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Qualità delle immagini pubblicate su siti dei quotidiani online


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avatarjunior
inviato il 15 Novembre 2016 ore 22:38

Ultimamente sto notando che le immagini in accompagnamento ad articoli di cronaca sono di qualità molto bassa se non scadente.
Lungi da me criticare gli altri ma non capisco come sia possibile che siti di quotidiani o riviste a tiratura nazionale pubblichino immagini esposte male o con inquadrature in cui non riescono a tenere un orizzonte dritto.
Io sono un fotografo scarso e mai proporrei una mia foto ad una rivista, mi rendo conto dei miei limiti e cerco di migliorare, ma poi vedo questi scempi e mi chiedo come venga fatta la selezione delle immagini e dei fotografi.
Buona luce a tutti.


avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2016 ore 9:33

Mamma mia... sai, dopo 12 anni passati a lavorare nella redazione di un quotidiano nazionale, parecchi dei quali da fotografo, non posso darti una risposta semplice. Il succo è che mediamente, all'interno delle redazioni, ci sono poche persone con una cultura fotografica e con "occhio" attento, per cui una foto vale l'altra (è una generalizzazione ma purtroppo si avvicina molto alla realtà). Dall'altra parte i compensi spesso ridicoli (o nulli, come nel caso di molte testate online) non spingono i fotografi a curare molto il lavoro. Poi ci sono le eccezioni. Vedi le pagine di La Stampa e Repubblica (per fare due esempi) dedicate al dopo Trump, o le pagine di Repubblica sui reportage fotografici. Sono ottimi esempi di come ci siano bravi fotogiornalisti e photoeditori all'altezza.

Per il web il discorso è divero: nessuno, e dico proprio nessuno nessuno, ha ancora capito come guadagnarci. E' un problema ENORME per l'informazione tutta, per i giornalisti e per i fotografi. Ergo il 99% delle foto pubblicate dai siti degli stessi giornali nazionali non sono pagate o lo sono pochissimo.

Metti tutto assieme e voilà. Infine, considerazione personale, l'aver aperto le porte dei social a milioni di cazzari che spacciano per informazione bufale e cazzate varie ha portato la massa alla disaffezione per l'informazione vera, un po' perché viene confusa con il resto dalla melma, un po' per colpa dell'informazione stessa.

ciao :D
f

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2016 ore 9:36

che scenario raccapricciante...

bel lavoro ! MrGreen

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2016 ore 10:53

io sono fortunato e comunque tutti si cerca di fare il meglio :D

comunque se fondi un giornale dimmelo eh :P

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2016 ore 14:26

Grazie Frenki, per la tua risposta, purtroppo alcune topiche le ho viste proprio sul sito di Repubblica... non su notizie "grosse" come il risultato delle elezioni USA, ma su cronaca nazionale dove c'erano immagini dei palazzi istituzionali, in cui una foto era completamente storta.
Non capisco dove sia il problema, immagino che noi tutti se abbiamo un immagine errata cerchiamo di correggerla se possible, poi la divulghiamo... in certe situazioni mi sembra che sia saltata tutta la catena... Fotografo - Editor - redazione. In tutto questo ci sarà qualcuno che non lavori per un pugno di noccioline.

Prima di fondare un giornale devo finire l'attuale progetto della macchina stampa soldi... una volta finita non credo che ci saranno problemi! MrGreen


avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2016 ore 20:24

Io un paio di volte ho beccato il fotografo del Corriere della Sera (inserto di Milano).
Una volta era in giro a fare delle foto di turiste musulmane e abbiamo fatto anche una foto simile (tre donne arabe vestite di nero con un sacchetto rosso in mano, io l'ho fatta da più vicino solo leggermente storta MrGreen ).

Da quello che ho capito io ci sono scompartimenti stagni che non comunicano: ossia il fotografo va all'evento o in strada e documenta con 10 (per dire) foto. Poi chi fa l'articolo sul quotidiano cartaceo sceglie una foto che gli piace e la pubblica. Chi fa l'articolo online (o chi lo trasferisce) carica tutte le foto alla cavolo.

Dico questo perché mi ricordo appunto quell'articolo delle turiste arabe, sul quotidiano c'era una sola foto, mentre online cerano diverse foto, tra cui una simile scattate con diverse impostazioni a pochi secondi di distanza.

Ecco l'articolo: milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_agosto_04/voglia-casa-turisti-ar

(che poi il Corriere della Sera è l'unico quotidiano online a pagamento Eeeek!!! peccato che basti navigare senza salvare i cookie per leggere tutti gli articoli senza limitazioni Confuso )

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2016 ore 21:59

Io credo che il problema sia che l'informazione cartacea abbia ceduto il passo a quella in video. Le immagini vengono usate come contorno il più delle volte... e se leggete gli articoli..beh....stendiamo un velo pietoso sull'uso della lingua Italiana. Perchè stupirsi delle immagini allora?

avatarjunior
inviato il 17 Novembre 2016 ore 8:40

Ros per l'uso della lingua Italiana, lasciamo perdere...

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2016 ore 9:39

Guardate che giocare a sparare su informazione e giornalisti, oggi, è molto facile. Dai, ci sono giornalisti capaci e meno capaci, fotografi bravi e meno bravi, redazioni che ci mettono l'anima e redazioni sedute sui contratti favolosi (che tra l'altro non si fanno più eh :D).

Come discorso generale sono convinto che l'informazione sia ancora in mare aperto: con facebook, siti online, siti che copiano spudoratamente notizie di altri senza controllare le fonti, siti di bufale, siti di bufale che lo fanno di proposito, siti di clickbait, ecc... tutto il settore ha subito un cambiamento così grande e veloce che nessuno sa ancora come governarlo.

Ma governarlo si può, solo che non sono i giornali a poterlo fare in questo momento, siete voi (e con voi dico noi tutti, un voi generico). Mi spiego: solo con un po' di calma e cultura si può uscire da questo casino. E' necessario che il lettore inizi a distinguere tra chi fa info vera, controllata, sudata e circostanziata e chi fa il cazzaro in rete. Bisogna scegliere, bisogna selezionare e premiare chi lavora veramente e in modo corretto.

Solo così possiamo uscirne: premiando chi lavora bene. E vedrete che quelli bravi, se avranno flussi e SOLDI da pubblicità, miglioreranno tutto, dallo scritto alla fotografia, in un circolo virtuoso. Sennò dovremo morire di "Sconvolgente! Guarda xx cosa ha fatto in questo video!!!1! condividi anche tu"

:P

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2016 ore 9:53

@Scrodged

Nel migliore dei mondi possibili funzionerebbe così: la redazione decide per un articolo, da farsi in una settimana. Il fotografo viene contattato e gli viene spiegato cosa si vuol fare, il fotografo studia, si informa e poi scatta un tot per la carta (sapendo gli ingombri, il taglio fisico della foto e il taglio narrativo della foto) e un tot per la gallery web. Per fare questo lavoro ci mette qualche giorno, poi va a casa o in ufficio e postproduce le foto (nei limiti della deontologia professionale eh! ci sono palate di discussioni ma prendete come standard il "decalogo" reuters o quello di NOOR, che è online). Poi manda tutto: qui entra in gioco il photoeditor che sceglie la foto per la carta e cura la gallery online. Tutto figo, bello e curato.

Cosa succede in realtà (non sempre e non dappertutto): la redazione si riunisce a mezzogiorno, il giornalista chiama il fotografo alle 15, dopo la pausa pranzo e chiede le foto per le 17. Il fotografo (pagato poco o a cottimo con PI) esce di corsa perché non sa ancora dove trovare le persone da fotografare, cosa ci sarà in strada in quel momento ecc... così va sul posto, scatta una raffica di foto. Nel contempo il cellulare suona: magari hanno cambiato idea o chiedono le foto SUBITO per il web. Allora via di corsa a scaricare i jpg e a spedire tutto. Poi, in redazione, hanno fretta e devono fare uscire un giornale (che ancora è quello che paga gli stipendi) e così, per il web c'è poco tempo e tanta voglia di fare in fretta...

Ho reso l'idea? E non è colpa dei giornali o dei giornalisti o dei fotografi, è solo che in sistemi molto complessi, dove si deve fare in fretta e bene, spesso ci si incasina. Se poi ci mettiamo che il lettore medio non distingue un HDR spinto (e l'ho visto si un quotidiano nazionale!) da una foto che veramente racconta tutto, o una bufala da un reportage che è stato confezionato in mesi di contatti e lavoro... allora, ogni tanto, passa la voglia.

avatarjunior
inviato il 17 Novembre 2016 ore 10:11

E' così, come dice Frenki, ma si dimentica sempre una cosa...Non è cambiato molto dal passato in realtà. Prima hanno inventato "l'accredito" (c'è ancora ma lo danno anche agli amatori con l'aggancio e non retribuiti), ovvero, dovevi essere autorizzato a scattare ed ancora meglio nel contratto di agenzia eri indicato come l'unico ad avere l'esclusiva su un dato evento o reportage (ci hanno provato a mettere una pezza ad esempio o quella caxxata dei monumenti). Diciamo piuttosto che la tecnologia al pari di quanto fatto con l'industria al tempo della manifattura ha distrutto una figura professionale, semplicemente il mercato non richiede più quel servizio. I giornali nell'epoca del WEB 2.0 si sono semplicemente adattati alle necessità del mercato visto non frega niente a nessuno della composizione, della nitidezza etc. Al massimo la si reputa un contorno estetico e non necessario all'informazione che è adesso un concetto effimero, che dura una folata di vento e su cui non si può spender troppo. Il mondo dell'informazione vive benissimo sul gratis e sullo stock. Pensate ad una sciocchezza, un incidente stradale grave, fino a 15 anni fa avrebbero mandato un fotografo di redazione a fare qualche scatto, oggi, il vigile stesso caccia fuori il cellulare a fa le foto, così come un passante qualsiasi...anzi spesso sono proprio i cittadini stessi a fare l'articolo il resto è ctrl+c ctrl+v di uno stagista non pagato nella redazione di un giornale che come dice Frenki non ha ancora capito come guadagnarci qualcosa...

avatarjunior
inviato il 17 Novembre 2016 ore 10:47

Grazie a tutti per la partecipazione alla discussione, come dicevo non voglio giudicare il lavoro di nessuno, volevo solo capire i motivi della scarsa qualità delle immagini che ultimamente vedo su siti di notizia.
Grazie Frenki per il viaggio all'interno di una redazione.

Vale come in ogni situazione: If you pay peanuts, you get monkeys




avatarjunior
inviato il 17 Novembre 2016 ore 11:52

Credo che l'argomento sia ancora più complesso... Ok prenderlo da "dentro"...ma se cominciamo a snocciolare un po di dati sulla diffusione dell'informazione, su come si usa e come si è usati dall'informazione, ecc...ecc, quello della qualità delle immagini diventa un contorno di poco conto. Ci sono ben altri problemi legati all'informazione in questo Paese. Se è vero che esistono (ancora?) contratti d'oro è vero anche che i giornalisti hanno perso di vista il "faro" del loro mestiere: L'informare. Scendere a compromessi, sia essi economici o no, fa perdere valore all'informazione stessa. Basterebbe considerare un dato su tutti: questo è il Paese con il maggior numero di testate sportive...e il quotidiano più letto in assoluto ha le pagine in rosa. Per alcuni solo uno "spostamento" di possibilità....per altri uno scandalo culturale. Si è partiti dalla qualità delle immagini...ma ci si deve rendere necessariamente conto che la fotografia giornalistica non è esente da colpe come lo è il giornalismo delle parole. E sono colpe gravi. Se ne potrebbe discutere per ore...ma credo che questo forum non sia adatto allo scopo. Ecco trovato un argomento, la qualità delle immagini usate per l'informazione, che non può, a mio avviso, essere affrontato semplicemente dal punto di vista tecnico.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2016 ore 12:22

Ros, scusa.
Ma se dici "snoccioliamo dati" e poi non li snoccioli. "Ci sono ben altri problemi" e poi non li citi. "Usati dall'informazione" e poi non ti spieghi. "Scendere a compromessi" e poi non li racconti con esempi reali.

Occhio che il "benaltrismo" è una brutta malattia (detto scherzosamente perché capisco che l'argomento è vasto e si presta ad essere fraintesi).

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2016 ore 12:29

@natural
non penso che i giornali e i fotografi debbano dipendere da quello che chiede il mercato. Dovrebbe essere il contrario: è la qualità che fa chiedere ai lettori più qualità. CI sono esempi, vedi Internazionale, Il reportage, le pubblicazioni di quotidiani e periodici esteri, il sito del Newyorker e quello del Times o il Guardian per i video. In Italia il Post o Thepostinternazionale... sono tutte ottime pubblicazioni (e pagano, tra l'altro :D). La figura professionale è cambiata molto, vero, ma non è morta. Un po' di ottimismo l'ho recuperato facendo un workshop con Pep Bonet e Alixandra Fazzina... c'è spazio per le belle storie e per i reportage ben fatti. Solo che bisogna cercarlo con più costanza: è uno spazio meno a portata di mano rispetto a 50 anni fa, ma c'è. E ci sarà sempre.

Ciau

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