| inviato il 05 Settembre 2016 ore 17:47
Ciao a tutti, ho appena letto la recensione sull'obiettivo in questione.....sono principiante (molto, principante )...e non capisco come funzione la scala della profondità di campo sulla ghiera...come si usa ?? Credevo che la profondità di campo si regolasse attraverso la sola apertura/chiusura del diaframma...a quanto pare invece non è solo così.....grazie a chi mi vorrà togliere questa curiosità ! |
| inviato il 05 Settembre 2016 ore 22:05
Se noti, la scala è in realtà una "doppia" scala...vale a dire i valori del diaframma sono riportati in maniera simmetrica a destra e a sinistra di un riferimento centrale ed ogni valore riportato ha il suo "segmentino" cui si riferisce. Sul Fujinon 23 (come sul 14 ed il 16) tirando verso il corpo macchina la ghiera di MAF...con uno scatto della stessa che rigidamente si sposta...scopri sul barilotto sottostante una scala in cui sono segnate varie distanze...da infinito (l'8 rovesciato) fino alla minima distanza di MAF dell'obiettivo specifico. Ora, impostando con la ghiera dei diaframmi uno di questi (che so...f11) - operazione prioritaria - noti, sulla scala dei diaframmi di cui parli, che l'intervallo tra i due stessi valori riportati sul barilotto (11 a sx e 11 a dx del riferimento) individua uno spazio entro cui puoi a loro volta fare riscontrare diversi intervalli di distanze (sulla scala apposita che ti si è "scoperta" tirando indietro l'anello di MAF) procedendo per collimazione tra i "segmentini" dei due valori uguali del diaframma impostato e detta scala delle distanze. In tal modo individui, in base al diaframma impostato, la zona che sarà a fuoco grazie alla teoria della profondità di campo. Se noti i valori più "chiusi" di diaframma, nella scala, sono riportati nella zona più esterna della stessa. Man mano che si passa a diaframmi più aperti questi individuano di volta in volta degli intervalli più stretti...la profondità di campo progressivamente si riduce...il corrispettivo intervallo delle distanze si riduce. Poi ti spiegherò perché, procedendo verso distanze sempre minori rispetto al soggetto, la scala delle distanze serigrafata si dilata... |
| inviato il 05 Settembre 2016 ore 22:31
Scusa...ho considerato solo ora che forse l'obiettivo non ce l'hai e hai solo letto le recensioni. La questione che ti ho esposto, ovviamente, rimane la stessa...certo che con l'obiettivo tra le mani è più comprensibile seguire i vari passaggi. In ogni modo...nel 23 (come detto anche nel 14 e nel 16) la ghiera di messa a fuoco può essere rigidamente spostata verso il corpo macchina per operare con la messa a fuoco manuale e, appunto, per gestire le zone nitide secondo la teoria della profondità di campo (leggermente più complessa la questione dell'iperfocale ma il risultato è quello...stabilire a priori e secondo necessità la zona di tutto a fuoco). Se non ricordo male ci sono anche alcuni obiettivi Tokina che utilizzano per la MAF manuale questa "traslazione" lungo l'asse dell'obiettivo della ghiera di messa a fuoco...forse altri... Praticamente lo spostamento della ghiera svincola la stessa dai motori interni di MAF automatica dell'obiettivo consentendo la messa a fuoco manuale...vengono riportate le scale delle distanze e quella scala simmetrica dei diaframmi per conoscere i diversi valori di profondità di campo. La quale è ovviamente determinata dal diaframma impostato con l'apposita ghiera, ma le due scale permettono a vista di "quantificarla". Tale visualizzazione peraltro è consentita anche attraverso l'attivazione di apposito pulsante, presente ormai su tutti i corpi macchina, che permette l'effettiva chiusura del diaframma al valore impostato consentendo anche qui una "visualizzazione empirica" dell'estensione della zona a fuoco (a mio avviso, in questo secondo modo, non sempre agevole da valutare) |
| inviato il 05 Settembre 2016 ore 23:15
Grazie , credo sia più facile da farsi che spiegarsi !!! |
| inviato il 05 Settembre 2016 ore 23:41
Mah guarda...in effetti forse ho fatto un giro un po' largo... In ogni modo...per quello che hai scritto nel mex iniziale... - la PdC la DETERMINI impostando il diaframma di lavoro (a parità di obiettivo, a parità di distanza del soggetto, ecc), operando sulla "ghiera" dei diaframmi. - la PdC (determinata dal diaframma impostato) la VALUTI con le "scale" citate...la quantifichi...ne hai una visualizzazione empirica. |
| inviato il 06 Settembre 2016 ore 6:22
Mah , bisognerebbe provarlo sto obiettivo. Grazie mille ! |
| inviato il 18 Settembre 2016 ore 20:40
Grazie molto interessante! Ma non ho capito se la ghiera della PDC dell esempio in foto si sposta indipendentemente da quella del diaframma o no ! |
| inviato il 18 Settembre 2016 ore 20:50
La ghiera è fissa. Si imposta il diaframma, si mette a fuoco, e si leggono poi sulla ghiera della pdc le distanze minima e massima in cui tutto è a fuoco, corrispondenti al diaframma impostato e al punto di MAF. Per esempio sull'obbiettivo leica del link, a quella distanza di MAF (circa 2,5mt) a diaframma 11 corrisponde una PdC da ca 1,2mt a infinito, a diaframma 8 da ca 1,7mt a ca 10mt....e così via. Va da se che variando il punto di messa a fuoco varieranno anche questi valori. Però la ghiera della PdC del Fuji 23 1.4 non è dettagliata come quella dell'esempio linkato sopra. |
| inviato il 18 Settembre 2016 ore 21:10
Grazie ! Mio padre ha un vecchio 35 nikon con la scala, domani ci smanetto !:-) |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |