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Gru in Palude Brabbia


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Gru in Palude Brabbia, testo e foto by Giuseppe Taverna. Pubblicato il 08 Agosto 2017; 12 risposte, 3009 visite.


In palude ci vado spesso in primavera, quest'anno è la prima uscita, già saranno arrivate le alzavole e le canapiglie, il resto è presente tutto l'anno, folaghe, germano reale, tuffetto.

Verso le 8,00 arrivo ad Inarzo, parcheggio l'auto, e mi incammino verso il capanno preferito.
E' il meno frequentato, quello con più vegetazione attorno, lì mi trovo bene e, poi, durante la settimana sono pochi i visitatori.

Per raggiungere il posto devo costeggiare una zona prativa, con piantagione di pioppo, in filari.
Spesso la lepre è presente tra l'erba, anche più di una, durante il periodo degli amori e, la si può fotografare, se si è sotto vento.
Il fagiano, invece, è solito essere in pastura al mattino presto e, il maschio, già comincia a cantare per farsi sentire dalle femmine e dagli altri maschi, in questo periodo avversari in amore e territorio.
Anche il picchio verde e il picchio nero frequentano la zona, svolazzando tra i tronchi dei pioppi, entrambi nidificano da anni in palude.

Come tutte le mattine, anche stamattina c'è una coltre di nebbia, che nelle zone boschive con vicinanza di acque, è frequente tutto l'anno, a volte anche solo come forma di condensa, visto che i primi raggi di sole fanno evaporare l'umidità dal suolo erboso.
Subito la mia attenzione viene attratta da alcune macchie scure in fondo al prato, mi sto domandando cosa possano essere, l'ultima volta che ci sono stato non ricordo ci fossero, mi fermo e guardo con più attenzione, mi pare che si muovano.
La mia mente galoppa, che siano cinghiali?
Non ci sono tracce lungo il percorso, non possono essere loro, adesso si muovono tutti insieme, vengono verso di me, la foschia non mi aiuta, ma comincio a distinguere le sagome, che siano aironi?
No, sono figure alte, come un uomo.

Nel frattempo, l'esperienza e la lunga pratica effettuata in anni di osservazione del comportamento animale, mi suggeriscono di stare fermo, mi inginocchio, sollevo la macchina col teleobiettivo e rimango in attesa.
Le “cose” continuano ad avanzare verso di me, mi pare impossibile, ma, una vaga conoscenza di quali uccelli siano, perché di uccelli si tratta, si è fatta strada nella mia mente.
Non mi è mai capitato di vederle.
Qui poi, per quanto ne so, non ci sono mai state, sono anni che frequento il posto, da quando sono diventato socio LIPU, l'associazione che gestisce la palude.
Ora però non ho più dubbi, si tratta di Gru, le distinguo bene, nonostante la foschia, sono tutte schierate fianco a fianco, perfettamente allineate e, tutte, stanno cibandosi al suolo, probabilmente di vermi e insetti, li vedo che affondavano il lungo becco nel terreno.
Ad alcune, rimangono i resti del terriccio sul becco.

Sono in “pastura”, comincio a fare qualche scatto, la Pentax K20D è impostata a ISO 1600, data la scarsa luce, i tempi di scatto sono alti, 1/2000 di sec. e poiché il teleobiettivo è il Pentax 300 mm f4 con l'aggiunta di un teleconverter AF 1,4x la distanza focale è di 420 mm, il diaframma è a 5,6 di apertura.
Inquadro un po' quelli di destra, un po' quelli al centro, un po' quelli a sinistra.

Il loro corpo, di colore grigio lavagna, termina con una evidente coda formata da lunghe penne nere cascanti, una striscia bianca e curva è presente ai lati del capo e del collo, è in contrasto col nero della faccia e della gola. Sul capo un vertice rosso.
Il becco è più corto di quello degli aironi.
Tra di loro ci sono anche degli “immaturi” col capo bruno senza la striscia bianca del collo e il vertice rosso.
So che sono di indole estremamente diffidente, evidentemente non si sono ancora accorte della mia presenza.

Ad ogni scatto dell'otturatore della macchina fotografica, la K20D è piuttosto rumorosa, alzano il lungo collo e ritte stanno un attimo in allerta, poi, non notando movimenti, tranquille, riprendono a cibarsi.
Ho smesso di fotografarle, sono troppo vicine per il teleobiettivo, non stanno più nell'inquadratura, non pensavo fossero così grosse e alte, faccio ancora qualche scatto, per i particolari, poi rimango ad osservarle ancora un po'.

Le ginocchia cominciano a farmi male, la posizione non è delle più comode, inoltre i movimenti non sono più quelli di un giovanotto e, neanche di un uomo maturo, quindi, lentamente mi sollevo in piedi.
E' un attimo, il capo stormo, emette il caratteristico verso di allarme, uno strombettare molto acuto e, subito sono in volo, un volo lento, ma potente, con il collo allungato in avanti e le zampe distese dietro, l'apertura alare è di circa due metri.
Ancora qualche scatto, mentre si allontanano volando, poi le osservo andare verso l'interno della palude, ora tutte strombazzano, forse scocciate per aver interrotto quel lauto pasto.
Anche io mi incammino, verso il capanno, chissà quale altra sorpresa mi aspetta.

Nel capanno, mezz'ora dopo un immaturo di Astore arriva in volo, si posa a terra, vicino ad una pozza d'acqua. Faccio tre scatti, poi si invola.
Nello specchio d'acqua, la presenza delle solite Alzavole, Folaghe e Germano reale, non mi distraggono più di tanto.
Una coppia di Capinere per ore svolazza a caccia di insetti.
L'airone cenerino e l'airone rosso sono passati in volo, nessuno dei due si è però fermato, peccato, lo stesso vale per il falco pescatore e per il nibbio bruno.
Sulla mia sinistra si è posizionata su di una pianta la nitticora, la osservo col binocolo, è troppo lontana per il teleobiettivo.

Che giornata e che emozioni, domani è il mio onomastico, non avrei potuto avere regalo migliore.
















Qui di seguito alcune statistiche della presenza della Gru (Grus grus) pubblicate su Atlante degli uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino (2015)

Descrizione
Uccello di grandi dimensioni, con apertura alare di oltre due metri. Colorazione generale grigio-azzurrognola. Il vertice
Del capo è rosso. in volo si riconosce per il collo teso, per l'andatura lenta ed elegante e per il colore grigio uniforme.

Corologia
Specie euroasiatica. La sottospecie nominale migra attraverso l'Europa seguendo due direttrici principali, la prima delle quali conduce soggetti nati principalmente in Scandinavia a svernare nella Penisola iberica e, in parte, anche in Marocco; la seconda rotta porta individui di origine più orientale verso la Polonia, la Slovacchia, la Penisola balcanica fino a raggiungere il Mediterraneo orientale e il vicino Oriente. Una parte delle Gru che migra seguendo questa direttrice orientale attraversa la Jugoslavia ed il Mar Adriatico diretta verso il Sud Italia, la Sicilia e il Nord Africa (Spagnesi & Serra 2001).

Fenologia
In Italia è specie migratrice e svernante. La regione mediterranea viene interessata dal massimo passaggio autunnale nel corso della seconda metà di ottobre, mentre durante la primavera i movimenti migratori si concentrano nel mese di marzo (Spagnesi & Serra 2001)

Habitat
Al di fuori del periodo riproduttivo, la Gru mostra una spiccata predilezione per ambienti aperti, sia parzialmente allagati, sia asciutti. Frequenta soprattutto pascoli, aree agricole, banchi di fango o di sabbia lungo le rive di fiumi e laghi. In Italia sverna in corrispondenza di ampie paludi circondate da prati e terreni coltivati e poste all'interno di vaste aree protette; sono noti regolari spostamenti di alcuni chilometri tra le zone di foraggiamento e le aree di riposo (Spagnesi & Serra 2001)

Distribuzione
Si riproduce nell'Europa centro-settentrionale dalla Germania e dalla Norvegia fino agli Urali (Spagnesi & Serra 2001).
Il nostro Paese è raggiunto essenzialmente dalle Gru che si dirigono in Algeria e Tunisia, ove si stima vi sia una popolazione svernante di alcune migliaia di individui. In Italia svernano regolarmente poche decine di individui in alcune aree della Sicilia, della Sardegna e della Toscana; presenze meno regolari sono note per la Pianura Padana e la costa nord-adriatica, il Lazio e la Puglia. La consistenza dei nuclei svernanti sembra in aumento, a causa di un più stretto regime di tutela accordato ad alcuni siti chiave (Spagnesi & Serra 2001)

Stato di conservazione
La Gru in Europa è caratterizzata da uno stato di conservazione sfavorevole. Già a partire dal Medio Evo è andata incontro ad un marcato declino, subendo una forte contrazione di areale. Estinta negli ultimi 100 anni in gran parte dell'Europa occidentale e meridionale, in Italia ha nidificato con certezza fino al 1909 nel Veneto. Cause di questo declino sono da ricercarsi nella bonifica degli habitat di nidificazione e nella caccia. Dagli anni '60 del XX secolo i contingenti nidificanti e svernanti in Europa hanno mostrato incoraggianti segnali di ripresa, ma lo stato di conservazione della popolazione russa, che rappresenta una larga frazione della popolazione complessiva, non appare soddisfacente. Le principali cause di mortalità nelle aree di svernamento sono rappresentate dal bracconaggio e dalla collisione con linee elettriche. Il Italia il disturbo arrecato dall'attività venatoria sembra rappresentare un importante fattore di limitazione per il regolare svernamento di questa specie (Spagnesi & Serra 2001).

Distribuzione nel Parco Lombardo del Ticino
La Gru frequenta il Parco durante le migrazioni primaverile e autunnale (ad es. 2 ind. A Besate il 23/03/2012 intente a risalire in volo il corso del Ticino, FC; stormo di 10 ind. in volo verso W a Somma Lombardo il 27/10/2014, Luciana Centomo, com. pers.; circa 60 ind. il 25/11/2014 in sosta a Magenta; Veronica Burresi, com. pers.) e, negli ultimi anni, anche in inverno. Gli habitat utilizzati sono ambienti aperti quali stoppie, prati stabili, aree golenali. Nel 2010-2014 la specie è stata rilevata in inverno in prevalenza nei settori centrale e meridionale dell'area protetta, che presentano maggiori estensioni di ambienti adatti. In tale stagione la specie è risultata particolarmente abbondante (stormi di 70-100 ind.; MB, OC, BB, IP, Fulvio Caronni, Anna Ponciroli) nell'area della confluenza Ticino-Po durante gli inverni 2011-2012, 2012-2013 e 2014-2015, mentre non vi è stata osservata nell'inverno 2013-2014, mediamente più mite e con assenza di neve e gelate. E' stato rilevato che gli stormi svernanti nell'area della confluenza trascorrono la notte nella golena del Po e durante il giorno si disperdono nelle campagne circostanti a scopo di foraggiamento. Il loro tipico richiamo, emesso in volo, spesso di notte, viene udito piuttosto di frequente nell'area compresa tra Vigevano, Pavie e la confluenza (MB, OC).

Stima della popolazione nel Parco
Nel 2010-2014, si stima la presenza nel Parco di almeno 100 individui durante lo svernamento.

Stato di conservazione nel Parco
La gru sembra godere di un buono stato di conservazione nell'area protetta e le osservazioni sono in sensibile incremento negli ultimi anni, in linea con quanto sta avvenendo anche nel resto del nostro Paese. In quanto specie molto sensibile al disturbo antropico, potrà senz'altro beneficiare della tutela delle aree di sosta invernale, in particolare del tratto di golena del fiume Po compresa nel Parco, nonché del mantenimento di campi di stoppie e di colture a perdere nel settore della confluenza.








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avatarjunior
inviato il 15 Agosto 2017 ore 20:17

Ciao Giuseppe,
Bell'articolo, traspare tutta la tua passione per la natura. Sicuramente un bel colpo poter riprendere questi magnifici uccelli. Frequento la Palude Brabbia da anni e non sempre è facile fare scatti come questi. Complimenti.
Claudio

avatarsupporter
inviato il 16 Agosto 2017 ore 9:01

Grazie Claudio, ci siamo mai incontrati? come mai fai solo paesaggi? in palude vai solo ad osservare? ciao

avatarjunior
inviato il 17 Agosto 2017 ore 10:18

Ciao Giuseppe, ti mando in ml il mio cellulare, così se vuoi possiamo sentirci.
Buona giornata. Claudio

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2017 ore 11:04

ciao Giuseppe. Ho frequentato per un po' anch'io questo posto e le gru non le avevo mai viste!
Complimenti

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2017 ore 15:16

Bellissimo incontro e ottimi scatti.

Marco

avatarsupporter
inviato il 03 Ottobre 2017 ore 20:38

Grazie Seotfsi e Marco, ciao

avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2017 ore 1:54

Da qualche anno passano sempre più di frequente anche nel Nord Italia; 3-4 anni fa (abito vicino al lago d'Orta in collina) è passato uno stormo di qualche centinaio di uccelli e l'anno passato in autunno qui al paese un gruppetto si è posato in pastura su un campo di grano
Nella pianura novarese e vercellese praticamente ogni anno diversi esemplari si fermano in pastura durante la migrazione

avatarsupporter
inviato il 29 Novembre 2017 ore 16:00

Grazie Bittern per la segnalazione, in palude non le ho più viste, ciao

user236140
avatar
inviato il 14 Settembre 2023 ore 22:31

presenze meno regolari sono note per la Pianura Padana e la costa nord-adriatica, il Lazio e la Puglia


Per fortuna, i numeri sono di molto aumentati grazie alla (relativamente) nuova direttrice che partendo dal
Parco nazionale Hortobágyi raggiunge la Slovenia, poi passa il tratto di mare arrivando in Veneto e scorre nella pianura Padana fino a raggiungere il torinese, per poi piegare verso il cuneese, da dove poi le gru passano in Francia

Sono molti anni che seguo la migrazione assieme agli ornitologi della mia zona, e stando in contatto con Hortobágyi e i birder sloveni

Inoltre, in Piemonte a Racconigi, da alcuni anni sverna un bel gruppo di gru

avatarsupporter
inviato il 15 Settembre 2023 ore 7:53

Grazie Claudio per le informazioni, buone osservazioni.

user236140
avatar
inviato il 15 Settembre 2023 ore 13:03

altrettanto

ormai ne passano a migliaia sul Nord Piemonte, quindi dovresti poterne vedere di più
anche se, a seconda del tempo, possono passare di più di notte

avatarsupporter
inviato il 15 Settembre 2023 ore 14:29

OK grazie, ciao





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