user39791 | inviato il 14 Febbraio 2017 ore 20:13
Nata come stylist in riviste di moda, Deborah Turbeville è riuscita a creare uno stile personale, fatto di immagini talvolta volutamente sfocate, ma con donne consapevoli di essere guardate. Deborah Turbeville non si considera una vera e propria fotografa di moda: il suo lavoro sarebbe, a suo dire, un trait d'union tra la fotografia commerciale e quella artistica. La Turbeville arriva alla fotografia piuttosto tardi e dopo un percorso professionale legato però alla moda. Nata nel 1937 a Boston e cresciuta nel New England, giunge a New York a 19 anni per lavorare come assistente della fashion designer Claire McCardell. Inizia a lavorare come fashion editor nel 1963 per la rivista Harper's Bazaar, collaborando con Marvin Israel e con un team di fotografi come Diane Arbus e Richard Avedon, e nel 1967 passa alla rivista Mademoiselle. La Yugoslavia è patria dei suoi primi scatti, nel 1966. Li mostra subito ad Avedon, che li trova interessanti e decide di insegnarle la tecnica fotografica. Comincia a dedicarsi a tempo pieno alla fotografia di moda nel 1972, e uno dei suoi primi servizi fotografici per Vogue si fa subito notare per il suo stile innovativo: ragazze in bikini sullo sfondo delle pareti di un cementificio. Alexander Liberman, il direttore editoriale della Condè Nast di quel periodo, affermerà che si trattava delle foto più rivoluzionarie dell'epoca. Nel 1975 lavora al servizio fotografico per Vogue America che le regala la notorietà: una serie di scatti a figure femminili languide, flessuose, quasi del tutto svestite, che posano in uno stabilimento balneare. Un servizio molto ambiguo: si commenta che le modelle sembrano essere “costrette” in quel luogo, quasi come se fossero prigioniere in un campo di concentramento o in una camera a gas. Una scenografia di gruppo ben composta, quasi spontanea nella propria “innaturalità”, che fece molto scalpore. Da segnalare anche la serie Woman in the Woods per Vogue Italia, del 1977, con figure isolate e disturbanti, cariche di emozioni inespresse. Continua a lavorare per Vogue America e si occupa di servizi pubblicitari per Ungaro, Sonia Rykiel, Valentino, Yohji Yamamoto e Comme des Garçons, e di editoriali per Harper's Bazaar e per il New York Times Magazine, per il quale ritrarrà l'attrice Julia Roberts. « Colgo un momento privato dell'universo femminile, quello che è inaccessibile a tutti. Un momento congelato e fissato nel tempo ». Ma le donne della Turbeville non sono ignare dell'atto fotografico. Sono donne consapevoli di essere inquadrate, che sanno di essere guardate, al contrario sono proprio loro a osservare noi, in una sensazione ricorrente di tracciato narrativo interrotto, in un momento intimo dell'universo femminile fissato per sempre nello scatto. Il lavoro della Turbeville è pregno di atmosfere evocative. Il suo stile è fatto da immagini granulose, graffiate, spesso volutamente sfocate. Sono le estati trascorse a Ogunquit, nel Maine, durante l'adolescenza, che formano il suo immaginario visivo. Una piccola cittadina sull'oceano, con paesaggi desolati, spogli, dai colori lattei e tenui e dalle atmosfere incolori. Una uneasy shuffle of ambiguity, come scrive Pete Silverton, è la sua caratteristica principale, e la sua fotografia è davvero a metà strada tra moda e arte, e infonde arte narrativa e mistero in quello che era un processo prettamente commerciale. I suoi scatti sono piccoli misteri da scoprire, mai totalmente svelati, sempre sottilmente enigmatici. Tratti indistinti, quasi confusi, dentro atmosfere granulose e dai colori graffiati. Deborah insegue uno stile a suo modo decostruzionista. «In un certo senso“distruggo l'immagine, dopo averla scattata». afferma la Turbeville. « L'idea della disgregazione è davvero il fulcro del mio lavoro». I soggetti raffigurati sono fantasmi autocontemplativi, esploratori confusi in mondi sconosciuti, viaggiatori nel tempo di propri paesaggi interiori, come le modelle del suo libro Les Amoureuses du Temps Passé, appunto «amanti di tempi passati». Attualmente la Turbeville divide il suo tempo tra New York, il Messico e la Russia, dove ha tenuto corsi di fotografia. www.vogue.it/news/encyclo/fotografia/t/deborah-turbeville theredlist.com/media/database/photography/history/mode/deborah-turbevi thisiscoven.files.wordpress.com/2015/05/dt_lupino11.jpg www.agendalugano.ch/system/images/files/000/004/213/original/turbevill s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/14/74/d8/1474d8b8c95d6732012935 res-1.cloudinary.com/tristanmedia/image/private/c_limit,fl_keep_iptc,h s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/80/1a/64/801a647926eea21b2106fe res-5.cloudinary.com/tristanmedia/image/private/c_limit,fl_keep_iptc,h mashafroliak.files.wordpress.com/2013/11/011.jpg 3.bp.blogspot.com/-6u69HtM91Aw/Tl5V1Zrv7-I/AAAAAAAAcgs/350wQLK04oE/s16 res-2.cloudinary.com/tristanmedia/image/private/c_limit,fl_keep_iptc,h thisiscoven.files.wordpress.com/2015/05/deborah-turbeville19.jpg?w=171 www.bemodelmagazine.it/wp-content/uploads/2015/10/15_Turbeville_Polaro res-3.cloudinary.com/tristanmedia/image/private/c_limit,fl_keep_iptc,h i1.wp.com/www.russh.com/wp-content/uploads/2016/05/DYN_L_Deborah_06.jp i.vimeocdn.com/video/504400801_1280x720.jpg |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 22:32
Grazie Filiberto! |
user39791 | inviato il 15 Febbraio 2017 ore 8:34
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| inviato il 19 Febbraio 2017 ore 22:56
Grazie Fil |
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