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il modo migliore per portare un aiuto all'area colpita dal sisma


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avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 18:49

Ancora un sisma, il più violento, ad abbattersi sulla mia disgraziata provincia; danni incalcolabili, che vanno ben al di là di quanto si possa immaginare. L'informazione televisiva, pur puntuale, ha evidentemente delle esigenze tecniche che impediscono la visione di insieme; cercherò di darvela. Siamo nella marca camerte; Camerino, il capoluogo, è un piccolo centro con poco meno di 7000 abitanti ai quali vanno ad aggiungersi gli studenti dell'antichissima università, volano principale della sua economia. Vengono poi i comuni del territorio tutti piccoli; ecco alcuni dati:
Pievebovigliana: 865 ab.
Fiastra: 577 ab.
Ussita: 446 ab.
Nella sostanza praticamente tutti i nuclei abitativi sono, al 100% o meno, zona rossa. Giustamente è emersa la volontà di ricostruire per intero quanto il sisma ha distrutto ma, e qui l'informazione non è potuta arrivare, dopo Camerino ed i piccoli comuni vengono le borgate, a decine, che costituiscono il tessuto connettivo dell'area; non considerarle porterebbe ad un'ulteriore abbandono del territorio e sarebbe la fine.
Guardate Fiegni, frazione di Fiastra; non riuscireste neanche a trovarlo in Maps perché non è citato, salvo espressa ricerca che porta semplicemente alla sua unica via, Collesanto. Quanti in inverno? Una quindicina ma, come dicevo, appena fuori cartina i comuni di Acquacanina e Bolognola (124 e 155 persone) testimoniano della particolarità della zona. Perché Fiegni? Perché è lì che la famiglia Sestili ha le radici ed è ancora rappresentata.





Il puntino rosso indica la casa di famiglia, fin dai trisnonni almeno, quelli gialli le abitazioni di due zii di mio padre, entrambe crollate. Il puntino blu verrà utile poi.
Tutto questo per dirvi che la ricostruzione deve necessariamente arrivare a tanta piccola dimensione, perché parte integrante del sistema socioeconomico che si stava riprendendo dopo decenni di esodo verso le città (in genere Roma) e che aveva trovato sbocchi efficaci nel turismo naturalistico, in quello artistico e nella gastronomia.
Di qui il mio titolo, come essere di aiuto nel modo migliore: essendo presenti. Non adesso, è ovvio, ma quando una calda primavera avrà rimesso in moto qualcosa, almeno le fantastiche trattorie; quando si va in un posto, arrivate le 13 o le 20, ci si siede a tavola e ci si lascia un qualcosa (poco più di venti euro, credetemi) che poi si trascina dietro dell'altro e dell'altro ancora. Di questo ha bisogno l'alto maceratese. Non abbiate paura nel dover trascorrere una o due notti; in maggio, giugno, spero qualcuno mi contatti. Detto dell' aspetto gastronomico potrà apprezzare le meraviglie dei Sibillini e, spero, le bellezze artistiche. Spero perché automaticamente si tratta di gioielli all'interno di quelle chiese che al momento sono inagibili almeno al 90%. Sono a disposizione. Insisto sull'aspetto artistico che mi permette di sottolineare una cosa fin troppo scontata; non è solo maceratese perché il territorio è culturalmente omogeneo e trans-provinciale (anche Fermo, Ascoli, Perugia fino all'aquilano). Il puntino blu cui ho sopra accennato non è altro che la chiesa del beato Ugolino; non è la cappella sistina ma i suoi affreschi sono ugualmente bellissimi. Vi assicuro che appartiene ad un'autentica rete di siti che illustra al meglio una concentrazione di beni culturali con pochi uguali al mondo.

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 19:39

ultimamente non viaggio, ma spero che in molti vengano da quelle parti per riaccendere economia e vitalità.
Io sui terremoti ho una visione molto determinata, tanto da poter sembrare talvolta drastica.
Credo che la parola "ricostruire" possa nascondere dentro di sè un vizio che porti alla catastrofe successiva.
Vedo solo due alternative per i luoghi a forte rischio sismico:
- evaderli totalmente, lasciando il territorio ai caprioli.
- non ricostruire, ma costuire ex novo, con l'idea che subito dopo aver costruito arrivi un terremoto di magnitudo 8.0 della scala Richter.
Indendo dire quindi, che si tende a portarsi nel cuore il terremoto come evento luttuoso, ma sarebbe più importante portarlo nel cuore anche come evento ordinario.
Di conseguenza, non si può decidere di fare la casetta o la strada carina, perchè ci piace tanto come era prima o come era 200 anni prima.

Lì, o ci metti della case (a Tokyo addirittura esistono grattacieli) che sappiano tenere terremoti ben più forti di quelli che quest'anno ci sono stati, oppure lasci le colline al loro destino. Non riesco a concepire vie di mezzo e ti chiedo perdono se queste parole ti fanno male. Non pensare che il mio sia cinismo, ti sono vicino, ma mentre si costruisce, occorre avere l'idea che a costruizione finita ci sia un terremoto 2 gradi più forte di quanto non sia stato l'ultimo.

Tutto questo è possibile.
Mentre i vari architetti famosi, si sono dedicati a opere astratte e futuriste, c'è chi ha concepito abitazioni (peraltro molto belle) che hanno una solidità a dir poco impressionante. e se non saranno quei bei mattoncini da chiesa pre-medioevale occorre farsene una ragione.
Jacque Fresco, tra le altre cose, ha concepito abitazioni che difficilmente possono venire giù anche con terremoti violentissimi.



O si accettano criteri completamente differenti rispetto a quelli della bella casettina antica o moderna nella collina oppure quelle zone saranno sempre lo spauracchio per chi ci abita e per chi deve andarci in vacanza.

solidarietà per tutti gli sfollati.

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 21:15

'E un problema difficile persino da inquadrare. Se ci si riferisce alle piccole realtà cui ho accennato e non solo ad esse, ricostruire non può significare rifarsi a quanto vecchie foto sono in grado di mostrare ( impossibile ripetere quanto si è fatto per la basilica di Assisi); sicuramente è necessaria una neoadattabilità anche da parte di chi ritorna. Adesso tutti dicono di volerlo fare ma è probabile che poi per più d'uno prevalga una valutazione diversa. 'E questo il fenomeno da limitare.

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 22:00

il modo migliore per portare un aiuto all'area colpita dal sisma


1) In Italia abbiamo una storia lunga e dolente di terremoti disastrosi, da Messina al Belice fino ad oggi, passando per il Friuli, l'Irpinia, L'Aquila e l'Emilia. La storia, appunto, ci insegna che l'efficienza, nel nosro scalcagnato e corrotto paese, può passare solo attraverso la gestione diretta da parte delle comunità locali.
Quando c'è stata una gestione centralizzata, apriti cielo!!. I terremotati di Messina (1908) hanno vissuto nelle baracche fino alla terza generazioone, quelli del belice idem, in Irpinia c'è stato il magna-magna più scandaloso degli ultimi due secoli, a L'Aquila sono rimaste in piedi le case medievali, ma sono già crollati i balconi delle abitaziooni di nuova costruzione. Con buona pace dei vari affaristi che benedicevano il sisma...
In Friuli altra musica: non hanno voluto sooldi, ma macchinari, materiali, strumenti. La forza di rinascita, la laboriosità, la motivazione, la vigilanza delle popolazioni locali direttamente oinvolte nel loro riscatto hanno fatto il miracolo.

2) Cosa ce ne facciamo di due o tre milioni racimolati con gli SMS? Facciamo pagare le giuste tasse a tutti...è una vergogna che si debba ricorrere alla solidarietà perchè tanti non fanno il loro dovere costituzionale.

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 22:14

Concordo. Sempre più convinto che il ripetere le riprese televisive sempre dagli stessi centri abbia impedito di avere un'idea attendibile dell'estensione dell'area interessata al sisma. La rinuncia a qualcosa di molto parcellare può anche starci, l'ipotesi di abbandono di aree non metropolitane ad ogni evento del genere no.

user16612
avatar
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 22:37

Francesco, perdona l'ot, hai notizie relative a Serravalle in Chienti?
Grazie.

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 23:00

A mio avviso le dinamiche di insediamento umano dovrebbero essere lasciate alla libera iniziativa, ponendo come unico vincolo da rispettare la tutela del territorio e il rispetto della natura.

Non ha senso programmare ne il ripopolamento, ne l'abbandono di aree e territori. Dove le condizioni di vita sono sconvenienti, le persone lasceranno spontaneamente le zone, Se le condizioni sono favorevoli, le persone abiteranno le aree e le autorità devono solo stabilire le regole e le norme per rendere sicuri e agibili gli insediamenti.

Deroga da tali criteri l'emergenza: nei tempi e nei luoghi in cui si verifica, si possono anche ammettere disposizioni forzose in nome del superiore interesse comune e delle contingenti necessità di ripristinare ordine e sicurezza.

Per fare un esempio, magari impopolare, mi pare fuori luogo la pretesa di certe persone di rimanere nelle aree a rischio e risiedere in tenda: siamo in emergenza, c'è un piano che magari non è perfetto, ma è sempre e comunque meglio della gestione a casaccio, e a tali piani ci si adegua: si deve costruire una logistica, una rete di approvvigionamenti e servizi estemporanei a causa dei disastri verificatisi, non è possibile che 50 persone pretendano di far saltare tutta questa complessa organizzazione perchè vogliono stare dove pare a loro. Questi atteggiamenti non creano difficoltà solo in quel sito, disturbano le attività di assistenza e sostegno di tutti i disgraziati che ci sono capitati dentro. Volendo essere cattivi, bisognerebbe dire loro "gli aiuti sono là, se volete andare da un altra parte arrangiatevi".

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 23:08

Se le condizioni sono favorevoli
possono essere favorevoli per 5 o 10 anni e poi avere una magnitudo 7.
si dice pensa all'oggi, difficilmente in molti fanno ragionamenti a lunghissimo termine e questo è un cancro.
mi pare fuori luogo la pretesa di certe persone di rimanere nelle aree a rischio e risiedere in tenda
per gli anziani la casa ed il luogo dove risiedono è la vita stessa. non c'è nulla di peggio che sradicare un vecchio. a quel punto non c'è nulla di più razionale di quello che sembra irrazionale, perchè la vita comunque va a concludersi e l'anziano non vuole adattarsi ma vuole la vita che gli resta, pur di poterla riconoscere, fosse anche per morire sotto il terremoto.

Se non se ne fa una questione consapevole e a programmazione decennale, con la costruzione idonea, si avranno sempre esiti della sofferenza.

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2016 ore 23:25

A Nonnograppa; il sisma ha prodotto danni ovunque ed in maniera strana, nel senso che gli stessi sono stati gravissimi a Tolentino e San Severino, meno in paesi più vicini all'epicentro. Ho dato un'occhiata in cronachemaceratesi.it ma non ho trovato nulla su Serravalle; se lo meriterebbe anche, visto che nel cosiddetto terremoto dell'Umbria fu praticamente rasa al suolo. Anche nel sito del comune non si leggono cose allarmanti. Mi informerò anche per la contiguità con Montecavallo; un pò di ironia non guasta neanche in questo momento per cui mi rifiuto di pensare che il futuro mi negherà la trippa e l'agnello al Nido dell'Aquila di Renzo BudassiSorriso. Non so se è una sciocchezza, visti i modelli di propagazione d'onda che ci propone la tv, ma ho quasi l'impressione che il movimento tellurico abbia avuto una direzione SO > NE.

user12181
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inviato il 01 Novembre 2016 ore 8:27

Sai qualcosa del santuario di Macereto? Le chiese di Visso, pur gravemente danneggiate, mi pare siano rimaste in piedi.
Mi dice mia sorella, che ha fatto il liceo a Tolentino e ogni tanto ci va, che Il centro storico di Tolentino, che è estesissimo e di struttura molto complessa, è in alcune parti in condizioni precarie, con case lasciate andare dai proprietari, sarà forse anche per questo che ci sono danni rilevanti?
Per quanto riguarda la ricostruzione, ho già sentito pareri dei soliti professori di politecnico che parlano di microzonazione e sostengono tesi del tipo di quelle sostenute qui sopra, anche più radicali, cioè che bisogna rassegnarsi a costruire in altri posti. Qui la politica democratica (sottolineo "democratica"), nonostante lo scarsissimo prestigio che ha in Italia e direi anche la conseguente scarsa autostima, si deve imporre e mettere le briglie ai tecnici che non sanno nulla di cultura storica (anzi sono in genere dei veri analfabeti in questo campo) e che devono avere un ruolo puramente esecutivo. Nulla di peggio della tecnocrazia (sottolineo "tecnocrazia"). Le case possono essere benissimo ricostruite rispettando i criteri antisismici più avanzati e la tipologia della tradizione. I paesi vanno ricostruiti sul posto. Geologi e ingegneri devono solo trovare le soluzioni per conseguire questi obiettivi, non sono culturalmente in grado di discuterli, hanno invece tutte le competenze per attuarli. Zitti e mosca e al lavoro per risolvere i problemi, non per porli. Gli unici autorizzati a individuare problemi e obiettivi sono i cittadini attraverso le forme della democrazia.


P.S. Di Fiegni è la moglie di un mio cugino.

user16612
avatar
inviato il 01 Novembre 2016 ore 8:49

Grazie Francesco, chiedevo perchè avevo letto il nome di Serravalle in un paio di elenchi di comuni colpiti.
Ci siamo passati appena tre mesi fa scoprendo un piccolo gioiello.
Apprezzo e condivido il tuo amore per quest'area, come giustamente dici, trans-provinciale e spero di potervi tornare presto. Tremo per l'identità culturale di tutta la zona e posso capire, almeno in parte, perchè quella gente non voglia andarsene.
Coraggio!

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2016 ore 10:30

Ringrazio. A Murmunto: il danneggiamento a macchia di leopardo per cui un gruppo di edifici è gravemente lesionato ed altri praticamente contigui no o in maniera minima mi viene riferito da molti. Anch'io come tua sorella ho fatto il liceo a Tolentino e questo mi dicevano stamattina i compagni di classe, come pure quelli di San Severino per la loro città.
Giovedì sarò a Petriolo per vedere se la mia abitazione è lesionata; il vicino di casa non vede nulla di preoccupante esternamente. A venti metri o poco più però sono state evacuate delle persone per manifesta inagibilità ed all'interno delle mura medioevali ci sono stati crolli totali di strutture peraltro in cattive condizioni. Ad ulteriore conferma di quanto detto in precedenza, e cioè che non si ha la minima idea dell'area interessata, suggerirei di andare a vedere in google maps le posizioni reciproche di Norcia (epicentro), Tolentino e San Severino. Appare evidente che i criteri stessi di ricostruzione, in qualsiasi modo la si voglia intendere, sono indefinibili; assolutamente inapplicabili quelli di translocazione perché oltre metà provincia è coinvolta (ed anche l'altra qualcosa ha subito). E, ripeto, l'area è transprovinciale. Per Macereto, che gli utenti possono vedere nella pagina Architettura della mia gallery, bisognerebbe informarsi forse presso il Parco. Purtroppo la televisione ci ha detto come l'area di faglia abbia il suo vertice a Cupi ed il santuario è lì (2.43 km in linea d'aria).

p.s.: la pagina odierna di cronache m. può aiutare a capire e quello che molti, da quanto sento, incominciano a temere è riassunto dalle parole del geologo: scosse per mesi come 300 anni fa.
www.cronachemaceratesi.it/

user12181
avatar
inviato il 01 Novembre 2016 ore 14:25

Il comune di Pieve Torina (quasi totalmente inagibile) ha aperto una raccolta

IBAN per le donazioni: IT75U 06055 69080 0000 0000 1554
CAUSALE: #emergenzaterremoto #aiutaPieveTorina

Lo scorso agosto avevo aderito alle raccolta fondi del Corriere della Sera La7, questa volta vorrei dare soldi in modo ancora più mirato, questo conto corrente e, se li trovo, altri aperti dai comuni potrebbero essere l'occasione giusta. Naturalmente vorrei seguire anche i consigli di Sestili, il problema è che a Macerata vado solo a Capodanno e senza macchina, al ristorante mi invita sempre mio cognato... . Potrei fargli una proposta, oppure potrei invitare io una delle sorelle e farmi portare con la sua Panda.


avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2016 ore 14:47

Cosa vi dicevo? Pagina 102 del televideo, subpagina 5: alle ore 8.57 scossa di magnitudo 4.8 tra Fiastra, Acquacanina e Bolognola. A chi si chiede? Al sindaco di Ussita, come se le località citate non corrispondessero ad altrettanti comuni. Succede qualcosa a Pavia? Aspetta che mi informo a Cremona. Il bello è che il testo, dato come visibile alla pagina 825, in realtà non è più disponibile. Qui non si vuole, e ci mancherebbe altro, sollevare polemiche tra persone colpite ma questo è il livello di informazione RAI (non sempre per fortuna).

p.s.: rintracciata; ecco la news:



user12181
avatar
inviato il 01 Novembre 2016 ore 19:15

A chi si chiede? Al sindaco di Ussita


Nota che il sindaco di Ussita non stava a Ussita, aveva passato la notte sulla costa, al seguito degli sfollati, il fumo glielo comunicavano per telefono quelli sul posto, i Carabinieri o altri...
E' comunque vero che l'identità dei luoghi terrremotati è essenzialmente transregionale, per mio padre tra Visso e Norcia non c'era sostanziale differenza, lui era di Matelica e si era stabilito a Castelraimondo, imitava scherzosamente la parlata di S. Severino come quella umbra con il medesimo umorismo. A riflettere che Castelluccio non sta nelle Marche c'era quasi da stupirsi, la lenticchia de "Lu Castellucciu" era nostra non meno che loro.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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