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Lu Guang







avatarjunior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 10:38

Qualche giorno fa il fotografo Lu Guang era in visita a Wuhan per una presentazione del suo lavoro nei locali del giornale Chángjiang Times. Dopo aver testimoniato per dieci anni con le sue foto i momenti di crisi attraversati dalla società cinese, oggi questo artista fuori dal comune ha scelto di afforntare una questione in cui il mondo intero ha una fetta di responsabilità: l'inquinamento in Cina.

Nato nel 1961 nella provincia del Zhejiang, Lu Guang si appassiona molto presto alla fotografia e decide di recarsi a Pechino per seguire dei corsi all'università di Qinghuá. Si afferma rapidamente come fotografo freelance ed inizia a praticare la fotografia alla sua maniera. Il suo obiettivo viene guidato dalla coscienza, per questo le sue prime serie sono realizzate nelle miniere di carbone e nei centri cinesi di disintossicazione. Nel 2003 ottiene come riconoscimento il prestigioso World Press Photo Award, per gli scatti che avevano per tema la diffusione di una vasta epidemia di Aids nella provincia dello Henan in seguito a un sordido traffico di sangue. Le sue foto, divenute celebri nel mondo intero, hanno contribuito enormemente ad aprire in Cina un dibattito pubblico sulla questione delle trasfusioni di sangue.

Dopo aver girato la Cina in lungo e in largo per più di sei anni, oggi ricompare con una nuova, stupefacente serie di foto sui principali siti inquinati in Cina. Si tratta di una vera opera di inchiesta, che va al di là di un semplice réportage fotografico e che ha portato Lu Guang nei maggiori bacini industriali cinesi. Per ottenere testimonianze di una realtà troppo spesso ignorata dai media cinesi, ha dovuto fronteggiare condizioni talvolta molto pericolose.

A Wuhan, rispondendo alle domande dei presenti, ha raccontato: «Prima, quando ero meno celebre, potevo fare foto senza timore. Avevo un biglietto da visita da fotografo di uccelli, di cui mi servivo se la polizia veniva a farmi delle domande. Oggi è molto più difficile. Il governo mi conosce ed è sempre più sospettoso. Ogni volta che arrivo in un posto nuovo devo fare molta attenzione a non farmi notare, altrimenti vengo subito espulso dalla città».

Il governo non si augura la diffusione di un certo tipo di immagini: «Uno dei posti più rischiosi è stato Guiyu, una città dove convogliano, per essere trattati, rifiuti informatici provenienti da tutto il mondo. È una piccola città, dove c'è inquinamento ovunque e tutto è sotto stretta sorveglianza.» Lu Guang ha anche imparato a conoscere le pratiche dei grandi industriali. Racconta con umorismo tagliente i metodi che utilizza per ottenere i suoi scatti: «Se ad esempio cercate un condotto d'acqua inquinata che si riversa in un fiume, è inutile andare di giorno a fare le foto. L'acqua scaricata di giorno è a posto, è la notte che si vede uscire l'acqua nerastra delle officine chimiche».

Come ha fatto notare più volte, l'inquinamento non è prodotto solo dalle officine cinesi, ma anche da gruppi tedeschi, francesi ed americani, che da anni inquinano incuranti fiumi e città cinesi. Il lavoro di Lu Guang ci spinge a riflettere sul ruolo di ognuno all'interno della questione dell'inquinamento, che in Cina uccide ogni anno decine di migliaia di persone.

Nell'ottobre 2009, Lu Guang ha ricevuto un premio dalla fondazione Eugene Smith per la sua serie di fotografie sull'inquinamento in Cina.

Fonte

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Altre Foto
Slideshow

Lu Guang: il fotografo dell'inquinamento Cinese

Intervista su Vimeo

user39791
avatar
inviato il 29 Marzo 2017 ore 11:37

Un grande fotografo che non conoscevo, grazie per la segnalazione. Il suo lavoro ci mostra un'immagine della Cina che purtroppo temevo esistesse. Complimenti anche per la bellissima presentazione che hai fatto.

avatarjunior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 12:29

Grazie mille Filiberto, son contento che lo trovi interessante.
Hehehe, ho imparato da te, anche ad allegare una eventuale intervista ;-)
Ciao.

Pietro

user39791
avatar
inviato il 29 Marzo 2017 ore 12:30

Direi che mi hai superato abbondantemente. ;-)

avatarjunior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 16:53

Quel che ci mostra questo abile cinese e tu è la pentola scoperchiata del consumismo scriteriato. Il bello è che noi, che siamo i consumatori, siamo intrappolati in un sistema che non vogliamo ma al quale non possiamo opporci. Nei supermercati i prodotti sono solo pre -rifiuti messi in ordine. Tutto si basa sull' imballaggio pubblicitario che nessun consumatore ha chiesto ma che paga e poi deve smaltire a sue spese dopo averlo differenziato.

Il mercato quindi non è guidato dalla domanda bensì imposto dall offerta : vuoi il deodorante? Eccolo, però te lo vendo in tanti piccoli flaconi plastici anziché uno da un litro. Vuoi il prosciutto? Te lo do ' a fette, però separate da fogli di plastica trasparente. Vuoi 4 pile stilo? Eccole, chiuse in mezzo metro quadrato di cartone incollato alla plastica.

Il produttori di rifiuti non siamo certo noi, ma ne paghiamo le conseguenze economiche ed ambientali perché siamo singoli e non coalizzati come sono invece le multinazionali.

Scusate lo sfogo, evidentemente questo cinese ha raggiunto il suo obbiettivo.

P. S. Non sono un ambientalista ne un verde ne un comunista eccetera eccetera

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 17:00

Non lo conoscevo, le fotografie sono molto belle, grazie per la condivisione

avatarjunior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 8:21

Contento di aver fatto cosa gradita.
Ciao.

Pietro

avatarjunior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 8:44

Davvero incredibile questo fotografo, avevo già visto la fotografia dell'uomo che si copre la bocca, ma non sapevo di chi fosse. Gli scatti hanno un impatto davvero forte, grazie per la condivisione!

avatarjunior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 9:28

;-)

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