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Udine, 17 agosto 1896 – Città del Messico, 5 gennaio 1942 Storia di Fiori, Rivoluzione e Messico.
Tina Modotti è una delle poche donne dell'epoca apprezzata per una capacità in un'attività in cui fino ad allora si erano contraddistinti soprattutto uomini: fotografia e fotoreportage. La sua esperienza nel campo fotografico è galoppante, dopo la frequentazione del fotografo Edward Weston da cui apprende le basi della fotografia, è la Modotti stessa a sviluppare ben presto un suo proprio stile utilizzando la fotografia «come strumento di indagine e denuncia sociale», foto esteticamente equilibrate in cui era prevalente una ideologia ben definita: «esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...). Nei reportage, in quella che altri fotografi definirono "fotografia di strada" la Modotti aveva idee ben precise, infatti cercò mai effetti "speciali", a suo avviso la fotografia lungi dall'essere "artistica" doveva denunciare "senza trucchi" la realtà nuda e cruda in cui gli "effetti" e le "manipolazioni" dovevano essere banditi.
Il video che segue introduce bene il personaggio e la sua storia
La vita di Tina Modotti è stata estremamente affascinante non solo dal punto di vista fotografico ma soprattutto struggente da quello umano. La fotografia le ha permesso di trasformarsi da diva del cinema muto a rivoluzionaria impegnata alla conquista di più alti valori di libertà ed uguaglianza . Purtroppo si spezzò qualcosa in lei alla morte del suo più grande amore perdendo anche la sua vena fotografica. Consiglio , ma ve ne sono anche altre di altri autori , la biografia scritta da Pino Cacucci e la canzone " Tina" che le ha dedicato Cisco Bellotti già cantante dei Modena City Rumblers.
Nel giugno 2007, negli spazi espositivi della casa del Mantegna, la provincia di Mantova gli dedicò un'interessante mostra antologica "TINA MODOTTI, Arte Vita Libertà". Restai colpito dal suo linguaggio espressivo vocato agli ideali di libertà e giustizia e per il forte valore sociale che lei attribuiva all'arte.
L'ultima parte della vita di Tina Modotti è la più misteriosa e avvolta nelle nebbie della storia.
Pablo Neruda indignato per le polemiche sulle circostanze della morte di Tina gli dedica una poesia:
...sul gioiello del tuo corpo addormentato ancora protende la penna e l'anima insanguinata come se tu potessi, sorella, risollevarti e sorridere sopra il fango.
Ho visto una mostra sulle sue opere qui a Verona agli Scavi Scaligeri, mi è piaciuta così tanto che ho preso un poster di una sua foto e l'ho appeso in casa. Una vita vissuta intensamente, come non quotare quanto scritto sopra da Cirillo e Noflash. Grazie per averla ricordata
Raro esempio di impegno... La fotografia nn può essere solo ritratti di modelle tecnicamente ben eseguiti ma vuoti di ogni valore...roba da social di bassa lega.
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