| inviato il 18 Novembre 2016 ore 0:27
Mentre oggi scattavo l'ennesima foto a mezzogiorno col cielo parzialmente bruciato per non rendere il resto del paesaggio troppo scuro, mi è venuta in mente una soluzione al problema senza usare doppie esposizioni, treppiedi o recupero ombre impensabili: un sensore con iso variabili nel fotogramma. Praticamente si tratterebbe di rendere piu sensibili alla luce i pixel sottoesposti (o meno sensibili alla luce quelli sovraesposti), quindi per esempio, facendo un paesaggio a mezzogiorno, avrò il cielo ad iso 100 e la terra ad iso 800, secondo calcoli automatici che farà la macchina. Tecnologicamente dovrebbe essere abbastanza semplice credo, addirittura potrebbe essere implementato anche solo tramite aggiornamento software. È na strunzat? |
| inviato il 18 Novembre 2016 ore 7:27
Dato che gli ISO sono semplicemente una moltiplicazione software dell'informazione, direi di sì... Molte macchine hanno dei sensori ISO invariant, per cui se scatti a 100 invece che a 3200 e poi amplifichi in camera raw è lo stesso. |
| inviato il 18 Novembre 2016 ore 7:30
“ È na strunzat? „ Enorme ...anche perchè ci dovrebbero attaccare un computer al processore della macchina, ma non solo... che ne sà la macchina se vuoi il cielo chiaro o il cielo scuro, certo glie lo potresti dire tu, ma di che gradazione? e cosi via. Invece alcune case stanno pensando diversamente a risolvere il problema. Credo fuji x prima abbia inserito all'interno della macchina un filtro ND per abbassare i tempi di scatto, ma ho sentito in un'altra discussione che si pensava di inserire addirittura piu filtri gnd da stop diversi che si interpongono tra sensore ed ottica, in modo da dare i gradienti neutri alla scena. Cmq credo sia solo allo stato embrionale, ma nel tempo se vogliono sopravvivere dovranno inventarsi sempre cose nuove. Per adesso accontentiamoci dei filtri da anteporre alle lenti, poi magari chi sa inventeranno obiettivi con un attacco a baionetta dove ci sia uno spazio per infilarci un ndg o nd sottilissimo e della grandezza di una moneta, chissa... staremo a vedere. |
| inviato il 18 Novembre 2016 ore 7:35
Secondo me non è una strunzat' Si arriverà anche a questo, e se ci pensi bene il d-lighthing cerca di fare un po' quello che dici tu (in modo diverso, non variando gli ISO, ma comunque via software). Così potrebbe essere anche per emulare i filtri nd e gnd, magari un giorno, chissà... |
| inviato il 18 Novembre 2016 ore 8:08
Ashgan, ti sei bruciato un brevetto ! |
| inviato il 18 Novembre 2016 ore 12:14
Secondo me non è affatto una strunzat, e non è neppure difficile da implementare, su uno schermo della fotocamera touch screen, con pochi cursori potresti facilmente "equalizzare" il singolo scatto mentre lo previsualizzi. E tra pochi anni lo avremo su tutte le fotocamere, proprio perchè in digitale gli ISO non esistono, sono solo una amplificazione del segnale, e allora, in base ai cursori, amplifico i segnali "bassi" ed attenuo i segnali "alti" (di tutto il sensore, o di un'area soltanto ecc ... è solo software che entra in gioco durante la lettura dei pixel sul sensore: da sviluppatore di software mi sembra anche semplice da realizzare). |
| inviato il 18 Novembre 2016 ore 16:56
“ Ashgan, ti sei bruciato un brevetto ! „ È la storia della mia vita, quando ho l'occasione di fare soldi la spreco sempre.:D Comunque stando a questo articolo: www.onnik.it/pagina.phtml?_id_articolo=227-CCD-vs-CMOS-tecnologie-a-co Di cui riporto uno stralcio: "Entrambi i sensori hanno come elemento base il fotodiodo, l'elemento fotosensibile che, colpito da un raggio di luce, genera una carica elettrica. Nel caso del sensore CCD, la carica elettrica viene trasferita attraverso pochi "nodi" di uscita, per essere poi covertita in voltaggio e uscire dal sensore come segnale analogico. Tutti i fotodiodi sono dedicati esclusivamente alla lettura della luce e l'uniformità dell segnale generato è alta - si tratta di una caratteristica importantissima ai fini della qualità dell'immagine. In un sensore CMOS ogni fotodiodo è accompagnato da un covertitore che trasforma l'energia luminosa in voltaggio, e spesso anche amplificatori di segnale, riduttori di rumore e circuiti di digitalizzazione, cosicché il segnale in uscita dal sensore è in formato digitale. Questi altri circuiti intorno al fotodiodo riducono lo spazio dedicato alla cattura della luce. Inoltre, quando ogni fotodiodo effettua la propria conversione, l'uniformità del segnale è minore." Sui sensori CMOS non dovrebbero esserci grossi problemi nel farlo, dato che ogni fotosito ha il suo circuito di amplificazione. Per quanto riguarda i sensori iso invariant, non è che abbia capito molto bene come funzionino. Ho letto i due link postati da murphy ma non c'è alcuna spiegazione tecnica. |
| inviato il 18 Novembre 2016 ore 17:34
Non esiste uno standard nelle camere digitali per il funzionamento dei settaggi ISO. Solitamente diversi valori di ISO corrispondono a diversi valori di amplificazione analogica prima del convertitore in digitale. Il flusso è: fotodiodo---->ampli analogico---->convertitore A/D----->processore. Alcune macchine (mi pare le Sigma con i sensori Foveon) non hanno l'ampli analogico a guadagno variabile, e quindi variano gli ISO via SW dopo la conversione. Per ISO nativo si dovrebbe intendere il valore di amplificazione analogica (ISO) al quale corrisponde la maggiore gamma dinamica del sistema sensore+ampli analogico+convertitore. Per ISO invariant si intende che scattare a 100 ISO e recuperare poi via SW per esempio 3 stop, restituisce un'immagine con lo stesso rumore di quella che avresti scattando a ISO 800, cioè con il guadagno dell'ampli analogico settato per una sensibilità di 800 ISO. Le camere non ISO invariant invece, danno un'immagine più rumorosa se recuperi a SW un certo numero di stop, per esempio 3 avendo scattato a 100 ISO, rispetto a quella che avresti settando direttamente gli ISO a 800 al momento dello scatto, (e quindi aumentando il guadagno dell'ampli analogico prima della conversione) piuttosto che aumentare il guadagno via SW dopo la conversione. E' evidente il vantaggio di avere una macchina ISO invariant (o quasi) come Sony e Nikon (Canon ci è arrivata solo ora con 5DMKIV). Praticamente si può fare quello che ipotizza l'autore del post, una diversa sensibilità per ogni zona, decidendo post scatto. |
| inviato il 18 Novembre 2016 ore 17:35
ML fa una cosa del genere per guadagnare gamma o latitudine.... Ma la foto la fa a strisce e bisogna usare il suo converter mi pare |
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