| inviato il 10 Maggio 2017 ore 9:37
Non so chi di voi sia stato alla Fotografia Europea lo scorso weekend, o vi andrà per le mostre. A prescindere dai contenuti (molto altalenanti qualitativamente), la bellissima parentesi dell'editoria ai chiostri San Domenico che raggruppava alcuni tra i migliori "piccoli" editori in circolazione, mi sento di condividere ciò che il buon Smargiassi ha scritto recentemente su Fotocrazia, riguardo la mostra sulla storia per immagini del Sud Africa. smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2017/05/10/sudafrica-fotografia-mostra/ Tengo a condividere ogni parola di quanto scrive e tengo a riportarla su questo portale perchè l'annosa questione delle didascalie in fotografia utili/inutili, dovrebbe avere fine. Infatti un reportage come quello dell'articolo ha OVVIAMENTE bisogno di didascalie per descrivere ciò che si osserva per comprenderlo (anche se c'è chi si vuole limitare volontariamente con "non mi interessa sapere altro, voglio solo vedere se la foto rispetta la regola dei terzi o sia nitida"), ma anche tutte le altre mostre concettuali o meno avevano la famigerata introduzione al proprio inizio. Alcune erano concettuali ma ben realizzate (mostra e intro tipo Wolfgang di Fathi), altre erano dei cul de sac letterari per giustificare un accrocchio di fotografie, ma la colpa non è dell'introduzione ma dei curatori che hanno scelto progetti decisamente deboli. Per cui sì, l'introduzione serve in un progetto. Se poi non si hanno ambizioni di realizzare una serie e ci si voglia fermare a far vedere a tutti che si sa usare una fotocamera in manuale e realizzare orizzonti diritti, è un altro paio di maniche. Bona |
| inviato il 19 Ottobre 2017 ore 22:07
...Ogni volta che leggo qualche tuo intervento scopro una completa affinità di vedute. Così...volevo solo lo sapessi. (non sempre serve una utilità)... E non mi fa neanche strano l'assenza di discussione ...qui. |
| inviato il 21 Ottobre 2017 ore 23:02
Sono pienamente in sintonia. Ma come sicuramente sai non è facile fare una buona introduzione o almeno io non mi ritengo bravo per cui evito e sono cosciente che il lavoro perde molto. Seguo il post con interesse perchè ho un progetto in mente e l'introduzione sarà la base per la lettura delle immagini o meglio del lavoro svolto dagli autori. |
| inviato il 22 Ottobre 2017 ore 3:58
Interessante... Condivido. Io c'ero quel weekend. Esponevo. Sono anche nella mia galleria qui su juza : "Ta Phainomena" L'intro è stato un parto... cercare di spiegare un lavoro concettuale e renderlo fruibile ai visitatori (per lo più analfabeti fotograficamente) é difficile ma ancora più importante |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 15:03
Lo so che è difficile, infatti dovrebbe essere prerogativa del curatore, conoscendo il fotografo e il suo lavoro, realizzare l'introduzione. Ovvio che questo avviene ad un determinato livello, e inizialmente ricade sul fotografo. |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 15:08
Nel nostro caso essendo una collettiva il curatore ha fatto una intro molto generica. Poi ognuno doveva spiegare la sua... nel mio caso sono andato molto sul filosofico |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 16:26
"Lo so che è difficile, infatti dovrebbe essere prerogativa del curatore, conoscendo il fotografo e il suo lavoro, realizzare l'introduzione. Ovvio che questo avviene ad un determinato livello, e inizialmente ricade sul fotografo." Per qualcuno potrebbe sembrare esagerato o che basti qualche riga ben scritta...ma non è così. Concordo quanto scritto da Matteo. "nel mio caso sono andato molto sul filosofico" Personalmente preferisco un linguaggio semplice e diretto...diciamo alla portata di tutti. |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 22:11
Vincenzo le 2 cose non si escludono... il difficile è proprio quello, spiegare certi concetti con parole semplici e renderli accessibili. Se vai fra le mie gallerie cerca "Ta Phainomena" così è maggiormente chiaro cosa intendo. Tanti anni fa lessi un libro di Jostein Gaarder, sulla storia della filosofia: Il Mondo di Sofia. Era materia di cui ero digiuno, mi piacque proprio la semplicità con la quale affrontò la cosa |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 23:39
Camouflajj, perdonami ma era un modo per dire che amo un linguaggio semplice e intuitivo senza giochi di parole. In effetti era rivolto al linguaggio intellettuale più che filosofico. Sono entrato nelle tue gallerie e ancora una volta trovo immagini molto belle passate inosservate... Va beh non allontaniamoci dal post. |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 23:45
Grazie Vincenzo! gentilissimo!!! mi impegno... ma non ho ancora un mio stile, a parte un certo formalismo. p.s. ho usato solo Lightroom ( e SPP per la Merrill) invero quelle che ti segnalavo andrebbero viste come erano esposte: dei backlight montati su lightbox (retroilluminato) da 90x60. Se capiti da reggio ti dico dove sono esposte ora. In effetti anche all'estero dicono di noi italiani che pure in fotografia siamo un po' troppo "complicati". |
| inviato il 25 Ottobre 2017 ore 11:08
La p.p la trovo elaborata senza eccessi, pulita. Riguarda lo stile personale penso che questo può accadere quando si fotografa più generi (dal ritratto ai paesaggi, Street architettura ecc.) Purtroppo non passo da Reggio altrimenti un giro lo avrei fatto molto volentieri |
| inviato il 27 Ottobre 2017 ore 14:45
Beh e nessuno ha niente da dire sulla posizione occhi di cane che per leggerle occorreva almeno sdraiarsi? |
| inviato il 28 Ottobre 2017 ore 2:20
Grazie Vincenzo! hai colto il mio gusto... pulizia e sobrietà. Poi ogni tanto mi lascio andare ma sono trasgressioni ai miei dogmi. Vero che per ora mi piace cimentarmi in vari generi, aiuta a crescere... e poi non c'è mai un confine netto. Ti consiglio di passare almeno alla kermesse del prox maggio di Fotografia Europea, oltre 300 mostre in giro per la città, alcune anche di fotografi famosi/storici |
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