu' facile, la Slovenia ma l'unico capanno a non vedere orsi, il mio.
Il gestore, un ragazzone molto buono che ormai conosco da un po' di anni, senza farmi pagare un euro, mi ristora con una buonissima zuppa di cavolo, mi da una camera per dormire qualche ora e mi offre la seconda possibilità al mattino seguente: zero orsi anche al mattino.
Levataccia delle 4:00 vana.
Rientro allora in Croazia e si riaccende il ricordo dell'anno precedente, quando un postino croato con la passione della fotografia mi fece incontrare un fantastico esemplare di orso a pochi metri, al punto da doverci sdraiare per terra.
Lo faccio chiamare dalla mia compagna (non parla italiano ne inglese, le ns comunicazioni operative son fatte di gesti e segnali di intesa) e in poco tempo organizziamo un'uscita nel pomeriggio, destinazione di nuovo Gorski Kotar.
Il mio compagno di avventure è un signore croato, 60 anni circa, pelato, somiglia al tenente Kojak, con la passione per la fotografia naturalistica ma evidentemetne senza molti mezzi, perché possiede una canon d'annata e un vecchio pompone canon che però fa il suo mestiere egregiamente!
Ha una Volkswagen GOLF prima serie, non so più neanche individuare l'anno, color verde scuro pastello e i finestrini bloccati.
Riesce pur non avendo una 4x4 ad arrivare ovunque tra le montagne, potrei testimoniarlo! Diverse volte ho avuto il timore di non farcela e invece.... ci ha portati ovunque.
E quante occasioni fotografiche ha questo postono...!
L'anno scorso mi fece vedere la foto, fatta con il cellulare, di una lince durante il risveglio, fatta dal finestrino dell'auto ai bordi di una di queste strade sterrate che si inerpicano sugli altopiani e dalle quali si aprono le vie impraticabili per i mezzi a due ruote motrici che portano ai capanni di caccia.
Non è un tipo che racconta storielle...
Ci trovavamo nell'esatto punto da dove l'aveva fotografata, mi fece vedere la pietra su cui era posata la lince che era facilmente riconoscibile sulla foto.
Certo, chi frequenta questi posti magici quasi ogni giorno ed è appassionato naturalista, ha veramente tutto ciò che desidera.
Sono le 16.50, il nostro appuntamento è al solito di fronte un piccolo Hotel della zona; carico l'attrezzatura nella sua Golf tuttofare e prendiamo una strada sterrata, che percorriamo per circa mezzora, rigorosamente coi finestrini abbassati e la nikon d500 con il 70-200 2.8 "armato" e pronto a sparare.
Ci fermiamo e parcheggiano ai bordi delo sterrato, espletiamo i ns brevi bisogni fisiologici, perché poi gli orsi ci fiuterebbero se li facessimo nei pressi dell'appostamento e cominciamo a camminare.
Per fortuna il tragitto è breve, circa 10 minuti, io ho qualche ora di sonno la notte precedente, quindi sono cotto, mi trascino a stento e sulle spalle, tra corpi, 500, obiettivi, cavalletto, seggiolino, etc, ho piu di 22 chili.
Dopo una depressione stupenda, che lui mi mostra orgoglioso facendomi a gesti (ve li risparmio ma meriterebbero di esser visti) capire che sia ricovero invernale di orsi, si apre una vista meravigliosa.
Ci appostiamo ai margini di una radura che si apre nel bel mezzo del fitto di abeti altissimi e faggi, appena usciti dal bosco, piazzando i nostri cavalletti e seggiolini tra i cespugli; la luce è stupenda.
Al margine destro, nascosto tra gli alberi c'è un dispenser automatico di granturco; è evidente che qui cacciano i caprioli.
Dopo un'oretta, davanti a noi compare una piccola volpe stupenda, che al primo click della ns reflex, alza lo sguardo, ci mira ma sembra indifferente, continua a sgranocchiare qualcosa tra l'erba, tenendoci d'occhio.
Ho fotografato volpi piu belle, con pelliccia invernale e da molto più vicino, ma questa nel verde della radura che ci guarda attenta mentre continua a "pascolare" è fantastica.