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Professionisti, come usate la lettura spot?


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avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 15:20

Io la usavo, nei matrimoni per esempio, per misurare l'esposizione sull'abito della sposa, facendo arrivare l'indicatore dell'esposimetro a + 1, +1,5.
Oppure, in generale, quale parte della mia foto dovrebbe essere il più chiara possibile, mantenendo le info, senza sfondare l'istogramma. E' chiaro che, in situazione di grande dinamica, qualcosa purtroppo perderai, ma sapendo che il sensore perdona meno sulle alte luci che nelle ombre, preferisco usare la spot e cercare di capire fin dove potrei spingermi, e cosa inevitabilmente perderò.

avatarjunior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 15:21

@Cosmosub. Mi trovi d'accordo....il concetto che per me è valido è che.... lo spot è più veloce nel fornirti la terna "finale"...piuttosto che rotellare (compensazione esposizione) fino a che a schermo o su mirino vedi quella parte del frame correttamente esposta secondo le tue esigenze.

avatarjunior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 15:22

Gianluca_m.....mi pare molto interessante quello che dici.....sebbene sento di non averlo capito fino in fondo....potresti cortesemente fornire ulteriori dettagli...o un esempio pratico? Grazie

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 15:26

qual è l'algoritmo di lettura dell'esposizione che vi trovate ad usare più spesso???

Media pesata al centro... non eccelle in alcuna situazione in particolare ma va bene un po' per tutto... per le situazioni difficili invece (as es. controluce) modalità manuale tutta la vita.;-)

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 15:39

lo spot è più veloce nel fornirti la terna "finale"

Negativo: tutti i metodi di misurazione forniscono 'la terna finale'. I diversi metodi di misurazione modificano, semplicemente, l'area dell'immagine utilizzata per fare la misurazione (via via sempre più ristretta fino ad arrivare a quella SPOT che è la più selettiva):




avatarjunior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 15:48

Si chiaro.

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 15:49

Dunque...
Provo a spiegarmi, anche se a volte mi ingarbuglio un po'...

Prendiamo questa foto (non mia, pescata a caso in rete):




o questa:




Usando la modalità spot vado a misurare la quantità di luce riflessa dal soggetto più problematico: l'abito della sposa. Essendo chiaro, bianco, è il punto, cielo nuvoloso a parte, dove più di altri rischio di clippare e di bruciare le alte luci. Con i sensori più o meno recenti, i recuperi in ombra sono portentosi, per cui, quello a cui devo stare attento, sono i bianchi. Commuto la modalità esposimetrica in spot, sposto il punto af sul vestito della sposa e, in modalità manuale, iso fissi, decido la terna esposimetrica: tempi, diaframmi e iso. E faccio in modo che l'indicatore dell'esposizione, a mirino, vada in positivo di almeno uno stop e mezzo, quasi due, dipende dal vestito. Avrò così ottenuto una buona base di partenza, se rimango nelle medesime condizioni, per lavorare, considerando, nella scelta dei tempi possibili mossi e nei diaframmi la più o meno evidente sfocatura.

Idem con patate sui neri... Con lo spot posso misurare quale parte della mia foto dovrebbe, o potrebbe, rappresentare il punto di nero massimo. Sposto lo spot lì, controllo, e setto tempi, diaframmi e iso di conseguenza, solo spostando l'indicatore verso meno 3 stop (tanto posso recuperare). Come detto prima: nelle ombre ho maggior margine, posso tirarle su... è nelle alte luci che rischio il clipping.

Tutto si basa sulla capacità di previsualizzare la foto, in testa prima che nella macchinetta. Io cerco, cioè, di capire quali zone verranno chiare, quali verranno scure, e quanto...

E' vero che, avendo un mirino elettronico, tutto sto procedimento sembra inutile, visto che posso avere:
1. istogramma in tempo reale (ma non ho mai capito se sia riferito al raw o al jpg)
2. previsualizzazione dell'esposizione in tempo reale
3. indicazione, a mirino, delle aree sovra o sotto esposte.
Tutta roba molto bella, ma, a mio vedere c'è un piccolo punto debole: il mirino NON è tarato, nè è tarabile, per cui, con la sua luminosità potrebbe falsare il risultato... e qui la previsualizzazione automatica potrebbe saltare...
Inoltre le indicazioni a mirino con aree di diverso colore, e l'istogramma, potrebbero limitarsi al JPG per le info, mostrando come bucate o bruciate aree che in realtà non sono, avendo il raw una maggior gamma dinamica del JPG.
Per contro, la misurazione spot della macchina potrebbe non esser del tutto precisa, non essendo un esposimetro esterno dedicato.

Insomma: c'è da lavorarci un po' su, ma una volta trovato il metodo, poi si va via svelti! ;-)

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 15:51

lo spot è più veloce nel fornirti la terna "finale"


Concordo con Cosmosub: non è la più veloce, ma, in alcuni casi, la più precisa. Poi dipende tutto dalla scena che stai riprendendo, dalle condizioni di luce, dalle differenze di dinamica... Io uso la spot principalmente in casi problematici.

avatarjunior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 16:11

Ok gianluca, grazie.

Dimmi se ho capito bene.

Prendiamo caso sposa...abito bianco. Leggi l'esposizione a spot sull'abito della sposa e sai che quella terna ti garantisce un'esposizione corretta (=0) della parte più luminosa (a cui sei interessato). A quel punto giochi con iso tempi e diaframma in manuale per spostare l'indice dell'esposizione a +1 o +1,7....cioè sposti l'istogramma verso dx (alte luci)....non clippando l'abito da sposa.




avatarjunior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 16:11

Grazie Gianluca, spiegazione molto chiara ed esauriente! Ci lavorerò su! Sorriso

Mi pare di capire che in questi casi problematici sia sempre meglio lavorare totalmente in manuale: se nel mio caso (v. mio post pagina precedente) fossi stato attento a mantenere un tempo di scatto sopra il livello di sicurezza, avrei sicuramente evitato il mosso, a prescindere dall'esposizione più o meno corretta.

Mi sembra comunque strano che l'algoritmo della macchina, in priorità di diaframmi (che per varie ragioni può essere comodo usare durante una cerimonia), "dovendo scegliere" fra alzare gli iso e abbassare i tempi, scelga la seconda. Mi sembra controintuitivo e più rischioso..

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 16:15

Mi sembra che Olympus con i due setting eviti pure di dover compensare in spot (sovra/sotto esponendo) e si preoccupa da sola a seconda dei due setting se tirare su o giù per sovraesporre mantenendo i bianchi non bruciati o viceversa preservando le ombre. Sarebbe da fare qualche prova comunque sulla propria macchina dato che l'istogramma rappresenta il jpeg e non il raw.

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 16:21

Leggi l'esposizione a spot sull'abito della sposa e sai che quella terna ti garantisce un'esposizione corretta (=0) della parte più luminosa (a cui sei interessato)


Esatto: questo è il punto 1: portare l'esposimetro al centro, a zero. Ma lasciarlo lì sarebbe un errore: il vestito verrebbe reso in grigio medio, perchè quello indica lo zero dell'esposimetro. Arrivato a quel punto, modifico la terna, mettendo caso d'aver già selezionato il diaframma che mi interessa, per avere l'esposimetro a +1,5/1,7 sull'abito, quindi quasi bianco (non del tutto). Quasi perchè spesso il vestito è un filino più scuro delle sue decorazioni, o delle parti in chiaro. Naturalmente misuro l'esposizione NON nelle parti in ombra del vestito. ;-)

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 16:25

Mi sembra comunque strano che l'algoritmo della macchina, in priorità di diaframmi (che per varie ragioni può essere comodo usare durante una cerimonia), "dovendo scegliere" fra alzare gli iso e abbassare i tempi, scelga la seconda. Mi sembra controintuitivo e più rischioso..


L'algoritmo probabilmente è stato programmato da un informatico, non da un fotografo! MrGreen

Scherzi a parte: ogni sistema ha le sue pecche... una volta andammo ad una rievocazione medioevale a fare degli scatti, io e i miei amici. Io fervente sostenitore del manuale, gli altri adepti di un amico, a sua volta fervente sostenitore della priorità di diaframmi (perchè la profondità di campo è tutto!).
Risultato: foto mosse, le loro, perchè non han buttato l'occhio sui tempi che, in fase di messa a fuoco, la macchina proponeva. E al tempo non esisteva l'auto iso.

Morale: le priorità è sempre meglio "recintarle" un po', e abituarsi ad avere il controllo di quello che fai. All'inizio è più scomodo, ma poi ti abitui, e diventa automatico.

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 18:01

Una volta un fotografo di matrimoni ( reflex con una mirino ottico e non elettronico) mi diceva che lui la usava spesso la lettura spot....in quanto leggeva l'esposizione sul viso degli sposi....poi ricomponeva e scattava. Mi diceva che il viso deve essere correttamente esposto....il resto poi si aggiusta.

Quel fotografo o non sapeva usare la sua reflex oppure aveva un cesso di macchina fotografica che non le consentiva di esporre in spot nel punto selezionato per la messa a fuoco, perché se devi ricomporre sempre ti può andar bene qualche volta ma prima o poi rischi facilmente che mentre ricomponi perdi l'attimo e allora addio foto.
Detto questo esporre in spot può avere un senso se fotografi soltanto la sposa, ma se la foto comprende anche lo sposo che notoriamente è in abito scuro mentre la sposa è nel 99% dei casi in abito chiaro vorrei sapere a che serve la lettura spot. ;-)

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2017 ore 18:03

Phsystem: in effetti sposo e sposa sono una bella sfida, quando sono insieme. Fortunatamente il vestito da sposo non è mai nerissimo, avendo spesso lumeggiature e colpi di luce che permettono di definirne in contorni. Nel caso della foto in cui sono presenti entrambi il mio consiglio è: salva comunque la sposa! Allo sposo, delle foto del vestito, importerà poco/niente... di diverso parere la sposa MrGreen

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