| inviato il 21 Febbraio 2017 ore 13:51
"quando si apre una carriera nuova con la prospettiva di diventare fonte feconda di guadagni, è normale vedere, nel flusso dei concorrenti che si lanciano ad abbracciarla, elementi estranei per la loro origine al nuovo mestiere e senza rapporti diretti con esso. Costoro sono tanto più numerosi quanto meno grandi sono le competenze richieste. Il mestiere di fotografo, per le esigue conoscenze che esigeva, attirava ogni sorta di individui privi di basi sicure di esistenza, emersi dalla massa amorfa dei falliti, e incapaci, per mancanza di cultura, di scegliere carriere più elevate. Ma per diventare un'impresa prospera, la fotografia doveva seguire un'altra via di sviluppo" da Gisèle Freund "Fotografia e società", Einaudi |
| inviato il 21 Febbraio 2017 ore 13:56
Bella citazione Andrea! Il problema della (adeguata) remunerazione nasce quando la clientela non riesce a distinguere un lavoro ben fatto da una xxxx. Quando però ci sono le competenze e la cultura per apprezzare, allora la remunerazione non è più un problema. |
| inviato il 21 Febbraio 2017 ore 15:33
“ Son 5 pagine che affermo che gli hobbisti arrivano (e regalano) solo nei settori DOVE NON C'E' PIU CICCIA DA MORDERE. „ ma gli hobbisti che vanno a fare matrimoni e si fanno pagare 50 euro, in nero? Guardate che non è gratis ma è sempre il solito discorso |
| inviato il 21 Febbraio 2017 ore 15:51
Mah, chi paga 50 Euro, probabilmente avrà un lavoro da... 50 Euro. Se uno parla e discute con i clienti, va a vedere il luogo (per prepararsi un pochino), passa il pomeriggio a scattare, poi a casa sceglie le foto, le mette a posto, compone l'album, lo manda in stampa, ecc. Tutto ciò per 50 Euro? Dura poco: è una concorrenza sleale che si autodistrugge. Se non fa null'altro che scattare, poi mangia e beve gratis, consegna la scheda di memoria e finita lì. Beh, non lo definirei proprio un lavoro professionale. Se mangia bene e tanto... è pagato. Ma poi il resto del lavoro chi lo fa? |
| inviato il 21 Febbraio 2017 ore 16:15
“ Vedo che PrCollins ha travisato completamente il mio messaggio. In un mondo in cui anche un bambino puo' scattare fotografie a fuoco e correttamente esposte, vendere ancora la foto della torre di pisa e' pura fantascienza. Se la scattano tutti con un selfie. Non e' più merce vendibile. Significa voler riproporre il cavallo come mezzo di trasporto. „ sei completamente fuoristrada penso che tu sia in grado di cucinare un piatto di spaghetti,però non mi dire che lo cucini come uno chef stellato.Che la foto sia a fuoco e ben esposta è un dettaglio inutile la magior parte delle volte se poi non c'è la sostanza.tutti si fanno il selfie in piazza duomo a milano,poi però mi han pagato 1500 euro per fare 6 foto alle guglie.Quindi secondo il tuo ragionamento il curatore artistico della veneranda fabbrica vuol tornare all'eopca del cavallo?io direi piuttosto,specie in italia,all'estero non è così,l'ingoranza fotografica impera.I poveri fotografi nè pagano le conseguenze.PS:la foto del seflie con latorre di pisa,duomo,colosseo,palazzo ducale,non è una foto buona nemmeno da buttare nel cesso. |
| inviato il 21 Febbraio 2017 ore 16:16
e comunque... chi va a fare un lavoro da tre giorni per 50 euro.. non e' più un hobbista ma un doppiolavorista (aggiungerei fesso). Oppure,a scelta, definiamolo pure un fotografo semifallito che lavora in nero... e che ,come dice giustamente skylab, morira' di fame entro breve. |
| inviato il 22 Febbraio 2017 ore 14:57
E' una tendenza molto più diffusa a livello generale. Io sono innanzitutto designer. Appena laureato, mi sono piovute addosso decine di richieste, tutte rigorosamente in amicizia: "mi faresti questo?", oppure "mi pacerebbe tanto fare una cosa del tipo...", e così via. " No, ma...poi ti pago eh! Intendiamoci!" (si, certo, come no!) Purtroppo, in società poco evolute culturalmente (e non faccio sarcasmo), si conserva stretta la tradizione del buon lavoro fatto -a'ggratis-, specialmente se di natura -artistica-, in quanto l'artista è una figura umana marginale, che vive di espedienti e che fondamentalmente non ha voglia di fare un càzzo nella vita, pur ambendo a forti guadagni. Anche se si tratta di artisti che hanno studiato e che hanno faticato a conquistare la loro posizione di merito. Come già detto e scritto innumerevoli altre volte, un lavoro gratuito è da considerarsi un lavoro di valore pari a ZERO. Chi ci guadagna è soltanto chi beneficia materialmente di quel servizio. La cosiddetta 'crescita personale' (a titolo gratuito) è soltanto un alibi che non fa impugnare la propria dignità in uno stato di diritto. Le bollette, la spesa alimentare e il mutuo della casa, non si pagano con la formazione professionale gratuita e non riconosciuta, non monetizzata. Quando si maturerà questa illuminante convinzione, che non è soltanto la zappa o la chiave inglese a movimentare l'economia di una nazione, anche le arti 'minori' (che in realtà sono le fondamenta creative dell'economia) verranno considerate degnamente, anche da chi attualmente le bistratta o le denigra. |
| inviato il 22 Febbraio 2017 ore 15:00
Condivido al 100% quanto ha scritto Caneca. Non avrebbe potuto esprimerlo meglio. |
user25280 | inviato il 22 Febbraio 2017 ore 17:37
Caneca ha espresso perfettamente quello che io ho scritto altre volte in altre discussioni riguardanti sempre questo stesso argomento. La cosa buffa é che ha ragione a difinire "società poco evolute culturalmente" proprio le società dove non si da alcun valore all'artista e al lavoro artistico, dico buffa perché l'Italia é un paese che ha subito una fortissima regressione culturale ed allo stesso tempo é probabilmente il paese più ricco di arte al mondo, segno di una profonda involuzione sociale. Ma si sa, quando la gente si scanna per una partita di calcio o si flippano per il grande fratello o l'isola dei famosi, vuol dire essere arrivati al capolinea. |
| inviato il 22 Febbraio 2017 ore 17:45
Per fortuna non sono tutti così... |
| inviato il 22 Febbraio 2017 ore 17:46
“ perché l'Italia é un paese che ha subito una fortissima regressione culturale ed allo stesso tempo é probabilmente il paese più ricco di arte al mondo „ Togli pure il probabilmente...l'Italia è il paese più ricco al mondo per quanto riguarda l'arte. |
| inviato il 22 Febbraio 2017 ore 17:49
Quelli che cercano qualcuno che faccia loro un lavoro (fotografico) gratis, lasciamoli a quelli che lavorano gratis, perchè tanto comunque non daranno alcuna soddisfazione. |
| inviato il 22 Febbraio 2017 ore 18:05
si, ma... appunto. Chi di noi desidera come cliente uno che sarebbe disposto ad accettare qualsiasi cosa purche' sia gratis?. Significa che lui , ma soprattutto noi, siamo alla canna del gas. In genere chi si adatta ai compromessi.. a concedere sconti spaventosi e' perché non ha alternative. |
| inviato il 22 Febbraio 2017 ore 18:13
L'alternativa è investire quel tempo per preparare una documentazione di qualità e presentarsi a possibili clienti con qualcosa in mano. Oppure addirittura fare dei provini, ma che siano incompleti e in qualche modo inutilizzabili. Che facciano vedere le potenzialità, senza dare in mano un lavoro finito. Inoltre anche la ricerca e gli incontri con i "candidati clienti" giusti è impegnativa. Se si lavora gratis si avrà parecchio lavoro (ettecredo!) e quindi non si avrà il tempo per cercare di meglio. I lavori del cavolo è meglio rifiutarli, è più redditizio! (parlo per esperienza) |
user25280 | inviato il 22 Febbraio 2017 ore 20:33
“ In genere chi si adatta ai compromessi.. a concedere sconti spaventosi e' perché non ha alternative. „ Vero. Oppure chi vuole provare a iniziare e per inesperienza o faciloneria cade nella trappola. |
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