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Stack, smart object, astroinseguitori e filtri ND


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avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2017 ore 14:23

Viste le varie domande che mi sono state poste sull'argomento, sia sul forum che in privato, ho deciso di aprire un topic in cui cercherò di esporre in modo pratico e lineare il metodo dello stack di foto multiple, così da renderne più chiare le potenzialità e i limiti.
WARNING: post molto lungo e noioso e verosimilmente pieno zeppo di errori di battitura.

PREMESSA
Vi racconto solo la mia esperienza personale, il mio workflow più comune. Come in ogni ambito, ci sono sempre vari modi per arrivare allo stesso risultato, sicuramente anche modi più validi o più veloci, con un maggiore o minore uso del PC. Esistono semplici scorciatoie da tastiera o dalle varie finestre ma qui illustrerò i comandi via menù, quelli più ortodossi. Non esprimo -come mio solito- alcun parere su cosa sia meglio o cosa sia peggio. Ad oggi nemmeno io sono arrivato a toccare i limiti tecnici della metodica, pur usandola da vari anni. C'è ancora molta strada da fare. Premetto che le mie conoscenze di fotografia astronomica "vera" sono poche, e derivanti da conoscenze ottenute da autodidatta, e da una formalizzazione di queste conoscenze fatta quest'anno tramite un ottimo corso a Roma (che non posso pubblicizzare qui, ma che consiglio vivamente). In questa sede mi riferisco sempre al paesaggio con elementi astronomici fotografato con obiettivi grandangolari, e non alle foto fatte con telescopi e montature equatoriali. Premetto inoltre che sin dal lontano 1996 (4.0) uso Photoshop in inglese. A quei tempi la versione italiana era difficile da reperire, e io sono stato abituato così, e ad oggi uso sempre e solo la versione in inglese. Non sarà difficile reperire su Google l'equivalente italiano dei comandi che io cito in inglese. Un appunto sui miei mezzi. Io uso principalmente questi due obiettivi: Samyang 14 2.8 per Canon e Sigma 35 Art per Canon, adattati su una A7RII tramite Metabones (sono approdato a questa fotocamera dopo 12 anni con la gloriosa Canon 300D). Infine volevo dire che non tratterò la vera astrofotografia. I dark-flat-bias frame non li uso nella paesaggistica, perché finora non ne sento la necessità. I dark potrebbero essere utili per migliorare ulteriormente la qualità ed eliminare il rumore non casuale. Esiste anche una funzione apposita della fotocamera volta a ridurre gli hot pixel, che sottrae un singolo dark frame direttamente dal RAW (riduzione rumore per lunghe esposizioni), con gli ovvi limiti legati al fatto che si tratta di un dark frame unico.

INTRODUZIONE
La base è semplice: fare più scatti di uno stesso soggetto per ottenere un determinato risultato. Il fine? Ottenere un'integrazione temporale, cioè ottenere i benefici di un'esposizione più lunga, senza la necessità di aumentare il tempo di esposizione della scena. Perché farlo? Perché aumentando il tempo di esposizione succedono varie cose. Prima di tutto se la scena è in movimento questa verrà mossa, e di rado il mosso è voluto (alberi al vento o stelle). in secondo luogo un'esposizione più lunga aumenta la luminosità della scena, cosa che potrebbe portare a bruciare la foto e ad accumulare inoltre rumore termico (cioè il rumore che aumenta man mano che il sensore è acceso).
Cerco di elencare i benefici dello scattare copie multiple della stessa foto, peraltro molti dipendenti dagli altri, ricordando che tali benefici sono proporzionali al numero di scatti fatti per una stessa foto:
- Aumentare la gamma dinamica della foto.
- Ridurre il rumore della foto (il rumore casuale).
- Non aumentare il rumore termico, che salirebbe con le lunghe esposizioni perché il sensore in tal caso rimane acceso più a lungo.
- Aumentare il dettaglio di una foto, che era stato ridotto per via della demosaicizzazione del RAW.
- Ottenere star-trail (ma per quelle si usa un software apposito, e non è un genere che pratico).
- Ottenere paesaggi grandangolari con elementi astronomici con stellate di qualità pari o migliore rispetto a quelle ottenute con un astroinseguitore.
- Sempre nei paesaggi grandangolari con elementi astronomici, migliorare la qualità e il rumore della porzione di terreno inquadrata.
- Integrare temporalmente più scatti (stavolta in "mediana" - vedi dopo) per ottenere il medesimo risultato di un filtro ND su oggetti in movimento casuale (acqua).
- Integrare temporalmente più scatti (sempre in "mediana" - vedi dopo) per eliminare da un immagine gli elementi in movimento (persone, ecc), senza gli artefatti tipici dei big stopper.

LA METODICA - 1
Il sistema è semplice, e farò due soli esempi. Questo primo è relativo alle foto di paesaggio con grandangolare con elementi astronomici (per esempio per includere nel paesaggio la classica Via Lattea. Il primo problema è il movimento delle stelle. A seconda della porzione di cielo inquadrata, della risoluzione del sensore, e del tipo di lente, le stelle avranno un movimento relativo rispetto al sensore più o meno evidente, e ciò riduce i tempi di scatto utili per evitare di trasformare le stelle da tonde a ovali (o -peggio-lineari). Con il mio 35 Art sul mio sensore ho una media di 6 secondi a esposizione (ma dipende dalla porzione di cielo inquadrata), mentre con il Samyang 14 una media di 15 secondi. Se volessi prolungare questo tempo di esposizione dovrei usare un astroinseguitore, con due conseguenze 1) il paesaggio circostante risulterà mosso, e quindi dovrò fare foto dedicate al paesaggio e foto dedicate alle stelle e poi unirle in Photoshop 2) maggiori tempi di esposizione implicano un aumento del rumore termico generato dal sensore acceso. Mettiamo che io voglia fare una foto della Via Lattea sul Terminillo con un tempo di due minuti e non 15 secondi, come richiederebbe il mio Samyang. Allora attacco lo scatto remoto e faccio fare otto scatti sequenziali di 15 secondi ciascuno, ovviamente sempre su treppiede.
Poi importo questi scatti in Camera RAW, li seleziono tutti e applico a tutti i medesimi parametri sviluppo a piacimento, esportando poi in TIFF a 16 bit con spazio colore ProPhotoRGB e RaamielRGB. Non mi preoccupo in questa fase di correggere la vignettatura o i problemi della lente (oppure sì, la differenza è minima) e applico una leggera riduzione del rumore, se necessario. Chiudo Camera RAW senza aprire le immagini, e ritorno al Photoshop.
Per prima cosa mi occuperò del terreno della foto, il foreground, ignorando le stelle. Clicco su "File>Scripts>Load files into stack". Seleziono i miei 8 file TIFF, spunto "create smart object after loading layers" e non spunto "attempt to automatically align source images". Vado quindi su "Layer>smart objects>Stack Mode>Mean" e voilà. Il terreno sarà pronto, con una media pesata degli otto scatti, e quindi molto meno rumore rispetto ai singoli file di partenza. Clicco quindi "Layer>flatten image" e salvo in TIFF a 16 bit col nome "terreno.tif".
Pensiamo poi al cielo. Il percorso è molto simile, ma con qualche differenza. Non vorrò creare da subito lo smart object perché il cielo a differenza del terreno si sarà mosso tra una foto e l'altra, e quindi andrà prima allineato (automaticamente, non manualmente). Clicco su "File>Scripts>Load files into stack". Seleziono i miei 8 file TIFF, non spunto "create smart object after loading layers" e non spunto nemmeno "attempt to automatically align source images". Una volta aperto, devo mascherare via il terreno alla bell'e meglio, per non lasciare fattori confondenti alla funzione di autoallineamento di Photoshop. Clicco "Layer>layer mask>reveal all". Prendo un pennello nero bello ampio e maschero via tutto il terreno senza alcuna precisione, comunque abbondante, sforando insomma sulle stelle. Copio poi questa maschera su tutti i livelli, trascinando manualmente la maschera su ognuno dei livelli sottostanti tenendo premuto il tasto Alt, nel pannello laterale "layers". Seleziono sempre nel pannello tutti gli otto livelli usando il tasto maiuscolo e clicco poi su "Edit>Auto-align layers". Lascio in Auto senza spuntare nulla e clicco Ok. Poi vado su "Layer>Smart objects>convert to smart object". Da questo punto proseguo come per il terreno. Vado quindi su "Layer>smart objects>Stack Mode>Mean" e voilà. Il cielo sarà pronto, con una media pesata degli otto scatti, e quindi molto meno rumore e maggiore definizione rispetto ai singoli file di partenza. Il terreno sarà mosso e il file non sarà più rettangolare. Clicco quindi "Layer>flatten image" e salvo in TIFF a 16 bit col nome "cielo.tif". Da questo punto in poi toccherà unire manualmente il terreno del file terreno.tif al cielo del file cielo.tif, ma qui non mi dilungo: dovrebbe essere già noto per tutti coloro che usano astroinseguitori (e non).
Ultimo problema: nella foto del terreno c'erano alberi e piante, e facendo la media su due minuti, questi si sono mossi per via del vento. Nulla di più semplice a cui ovviare: prendo uno degli otto file di partenza e lo incollo sul file terreno.tif. Clicco "Layer>layer mask>hide all". Prendo un pennello bianco e clicco sugli alberi mossi, così da incollare sopra quelli non mossi. Ovviamente gli alberi del singolo file saranno più rumorosi del file sottostante che è la media di tutti gli 8, quindi vorrò limitare la maschera alle sole aree effettivamente mosse.

LA METODICA - 2
Adesso è il turno del secondo esempio, la classica cascata. Voglio fare una foto alla cascata ma non ho o voglio fare a meno di un filtro ND. Vorrei un tempo di due secondi, ma per via del sole non posso salire sopra il decimo di secondo. Nulla di più facile. Attacco sempre il mio scatto remoto e scatto venti scatti a un decimo di secondo, sul cavalletto (anche se quest'ultimo non sempre è necessario - vedere dopo). Il procedimento è simile a quello usato per il terreno della foto con elemento astronomico, solo che anziché fare una media, verrà fatta una mediana (cfr. Wikipedia e sito Adobe per le relative definizioni e differenze, sono cose statistiche). Importo i venti scatti in Camera RAW, li seleziono tutti e applico a tutti i medesimi parametri sviluppo a piacimento, esportando poi in TIFF a 16 bit con spazio colore ProPhotoRGB e RaamielRGB. Chiudo Camera RAW senza aprire le immagini, e ritorno al Photoshop. Clicco su "File>Scripts>Load files into stack". Seleziono i miei 20 file TIFF, spunto "create smart object after loading layers" e non spunto "attempt to automatically align source images". Vado quindi su "Layer>smart objects>Stack Mode>Median" e voilà. La foto sarà pronta, con il famoso effetto seta derivante dall'integrazione temporale fino a due secondi e con meno rumore e più dettaglio rispetto ai singoli file di partenza. Clicco quindi "Layer>flatten image" e salvo la foto come mi pare, pronta per future elaborazioni, anche attraverso il potentissimo filtro Camera RAW ("Filter>Camera RAW filter...").
Mettiamo di non voler usare il cavalletto. Ovviamente saremo limitati sui tempi. Con il 14 Samyang e il sensore stabilizzato direi che io sto sul ventesimo di secondo, per evitare il mosso (introdotto da me: non parlo della cascata). Faccio quindi una raffica di venti scatti a 1/20 di secondo. Il risultato sarà un'integrazione temporale di un secondo intero. Ovviamente le immagini dovranno essere allineate, e il procedimento è anche più semplice rispetto al cielo della stellata dell'esempio precedente, perché non necessita di maschere. Importo i venti scatti in Camera RAW, li seleziono tutti e applico a tutti i medesimi parametri sviluppo a piacimento, esportando poi in TIFF a 16 bit con spazio colore ProPhotoRGB e RaamielRGB. Chiudo Camera RAW senza aprire le immagini, e ritorno al Photoshop. Clicco su "File>Scripts>Load files into stack". Seleziono i miei 20 file TIFF, spunto "create smart object after loading layers" e spunto anche "attempt to automatically align source images". Vado quindi su "Layer>smart objects>Stack Mode>Median" e voilà. La foto sarà pronta, con un certo aumento dei tempi di calcolo. Dovremo ritagliare un po' di bordi, perché ci saremo mossi durante i venti scatti, e quindi meglio tenersi un pelo più larghi nella foto di partenza. Si otterrà il famoso effetto seta derivante dall'integrazione temporale fino a un secondo in questo caso. Clicco quindi "Layer>flatten image" e salvo la foto come mi pare.

CONCLUSIONI
Ovviamente queste sono solo le basi, la tecnica non si ferma qui e gli sviluppi sono tanti, così come i limiti. Se sono nella chiesa della Maddalena a Roma e voglio riprendere un fascio di luce dalla finestra nella chiesa buia, posso per esempio fare una raffica di quattro scatti senza cavalletto esponendo a destra dell'istogramma (ETTR), con tempi utili ad evitare il mosso, e poi unirli con auto-align facendo poi uno stack in modalità Mean così da estendere (di molto) la gamma dinamica della foto nelle parti buie, così da renderle editabili e "apribili" a piacimento. Oppure se devo fotografare la fontana dei quattro fiumi a Roma e anche se tardi c'è ancora qualche turista a rompere i cosiddetti, metto la fotocamera sul cavalletto e scatto una ventina di scatti, ognuno a distanza di 10-20 secondi dall'altro. Faccio lo stack senza auto-align in modalità Median e i turisti saranno spariti del tutto, senza lasciare scie né artefatti e senza big stopper. Il limite sarà solo la fantasia, e ovviamente anche limiti fisici. Per esempio non è possibile scattare senza cavalletto per 100 scatti: l'ultima foto sarà piuttosto spostata dalla prima, a meno che non ci si appoggi a qualcosa. Lo stesso problema c'è con foto dilazionate nel tempo come la metodica elimina-turisti. Inoltre la metodica non sostituisce i filtri ND nei video, dove i tempi sono fissi e non modificabili, e non offre nessun aiuto per chi vuole fare ritratti in pieno sole a f1.4 per avere lo sfondo sfuocato. Inoltre in soggetti in movimento regolare (giostre e ruote panoramiche), lo stack di immagini separate temporalmente tra loro, porta a dei "buchi" nell'integrazione temporale, che sono tutt'altro che auspicabili. Ovviare è possibile solo aumentando il numero degli scatti di partenza (a volte anche di molto a seconda delle situazioni), così da rendere meno evidenti i "buchi" temporali.

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2017 ore 14:29

il sigma 8-16 è una gran lente, ma a 8 mm palesemente distorce e soffre di curvatura di campo non poco, risultato che la rotazione del cielo non è mai una vera rotazione con semplice spostamento delle stelle, ma più ti avvicini ai bordi più il moto perde "linearità" in quanto il normale tracciato delle stelle viene distorto e ps mi ci schizza, con il risultato che magari ho un centro frame perfetto e dei bordi da sogno lisergico. [...] se cerchi online non a caso scatti di stelle in stacking del 14 ne trovi, dell'8-16 nonostante la buona diffusione invece neanche l'ombra.


Questo aspetto non l'avevo considerato. Dato il bassissimo costo del Samyang, non credevo che per astrofotografia si potesse avere di peggio. Anzi, pensavo solo in meglio (tipo il Laowa 15 0-D o il Samyang 14 f2.4 o il nuovo Sigma 14 1.8). Per fortuna non ho mai avuto le esperienza che dici tu, con i miei due obiettivi (che pure non sono il top del costo, eh).

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2017 ore 14:30

Grazie ;-)

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2017 ore 14:32

altrimenti se il sole è ancora presente (vedasi classica foto al tramonto oppure scatti di mareggiate di giorno) non è una tecnica attuabile in alcun modo, perchè quando magari normalmente devi scattare a 1\500 o 1\320 iso 100 anche chiudendo il diaframma senza andare in diffrazione non puoi più di tanto allungare il tempo, metti che arrivi a 1\20 di secondo, vuol dire che per fare 30s di esposizione ti ci vogliono 600 scatti


Ovvio, ci sono limiti di tempo e di scatti. Personalmente per una cascata non credo di essere mai andato oltre i 2-3 secondi, anche con filtro ND. Quindi nulla di infattibile con lo stack. Le pose da minuti con il big stopper le usavo solo per eliminare le persone dalle scene affollate (anche se non ho mai posseduto un big stopper, ma solo prestato durante sessioni con amici). Ma in quel caso usando lo stack si usano poche pose e si fa la mediana, con risultati anche migliori (nessuna scia di gente).
Però sì, ci sono dei limiti. Se il sole è tanto e non si riesce a scendere sotto 1/500, non si possono di certo fare 500 scatti e mandare in pappa il PC e la memory card (come si fa nell'astrofotografia vera).

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2017 ore 14:33

Un altro limite che ora mi viene in mente è quello della scia delle luci delle auto: impossibile con la media di stack, a meno di utilizzare la laboriosa metodica degli star-trail.

avatarjunior
inviato il 01 Agosto 2017 ore 18:30

Però sì, ci sono dei limiti. Se il sole è tanto e non si riesce a scendere sotto 1/500, non si possono di certo fare 500 scatti e mandare in pappa il PC e la memory card (come si fa nell'astrofotografia vera).


Io con la Eos 7dmkII ho utilizzato lo scatto multiplo o sovrapposizione degli scatti utilizzando la funzione incorporata nella fotocamera. Scegliendo il numero di scatti massimo, 9, la fotocamera automaticamente calcola l'esposizione corretta e sovrappone gli scatti. In pieno sole su spiaggia con mare mosso sono riuscito ad ottenere
l'effetto mosso senza uso di nesun filtro, niente di eccezionale ovviamente ma di sicuro molto meglio che se avessi chiuso il diaframma al massimo in un singolo scatto.
Penso che la fotocamera usi la stessa tecnica che hai ben descritto. Di sicuro potendo fare più scatti il risultato sarà migliore e mi prometto di utilizzare al più presto questo procedimento.
Grazie per aver speso del tempo a descrivere così bene questa metodica, era da tempo che volevo dei chiarimenti... MrGreen

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2017 ore 18:44

Prego! Figurati. Oggi avevo un giorno libero... Cool

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2017 ore 0:01

Ugo ma la macchina permette di fare solo jpeg così, o si può salvare anche in raw?

avatarjunior
inviato il 02 Agosto 2017 ore 0:29

Bellissimo articolo

avatarjunior
inviato il 02 Agosto 2017 ore 6:27

Ugo ma la macchina permette di fare solo jpeg così, o si può salvare anche in raw?


Si mi ha salvato un unico file raw

avatarjunior
inviato il 02 Agosto 2017 ore 8:42

molto interessante e chiaro
grazie

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2017 ore 10:11

Interessante... in pratica se ho capito bene la tecnica è quella del focus staking ma senza cambiare/spostare la maf.. poi in post fai esattamente la stessa cosa che si fa per il focus staking, Giusto?

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2017 ore 20:14

Uhm no. Il focus stacking prevede maschere separate per selezionare la zona a fuoco di ogni foto. Qui è tutt'altro. Niente maschere, se non propedeutiche alla fusione.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2017 ore 9:35

Si esatto. Ma la fusione non la fai con: script-carica file in serie- fusione automatica livelli? il procedimento è lo stesso...
Ho capito male?

avatarjunior
inviato il 03 Agosto 2017 ore 11:02

ciao..scusa stavo provando questo metodo ma non posso selezionare il "metodo serie di immagini" ..ho i miei livelli come oggetti avanzati in 16bit ma non è selezionabile la funzione mediana
non so se ho sbagliato qualcosa o è il programma che non mi da la possibilità di usare questa funzione ..ho letto che non era disponibile su tutte le versioni ma dal cc dovrebbe esserci
grazie



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