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Una bella fotografia è la fotografia di qualcosa di bello?


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avatarsenior
inviato il 24 Luglio 2017 ore 18:50

@ Opisso: mi auguro solo che l'elenco riportato non sia una classifica in ordine di...'valore' MrGreen

in questi giorni sto guardando attentamente 'The Americans' di Robert Frank in un volume ( con la famosa prefazione di Jack Kerouac ) stampato da Steidl, Goettingen nel 2008 (www.steidl.de ).
Sono convinto che nessuna delle sue foto sarebbe degna di un'editor's pick da queste parti...

Aggiungo che nessuna delle sue foto rispetta tutte quelle regole e regolette che tanto spesso vengono sbandierate con eroica stupidità da tanti pseudomaestri ( Andreas Feininger in un suo interessante saggio si domanda a chi sia venuto in mente di parlare della famosa regola dei 'terzi', tanto per citarne una...:-)) ).

Comunque devo confessere che la vera forza di tante grandi Fotografie non so spiegarmela: mi afferra, mi affascina, ma non so perché ( e forse è giusto che così sia...;-))

avatarsenior
inviato il 24 Luglio 2017 ore 20:36

Il tema è veramente interessante e voglio dire la mia: la fotografia intesa come momento espressivo dell'autore, deve comunicare qualcosa a chi la osserva. E questo è un discorso più che ovvio.
Io immagino il fruitore come una persona anche ignorante di nozioni tecniche, quindi con una visione scevra da influenze dottrinali. Questa persona avrà una memoria emozionale che sarà presa e messa in moto dall'immagine, scatenando ricordi, sensazioni e reazioni che solo lei ha. In quanto individui ben distinti e unici, il fotografo e lo spettatore danno all'immagine un'interpretazione differente, perché diversi sono i bagagli culturali. Noi qui ci sfondiamo gli occhi con foto ingrandite al 100% per vedere l'aspetto tecnico dell'immagine, ma contemporaneamente il neurone del pisello ci fa dire "bella gnocca" se il soggetto è, appunto, dotata di estetica a go-go.
Ma anche le cataste degli pneumatici sono arte. Comunicano qualcosa: sdegno, vergogna, rabbia, paura...moltiplicata dal b/n, l'emozione vira in emotività e il neurone pisellare in questo caso tace lasciando la parola al neurone cerebellare, quello delle riflessioni.

Insomma, tutto sto casino per dire che se una foto non comunica nulla dal punto di vista emotivo-emozionale, allora è meglio che raggiunga l'oblio del cestino sul desktop.

Guarda te quanto ho chiacchierato per dire du' cazzate...

Ah, una cosa: io parlo bene, ma lo so che le mi' foto dicano poco, ma per ora me le ciuccio così. (Scusate l'uso del vernacolo, ma ogni tanto devo scrive' come parlo).

Maurizio.

avatarsenior
inviato il 24 Luglio 2017 ore 20:55

@ Maurizio: grazie, altro che cazzate...;-)

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2017 ore 13:48

Americans di Robert Frank ce l'ho anche io.
Effettivamente è molto indicativo il fatto che uno dei più grandi capolavori della storia della fotografia sia praticamente il manuale delle cose da non fare MrGreen

Comunque non contano solo le emozioni. Ma anche le idee. Così come la composizione. Solo che molti autori (dipende dal genere ovviamente) cercano di renderla meno ingessata proprio per lasciare allo scatto quell'impressione di apparente naturalezza.
Impressione che poi porta molti a dire "questo lo facevo anche io". Ma spesso è solo una mera illusione...
Certo invece molto più facile copiare qualche regoletta schematica. Utili certo a dare un punto di partenza ma che alla lunga non portano molto distante...
E qua forse ritorniamo al tema del topic in quanto i soggetti "belli" certe volte sono usati proprio per fare la fotina prefabbricata.

user90373
avatar
inviato il 25 Luglio 2017 ore 16:06

@ Opisso

C'è chi fa "fotine belline" seguendo le regolette e chi, per contro, da vita a "grandi capolavori" mettendole sotto i tacchi e creandone di nuove, le stesse che, se osservate da altri, non faranno altro che creare "fotine belline" basate su regolette "altre". :-P

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2017 ore 18:01

Mah, guarda... poi alla fine non so se sia "peggio" seguire la regolina per avere un risultato "piatto" ma controllato o autoproclamarsi genio incompreso.

Quello che volevo dire è per un appassionato come me... mi sembra normale non dover essere "costretti" a seguire "certe regole" inventate da non si sa chi e cercare di indirizzarsi "autonomamente" verso generi che si scoprono interessanti.

Facendo un paragone musicale: non è che ci suoni musica "colta" (Jazz, classica) sia automaticamente più "bravo" di uno che fa rock o pop. E se uno non è molto portato ottiene risultati meno disastrosi mettendosi a strimpellare Battisti alla chitarra che provare a imitare Coltrane.
Però se a qualcuno piace un certo genere... non si può continuare a ripetergli che funziona solo il "giro di do" (regola terzi) e con la rima "amore cuore" (e ritorniamo al soggetto bello del topic) mentre invece chi fa Jazz suona a caso (perché non lo capisce). Gli si dovrebbero invece dare indicazioni per migliorare fin dove può.
Solo che queste benedette indicazioni... se stai facendo (o provando a fare) free jazz e te le dà un esperto/amante dei canti gregoriani...
Ma come al solito sto divagando... ;-)


PS Robert Frank ovviamente è free jazz schietto MrGreen

user90373
avatar
inviato il 25 Luglio 2017 ore 18:58

@ Opisso

Non cominciamo con i paragoni musicali altrimenti le cose si complicano ancor di più, però ho la netta sensazione che chi ascolta e apprezza il jazz e/o la musica classica abbia la tendenza di sentirsi una spanna più in alto di chi segue e gradisce le armonie celtiche piuttosto che i brani popolari. Attenzione non parlo di chi compone e/o suona ma di chi ascolta e commenta. Confuso

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2017 ore 19:06

Da musicista di musica classica, dico che chiunque si senta 'una spanna più in su' è un ×.
Il cattivo gusto esiste dovunque, in tutti i generi musicali e non.

Tornando alle regole: qualcuno ha detto che è bene conoscerle, per poterle violare consapevolmente.

In questo caso è questione di genio.

Ma : che cos'è il 'genio' ?
Questione trita e ritrita, ma sempre aperta, perché irrisolta. ;-)

user90373
avatar
inviato il 25 Luglio 2017 ore 20:38

@ Paolo Longo
..... Tornando alle regole: qualcuno ha detto che è bene conoscerle, per poterle violare consapevolmente. .....


Chiunque lo abbia pensato, detto e scritto è un vero genio! Chi lo fa? Dipende. Sorriso

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2017 ore 22:21

Da musicista di musica classica, dico che chiunque si senta 'una spanna più in su' è un ×.
Il cattivo gusto esiste dovunque, in tutti i generi musicali e non.

Ma su questo sono d'accordo. Se leggi bene l'ho anche scritto.
Solo che... semplificando: i presunti colti si ritengono superiori ma di contro per gli altri è merda d'artista tutto quello che non capiscono o non vogliono capire.
Cioè così sono "in torto" tuttii...


Tornando alle regole: qualcuno ha detto che è bene conoscerle, per poterle violare consapevolmente.
In questo caso è questione di genio.
Ma : che cos'è il 'genio' ?
Questione trita e ritrita, ma sempre aperta, perché irrisolta.


Questa cosa del genio che viola le regole...
Secondo me la questione è mal posta. Molte di queste regole sono seguite soprattutto dagli amaotri. Gli altri sono tutti dei geni?

La questione è irrisolta ma fino a un certo punto. Come in tutte le arti. Alla fine fare classifiche esatte non hanno senso ma la critica e la "storia" qualche nome di riferimento lo tirano fuori. Ad esempio per la musica classica... io non ne capisco niente e non sarei in grado di motivare ma immagino che se spuntano sempre fuori i nomi di Mozart, Bache e Beethoven un motivo (non solo musicale) ci sarà. Saranno considerati geni perché violavano le regole? MrGreen






avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2017 ore 22:49

No, semplicemente perché, pur conoscendo MOLTO BENE le regole, non ne sono stati schiavi e le hanno sapute integrare nel loro lavoro senza che apparissero come 'regole'.

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2017 ore 23:57

Io sono un genio: mi sono rotto della regola dei terzi e adesso uso frazioni a caso...MrGreen

No, dai, scherzi a parte, torno serio.

Il genio, quello creativo, ha espressione avulsa dal contesto del "normale". Interpreta la realtà a modo proprio e, mediante l'opera, trasmette la sua visione della medesima. Ma messa così, allora tutti saremmo dei geni: ciascuno di noi mette del proprio in ogni scatto e nello sviluppo del medesimo. Potrà incontrare il favore di qualcuno e la gogna di altri, ma sempre di un nostro parto si tratta.

Allora?

Si suol dire "genio e sregolatezza" proprio per indicare sintetizzando che l'individuo genio ha capacità di sintesi del proprio bagaglio (inteso come capacità tecnica, senso estetico, etc.), ne fa un frappè, lo shakera bene bene e te lo serve con una cannuccia ricavata da una Bic...Il genio hackera la realtà, la masturba fino a quando non ne esce un prodotto impensato prima di allora.
Interessante l'esempio del porta CD dell'Ikea diventato porta-fette di pane tostato per la colazione...
A chi è venuto in mente di sistemare un obiettivo al contrario sul corpo macchina per farne un macro abbestia, beh, quello secondo me è un genio.

Nel terreno che mastichiamo noi, si potrebbe definire genio colui che si inventò di asciugare le stampe fresche di fissaggio con l'asciugacapelli. (se non era il fissaggio, chissenefrega, ci siamo capiti).

Ma ora? Come la mettiamo col digitale? Che coi computer si può fare di tutto? Son cazzi...Io mi posso immaginare decine di elaborazioni possibili di una mia foto, ma stai tranquillo che di sicuro assomiglierà ad un'altra che ha scattato PincoPallino Ph.

L'intuizione del momento, quella che viene così, al volo, una volta o mai più, quella ti rende genio: quando sbatti la testa contro il muro per inventarti qualcosa di originale è la volta buona che (si dice in maremma) muori di pizzichi, inteso che qua le zanzare non pungono bensì pizzicano.

Io mi son sentito genio qualche volta? Onestamente no. Faccio delle foto così, praticamente costruite secondo la mia esperienza. Ma anche se fotografo la stragnocca son sempre troiai copiazzati qua e la ed elaborati con qualche preset piratato. Come posso fare per diventare genio e che il popolo di Juza mi urli gioioso commenti che neanche Kelby? Solo se avrò i mezzi ed il coraggio di prendere a calci nel cxlo la normalità che è in me, allora tirerò fuori il Maurizio nei miei scatti. E se non piace, beh, mimportanasega, sono io. Mica posso piacere a tutti.

Altrimenti sono gondole illuminate sul televisore...(chi ha più di dieci lustri sa di cosa parloMrGreen )

Insomma, anche per stasera la mia carrettata di bischerate l'ho detta e posso andare a letto contento.

Maurizio.

avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2017 ore 0:12

@Opisso
è merda d'artista
Frank Zappa docet...MrGreenMrGreenMrGreen

Comunque sia, l Jazz non è "note suonate a caso". Spero di aver frainteso (a quest'ora ci sta). Altrimenti al mio segnale scateno l'inferno MrGreenMrGreen
La musica classica non adotta intervalli e scale previsti invece nella musica afro-americana. La pentatonica non fa parte del bagaglio culturale europeo e un poveraccio che si strappava la carne dalle mani per raccogliere cotone non avrebbe mai improvvisato uno shout con una scala di DO maggiore: semplicemente non la conosceva oppure gli faceva schifo dal momento che non faceva parte della propria cultura. Quindi se nel mondo "nostro" valeva la "regola dei terzi" della musica, in Africa valeva le regola dei Pi Greco fratto due (si, vabbè, è un esempio, me lo sono inventato per capirci). In India altra roba, e così via.
I canoni estetici, la spirale anticoncez...ehm...la spirale di Fibonacci, sono formule create per ottenere l'armonia delle forme e degli spazi fra di esse. Armonia intesa come regolarità. In fisica le frequenze delle note sono misurate in vibrazioni al secondo: il LA centrale del pianoforte genera 440 Hz, se non ricordo male. Quello è il diapason per accordare gli strumenti, anche quelli usati per suonare il Jazz...;-) La scala maggiore ha note che si intervallano regolarmente. I "tasti neri" hanno un intervallo che è la meta di quello dei tasti bianchi e, guarda caso, coi neri ci suoni anche il Blues. Insomma, ho fatto casino, ma da qualche parte sono arrivato: le regole servono. Punto. Poi sei padrone di usarle come ti pare o di scordare che esistono e di inventartene di nuove. Tue. Alla faccia, che fatica...
In fondo si tratterebbe di cambiare punto di vista e sconvolgere il nostro senso del bello per creare lavori originali. Basta una catasta di pneumatici, mica ci vuole chissà che...MrGreen

Si ma ora basta. Vo a letto per davvero.

avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2017 ore 1:50

Le regole non producono arte.
Ma l'arte ha bisogno di regole.
..................................
....................................
.................................

O no??Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2017 ore 9:04

sembra che per fare qualcosa di importante bisogna essere originali.
Non credo sia così, non è l'originalità ad ogni costo che ci eleva sugli altri, per me sono i concetti che ci sono dietro e se funzionano bene con l'opera creata.
Non vedo nulla di sbagliato a salire sulle spalle di chi c'è stato prima e provare a guardare più lontano, a reinterpretare, mischiare le cose per ricreare qualcosa di personale e diverso.

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