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Un po di leggerezza...


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avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2016 ore 1:17

Si leggono spesso, soprattutto nelle presentazioni, spesso in quelle di "absolute beginners", dichiarazioni di intenti quasi terrificanti:

"fotografo per trasmettere il mio pensiero con le mie immagini"
"considero la fotografia un mezzo per esprimere se stessi"
"voglio trasmettere agli altri quello che ho dentro ... (paura....) .... e voglio scriverlo con la luce" (sollievo, cominciavamo a temere che quel trasmettere quello che si ha dentro implicasse la peristalsi...)
"ho appena cominciato, ma spero di migliorarmi grazie alle critiche e agli insegnamenti che mi verranno dal forum"
"sono appena entrato in questo meraviglioso mondo, ma spero di crescere rapidamente" (crescere è davvero uno dei termini più usati e abusati).

Esce l'inquietante immagine, greve, del forum, come una specie di "akademeia" opprimente in cui una ressa di dannati non ancora adepti si contorce nel tentativo di crescere (!!) mentre quelli già cresciuti sperperano depressione sotto forma di critiche e insegnamenti e - sotto traccia - una losca congrega, una specie di carboneria autoreferenziale e delegittimata, tenta di far saltare il sistema con un overflow di "like" fuori controllo.

E avanti con le questioni molto cerebrali se la fotografia sia più arte, linguaggio, espressione di pensiero...citazioni di grandi totem della storia della fotografia...

Intendiamoci, non ho niente contro l'approfondimento culturale, partecipo anche spesso e volentieri, ma ho l'impressione che a volte si perda di vista un grande condimento di tutte le passioni e le attività ricreative, che è la leggerezza.
Che non vuole dire superficialità.

Vuole dire, ad esempio, che si può fotografare per ragioni molto meno concettuose e molto meno nobili di quelle che generalmente si vedono esporre: perche c'è un colore o una luce capricciosa che si spera di riprodurre, perchè si trova bello qualcosa, per ridere, per prendersi in giro, perchè li, in quel momento, c'è qualcosa di insolito, perchè non si ha di meglio da fare e magari qualcosa di buono salta fuori per caso...

Vuole dire che un commento a una foto può anche esulare dalla perfetta assenza di mosso, dal fuoco perfetto, dalla grande definizione e dalla cremosità del bokeh.

Un po' di tempo fa un discusso soggetto aveva magnificato un metodo didattico che applicava ai suoi epigoni (non so se lo aveva inventato lui o solo copiato...) consistente nell'imporre la scelta di un sasso da fotografare di continuo, tutti i giorni, in tutti i contesti e in tutte le occasioni.
Ma, dico, per chi mi hai preso? Per Jack lo Squartatore? Per un serial killer? Per un ministro della repubblica? Cos'ho fatto di tanto grave da meritarmi tutto ciò? Non ho mica ucciso, concusso, stuprato!! Non c'entro niente, con il 12 settembre, è stato Bin Laden!!

Per pochissimi la fotografia è ragione di vita, per alcuni è lavoro e quindi si deve essere serissimi (c'è sotto la pagnotta...massimo rispetto), per molti è svago ed evasione e mi pare quanto mai vantaggioso tenersi stretto e caro il contenuto di divertissement, la capacità - perchè no? - ci caxxeggiare con la reflex e poi vedere cosa ne esce.

Non vorrei essere frainteso, non sto dicendo basta tecnica e applicazione, a ciascuno la sua dimensione. Sto solo cercando di ricordare, prima di tutto a me stesso, che con la Canon al collo si può anche giocare e non c'è niente di male a farlo. Se le foto buone sono poche, amen. Abbiamo (ho...??) passato una vita a sentirci dire cosa fare: venti anni a scuola a tenerci sui maroni un corpo docenti, un anno a militare a tenerci sui maroni sergenti e capitani, trentacinque anni a lavorare tenedoci sui maroni capi e dirigenti (qualcuno sfortunato anche mezzo secolo di matrimonio con un paio di arpie sempre sui maroni...amato bene più suocera...e se va male le arpie sono tre perchè c'è pure un'amante che non hai ancora capito cosa te la sei presa a fare...MrGreenMrGreen). Poi, in termini quanto mai variabili, anni di oratorio a tenerci sui maroni gerarchie ecclesiastiche e una fetta di Azione Cattolica, anni di sport a sopportare un allenatore, financo gli scout con lupetti, rover e altre consimili stranezze...Va beh che ci abbiamo delle palle da 10.000 metri quadri che ci sta più gente che a San Siro, ma montarci anche su da se stessi...;-);-);-);-)

Ecco perchè mi piace prenderla con leggerezza...almeno la fotografia...

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2016 ore 7:18

Un bel elogio della leggerezza, sottoscrivo Sorriso

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2016 ore 11:42

Mah ... l'importante è che un po' di leggerezza di cuore ce la mettiamo quando fotografiamo; poi, qui sul forum ne scriviamo di cose ...

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2016 ore 13:59

a volte si perda di vista un grande condimento di tutte le passioni e le attività ricreative, che è la leggerezza.

mi piace l'idea, vorrei rispondere a tono ma col cellulare man mano che scrivo mi dimentico il concetto.
Comunque seguendo alcuni forum d'oltreoceano si riscopre appunto questa facciata, meno affascinante forse della pseudo-filosofia da sindrome dell'artista, ma di sicuro piu alla portata di tanti utenti che vorrebbero solamente condividere le emozioni catturate con uno scatto :)

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2016 ore 14:46

Il saggio teologo Guglielmo di Ockham, lo diceva secoli fa. Inutile complicare le cose semplici.Sorriso

user102065
avatar
inviato il 06 Settembre 2016 ore 15:21

Punti di vista diversi trovano accoglienza in uno spazio di discussione moderatamente libero.
Più che della leggerezza o della pesantezza, sono disturbato dalla volgarità, dall'insulto, dalla trivializzazione, dalla scarsa considerazione delle esigenze degli altri.
Io, ad esempio, non mi diverto se non mi applico con impegno.
Ho abbandonato da tempo il forum Nital, pur continuando ad utilizzare con soddisfazione la mia d700 e a frequentare alcuni forum di nikonisti stranieri, proprio perché troppo spesso veniva soffocato ogni approfondimento con l'invito a non porsi troppi problemi, a scattare "spontaneamente", a non complicarsi la vita e ad arrangiarsi.

avatarjunior
inviato il 06 Settembre 2016 ore 15:22

Ottimo elogio.
Mi spingerei più oltre: ottenere il vuoto, il famigerato "mu shin", la mente non mente. Quindi godere del puro scatto: l'attimo stesso in cui si mira e si vive dentro l'obiettivo crea un sotto-mondo che è puro fluire, in questo senso non c'è più scatto nè macchina fotografica ma solo essere dentro e con il soggetto, in una fusione profonda, quasi mesmerica. E questo ci permette anche di staccarci dall'idea della post produzione, dell'accumulazione di file grezzi negli hard disk. Si accumulano e lasciamoli accumulare. Le foto non si processano più, non si pubblicano, diventano pure ombre di uno stato di continua sospensione. Ecco che la leggerezza si fa indifferenza di fronte al cosmo. Lasciamo cadere i raw dentro i nostri dischi, quando se ne riempie uno se ne compra un altro, l'importante non è lo scatto ma l'atto dello scattare. Il mene-foto-freghismo al massimo livello.
Sto scherzando, ma non troppo. A volte accumulo raw che lascio là anche per anni prima di pubblicare/sviluppare/stampare. Quello che vivo è un essere nel soggetto, come parte di esso, nell'atto dello scattare. E' come se la fotografia mi permettesse di vedere il mondo con occhi nuovi, a prescindere dal risultato oggettivo. Ma sospetto che sia solo pigrizia. Lasciamo che i raw si accumulino negli hard disk come foglie cadute.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2016 ore 21:15

Io, ad esempio, non mi diverto se non mi applico con impegno

solamente condividere le emozioni catturate con uno scatto

l'importante è che un po' di leggerezza di cuore ce la mettiamo quando fotografiamo

Inutile complicare le cose semplici.


Forse, il vero modo di prenderla (anche...) con leggerezza è sposare tutti questi punti di vista. Come? Liberandosi dei preconcetti.

Fotografo per esprimere ecc.ecc.ecc.
Che bisogno ce n'è? perchè devo dare un senso a un divertimento prima di goderne? Fotografo perchè ne ho voglia e mi diverto, poi di volta in volta ne ricaverò qualcosa di diverso.
...spero di crescere...
Anche no, Napoleone era alto un metro un caxxo e un barattolo e vedi un po' cos'ha fatto. Magari cresci, ma partire con l'idea di prendere quello che viene...no?...
...trasmettere quello che ho dentro...
Si, ma anche no. Se vedi un bel paesaggio o un bell'animale, faccelo vedere anche se ce l'hai fuori, apprezziamo lo stesso!!
...micromosso, sfocato, regola dei terzi...
Anche qui, si ma anche no. Butta li quello che hai fatto e fregatene, se a qualcuno piace hai fatto qualcosa di buono, chi non gradisce guarderà altrove che tanto è tutto gratis.
...non so fare postproduzione...
E va beh, si accontenteranno!! Se la foto è buona, perde poco. Se è sciapa, non diventa certo un capolavoro...

Ecco, rinunciare alla leggerezza, perderla di vista, non vuol dire fare meglio, vuol dire imporsi dei limiti, delle censure che nessuno alla fin fine apprezza...magari apprezzerebbero quello che neghi a te e a loro...
Questo volevo dire.

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2019 ore 17:55

Andrea nessuno può dirti che hai torto e se la foto è per te, è uno svago, è relax, è un ricordo di momenti di famiglia o di vita nessuno potrà dirti che è una foto sbagliata.
La cosa è diversa nel momento che la condividi, a quel punto stai reputano che quello scatto ha un valore che va oltre la tua persona e che la mostri per capire cosa gli altri pensano, è un forum e ogni scatto può essere commentato.
A quel punto non puoi pretendere che la foto sia commentata solo per come vuoi tu o che chi commenta parta dallo stesso presupposto

avatarsupporter
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 2:39

Ho molto apprezzato il garbatamente ironico e spiritoso excursus, Andrea (ho già avuto modo di apprezzare i tuoi interventi, intelligenti ed equilibrati) e non posso che convenire con te; escluso l'ambito lavorativo, la foto è relax svago e divertimento e lo equiparo ad altri hobbyes / passioni: perché Tizio gioca a tennis? Per "estrinsecare" il suo anelito ad una mobilità personale rapida ed armonica? No! Perché lo diverte! O Caio passa ore sulle rive di un torrente con una canna da pesca in mano... medita sull'inesorabile scorrere del tempo che, come un fiume, ci avvicina all'infinito e riflette profondamente sulle sorti magnifiche e progressive dell'umanità? No! Perché gli piace pescare pesci e spesso li ributta nel loro elemento! Poi, per carità, ognuno si esprime come crede e se vuole ammantare la propria passione di un'aura profonda e simil-romantica va benissimo (io, molto più modestamente, per quel che mi riguarda parlo di "condivisione") se effettivamente vuole migliorare (e chi non vuole o deve?) meglio ancora, però è vero: fotografiamo perché ci diverte e ci appassiona e direi che è già più che sufficiente!

user111807
avatar
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 5:29

Seguo

avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 7:36

La domanda resta abbastanza banale perché puppblicare?
Nel momento che pubblichi è perché vuoi far vedere quello che hai fatto agli altri e lo fai perché credi il tuo lavoro buono.
Quindi il discorso è già caduto non sei più solo sul fiume a divertirti, hai condiviso qualcosa e hai detto agli altri guardatela.
Ho commentato solo perché ho visto il topic messo in quello dal titolo netiquette e sinceramente lo vedo in assoluto contrasto perché più lo rileggo più lo trovo esattamente fatto con i toni che vengono stigmatizzati da peppe.
Qui si afferma che si vuole scattare senza pensare a nulla e fin qui nulla da dire, ma poi si chiede il diritto di pubblicare tutto a casaccio e che questo tutto non possa essere commentato in maniera non positiva perché la cosa non è gradita, ma non solo si pretende che chiunque lo faccia debba mostrare un certo titolo per farlo.
Trovo tutto ciò molto ip.ocrita perché è esattamente lo stesso comportamento ma speculare che si critica.
Sono sincero trovo questa posizione qualcosa di assurdo su un forum e soprattutto trovo veramente inconcepibile linkare questo topic in uno dove peppe parla di dialogo e rispetto
Detto ciò è vero che a volte si leggono commenti fuori luogo legati a opinioni personali come sulla post produzione permessa o no, sul fatto che una foto possa o no essere posata ecc.. Ma il forum è in una piazza e sulla piazza ci sono bigotti e invasati, saggi e ignoranti, l'atto di pubblicare pone chi lo fa in questa piazza a parlare del suo personale discorso che può essere:ho visto un bel tramonto ieri o qualcosa più più articolato, ma è chiaro che fra gli interlocutori può trovare quello che gli fa la correzione grammaticale di quel che dice e quello che a un certo punto gli risponde:sei noiso continui a ripetere 2 frasine in croce non riesci ad articolare il tuo pensiero un po' meglio?
E al contrario puoi essere un bravissimo oratore ma chi ti ascolta non lo percepisce e ti critica per questo
E come c'è l'opportunità per tutti di pubblicare c'è anche quella di rispondere a questa pubblicazione e fin tanto che i toni sono educati non credo che si possa avere alcuna pretesa in merito al tipo di risposta ricevuta, poi se si vuole o meno proseguire un dialogo lo si vedrà, perché è ovvio che ogni commento o critica va pesato e comunque non hanno tutte lo stesso valore.
Come ha scritto Andrea un commento può anche esultare dal magico sfocato, dalla perfezione del mosso, ma a quel punto è ovvio che andrà su cosa la foto dice e cosa comunica.
Io faccio molti scatti perché mi piace un luce, perché ho visto qualcosa di strano e a volte li condivido pure, non ho pretese di avere una tecnica perfetta, ma ho visto qualcosa che secondo me è interessante e lo mostro, poi I commenti che arrivano arrivano

avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 8:34

aggiungo una precisazione: non ho nulla contro la fotografia presa con leggerezza, non ho nulla contro chi condivide un bel tramonto o una bella esperienza, trovo però molto fastidioso il passo successivo ossia la critica a chi si vuole porre in modo diverso.
Si è accennato a Benedusi (fotografo che non apprezzo particolarmente) e al suo esercizio sul sasso che era qualcosa di sensato, perchè permettersi certi toni quando si chiede qualcosa di diverso?
Poi arriviamo a quello che iniziava ad uscire nel secondo topic linkato ossia io non ho pretese, faccio una foto semplice che in quest'ottica può essere commentata, ma mi permetto critiche e sarcasmo a autori come Andreas Gursky senza voler capire, senza voler informarmi ecc... è questa la trappola nascosta dietro un ragionamento che parte anche da intenzioni buone

avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 11:07

Si potrebbe però obiettare che gli hobby non sempre siano solamente divertenti.
Pensiamo al tennis: è anche competizione e di sicuro non ci divertiremmo se dovessimo perdere sempre.
E la pesca? C'è chi si rilassa e si diverte godendosi il paesaggio anche se non pesca nulla e chi non pescando nulla si stressa e si arrabbia (sopratutto con gli dice "Buona pesca!", perché convinto che la sfiga c'entri qualcosa peggio di una maledizione MrGreen ).

La domanda resta abbastanza banale perché puppblicare?
Nel momento che pubblichi è perché vuoi far vedere quello che hai fatto agli altri e lo fai perché credi il tuo lavoro buono.
Quindi il discorso è già caduto non sei più solo sul fiume a divertirti, hai condiviso qualcosa e hai detto agli altri guardatela.

In parte condivido. Aggiungo solo che alle volte lo si fa anche nella speranza di ricevere critiche e consigli (che poi li si accetti o meno è un altro discorso).

In generale una passione o un hobby ad un certo punto muteranno la loro natura, continuando in parte ad essere quello che erano prima, ma aggiungendo anche l'elemento della voglia di migliorarsi. Pensiamo ad uno strumento musicale, inizialmente si suonano le note a casaccio, poi si inizia a studiare (andando anche a lezione), ci si esercita e si migliora, poi ci si esercita di nuovo e si migliora un altro po': se prendessimo la cosa senza un minimo di serietà rimarremmo i soliti stripellatori che suonano note a caso e non sanno suonare nemmeno una canzone. Allora bisogna chiedersi perché si ha iniziato? Cosa motiva il mio piacere in tale attività?
In fondo è nella natura dell'uomo cercare di migliorarsi, poi ci stanno le foto ricordo (alcune sono molto belle), ma sotto sotto ognuno nel proprio animo è consapevole che non esista nessuno che non cerca di migliorarsi nella propria vita in qualche ambito: che sia nei rapporti sociali, nel cucinare, nell'apprendere una nuova lingua, nello sport, nella fotografia, nella guida... L'importante è come ci approcciamo. Siamo estremamente competitivi e non siamo capaci di accettare una sconfitta? Siamo dei perfezionisti che non tollerano i propri errori o quelli altrui? Siamo dei faciloni che fanno le cose un po' a caso senza imparare dai propri errori? Etc. etc.
A seconda di come siamo vivremo la vita e ciò che ci appassiona allo stesso modo con i propri pro ed i propri contro. L'importante è cercare di essere sereni e rilassati (se possibile) e rispettare gli altri. Poi c'è chi ci riesce e chi no, c'è chi si diverte anche se ci sono imprevisti e chi no (anche se, magari, tali imprevisti possono insegnare qualcosa di nuovo).

avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 11:32

Mi piace l'invito alla leggerezza. Che non ha nulla a che vedere con concetti solo apparentemente simili come la "superficialità".
Penso che sia proprio dell'uomo intelligente e sensibile saperne cogliere la bellezza e il valore.

E non credo che il demarcatore possa essere pubblicare o meno fotografie da qualche parte.
Perché vorrebbe dire attribuire alla pubblicazione uno scopo e un valore univoci, cosa che non credo possa essere.

Ci sarà chi pubblica per avere consigli, chi per vanità, chi perché fa ormai parte di un gioco...
Chi perché ama fotografare e ama il proprio figlio, e trae piacere dal mostrarlo.
E' bene? E' male? Chi di noi può giudicarlo?

Ma tutto questo non significa che, se si pubblica, questo debba costituire un motivo per cambiare il proprio approccio alla fotografia e alla vita.
Pubblicare qualcosa in rete non significa ancora nulla: io per esempio trovo piacevole pubblicare fotografie, ma non parteciperei mai a un contest perché ritengo, quello si, comporterebbe un approccio specifico per una finalità che non mi interessa in alcun modo.

Secondo me è solo un'aberrazione ormai consolidata l'idea che "crescere" sia uno scopo ineludibile, urbi et orbi.
Chi pubblica le foto del proprio figlio per il piacere di farlo, non ha l'ambizione di diventare Cartier-Bresson molto probabilmente.
E a chi guarda le sue foto non è proibito tentare di capire questa cosa, non è fatto obbligo di critica severa.

La relazione ha nel buon senso un ottimo alleato per mantenersi sana.
E relazione è anche questo: mostrare foto e dialogare su una foto.
Magari tenendo conto che dietro c'è una persona, coi suoi dolori e le sue gioie, coi suoi limiti e i suoi valori.
Sicuramente mai peggio di noi.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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