| inviato il 26 Aprile 2017 ore 23:28
Normalmente a chi lamenta problemi di front/back focus si consiglia l'uso della chart o delle batterie come ausilio alla individuazione e correzione della maf, perché é chiaramente alla portata di tutti, ma cosa ne pensate invece della possibilità di sfruttare il live view e la scala delle distanze sui barilotti degli obbiettivi (per chi li ha) come riferimento? Quello che intendo é di mettere a fuoco un oggetto con il live view (sempre con cavalletto, massima apertura e punto centrale) osservando sulla scala delle distanze dell'obbiettivo il valore della messa a fuoco raggiunto e poi rieseguire la messa a fuoco con af obbiettivo, chiaramente senza muovere nulla, correggendo la maf con la taratura fine finché non si raggiunge sulla scala delle distanze lo stesso punto di messa a fuoco dato dal live view. Chiaro, non é una soluzione percorribile per tutte le lenti, ma per chi ne ha la possibilità non dovrebbe essere una soluzione migliore rispetto alla taratura con chart e/o batterie che normalmente obbliga alla taratura su distanze contenute? É corretto e funzionale questo metodo o mi sono perso qualche dettaglio ed ho detto stupidate? |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 20:51
Interessante. Ma onestamente non so quanto possa essere accurata la misurazione offerta dalla scala delle distanze; magari dico bestialità, ma mi sembra piuttosto grossolana in rapporto alle esigenze di taratura micrometrica e quindi non saprei, forse il margine di errore è troppo ampio. In altre parole ho paura che la misurazione tra af e mf+live view non differisca in modo apprezzabile anche se l'obiettivo è da tarare. Non so se mi spiego. Ma forse non ho capito bene io la procedura che suggerisci. |
| inviato il 29 Aprile 2017 ore 11:33
Sicuramente la taratura con le pile e la chart permette di regolare piú finemente la messa a fuoco, e magari per obbiettivi specifici tipo i macro che 95 volte su 100 vengono usati a distanze ravvicinate e dove la precisione della messa a fuoco é cruciale a seguito della ridotta profondità di campo può essere il metodo migliore, ma per altri obbiettivi che vengono usati piú a tutto campo, la taratura con pile e chart mi ha lasciato a volte un po sconcertato... con il 35 ed il 50 per esempio dopo la taratura fatta a distanze intorno al metro, metro e mezzo mi trovavo diverse foto dove la maf era a media/lunga distanza con problemi di fuoco. Con questo metodo invece, il fatto che il live view dovrebbe dare sempre garanzia di una perfetta messa a fuoco unito alla possibilità di tarare anche a distanze molto maggiori penso possa dare comunque buoni risultati. Poi é chiaro che probabilmente può capitare di poter trovare dei compromessi e magari sacrificare un minimo la maf a breve distanza per avere comunque il giusto risultato anche a distanze piú lunghe, specie con gli zoom. Io per ora ho tarato con questo sistema il 24-70, vedrò nei prossimi tempi se il metodo mi ha dato ragione. |
| inviato il 25 Ottobre 2017 ore 1:41
La scala di distanza sul barilotto serve ad altri scopi ( per esempio per calcolare la iperfocale e le altre profondità di campo) Le ottiche analogiche addirittura avevano anche scale diverse da seguire per quando si usavano pellicole o rullini IR sensibili all infrarosso. Ma non danno un indicazione precisa sulla distanza del piano focale. Per la regolazione fine af. Il metodo corretto descritto nei manuali é quello del nonio millimetrato a 45gradi affiancato dal bersaglio dell AF che invece deve essere perpendicolare alla macchina. La regolazione fine NON SERVE a compensare i difetti. Un obiettivo non tarato finemente deve comunque mettere il bersaglio AF dentro al campo nitido. Se non lo fa l obiettivo o il corpo macchina presentano un difetto. La regolazione fine serve a poter regolare con una ulteriore precisione la porzione del campo nitido prima e dopo il targhet AF. Per come è sempre stato da quando esiste lo stigmometro, il centro di profondità del fuoco corretto di un obiettivo é diviso in 1/3 +2/3 quindi, a test effettuato e regolazione corretta, la scala millimetrata a 45gradi dovrà evidenziare 1/3 di campo nidido prima del targhet e 2/3 di campo nitido oltre al targhet se si desidera avere le prestazioni assolute che offriva la messa a fuoco analogica. Si consiglia di non effettuare il test a tutta apertura. Chiudere almeno 1uno stop per avere immagini più incise per la lettura del nonio obliquo. E in più, un campo nitido leggermente più lungo, permette una divisione più precisa e semplice. Un obiettivo f1.4 per esempio sarebbe meglio regolarlo usandolo a f2.8 per esempio.. Un obiettivo f3.5 invece lo puo lasciare a tutta apertura senza problemi.. Il live view utilizza un altro sistema per la messa a fuoco. Precisissimo grazie al sensore, ma logicamente inutilizzabile da mirino. Spero di esserle stato utile.. Arrivederci |
| inviato il 25 Ottobre 2017 ore 7:17
Tempo fa avevo letto di un altro sistema per la taratura dell'AF in live-view. Praticamente macchina su treppiede, impostata con la messa a fuoco sul pulsante ae/af lock per chi non ha il pulsante Af-on. Attivato il live-view si mette a fuoco con il pulsante utilizzando così la maf del live-view. Dopodiché, senza toccare il pulsante che comanda la maf, premendo a metà il pulsante di scatto, l'accensione o meno del pallino verde del mirino ci dirà se secondo, la maf dell'obiettivo, l'immagine è a fuoco. Ripetendo per diversi valori di taratura fine, otterrai un range di valori corretti. La media sarà il valore da mettere nella taratura fine dell'af. Per approfondire fai una ricerca; c'è un apposito 3d su questa regolazione. |
| inviato il 25 Ottobre 2017 ore 9:02
Questo sistema viene usato come scorciatoia per cercare di allineare l Af mirino con il sistema AF live view. Tutta via tende a posizionare il campo nitido 1/2 prima e 1/2 dopo il target AF. Questo implica un errore di base però: Ossia che a livello ottico, quello non è il punto centrale della profondità di campo. ( che invece si trova a 1/3 prima del target e 2/3oltre ) Cosi allontanandosi dal punto centrale corretto, si introduce una variabile che darà un effetto instabile. A ogni distanza diversa da quella usata nel test di regolazione, la maf acquisirà un errore diverso e a 10 metri darà un risultato e a 2 metri ne darà uno diverso.... Altra cosa da notare.. Un sistema da luogo a regolazioni di 2-5 punti o anche 0 a volte, quest ultimo invece é facile che chieda regolazioni anche di 10-15 punti o a volte chieda valori fuori scala e rifacendo il test a nuova distanza chieda valori completamente differenti. I più pratici consigliano di controllare o ricalibrare l af fine ogni 6 -12 mesi scadenza per normale usura accomodamento. E ogni qualvolta corpo macchina o ottiche siano sottoposti a urti vibrazioni o forti sbalzi termici. Arrivederci |
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