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Una bella fotografia è la fotografia di qualcosa di bello?


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  4. » Una bella fotografia è la fotografia di qualcosa di bello?





avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2017 ore 23:41

ogni singolo rigo della Divina Commedia, ogni Pagina de' Il gabbiano Jonathan Livingston, ogni misura de' La caccia di Vivaldi, o di Supper's ready dei Genesis, ditemi se c'è qualcosa buttato per lì per fare contest, se ci sono parti precarie che compongono l'intero.
non solo credo che la fotografia non debba fare eccezione, anzi, crede che per sua natura, la fotografia debba esprimersi entro il suo perimetro indipendentemente dal contest o dalla cornice.
un seme bacato non produce alcunchè. Le foto sono come semi, e se ne spargi 10 e 2 sono bacati solo 8 possono germinare, gli altri 2 non fanno contest, al massimo possono fare concime marcendo.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2017 ore 9:11

@Ooo: ho alcuni vaghi ricordi dei tempi del liceo per cui quello che sto per scrivere potrebbe contenere alcune inesattezze (ma mi sembra di no, se fossi nella nebbia completa nemmeno scriverei questi ricordi): ai tempi del liceo nella storia della letteratura ogni capitolo si concludeva con un'appendice che era chiamata "la fortuna critica".
Uno dei maggiori commentatori e critici della Divina Commedia è stato De Sanctis il quale in epoca romantica ne fece una lettura che dissezionava l'opera suddividendola in "pezzi" ordinati in ordine di poeticità e bellezza a suo dire decrescente. Vagando su internet ho trovato questa sua frase che chiarisce il suo pensiero: "non è egli tempo che nella grande poesia si cerchi la poesia, cioè quello per cui Dante è immortale?" Da questo si arguisce che perfino un letterato come DeSanctis trova una sorta di alti e bassi poetici nella Divina Commedia. In modo più modesto questa cosa corrispondeva un po' alla nostra sensazione di studenti per cui trovavamo gradevole la lettura dell'inferno ma pallosa quella del Paradiso (non trovavamo piacevole
ogni singolo rigo
. La "fortuna critica" ha però da tempo superato questo approccio e oggi si valuta la Commedia per il suo complesso c'è stato di mezzo lo strutturalismo e nessuno più si sogna di dire "teniamo" questo e "buttiamo" quell'altro della Divina Commedia. Questo deve valere anche per un lavoro di un pittore raccolta da lui in una singola opera.

user90373
avatar
inviato il 03 Agosto 2017 ore 9:21

@ Matteo Fiorelli

Credo di capire dov'è l'inghippo. Credo che si commetta l'errore di pensare di giudicare una foto di un libro, ad esempio "The Americans" come ha postato Labirint, decontestualizzandola totalmente, utilizzando lo stesso approccio mentale di come si giudica una foto su Juza/altro forum. Tutto qua.


Sono d'accordo, e adesso che abbiamo fatto 30 facciam 31 invocando la regoletta matamatica che ci informa su come invertendo i fattori il risultato non cambi. Sorriso

user12372
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inviato il 03 Agosto 2017 ore 9:22

Secondo il non si può fare un paragone esatto tra fotografia e letteratura per il semplice motivo che in un opera letteraria c'è una trama, un inizio e una fine.
Non è così nella foto che può esser vista da sola. Può, è vero, fare parte di un contesto, ma non necessariamente. Nel senso che al momento di osservarla non sono tenuto a saperlo.
Un libro di foto può contenere centinaia di soggetti diversi uniti da loro solo dall'io dell'autore. Quindi concordo con chi sostiene che se il singolo scatto è brutto può benissimo essere eliminato senza con ciò parlare di decontestualizzazione.

user12372
avatar
inviato il 03 Agosto 2017 ore 9:23

se siete disposti ad accettare questa cosa valuto un tantino di meno la capacita del vostro senso critico, perdonatemi.
non avete il coraggio di dire che questa foto fa schifo?
MrGreenMrGreenMrGreen

user12372
avatar
inviato il 03 Agosto 2017 ore 9:24

la prima regola per parlare di fotografia è riconoscere che esiste il cestino.
Straquoto!

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2017 ore 9:36

Quando posto su Juza e richiedo un commento questo viene fatto, nel 97,5 % dei casi, sul singolo scatto. Le diverse opinioni si possono basare o su pareri soggettivi o sull'oggettività del rispetto di presunte "regole". Ora, a nessuno frega più di tanto che l'immagine proposta faccia o meno parte di uno "storytelling" e a che punto si trovi , ne della validità dello stesso ne tantomeno del percorso umano e fotografico di me come fotografatore. Si guarda l'immagine a se stante e si commenta nel bene o nel male. Fin qua nulla da ridire, son le regole del gioco, però dovrebbero valere per tutti altrimenti è gioco forza che qualcosa cominci a roteare. Ho capito che c'è chi vuole essere sempre il primo della classe, da parte mia mi accontento di non essere secondo a nessuno. ;-)


Ettore hai centrato il motivo per cui qui su Juza commento pochissimo le foto.
Siete troppi non vi conosco... I genere che la fa da padrone è quello naturalistico che trovo ( personalmente ) noiosissimo. Seguo, già a fatica da altre parti dove ci sono molti meno utenti. Qua è troppo dispersivo. Dovrei studiar e un mese per poi commentare una persona su mille. Non c'è nemmeno la sezione portfolio...
Chissà magari se avessi iniziato a seguire per primo questo forum sarei stato più incentivato a individuare gli autori interessanti e sarei riuscito a seguire molto meglio le foto pubblicate; visto che comunque autori/proposte interessanti ci sono.

Quello che voglio dire, rispondendo anche parzialmente ad Ooo ...
è che ok: se una foto brutta non è detto che le altre buone la tirino su, così come ci sono molti libri belli che si leggono con piacere ma di cui si salterebbero volentieri alcuni passaggi più noiosi e/o meno funzionali .
E di certo non si pretende che qualche foto amatoriale estemporanea fatta durante le vacanze al mare debba essere inserita per forza in un portfolio concettuale.
Però se uno porta avanti una sua visione fotografica, anche altalenante, non è detto che il commentatore lo percepisca dalla singola foto di uno sconosciuto. Tanto più perché magari questa foto è imperfetta. A questo punto bisognerebbe capire quali erano la intenzioni dell'autore e fare un commento per indirizzare la foto non come l'avremmo fatta noi, ma come avrebbe dovuto farla lui per raccontarci quello che aveva in testa.
Insomma per me, si, anche qui specie per alcuni autori/generi, un minimo di contestualizzazione ci vorrebbe. Ripeto non per elevare una foto brutta a capolavoro, ma per dare un suggerimento più mirato. Altrimenti cosa si dà? Il consiglio di default su come conformarsi agli altri?

Poi ok sono d'accordo. Se l'obiettivo è scattare la foto al battesimo del nipotino il commento puntuale che spiega l'errore del flash è super-mega-stra-utile . Oppure alle volte la foto è "autocontestualizzante" (se la riconosci come una Street non la commenti come fosse una foto di architettura).
Ma non è sempre così semplice...





avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2017 ore 9:51

Non è così nella foto che può esser vista da sola. Può, è vero, fare parte di un contesto, ma non necessariamente. Nel senso che al momento di osservarla non sono tenuto a saperlo.


In realtà un minimo di contestualizzazione c'è sempre.
Se vedi una foto in un libro non la contestualizzi "nel libro".
Se vedi una foto che riconosci di Bresson non la contestualizzi nell'opera di Bresson (attimo decisivo ecc.)
E se vedi una foto Street non la contestualizzi come foto Street?
Se vedi la foto di un volatile su Juza non la contestualizzi come foto naturalistica amatoriale?
E comunque la contestualizzerai con la tua cultura, con le altre foto che hai visto.
Se fosse la prima foto al mondo che vedi avresti meno preconcetti (???) ma come faresti a giudicarla?

E allora qual è il problema?
Il problema è quando qualcuno pubblica una foto singola di Anericans di Robert Frank e mentre "l'esperto" la contestualizza - la conosce, in questo caso non ha bisogno di sapere altro - come foto facente parte di uno dei libri fotografici più influenti di tutti i tempi (e poi dopo la giudica, magari in maniera anche negativa), tu la contestualizzi come "foto amatoriale mossa" MrGreen
Certo tu non eri tenuto a saperlo (l'errore di partenza è di chi ha estrapolato la foto decontestualizzandola...) Ma come fai a dare un giudizio "sensato"?

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2017 ore 10:10

Sono d'accordo, e adesso che abbiamo fatto 30 facciam 31 invocando la regoletta matamatica che ci informa su come invertendo i fattori il risultato non cambi.


Si, capisco che non vadano valutate le foto di questi forum immaginando di trovarsi di fronte lavori di un certo tipo.
Però, è anche un modo per spronare ad migliorarsi. Per carità, non è obbligatorio.

Altra cosa, che tengo a sottolineare: la contestualizzazione, l'introduzione, spiegazioni, ad oggi le ho viste in tutte le mostre che ho visto, da musei, gallerie, festival, masterclass, tutto.
A prescindere che fossero di fotografia, scultura, pittura.

p.s.

Spero che nessuno prenda le foto del libro The Americans, a caso, e pescandone una che non piace si raggiunga il punto di dire: "la foto fa cagare, il progetto uguale".
Tra l'altro gli scatti di Americans sono molto selezionati, e anche se possono non raggiungere i nostri centri del piacere, hanno un senso ben preciso.

user12372
avatar
inviato il 03 Agosto 2017 ore 10:41

In realtà un minimo di contestualizzazione c'è sempre.
Se vedi una foto in un libro non la contestualizzi "nel libro".
Se vedi una foto che riconosci di Bresson non la contestualizzi nell'opera di Bresson (attimo decisivo ecc.)
E se vedi una foto Street non la contestualizzi come foto Street?
Se vedi la foto di un volatile su Juza non la contestualizzi come foto naturalistica amatoriale?

Sono d'accordo solo in parte. Posso benissimo vedere due foto street una di Milano e una di Tokyo entrambe belle ed aprrezzarle. Il contesto che le unisce è solo quello di essere street ma è il solo legame che c'è fra loro. Non posso leggere viceversa un romanzo partendo dalla fine. Una foto di un'aquila che contestualizzazione ha con quella di un passerotto? Entrambe possono essere belle o brutte e possono essere viste senza che esista alcun legame fra di loro.
L'unica contestualizzazione cui fa riferimento che ritengo valida è quella nell'opera in senso lato dell'autore.

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2017 ore 11:45

Fabrizio...
mi rendo conto che faccio dei paragoni che sono die para-carri ;-)
Era solo per dire che si giudica sempre in relazione su qualcos'altro. E più conosci quel qualcos'altro più elementi hai.
Comunque riguardo a un libro di prosa ha certo una natura più sequenziale di un libro di foto (forse, ora che ci penso, più paragonabile a una raccolta di poesie) ma anche qui... se le foto sono in un certo ordine un motivo ci sarà. Il pluri citato Frank nel suo "Americans" ha organizzato in una "struttura" 80 da una base si 24000. Anche senza indagare chiunque intuisce che la selezione e la scelta della sequenza a hanno rivestito una certa importanza. Forse più dello scatti in se...

Sono anche assolutamente d'accordo che se devi giudicare il fotografo (oltre che la foto) la contestualizzazione più importante è quella con la sua opera.

Sulla Street... be' dipende. Diciamo che è un caso un po' particolare in quanto la foto essendo per sua natura autoconclusiva, una specie di mini racconto, è un po' più semplice "isolarla" senza troppe controindicazioni.
Ma anche qui ci sono filosofie completamente diverse dovute sia al singolo autore che ai contesti storico/sociali che tipologie consolidate. Soprattutto adesso con internet è facile che fotografi anche distanti si influenzino fra di loro.

Sulle foto di avifauna... a differenza di altri quando capisco di non sapere assolutamente niente sull'argomento... taccio MrGreen

user90373
avatar
inviato il 04 Agosto 2017 ore 9:10

@ Matteo Fiorelli

..... Spero che nessuno prenda le foto del libro The Americans, a caso, e pescandone una che non piace si raggiunga il punto di dire: "la foto fa cagare, il progetto uguale". ......


Su questo sono d'accordo, ma dopo aver ben osservato le immagini del libro potrebbe insinuarsi il dubbio che non tutte siano all'altezza del progetto e che, a ben guardare, a Robert Frank preferisco Elliot Erwitt o, per restare a casa nostra, Ferdinando Scianna. Questo vorrei sentirmi libero di poter farlo. Sorriso

avatarsenior
inviato il 04 Agosto 2017 ore 9:36

Certo che si.
Ma avrebbe anche senso vedersele tutte in sequenza per poi formulare un giudizio complessivo (positivo o negativo che sia).
Meglio sicuramente sfogliare il libro ma volendo si possono vedere tutte qui:
ilcassetto.forumcommunity.net/?t=53537127
Non ho il libro sottomano ma credo che l'ordine sia corretto.
Qui una disamina più dettagliata:
www.photo4u.it/viewnews.php?sid=&t=625705

user90373
avatar
inviato il 04 Agosto 2017 ore 10:02

@ Opisso

Ho visto e ho letto, e mi pare di aver capito che "all'epoca" e "sul posto" non sia stato valutato come un gran lavoro. Il tempo, con la sua patina, ha certamente contribuito a rivalutarlo, ma alla fine resta una visione soggettiva dell'america di uno che americano non è. Al giorno d'oggi la faccenda è molto diversa, ci si gioca tutto sul "qua e subito" o la va o la spacca, la dietrologia arriva sempre dopo. Sorriso

avatarsenior
inviato il 04 Agosto 2017 ore 10:37

Be' diciamo che a livello di contenuti è un argomento che può interessare o meno.
Perché allora, per dire, dovrebbe essere più interessante Mc Curry (che indiano non è) con la sua visione soggettiva dell'India.
Perché ti piacciono di più le sue foto?
Niente di male, ma allora vedi che se sei un fotografo e non uno studioso dell'India o dell'America il soggetto della foto ha un interesse maggiormente "circoscritto" all'apprezzamento della foto/ lavoro in se...

Poi appunto, a livello "fotografico" può non piacere ma mostra comunque un modo di fotografare che ha influenzato molti.
Poi ok, se non ti piace o non ti ispira la prossima volta lo eviterai ;-) è comunque tutta cultura...

Al giorno d'oggi la faccenda è molto diversa, ci si gioca tutto sul "qua e subito"

Esattamente per questo che ha importanza, sul lungo, essere soggettivi (nel senso di metterci delle idee tue) o quantomeno "autoriali".
Se te la giochi sul "qua e subito" il ragazzetto con lo smartphone che "fortuitamente" passa davanti all'incidente, all'attentato, o non so che altri eventi anche meno macabri, avrà sempre qualcosa più "nuova" da dire di te...
Se era questo il senso delle tue parole...

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