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Cartier Bresson e altri illustri del passato, non li stiamo un po' mitizando?


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avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 9:48

Se leggo bene tra le righe quello che dice Labirint sono abbastanza d'accordo.
Se devi fare un reportage che racconti con 5 foto queste devono essere rappresentative. E devi essere bravo (molto).
Ma se non sei bravo a scattare foto "rappresentative" alla fine non solo è più semplice, ma anche sensato, fare una selezione di altri.
Detta chiaramente se devo fare un reportage/street sulla società odierna... prima potevo fare riferimento a Winogrand o qualche suo emulo... Oggi faccio prima a selezionare quelle scattate nei social. La "found photography" è diventata una realtà ci sono nomi di ricercatori "non fotografi" che stanno emergendo.
Alla fine queste foto "amatoriali" sono più vere e rappresentative dei nostri tempi di molte Street scattate da presunti "photographers"

L'unico modo per emergere è appunto alzare l'asticella sia delle foto singole (es. Alex Webb) sia dei progetti (es. Alec Soth) cercando di inserire una visione "personale". Le foto che sono "solo" rappresentative dei nostri tempi, i ragazzetti col cellulare ne pubblicano milioni al giorno sui social...

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:06

Non sono troppo in accordo sul fatto che un reportage sia fatto da pochi scatti e tutti ottimi.
Se ad esempio volessi raccontare una società lontana dalla nostra,per usi e costumi,mi farebbe piacere poter vedere momenti della giornata anche bqnali,quali il taglio delle piante,ad esempio,che comunque racconti come vengono tagliate e come si vestono per farlo,ad esempio...foto magari banale ma che racconti un loro momento quotidiano.

E qui credo che ci vogliano molte foto,alcune ottime a livello fotografico,altre meno buone ma che comunque facciano da collante alla storia.

Mia opinione eh,mentre sul fatto dei social,mi trovi d'accordo opisso.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:10

Io credo che sia vero tutto e il contrario di tutto, perchè spesso ci si dimentica di partire dal fine, che è differente per ognuno.

O meglio, mi pare che sia dato per implicito il fatto che si fotografi "per emergere" e, in questo caso, adottare ricette che appaiono più funzionali di altre allo scopo, certamente ha un senso.
E se questo è il tema, ovvero "cosa porta a emergere" le righe sotto significano poco.

Ma io non credo che, parlando di appassionati, dei cosiddetti fotoamatori, il fine debba necessariamente essere quello. Il risultato.
E per questo motivo non esiste ricetta che possa funzionare per risolvere bisogni che sono potenzialmente anche molto lontani.

Un esempioi: se un appassionato ha bisgno di una sorta di "pratica zen", per sé, per il suo intimo, in cui l'atto del fare è quello che realmente gli produce appagamento, è molto probabile che stare in una vecchia camera oscura, dimenticandosi totalmente di dover produrre idee nuove, concentrandosi con attenzione certosina sulle "buone pratiche", sarà probabilmente il valore principale.

Stando al personale, dato che esprimiamo punti di vista che personali sono, io non ho alcuna voglia, bisogno o ansia di "emergere", e non ho un approccio alla fotografia che basa troppo sulle idee. Inoltre, chi mi conosce sa che la parola "progetto" mi da l'orticaria, perchè è ormai un mantra, vissuto in troppi casi in modo acritico. Che troppo spesso, seguendo il ragionamento (giusto) di Labirint, conduce da una foto insignificante a... una dozzina di foto insignificanti. Sorriso

Per me fotografare significa tenere un taccuino di appunti, e l'ambizione, tutt'al più, è riuscire a farlo con una grafia che mi appartenga e un minimo mi rappresenti.

E questo (in generale, a prescindere dai risultati personali buoni o meno), determina "cosa" fotografare, determina l'uso del bianconero o del colore e di "quale" colore, determina logiche compositive e modo di post produrre. Nel tempo condiziona le scelte tecniche e l'attrezzatura usata. E perfino le scelte rispetto ai lughi del mondo da visitare. Praticamente, può cambiare la nostra relazione con luoghi e persone.

Tutto questo non produrrà vera originalità, forse non sarà sufficiente per raggiungere un cosiddetto stile, assai difficilmente porterà successi.
Ma credo che, per la vita di un appassionato, tutto questo sia tutt'altro che poco ;-)

Buona giornata
F

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:18

Se ad esempio volessi raccontare una società lontana dalla nostra,per usi e costumi,mi farebbe piacere poter vedere momenti della giornata anche bqnali,quali il taglio delle piante,ad esempio,che comunque racconti come vengono tagliate e come si vestono per farlo,ad esempio...foto magari banale ma che racconti un loro momento quotidiano.

secondo me non funziona più perchè alla fine come detto da Opisso ora lo racconta meglio e in modo più vero e onesto il ragazzino che vive la e scatta con il telefono o il fotografo che è stanziale in quella regione.
Andare in india e fare il solito reportage su Holi è una figata, lo farei anche io, ma alla fine ha una valenza molto marginale, è visto e rivisto e stravisto e non racconta nulla di più di quello gia raccontato e lo fa sempre con una nostra visione che non è quella della persona che ci vive

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:21

beh labirint se dovessi pensare di fare qualcosa di nuovo a livello fotografico,avrei già venduto la macchina e amen.
io lo farei,se potessi permettermi 1-2 mesi in un luogo per piacere mio personale.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:25

ma non sto dicendo che sbagli e nemmeno che necessariamente deve essere nuovo o mai visto o totalmente originale.
Solo più personale e progettuale, ma mio era discorso generico, la fotografia ognuno la vive come vuole e come può, è un lavoro, un passatempo, un'espressione personale, un racconto, è quello che vogliamo sia.
Mio discorso era generico partendo da quello detto su HCB

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:32

certo capisco,e sono anche d'accordo sul fatto dei social per la nostra cultura...tra 100 anni i nostri successori si ritroveranno miliardi di autoscatti e sapranno che eravamo vanitosi e superficiali...ma non tutti.
ancora adesso ci sono persone che imparano o si inventano un lavoro,visto che molti lavori conosciuti nel dopoguerra stanno finendo qui in europa,quindi sarebbe pure bello raccontare anche queste storie,vedere come alcuni si sono risollevati ed altri purtroppo no,raccontare l'avidità del nostro tempo sarebbe un altro bello spunto per lasciare qualcosa di importante ai nostri successori ecc...insomma la nostra società è e sta cambiando ad una velocità incredibile,muta da nazione a nazione e non tutto può essere rappresentato dai social...qualche buon reporter serve ancora e non necessariamente deve fare 100 foto capolavoro,secondo me.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:35

Ma su questo sono d'accordo con te Francesco.
Però anche se non sei Bresson non credo neanche che ti si possa accomunare a quei fotoamatori che hanno la ricetta pronta (???) per fare la bella foto ;-)
Questo volevo ribadire nel mio scomposto intervento. Secondo me ha più "senso" (ha uno "scopo") ed è più "interessante" una foto nei social che mostra l'ultimo taglio appena usciti dal parrucchiere che quella di un "fotografo" con un barbone messo nei "terzi" col pilota automatico.

Per cui a prescindere dal singolo fotografo e dalle sua indiscutibile passione... il mio discorso era che la fotografia Street ha meno valenza dirompente rispetto ad anni fa. Tanto è vero che secondo me ha anche cambiato linguaggio spostandosi più sulla forma (giustapposizioni/contrapposizioni uso della luce ecc.) e sui virtuosismi del fotografo che sulla reale documentazione della vita sociale.
Questo ripeto in generale a prescindere dal percorso del singolo fotografo amatoriale/professionista o non so che su cui non discuto.

Ma sto divagando. La discussione verteva su Bresson... Tra l'altro molti non lo ritengono neanche uno "streeter".
Certo c'era la capacità di cogliere l'attimo, e di catturare il significato della scena... Ma senza entrarci realmente dentro (usava un 50) e riportando composizioni perfette, mai viste prima veicolando contenuti non solo "sociali" ma anche visioni autoriali.
Insomma come tutti i geni difficile catalogarlo...

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:37

qualche buon reporter serve ancora e non necessariamente deve fare 100 foto capolavoro,secondo me.

certo ma credo che non sia più quello che va in un posto un mesetto e fa qualche buono scatto, hanno ancora un valore, ma se parliamo di racconto di mutamento della società è il buon fotografo che è gia li e ci vive e racconta quel mutamento in maniera personale che probabilmente fa la differenza fotograficamente parlando, io non parlo di social e selfie che per me non valgono nulla

user39791
avatar
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:39

Inoltre, chi mi conosce sa che la parola "progetto" mi da l'orticaria,


Dipende da cosa si intende per progetto. Per me progetto è sapere cosa voglio (cercare) di fotografare, qualcosa che non sia il girare con una macchina fotografica al collo e scattare foto a caso. Non che ci sia nulla di male nel fotografare cose a caso, può anche essere molto divertente, ma io preferisco partire con un'idea di massima. Lo dico da uno che fa solo street/reportage.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:41

Stando al personale, dato che esprimiamo punti di vista che personali sono, io non ho alcuna voglia, bisogno o ansia di "emergere", e non ho un approccio alla fotografia che basa troppo sulle idee.


Condivido, e poi quali grandi idee debbano essere raccontate con la fotografia non ho ancora capito; non fraintendetemi, l'idea di base è importante e sempre apprezzata ma a volte si esagera ;-), io sono per le cose semplici, per i particolari anche banali che raccontino solo un attimo di vita, un istante, una persona ;-)

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:44

quindi concordi che anche qui,da noi,ci sia ancora molto da raccontare.
non vorrei che passasse solo l'idea che la nostra società è stata avarizia,superficialità e vanità,che è quello che traspare guardando i social.

qualcuno bravo che sa fare reportage,oggi serve ed ha un ruolo importante come quello di 100 anni fa.

la street poi,coglie molti aspetti e un selfie o un taglio di capelli non possono racchiudere un genere così complesso

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:46

quindi concordi che anche qui,da noi,ci sia ancora molto da raccontare.

assolutamente si, solo che molti non raccontano fanno solo foto esteticamente belle, ma vuote di contenuto.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:47

qualcuno bravo che sa fare reportage,oggi serve ed ha un ruolo importante come quello di 100 anni fa.


Esattamente, è questo il punto, per noi certe cose sono banali perchè ci siamo abituati a certe situazioni, i grandi lavori del passano imho sono tali per aver visto avanti, per aver raccontato un qualcosa che non c'è più, poi ovviamente composizione, luce e tutto il resto vanno sempre curate nel limite delle proprie capacità.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2017 ore 10:50

x Filiberto: ieri ho ascoltato la radio. C'era un tipo di un'organizzazione che fa cose carine, coi bambini.
In due minuti di intervista ha usato la parola "progetto" 12 (dodici) volte.
Nel libro "Il cre-tino cognitivo", divertentissimo e che ti consiglio ;-) c'è un lungo capitolo dedicato a questa parola, con esempi tipo "oggi non cucinerò la parmigiana, ma... attuerò un progetto che coniughi il sapere cognitivo con la riscoperta delle tradizioni, mutuando linguaggi di una cucina antica e inserendoli in una dinamica di accrescimento condiviso, tanto legata ai sapori quanto agli approcci culturali"
Vedo come se ne parla, cosa si suggerisce ai giovani che si avvicinano alla fotografia. Parole, per nobilitare qualcosa. Come la "familiare" divenne "station wagon" o il "pippaiolo" divenne "single".
Sono convinto che, se la parola progetto manco tu la conoscessi, non faresti cose tanto diverse, se quelle senti ;-)
Per me, pensare in termini di progetto ha realmente un qualche valore nell'1% dei casi. Il resto è la solita zuppa, in versione coordinata e portfoliata. Implicitissimo: non voglio far cambiare idea a nessuno ;-)

Opisso... giuro sulla reflex di Filiberto che il mio post non era riferito a te ;-)

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