| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 12:46
Lette casualmente nel tempo, sia su giornali che su Internet, alcune testimonianze inerenti la probabile fuga di Adolph Hitler prima della sua cattura da parte dei russi, ho fatto una piccola ricerca che mi ha portato a quanto di seguito citato: Alessandro De Felice è forse l'unico storico al mondo ad aver visitato e filmato l'Estancia San Ramon, una grande fattoria ubicata nella Patagonia argentina, ai piedi delle Ande, dove Adolf Hitler sarebbe vissuto negli anni Cinquanta. Lo storico ne è persuaso: “Il Führer non si suicidò affatto il 30 aprile 1945 nel bunker della Cancelleria del Reich, a Berlino, insieme a Eva Braun. Riuscì invece a fuggire in Sudamerica. Visse con l'amante divenuta moglie in questa località impervia, raggiungibile solo in fuoristrada, a una quarantina di chilometri da San Carlos de Bariloche, la città soprannominata la Svizzera argentina in cui viveva una comunità di tedeschi, una buona parte dei quali simpatizzava per Hitler ed il suo partito politico. In tale località aveva trovato rifugio anche Erich Priebke, il capitano delle SS condannato per l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Da lì si spostò dopo qualche anno a “Villa La Angostura”, a Inalco, 85 chilometri da Bariloche. Morì per un'emorragia cerebrale il 13 febbraio 1959 o 1962, come sostiene il mio amico italo-scozzese Patrick Burnside, il maggiore esperto sulla permanenza di Hitler in Patagonia dopo il 1945. Intervista: - "Cosa le fa credere che Hitler sia scappato in Patagonia?" - "Io non delineo certezze. Pongo dubbi, che sono terreno fertile per coltivare il pensiero. Prima di andare a San Carlos de Bariloche, ero scettico sull'ipotesi della fuga del dittatore e di Eva Braun, sebbene il libro di Sir Hugh Trevor-Roper, “Gli ultimi giorni di Hitler”, non mi avesse affatto convinto. È questo testo il piedistallo storiografico su cui è stata fondata la tesi del duplice suicidio nel bunker di Berlino. Trevor-Roper lavorava per il Military Intelligence britannico e prendeva ordini dal primo ministro Winston Churchill, che voleva dare a tutti i costi all'opinione pubblica mondiale il cadavere del mostro. Per dire della sua attendibilità, è lo stesso storico che nel 1983 autenticò i falsi diari attribuiti al Führer e pubblicati dal settimanale Stern. Trevor-Roper all'epoca dirigeva la casa editrice del Times di Londra." - "Il cadavere non era di Hitler?" - "Improbabile. La perizia necroscopica, effettuata dai medici sovietici tra l'8 e l'11 Maggio 1945 nella clinica di Buch, alla periferia di Berlino, è un colossale falso storico-scientifico. Nella relazione finale il tenente colonnello Faust Chkaravski e i suoi tre assistenti annotarono, di proposito, alcuni errori grossolani, forse per salvarsi la faccia davanti alla storia. A parte la fisionomia del viso non convincente, vi erano due particolarità anatomiche del tutto fasulle attribuite alla salma del dittatore: un dente in sovrannumero e un testicolo mancante." - "Soffriva di monorchidismo? " - "Questo hanno voluto far credere. Ma i referti di tre medici tedeschi che avevano visitato Hitler completamente nudo negli ultimi 12 anni attestavano che i suoi organi genitali erano normali. Quanto alla presenza di un quindicesimo dente nella mascella inferiore, essa contrasta con la precisa testimonianza del dentista personale del Führer, il dottor Hugo Blaschke, arrestato dagli americani il 28 maggio 1945. E non poteva trattarsi di un errore di traduzione, perché il numero 15 figurava in caratteri latini." - "Come si arrivò a quella che lei ritiene una messinscena?" - "Non solo io. Il 15 giugno 1945 il generale Dwight Eisenhower, nel corso di una conferenza stampa presso l'Hotel Raphael a Parigi, dichiarò: “Le ricerche sovietiche non hanno trovato tracce di resti di Hitler, né la prova positiva della sua morte.”. Quando alla Conferenza di Potsdam, sempre nel 1945, il presidente americano Harry Truman chiese a Stalin se Hitler fosse morto, il dittatore sovietico rispose senza mezzi termini: “No!”. Ed aggiunse che i gerarchi nazisti erano fuggiti con un sommergibile in Spagna od in Argentina. Il segretario di Stato, James Byrnes, per accertarsi che Truman non avesse capito male, dopo il brindisi ufficiale prese in disparte Stalin, il quale gli confermò la risposta. La circostanza venne riferita da Truman in una lettera alla moglie e da J. Byrnes nel suo libro di memorie “Speaking frankly”. Anche il capo del collegio difensivo degli Stati Uniti al processo di Norimberga, Thomas Dodd, ammise: "Nessuno può dire che Hitler sia morto.”. Diamo per scontata la messinscena. “Fra i cadaveri trovati nella Cancelleria del Reich i medici russi scelsero i due più carbonizzati, li contrassegnarono con i numeri 12 e 13 e dissero che erano quelli di Hitler e della Braun. Il primo misurava 1,65 metri e il secondo 1,50. Ma Hitler da vivo era alto 1,73 e la sua amante 1,63. Difficile ipotizzare che il fuoco li avesse accorciati in modo così considerevole. Inoltre le radiografie eseguite su Hitler nel 1944 dal Dottor Erwin Giesing non collimano con le immagini ai raggi X mostrate dai sovietici. Non basta: i cadaveri, pur rinvenuti nello stesso luogo, risultavano bruciati in modo estremamente diverso e accanto a essi c'erano le carcasse di due cani che però avevano conservato integra la loro pelliccia." - "Com'è possibile? Tutte qui le prove del falso storico?" - "I testimoni tedeschi presenti nel bunker furono trattenuti chi per 10 anni, chi per 15 anni e in questo lasso di tempo furono ripetutamente interrogati." - "Perché?" - "Se la tesi di Trevor-Roper fosse stata vera, i russi non avrebbero continuato a cercare prove sulla morte di Hitler." - "Che fine fecero i cadaveri dopo l'autopsia?" - "Cremati. Le ceneri furono disperse, come riportato a Mosca il 3 giugno 1945 da un rapporto del controspionaggio dell'Armata rossa. Resta una porzione di calotta cranica attribuita a Hitler e conservata presso l'Archivio di Stato della Federazione russa. L'analisi effettuata dal professor Nick Bellantoni, archeologo dell'Università del Connecticut specializzato in ossa umane, ha dimostrato con l'esame del DNA come il reperto appartenga in realtà a un cranio femminile, che però non c'entra nulla neppure con Eva Braun. Rimarrebbe la dentatura, custodita nell'archivio della Lubianka. Ma le autorità russe hanno posto il veto sull'analisi genetica. Il mio amico Patrick Burnside, invitato a Mosca due anni orsono, chiese in diretta TV di poter confrontare il DNA mitocondriale della presunta mandibola di Hitler col DNA dei resti di Paula Hitler (morta il 1° giugno 1960 e sepolta a Berchtesgaden), sorella di Adolf e di Klara Pölzl, la madre del dittatore (deceduta a Linz il 21 dicembre 1907). Burnside si disse pronto a pagare lui stesso il test per l'analisi comparativa dei vari DNA. Il governo russo non gli ha mai risposto." - "Mi parli di questo Burnside e di come siete diventati amici." - "È un imprenditore e un saggista investigativo, nato nel 1948 a Genova, che da giovane ha vissuto nel Sud Tirolo. Oggi abita a San Carlos de Bariloche, dove c'è ancora il “Club Andino”, un ritrovo di tedeschi. L'ho conosciuto durante il mio viaggio in Argentina. A presentarmelo è stato Jörg-Dieter Priebke, proprietario di una clinica veterinaria”. - "Parente del novantottenne Erich, agli arresti domiciliari a Roma per il massacro delle Ardeatine?" - "Figlio. Ma io col padre ho avuto solo un contatto telefonico piuttosto freddo." - "Continui." - "Burnside in Alto Adige conobbe padre Cornelius Sicher, fino al 1970 parroco di Monclassico, vicino al Passo della Mendola. Durante la prima guerra mondiale, questo prete aveva stretto amicizia con l'Ammiraglio Wilhelm Canaris, allora comandante di un sommergibile U-boot di stanza a Cattaro, provincia dalmata dell'Impero austro-ungarico. Canaris, che aveva salvato la vita a padre Sicher, con l'avvento del nazismo era stato nominato capo dell'Abwehr, il servizio segreto militare tedesco. Fu strangolato dalla Gestapo per il suo coinvolgimento nel fallito attentato del 1944 a Hitler. I due continuarono a vedersi fino al 1943. E durante uno dei loro incontri Canaris confidò al sacerdote: “Mi ero preparato una via di fuga verso la Patagonia. Ma penso che ne usufruirà qualcun altro.”. Si riferiva a Hitler." - "Che ne sapeva Canaris della Patagonia?" - "Nel 1914 aveva combattuto nella battaglia delle Falkland contro la Royal Navy britannica. Catturato dagli inglesi, era riuscito a evadere da un campo di prigionia in Cile e aveva attraversato a piedi le Ande, raggiungendo l'Argentina, da dove si imbarcò per tornare in Germania. Fu durante quella fuga che s'imbatté nell'Estancia San Ramon, di proprietà del barone tedesco Ludwig Von Bülow. E decise che poteva diventare il covo ideale in cui sparire dal mondo." - "Lei l'ha visitata?" - "Sì, spacciandomi per un agente immobiliare. È un'oasi solitaria, ancora gestita da una fondazione svizzero-tedesca con gli stessi criteri autarchici degli anni Venti, quando Christian Lahusen ne fece una fiorente azienda per la produzione di lana, pellami, frutta, legname, cereali e tannino." - "Erich Priebke sapeva che il Führer aveva trovato rifugio a una quarantina di chilometri da San Carlos de Bariloche?" - "Secondo me, no. E neppure Adolf Eichmann lo sapeva. Ogni criminale nazista poteva contare su coperture a compartimenti stagni. Il figlio di Priebke mi ha raccontato d'aver lavorato alla Mercedes Benz di Buenos Aires, dove aveva come capo proprio Eichmann. Ma lui scoprì la sua vera identità solo dopo che gli agenti del Mossad rapirono l'ex-comandante delle SS, trasferendolo in Israele, dove fu processato e impiccato. Senz'altro erano a conoscenza della presenza di Hitler a Bariloche, come anche di altri due criminali nazisti fuggiti dal bunker berlinese e cioè Heinrich Müller, comandante della Gestapo, e Martin Bormann, segretario personale del Führer, il quale, stando a un rapporto della Cia, era diventato fin dal 1943 una spia del Kgb sovietico. John Edgar Hoover, il potente capo del Federal Bureau of Investigation, sguinzagliò i suoi agenti in Sudamerica perché non aveva creduto alla farsa del suicidio di Hitler e del falò wagneriano della salma nel cortile della Cancelleria». (viene mostrata un'informativa dell'Fbi, datata 21 Settembre 1945, che parla dell'aiuto fornito da funzionari argentini a Hitler, sbarcato da un sottomarino e nascostosi ai piedi delle Ande). In una nota secret classification della Cia, inviata dalla Colombia il 3 Ottobre 1955, un agente scriveva: “Aldoph Hitler is still alive!” (Adolph Hitler è ancora vivo!). Il 28 aprile 1945 non vi fu alcun matrimonio nel bunker tra Adolf ed Eva, bensì la partenza su uno Junkers Ju 52, oppure un Arado 234 B, dalla pista di Hohenzollerndamm, con atterraggio nella German Imperial Zeppelin base di Tønder, in territorio danese. Da quel punto in avanti si fanno due ipotesi e cioè la partenza in sommergibile verso il Sudamerica, oppure un volo verso Reus, base militare spagnola nei pressi di Barcellona, e poi da Reus alla volta delle Isole Canarie, con sosta a Morón de la Frontera, vicino a Siviglia, per rifornirsi di carburante. È il 29 aprile 1945. Con Hitler vi sono la sua amante e il cognato Hermann Fegelein, che aveva sposato Gretl Braun, sorella di Eva, sebbene la storiografia ufficiale lo dia per fucilato su ordine del Führer. All'arrivo nella base nazista di Villa Winter, a Fuerteventura, vi era ad attenderli un U-boot per il trasferimento in Patagonia. Il sommergibile, anzi l'elettrosommergibile, su cui si sarebbe imbarcato Hitler apparteneva alla classe XXI, dotato di attrezzature straordinarie. La presenza in Sudamerica di almeno tre sommergibili tedeschi è avvalorata dal fatto che il 10 Luglio 1945 un sommergibile U-530 si consegnò in una base navale di Mar del Plata." - "Ma quali prove ha per supportare questa rocambolesca ricostruzione?" - "Le mie fonti sono varie. Tra esse vi è Jeff Kristenssen, alias capitano Manuel Monasterio, che cita Heinrich Bethe, alias Pablo Glocknick, alias Juan Paulovsky, un ufficiale dell'intelligence tedesca di stanza in Argentina sin dal 1939, il quale insieme col medico personale del Führer, il Dottor Otto Lehmann, fu accanto al dittatore fino all'ultimo. Secondo Bethe, Hitler sarebbe morto alle ore 15,00 del 13 Febbraio 1962 in una località imprecisata della Patagonia argentina. Era entrato in coma tre ore prima. Burnside non è di questo avviso. A Bariloche ho interrogato anche Abel Basti, giornalista-investigativo, il quale mi ha confermato che nel 1945, tra Luglio e Agosto, Hitler, accompagnato da non più di sette persone, inclusa Eva Braun, giunse a bordo di un sommergibile tedesco, scortato da altri due, nella baia di Caleta de Los Loros. Infine, Burnside mi ha rivelato che a Buenos Aires riuscì ad avvicinare il portavoce di Goebbels nel periodo d'oro del Terzo Reich, Wilfred Von Owen, deceduto nella capitale argentina a 96 anni, nel 2008, il quale gli confermò l'approdo in Argentina di cinque sommergibili tedeschi dopo la fine della guerra." - "Del matrimonio di Hitler che si sa?" - "Hitler ed Eva Braun si sarebbero sposati con rito cattolico nella cappella dell'Estancia San Ramon dopo l'Agosto del 1945. Il matrimonio nel bunker di Berlino, avvenuto il 29 Aprile 1945, avrebbe invece riguardato i sosia di Hitler e della Braun: Gustav Weber (una delle due controfigure delle quali il dittatore disponeva) ed una donna sconosciuta." - "Il Führer ebbe figli?" - "Il primo fu Helmut, nato nel 1935, ufficialmente da Joseph Goebbels e Magda Rietschel, moglie del ministro della Propaganda nazista. In realtà Helmut sarebbe stato il frutto di un tradimento coniugale consumato da Magda con Hitler durante una vacanza sul Baltico. Prima di suicidarsi, i coniugi Goebbels lo avvelenarono insieme con le sorelline Helga, 12 anni, Hilde, 11, Holde, 8, Hedde, 6 ed Heidi, 4. Poi ci sarebbe Gisela Hoser, o Heuser, nata nel 1937 dall'atleta tedesca Ottilie Fleischer, detta Tilly. Hitler mise incinta la Fleischer dopo le Olimpiadi berlinesi del 1936. La fonte di questa notizia è Bethe. Il dittatore avrebbe avuto anche una seconda figlia, Ursula, detta Uschi, nata ufficialmente a Capodanno del 1939 in Italia, a Sanremo, da Eva Braun. La gravidanza fu occultata perché Hitler riteneva che il suo ascendente sul popolo tedesco sarebbe scemato qualora non si fosse mostrato totalmente dedito ai destini della Germania. Uschi arrivò all'Estancia San Ramon nel settembre 1945, proveniente dalla Spagna, via Buenos Aires, tramite Hermann Fegelein. Una terza figlia di Hitler e della Braun sarebbe nata morta nel 1943. August Schullten, ginecologo di Monaco di Baviera che aveva seguito la gravidanza, perì in un incidente d'auto quello stesso anno. Nel marzo 1945 l'amante di Hitler concepì un altro figlio. Era già incinta durante la fuga verso la Patagonia. Burnside mi ha confermato che in Argentina sarebbero vissute due figlie di Hitler. Una di loro durante gli anni della dittatura del generale Jorge Videla si presentò al consolato tedesco di Buenos Aires per chiedere di essere aiutata ad espatriare in Sudafrica. Al funzionario che le aveva spiegato di non poter fare nulla per lei, disse: “Ma io sono la figlia di Hitler!”." - "Ma, infine, che importanza ha stabilire se Hitler si suicidò oppure no? A quest'ora è comunque morto." - "Non saprei. Però attesterebbe ciò che è sotto gli occhi di tutti, sulla seconda guerra mondiale più andiamo avanti e meno ne sappiamo.” |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 13:44
Davvero interessante e grazie per aver condiviso. Sono un appassionato di seconda guerra mondiale e di tutto quel periodo in cui l'Europa bruciava e sembrava non fermarsi più. Se credere o meno a questa tesi non lo so, so per certo però che quel terrificante essere non era uno stupido, e suicidarsi forse(credo) non era una cosa compatibile con la sua natura, anche se sapeva benissimo che ormai tutto era perduto. Il fatto stesso che a tutt'oggi la fine di quell' essere sia ancora avvolta nel mistero, fa tanto pensare. Se molti gerarchi sono riusciti a fuggire avrebbe potuto benissimo farlo anche lui, ma forse sarebbe stato troppo semplice farlo credere o meglio far credere il contrario. Una certezza però aleggia nella mia testa e cioè che quell'essere(già lo chiamo ancora una volta cosi perché chiamarlo uomo non è concepibile) fino alla fine ha concimato la sua folle idea e questo lo ha reso realmente e totalmente "il male". |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 14:06
certo, ormai é comunque morto, ma se se questa storia fosse vera, credo che gli anni di vita che ha trascorso in Argentina siano una ulteriore beffa per tutti coloro che cercavano giustizia per tutte le atrocitá propagandare e messe in pratica da quel mostro e dai suoi tirapiedi di m..... Mia opinione personale |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 14:17
Le perplessità sulla effettiva morte di Hitler,hanno radici lontane,per cui,l'ipotesi di una fuga all'estero è molto probabile.Le colpe? Americani in primis,Vaticano in secundis,nella loro fobia anti-bolscevica.Non per niente,gli inglesi si affrettarono ad inviare un agente,in Italia per essere sicuri che Mussolini fosse eliminato per davvero,e furono loro ad eliminarlo,lasciando ai partigiani l'onore di averlo fatto.Ma l'operazione Odessa non ha insegnato nulla? |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 15:13
Concordo sul fatto che sarebbe stato stupido da parte di Hitler non salvarsi come fatto da diversi gerarchi nazisti, come pure che se ciò sia avvenuto sarebbe un'atroce beffa per quei milioni di persone che sono morte od hanno sofferto a causa della sua follia. |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 16:10
Quante minchiate, per piacere dai... A parte che non vedo perché non avrebbe dovuto suicidarsi (scappare per fare cosa? Nascondersi? Proprio Hitler?), ma ce l'avete presente in che condizioni era Hitler nel 1945? E secondo voi qualcuno ridotto così sarebbe sopravvissuto altri 14-17 anni? Poi fantastico... è morto nel 1959 o nel 1962... chi offre di più?!? Oltre tutto, avesse voluto lasciare Berlino lo avrebbe fatto ben prima dell'ultimo momento, rischiando di essere abbattuto dai russi. Dichiarò che non avrebbe lasciato Berlino e non lo fece... anche perché dove poteva andare? In qualche ridotto della Baviera per farsi circondare/catturare/uccidere 10/15 giorni dopo? In Sudamerica a fare cosa? Il contadino? Ma cosa gli fregava a Hitler di sopravvivere al moribondo "Reich millenario"? Assolutamente niente. Hitler non voleva diventare un "animale da circo" nelle mani sovietiche, è più che comprensibile che preferisse morire che cadere vivo nella mani di Stalin. Era andato "all in", ma aveva perso... non poteva fare altro. Detto cio, penso che i presenti nel bunker sopravvissuti non avrebbero portato avanti all'infinito la storia "Hitler s'è suicidato"... o no? La segretaria (per dirne una) ci avrebbe fatto un bel libro e fatto un po' di soldi (di sicuro vendi di più raccontando come è scappato Hitler che non le proprie memorie). Quanti di quelli nel bunker sono riusciti a fuggire in Sudamerica? “ nel 1945, tra Luglio e Agosto, Hitler, accompagnato da non più di sette persone, inclusa Eva Braun, giunse a bordo di un sommergibile tedesco, scortato da altri due, nella baia di Caleta de Los Loros „ Dal 29 aprile a luglio/agosto per arrivare in Sudamerica... fatto il giro largo? Se interessa vi giro fantastici link di chi afferma che fra il 1940 ed il 1945 la popolazione mondiale di ebrei sia addirittura aumentata e che l'olocausto non sia mai esistito... |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 16:14
Teniamo presente che, a parte il naturale istinto di sopravvivenza, accanto ad Hitler vi erano diversi fedelissimi che cercavano di convincerlo a porsi in salvo. Si può realmente esser sicuri che quanto raccontato dallo storico A. De Felice non possa corrispondere al vero? |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 16:21
“ Si può realmente esser sicuri che quanto raccontato dallo storico A. De Felice non possa corrispondere al vero? „ Non più di quanto possano essere vere le fregnacce su scie chimiche, vaccini, americani che si sono autotirati giù le torri ed il pentagono, sbarco mai avvenuto sulla luna, ecc... |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 16:22
Ad esser franco, anch'io nutro delle perplessità in merito alla questione, ma ho sempre presente il detto "Mai dare nulla per scontato a questo mondo.". |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 16:39
Andros, non vedo in quale modo la fobia anti bolscevica potrebbe aver determinato un eventuale coinvolgimento diretto di organi governativi americani o vaticani nella fuga di gerarchi nazisti che, comunque, erano ormai bruciati politicamente sia in patria che a livello internazionale (anche se forse, ma la cosa rimane tuttora controversa e non sufficientemente comprovata, alcuni rientrarono in gioco come spie durante la guerra fredda). Se così fosse stato, l'Organisation Der Ehemaligen SS-Angehörigen (ODESSA) non avrebbe avuto necessità di muoversi in modo tanto repentino e, soprattutto, nascosto proprio agli occhi dell'alto comando americano; che una parte del clero e forse anche di diplomatici alleati abbia favorito la fuga di questi personaggi, o almeno di alcuni di loro, è verissimo, ma non certo col consenso dei rispettivi governi: ne è la prova il fatto che a Norimberga non vennero processati e giustiziati solo ed esclusivamente personaggi di second'ordine. Tra l'altro, se tutto quanto scritto all'inizio del 3d è autentico (ovviamente mi riferisco alla correttezza dei testi originali, non di Bartolozxc, che li ha solamente riportati), dobbiamo pensare che persino gli alti papaveri dell'ex U.R.S.S. fossero tra quelli che favorirono la fuga dei gerarchi nazisti. Insomma, siamo alla fantascienza pura: tutti i governi Alleati del giorno prima, siccome iniziava a correre sangue cattivo tra di loro, si sarebbero prestati a coprire i nemici giurati nazisti nella loro fuga verso una nazione (l'Argentina) che in realtà stava sulle scatole tanto agli occidentali quanto ai sovietici; e a che pro? Che poi anche Hitler sia riuscito a fuggire non è affatto improbabile, purtroppo, dato che ai tedeschi stavano venendo a mancare i numeri, la consistenza materiale dell'apparato bellico, non certo l'efficienza organizzativa che rimase fino all'ultimo ad un livello sicuramente superiore a quella americana e sovietica sommate insieme. Certo crea rabbia l'idea che certi esseri (concordo sul rifiuto di chiamarli uomini) possano aver vissuto indisturbati fino a 96 anni come Wilfred Von Owen |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 16:50
“ Dal 29 aprile a luglio/agosto per arrivare in Sudamerica... fatto il giro largo? „ In quei frangenti ci sta tutta che usufruissero di soste forzate in qualche porto, se non amico, almeno neutrale (Spagna, Canarie?); sarebbe oltre tutto un'ulteriore prova del fatto che queste fughe non erano certo protette a livello governativo dagli Alleati. Rimane il fatto che fin dall'inizio c'è stata incertezza sulla reale morte di Hitler all'interno del bunker, e questo è ben strano, visto che lui era il punto d'arrivo delle ricerche di tutti gli eserciti alleati |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 17:06
“ In quei frangenti ci sta tutta che usufruissero di soste forzate in qualche porto, se non amico, almeno neutrale (Spagna, Canarie?) „ Pare (secondo la fantasiosa ricostruzione) che il 29 fossero a Fuerteventura (Canarie), ma tutto questo supporto da parte di Franco ("volo verso Reus, base militare spagnola nei pressi di Barcellona, e poi da Reus alla volta delle Isole Canarie, con sosta a Morón de la Frontera, vicino a Siviglia, per rifornirsi di carburante") lo vedo poco probabile visto che già nel 1943/1944 il Generalissimo aveva capito da che parte pendeva la bilancia ed aveva preso le distanze da Hitler cercando di avvicinarsi ad Usa e Gran Bretagna... a che pro supportare Hitler quando la guerra era palesemente persa (aprile/maggio 1945)? Non si capisce poi da dove salti fuori l'uboot classe xxi, visto che stando a Wikipedia (che immagino mi si dirà che è manipolata) pare che gli unici due in servizio siano finiti nelle mani alleate ben prima di luglio/agosto. Ma sicuramente mi si dirà che era un altro che stato fatto partire segretamente settimane prima ed era lì al largo delle Canarie (perché se fosse attraccato gli angloamericani non l'avrebbero presa poi benissimo) ad aspettare. “ Rimane il fatto che fin dall'inizio c'è stata incertezza sulla reale morte di Hitler all'interno del bunker, e questo è ben strano, visto che lui era il punto d'arrivo delle ricerche di tutti gli eserciti alleati „ Probabilmente se a Berlino ci fossero arrivati gli americani ci sarebbero meno dubbi. Vuoi che i cadaveri erano stati bruciati, vuoi che i sovietici non erano proprio famosi per la trasparenza, non era facile avere notizie ragionevolmente certe. Piglio un nome a caso "Faust Chkaravski", lo cerco su internet e non trovo una che sia una pagina in inglese. Strano, eh? Comunque, vi spiego il mio interesse per la questione. All'alba del 29 aprile 1945, vistosi con le spalle al muro e l'orda dei barbari dell'est alle porte, Hitler decollò in segreto da Berlino su un aereo pilotato da Otto Herren, che lo condusse in Svizzera. Dalla Svizzera, si recò in auto alla frontiera fra Ticino ed Italia, dove corruppe la guarda frontaliera Mario Viganò, ed entrò in Italia dal valico di Bizzarone (che a dispetto di quello che ci hanno fatto credere per anni quelli della Gialappa con Aldo, Giovanni e Giacomo è l'ultimo comune italiano e non il primo svizzero). Da lì arrivò a casa dei miei nonni (non vi posso dire il paese per privacy), dove l'hanno ospitato fino al giorno della morte, il 12 febbraio 1975. Me l'hanno detto i miei nonni paterni e mio padre ha confermato che un simpatico vecchietto con uno strano accento girava spesso per casa sua. |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 17:17
In tale questione, è giocoforza attenersi nel campo delle probabilità. All'Hitler morto nel bunker, ne do il 98%. |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 17:23
“ All'Hitler morto nel bunker, ne do il 98%. „ Pessimista. |
| inviato il 31 Gennaio 2017 ore 17:29
“ Probabilmente se a Berlino ci fossero arrivati gli americani ci sarebbero meno dubbi. Vuoi che i cadaveri erano stati bruciati, vuoi che i sovietici non erano proprio famosi per la trasparenza, non era facile avere notizie ragionevolmente certe. „ Ovviamente non dico di propendere in assoluto per l'ipotesi della fuga, però non mi sembra una cosa assolutamente improbabile, dato che ci sono riusciti in tanti. Quanto al cosa avrebbe potuto fare una volta approdato in Argentina, mi pare che nessuno dei gerarchi espatriati abbia vissuto in povertà o facendo il semplice contadino, quindi non mi porrei il problema: i loro capitali erano già espatriati ben prima di loro. | |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |