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Cosa NON scatto quando mi cimento nella Street


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avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 12:55

Ognuno ha i propri limiti. Io, oltre a quelli a cui mi devo rassegnare, me ne pongo anche altri, per vari motivi. Il tutto è soggetto a cambiamenti e non ha nessuna pretesa di regola, né morale né legale, ma cerco di seguirla. Mi capitato di fare o apprezzare scatti altrui al di fuori di questo recinto, ma cerco di evitare. Pensavo che fosse interessante condividere e, magari, discuterne.

Mendicanti, clochard e persone in difficoltà.
Minori - specificando meglio: bimbi piccoli, un ragazzino ci può stare, forse.
Persone il cui handicap fisico sia evidente.
Anziani.
Persone costrette a stare in un determinato contesto, come i lavoratori della ristorazione, o gli operai in azione sulle strade.
Gente che dorme.
Altro?

Tutto questo vale quando riconoscibili e quando costituiscono evidente parte del soggetto. Se c'è un bimbo sullo sfondo non me ne curo, l'importante è che io non lo stia usando per il mio diletto.

Che dite? Troppe menate? Poche? Medie?

avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:10

Ah, dimenticavo un soggetto che mi curo di evitare con la massima attenzione :

Gli energumeni Sorriso

avatarjunior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:15

Nulla da ridire sulla tua scelta etica ovviamente (comprensibile e condivisibile), però a mio modestissimo parere così ti poni dei limiti che possono un po' compromettere il senso della street photography e le occasioni per un buono scatto.

user104642
avatar
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:22

Mendicanti, clochard e persone in difficoltà.
Minori - specificando meglio: bimbi piccoli, un ragazzino ci può stare, forse.
Persone il cui handicap fisico sia evidente.

Per me solo queste categorie, per tutto il resto non mi creo il problema, ma quelle elencate mi crea disagio, forte disagio (e si che all'inizio ne ho ripresi anch'io)

avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:23

Luke, infatti, questo è probabilmente il motivo per cui ho aperto il post.

avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:26

Stefano ho allargato un po' il limite reale, l'altro giorno un cameriere mi ha notato e ho tirato fuori lo scatto di una persona che guardava in camera sorridente, ma non me la sento di pubblicarla, l'ho vista come un'intrusione vera a propria (anche se era all'esterno)

user104642
avatar
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:35

Max, a me non dispiacciono gli occhi che guardano in camera e, a volte, cerco proprio una diretta interazione tra me il soggetto. Secondo me funziona proprio per il piccolo momento di intimità, uno sguardo, un sorriso che se fosse rivolto alla camera non sarebbe uguale, proprio per nulla.

avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:44

Ma neanche a me, anzi, rubare uno sguardo diretto è un traguardo. Tra l'altro ero così assorto chissà dove che non mi ero neanche accorto di quella persona, l'ho notato solo a casa. Ho stampato la foto e mi sono ripromesso di fargliela avere la prossima volta che passerò da quelle parti, ma non mi sento di pubblicarla anche a prescindere dal suo assenso. Questo senza tirare in ballo la questione legale della privacy: lui è sicuramente una persona affabile e non avrebbe da ridire se la mettessi sulla rete, forse sarebbe anche contento, ma ho delle remore, e non so quanto siano giustificate.

avatarsupporter
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:46

Non sono parole mie, le ho trovate grazie a questo sito:

“NON FOTOGRAFARE…”
di Ando Gilardi
Non fotografare gli straccioni, i senza lavoro, gli affamati.
Non fotografare le prostitute, i mendicanti sui gradini delle chiese, i pensionati sulle panchine solitarie che aspettano la morte come un treno nella notte.
Non fotografare i neri umiliati, i giovani vittime della droga, gli alcolizzati che dormono i loro orribili sogni.
La società gli ha già preso tutto, non prendergli anche la fotografia.
Non fotografare chi ha lo manette ai polsi, quelli messi con le spalle al muro, quelli con le braccia alzate, perché non possono respingerti.
Non fotografare il suicida, l'omicida e la sua vittima.
Non fotografare l'imputato dietro le sbarre, chi entra o esce di prigione, il condannato che va verso il patibolo.
Non fotografare il carceriere, il giudice e nessuno che indossi una toga o una divisa. Hanno già sopportato la violenza, non aggiungere la tua. Loro debbono usare la violenza tu puoi farne a meno.
Non fotografare il malato di mente, il paralitico, i gobbi e gli storpi. Lascia in pace chi arranca con le stampelle e chi si ostina a salutare militarmente con l'eroico moncherino. Non ritrarre un uomo, solo perché la sua testa è troppo grossa, o troppo piccola, o in qualche modo deforme. Non perseguitare con il flash la ragazza sfigurata dall'incidente, la vecchia mascherata dalle rughe, l'attrice imbruttita dal tempo. Per loro gli specchi sono un incubo, non aggiungervi le tue fotografie.
Non fotografare la madre dell'assassino e nemmeno quella della vittima.
Non fotografare il figli di chi ha ucciso l'amante, e nemmeno gli orfani dell'amante. Non fotografare che subì ingiuria: la ragazza violentata, il bambino percosso. Le peggiori ×e fotografiche si commettono in nome del “diritto all'informazione”. Se è davvero l'umana solidarietà quella che ti conduce a visitare l'ospizio dei vecchi, il manicomio, il carcere, provalo lasciando a casa la macchina fotografica.
Come giudicheremmo un pittore in costume bohemienne seduto con pennelli, tavolozza e cavalletto a fare un bel quadro davanti alla gabbia del condannato all'ergastolo, all'impiccato che dondola, alla × che trema di freddo, a un corpo lacerato che affiora dalle rovine? Perché presumi che il costume da free-lance, una borsa di accessori, tre macchine appese al collo un flash sparato in faccia, possano giustificarti?

avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:51

Aggiungo : ieri ho commentato, su richiesta, la foto di un bambino proiettato in alto dal papà per raggiungere una bolla di sapone gigante. L'effetto è bellissimo, sprizza gioia pura. Non mi sono minimamente sognato di fare alcun appunto perché la prima cosa che ho pensato è: il padre sarebbe contentissimo di vedere quell'immagine. Quindi si tratta di una questione riguardante la relazione tra il soggetto ed il messaggio.

avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 13:53

Versilia ecco, allora non sono il solo a farmi problemi di questo genere. Ciò mi tranquillizza.

avatarjunior
inviato il 27 Settembre 2016 ore 14:02

Credo che oramai è davvero difficile fare street senza creare fastidio/disagio quando si cerca di fotografare persone per strada nella loro quotidianità...
C'è troppo timore, paura, di chi ti punta una camera in faccia e ad essere sinceri mi sembra che questo "timore/paura" ci stia tutto, considerando il mondo in cui viviamo e come stanno andando le cose...
Una volta fare l'indifferente con una camera in mano o anche no, era perfino facile, se provi a farlo adesso in una città/paese(escluse quelle turistiche), col piffero che ci riesci, hai subito gli occhi addosso.
Sono convinto che "l' ebblaca(epoca)",come diceva mia nonna, del voler condividere tutto a tutti i costi stia per cambiare; comincia a venir fuori la consapevolezza che il voler apparire ovunque e in qualsiasi contesto, mettendo la nostra vita sui monitor di tutti, forse non è cosa buona e giusta.
Di contro questo si ripercuote su chi, come noi, vuole fotografare la quotidianità.
Mi rendo conto davvero che, tranne ovviamente gli scatti rubati, la street sia diventata molto difficile e a volte pericolosa.
Mi fermo qui, saluti!

user104642
avatar
inviato il 27 Settembre 2016 ore 14:06

C'è troppo timore, paura, di chi ti punta una camera in faccia e ad essere sinceri mi sembra che questo "timore/paura" ci stia tutto, considerando il mondo in cui viviamo e come stanno andando le cose...

Basta non puntare la macchina e non fare street con una reflex e 400mm. Le foto devono essere naturali, nessun avvertimento della presenza della macchina o di inquadrare. Per tutto il resto basta un po di sfrontatezza (buona) e scrutare in continuazione l'ambiente che ci circonda.

user39791
avatar
inviato il 27 Settembre 2016 ore 14:13

I bambini vanno evitati, almeno non vanno pubblicati. Il resto è tutto legato al contesto e al messaggio che si vuole trasmettere. La mia foto a cui sono più affezionato è quella di una donna che fissa negli occhi, seduta sulle sue gambe, un uomo su una carrozzella. E' chiaramente un invalido, e da quella posa emerge l'Amore vero. La pubblicazione di questa foto è stata seguita da un messaggio privato di una persona che mi ha fatto capire che per me la fotografia aveva per una volta almeno raggiunto il suo scopo per essere praticata.

user104642
avatar
inviato il 27 Settembre 2016 ore 14:21

è quella di una donna che bacia seduta sulle sue gambe un uomo su una carrozzella. E' chiaramente un invalido, e da quella posa emerge l'Amore vero

Una cosa del genere?



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