| inviato il 04 Ottobre 2016 ore 20:32
Qual'è la differenza tra sovraesporre volutamente una foto, in macchina o in pp, o bruciare una foto? è vero che la soglia tra sovraesporre o bruciare uno scatto la si può osservare soltanto attraverso l'istogramma? |
| inviato il 04 Ottobre 2016 ore 20:42
Quando bruci le alte luci l'istogramma tocca il lato destro e, contemporaneamente, i dettagli nelle zone più luminose iniziando a perdere di consistenza, fino a sparire. Quindi puoi accorgerti del limite anche senza l'istogramma, ma ci devi mettere più impegno. D'altra parte, osservando l'immagine mentre alzi l'esposizione in PP, hai il controllo dell'effetto finale. Io, se devo bruciare in PP, mi spingo al limite con l'istogramma e poi osservo il fotogramma mentre modifico ulteriormente la curva d'esposizione. |
| inviato il 04 Ottobre 2016 ore 21:00
sono d'accordo con te, la considerazione è nata per dei commenti di alcune persone, che sostenevano che una mia foto era bruciata, quando invece ho volutamente alzato l'esposizione in pp, stando all'interno dell'istogramma. molti sapientoni credono che sovraesporre e bruciare sia la stessa cosa :) |
| inviato il 04 Ottobre 2016 ore 22:07
Il concetto di sovraesposizione é un pochino diverso in realtá. In breve, prendiamo in esempio i cinque toni di luminositá classici. "Black", "Dark Grey", "Grey", "Light Grey", "White". Tecnicamente sovraesporre significa portare uno o piú di questi toni sulla parte destra. Per cui un ipotetico "Grey", diviene "Light Grey" (espongo "Grey" a +1 stop, rispetto al suo valore reale). Perché faccio questa premessa? É molto semplice. Per sovraesporre é necessario conoscere il valore di luminositá di ció che stiamo fotografando. Ad esempio, se fotografo la neve, questa essendo bianca, se esposta correttamente, avrá un'istogramma totalmente spostato sulla destra. Indi per cui non significa avere sovraesposto l'immagine, ma piuttosto, in questo caso specifico, averla esposta correttamente. |
| inviato il 04 Ottobre 2016 ore 23:11
Grazie per la spiegazione dettagliata Beckwrwins :) |
| inviato il 05 Ottobre 2016 ore 9:05
Ma poi, anche se la foto fosse bruciata, che gli frega ai sapientoni? |
user46920 | inviato il 05 Ottobre 2016 ore 12:12
“ la considerazione è nata per dei commenti di alcune persone, che sostenevano che una mia foto era bruciata, quando invece ho volutamente alzato l'esposizione in pp, stando all'interno dell'istogramma. molti sapientoni credono che sovraesporre e bruciare sia la stessa cosa „ ... e quindi che discussione è? “ Qual'è la differenza tra sovraesporre volutamente una foto, in macchina o in pp, o bruciare una foto? „ dipende dal soggetto, dall'intento del fotografo, dalla capacità dinamica della fotocamera, ecc, ecc ... quindi non c'è una regola che ti possa far vincere sui "tuoi amici sapientoni" |
| inviato il 05 Ottobre 2016 ore 12:53
Concordo col cigno, rispetto al fatto che la "regola vincente" probabilmente non c'è... Parlando di sovraesposizione, bisogna distinguere tra due cose differenti: -atto deliberato (quello che ha perfettamente descritto Beckerwins), ovvero la scelta di esporre in modo differente dal "suggerimento" dell'esposimetro per raggiungere un riultato corretto -evenienza "subita" (ma per scopi creativi anche deliberata, scelta), ovvero la foto è troppo chiara perchè l'esposizione è stata misurata in modo errato (o, appunto, perseguita per scopi creativi.) Da quel che dici, nel tuo caso, si tratta di una scelta tua, per cui non mi pare si possa parlare di "errore" (poi che piaccia o meno è ovviamente altra cosa). Per le bruciature è un poco differente. Di solito si parla di bruciatura quando le alte luci sono portate all'eccesso e, nelle alte luci appunto, non vi è più traccia di texture. Ma anche qui ci sono dei distinguo, legati sia alla entità della bruciatura (un piccolo punto è diverso da una intera tenda ad esempio) e, ancora una volta, alle intenzioni creative del fotografo. In alcuni casi, per esempio Adams e i suoi contemporanei, la bruciatura diventa una specie di "peccato mortale", perchè la ricerca di precisione è considerata fondamentale. Viceversa, per esempio parlando di un Giacomelli, gli intenti espressivi rendono la bruciatura (in molti casi) parte integrante della fotografia, ovviamente voluta. Per cui è difficile stabilire a prescindere da tutto se si parla di errori inammissibili oppure no. Personalmente, rispetto alle cose mie, talvolta considero una bruciatura come difetto inaccettabile e cestino, altre no, fermo restando che altri possono trovarlo comunque un errore decisivo... Credo che nel commentare, ognuno porta la sua visione, ovvero se gli pare che si tratti di un difettone oppure no, ma credo anche che sta poi a noi filtrare se quella (che è pur sempre un'opinione soltanto) sia critica da tenere in conto oppure accettarla senza darle troppo rilievo Buona giornata F |
user16612 | inviato il 05 Ottobre 2016 ore 13:07
Io invece, copiando l'amico Giorgio, mi fregio di "sfondare i bianchi" che poi sarebbe la stessa cosa... È una soluzione che mi piace molto perché la considero un "togliere" informazioni che reputo non necessarie. La applico solamente al bn e di norma la immagino prima di scattare. Espongo decisamente a destra e poi in fase di sviluppo brucio tutto quello che non mi interessa, questo perché le informazioni è meglio averle e poi toglierle piuttosto che averne bisogno e averle perdute. Io penso che per molti le foto bruciate siano poco accettabili per un approccio forse troppo scolastico alla fotografia. Ma ci può stare. L'importante è trovare il proprio percorso. |
user46920 | inviato il 05 Ottobre 2016 ore 13:18
“ Io invece, copiando l'amico Giorgio, mi fregio di "sfondare i bianchi" che poi sarebbe la stessa cosa... „ beh, ma voi non potete fare altro ... avete la Canon “ È una soluzione che mi piace molto perché la considero un "togliere" informazioni che reputo non necessarie „ “Facere de necessitate virtutem” |
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