user16612 | inviato il 30 Novembre 2016 ore 18:06
Cancellato |
| inviato il 30 Novembre 2016 ore 18:23
Mi sei piaciuto |
| inviato il 30 Novembre 2016 ore 19:02
Bravo, bene |
| inviato il 30 Novembre 2016 ore 19:10
... ma ti sei ricordato di inserire la scheda nella macchina fotografica?
..no, sai, perché dopo tutto ciò mi sarei aspettato un finale sul tragicomico
Complimenti per il racconto di Vita  |
| inviato il 30 Novembre 2016 ore 19:33
Le zie sono un mondo a parte. Camminano tra noi ma vivono in una dimensione parallela. Credi di averle inquadrate ma riescono sempre a spiazzati. Ingombranti. Inopportune. Ma sono le nostre zie, noi le amiamo e loro ci amano: vogliamo la foto della cofana, Nonno, ormai è un po' anche zia nostra |
| inviato il 30 Novembre 2016 ore 19:51
Mi piace il tuo racconto ed il modo in cui lo racconti, bella la sorpresa finale della zia, perchè comunque qualcosa ci importa di quello che gli altri pensano di noi. Ciao Franco |
| inviato il 30 Novembre 2016 ore 21:08
Vogliamo lo stesso la foto |
| inviato il 01 Dicembre 2016 ore 14:21
Come al solito,ho letto tutto di un fiato il tuo dettagliato racconto.Alla fine,è chiarissimo il messaggio che hai trasmesso a noi.Tralasciando gli stretti ambiti familiari toccati dalla "adorabile" zia,vediamo quelli più prettamente fotografici,più consoni a noi.Certo,dopo il tuo notevole sforzo organizzativo,impostato su rigorosi criteri "paramilitari"
applicati alla indisciplinata parentela(a proposito,dove hai fatto il militare?),vedersi ridotto il tutto alla sola presenza estetica della reflex,risulterebbe frustrante a molti.Le care Zie sono una istituzione per molti versi positiva,ma per altri versi devastanti,come tanti disastri,e visto che hai nominato Mosè,scegline uno tu a caso.Sei comunque un Grande,visto anche le tue pregresse esperienze in altri casi,non ti impediscono di ri-avventurarti in altre cerimonie che presentano alti rischi,almeno dal punto di vista strettamente fotografico,sia ben chiaro.Purtroppo,malgrado la sempre maggiore diffusione dell'abitudine di fare foto,con ogni mezzo,il tutto non è accompagnato dalla necessaria conoscenza della Fotografia,anzi,in maniera inversamente proporzionale ,si pensa sempre che più è alto il livello dell'attrezzatura,più è semplice fare belle o bellissime foto.Non importa se uno impiega anni,decenni,a maturare una esperienza che lo porta ad usare un corredo anziché un altro,più semplicistico fare l'equazione: Bella reflex,o grossa nel tuo caso = belle foto.Ma qui,bisogna dire che non c'è niente di nuovo sotto il sole.Io frequento l'ambiento da diversi anni,e poco o nulla è cambiato.Quando avevo la piccola Agfa Iso Rapid,venivo guardato solo con curiosità di vedere cosa poteva fare quella scatoletta.Quando presi la prima reflex,una Canon AE1,beh,allora si che ero capace di fare foto, "stima" aumentata con la A1 e la F1 Old,salvo poi ottenere il diploma honoris causa con le Nikon.Dai,chiudo altrimenti annoio tutti.
Ciao,Alessandro
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| inviato il 02 Dicembre 2016 ore 21:07
Era esattamente ciò che volevo esprimere,con la mia risposta.La tua carissima zia (GUAI se non esistessero,credimi) ha solo espresso candidamente,sinceramente,quasi amorevolmente nei tuoi confronti,un pensiero abbastanza generalizzato tra i non addetti ai lavori,o chi piu semplicemente non ha il nostro virus fotografico.Quindi,lungi da me ogni sentimento malevole verso di lei.
Ciao,e continua a deliziarci con i tuoi racconti.
Alessandro. |
| inviato il 02 Dicembre 2016 ore 21:21
che giornata...
pensa che io tra fidanzamento e matrimonio sono 26 anni che sto con mia moglie e non sono sicure che le SUE zie siano ancora convinte che la propria nipote abbia sposato l'uomo giusto
consolati, tu perlomeno lo hai saputo.
inoltre pensavo che il problema del bottone e dell'asola fosse solo il mio
gran bel racconto
dovresti pensare seriamente di metterli insieme e rilegarli (così farebbe Mosè)
ciao Giovanni
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| inviato il 02 Dicembre 2016 ore 21:59
Bravo
A fare foto, a riflettere sul vivere.
Bravo. |
| inviato il 03 Dicembre 2016 ore 1:35
Bellissimo... Aria che respiro sempre avidamente, a pieni polmoni. Gran talento narrativo. Sei ANCHE un abile narratore travestito da finto pop. Un carissimo saluto |
| inviato il 03 Dicembre 2016 ore 8:05
il sunto che ne traggo è che tu sei come Nebbia e che la zia è come Heidi.
Heidi pensa che Nebbia è un pelandrone, che dorme tutto il giorno e che tra uno sbadiglio e il disgustoso trangugiamento di una lumaca non merita alcuna considerazione di rispetto, molle e inamovibile.
Poi si accorge che quando è il caso sa muoversi e diventa autorevole con le pecore, nel caso di Nebbia, e le governa a dovere.
Questo cambio di casacca, dalla prassi lenta e sorniona all'azione del mestiere, stupisce, specie nel mondo femminile che a volte stenta a trovare la virtù in chi va in giro senza mostrare i villi del petto.
Le donne, troppo spesso, hanno bisogno di conferme.
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| inviato il 03 Dicembre 2016 ore 9:32
bel racconto.
La prossima volta (che ahime' ci sara') fai la foto di gruppo col treppiede (pure se non serve) e potendo anche un bel colpo di flash al magnesio (mi raccomando debole che non serva). Eleverai la tua dimensione biblica. Diverrai un mito. Ovviamente poi matrimoni aggratis a rotta di collo di pseudo-amici e conoscenti. |
| inviato il 03 Dicembre 2016 ore 14:11
ma certo, ho letto che ti piace metterti nei panni dell'inetto di sveviana memoria.
Però quel che emerge è anche una considerazione parallela. |
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