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Chris Anthony







user39791
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inviato il 08 Agosto 2016 ore 16:08

Fotografo con base a Los Angeles, Anthony ha lavorato soprattutto nel settore commerciale e musicale, realizzando lavori per compagnie come Sony o gruppi come My Chemical Romance, dando alle campagne un taglio interessante. Ma sono i suoi progetti personali, quelli artistici, i più belli, come "I'm The Most Normal Person I Know" e "Victims and Avengers". Ed è con quest'ultimo che ha ricevuto nel 2007 il premio "American Photo", per la migliore immagine dell'anno.

Si tratta di un lavoro composto da 27 immagini sul tema della violenza domestica e le sue ripercussioni sulle donne e sui bambini che sono stati abusati. Le fotografie mostrano la fase finale, quando la vittima prende nelle proprie mani il destino e mette fine alla spirale di sopraffazione.

Al tema non facile il fotografo ha aggiunto uno stile cupo e gotico, dal tratto pittorico ottocentesco, donando alla fotografia contemporanea una patina di antico. I modelli protatonisti sono attori di Los Angeles che Anthony conosce. Prima di dedicarsi alla fotografia, l'artista di origini svedesi si occupava di film e video.
www.artsblog.it/post/2060/chris-anthony-stile-antico-per-fotografia-co


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user35763
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inviato il 09 Agosto 2016 ore 8:27

La prima cosa che ho pensato guardando queste immagini è stata perche' la fotografa precedentemente indicata da Filiberto/L.Simonutti/ mi inquietava e disturbava come un tabu' infranto,impudico,che non è bene guardare a cuorleggero, e queste no?

Premetto che non ne conoscevo i risvolti biografici ed esistenziali,nemmeno l'esistenza dell'autrice.

Sicuramente Anthony ha fatto e fa tendenza,ha contribuito a cavalcare/rivisitare/ un fenomeno culturale e di costume che interessa o ha interessato svariate forme di immagine e spettacolo.

Spettacolo,poichè -a mio soggettivo e opinabile "sentire"-di spettacolarizzazione spesso si tratta;
di un patchwork da trovarobato di costumi segni e simboli svuotati di "mana",funzione e senso da un uso stereotipato e caoticamente impersonale. D'effetto fine a se stesso;posticcia anche quando in contesti tematici socialmente impegnati.

Come significanti privati dalla necessita' di significato,e di funzione quindi.

Per una spettacolarizzazione che chiede d'essere di impatto e di SCENA non è necessario che una simbologia abbia una ragione d'essere una necessita' comunicativa,personale e "vitale" per l'autore.Che sia "numinosa".

Che una simbologia indichi una strada,una direzione per un cambiamento,svolta e "rinascita".

Tentando quindi nei modestissimi limiti una comparazione con la fotografa precedentemente indicata da Filiberto(L.Simonutti )

nonostante una tematica macabro-surreale simile ad una prima occhiata superficiale,
dove in Lauren Simonutti l'uso del simbolo ha una necessita' autentica e personale,un legame VITALE, e da se sembra volere emergere ed imporsi all'autrice.
Senti il dolore,la solitudine,l'alienazione e la disperata ricerca di fuga di una "dannata" dall'arcobaleno,dal paradiso perduto.

Qualcosa che non puo' che culminare nel"quien es el mar lo sabre' el dia' ulterior que sucede a la agonia" di Borges.

Chris Anthony sembra farne un uso formale e di costume,scenografico.
Semiotico e non autenticamente simbolico.
Significanti e non significati.

Proviamo a distinguere tra segni e simboli:
i segni/alt,stop,ideogrammi ecc./necessitano di un codice interpretativo prestabilito,o lo conosci o non puoi interpretarli;
i simboli hanno la caratteristica dell'inafferabilita',dell'ambiguita' interpretativa delle immagini archetipiche e incoscie.La "numinosita",un profondamente potente e inquietante" terrore sacro".

Il simbolo agisce sull'inconscio non necessita' di conoscenze e codici per "funzionare".
Un simbolo emerge in una situazione di profonda crisi,dove urge cambiare.

A differenza del segno che è dominio dell'emisfero cerebrale sinistro,
il simbolo orbita nella sfera intuitiva dell'emisfero destro.
(Simbolo-intuizione introversa, Segno-intellettivita' estroversa per usare una terminologia da "tipi psicologici").

Una croce in un contesto puo' essere un segno o un simbolo.

Chris Anthony usa coscientemente,creativamente, segni dove Lauren Simonutti è usata-posseduta-da simboli e archetipi.

Una foto di Anthony non avrei alcuna remora,anzi mi piacerebbe assai,ad appenderla in salotto o in camera e sarebbe divertente,sicuramente anche apprezzata da amici e visitatori;è decisamente trendy.
una di Simonutti....

ps. ovviamente trattasi solo di mie soggettive impressioni
sospetto un po che queste mie considerazioni semplicistiche e di pelle,possano adesso-prima le ignoravo- essere condizionate anche dalla tragica vicenda biografica dell'una rispetto all'altro
(l'artista maledetto che paga l'autenticita' della sua notte oscura,nigredo,discesa agli inferi,nekyia,
L'acrostico alchemico del V.I.T.R.I.O.L.:"Visita
Interiora Terrae, Rectificando, Invenies Occultum Lapidem” che dir si voglia è anche esso un potente archetipo costante)

ma trovo anche innegabile che l'emergere di simboli e archetipi sveli nella Simonutti una necessita' autentica ed incoscia,SUBITA,e non una mera creativita'.

In lei avverto la fatalita' di una "destinazione",necessaria,un Ananke- che omericamente le òè stato necessario combattere e attraversare nelle sue conseguenze.

Resta che Anthony lo vedo bene anche come costumista di lady Gaga o Marilin Manson(niente di male ovvio e ci mancherebbe)

la Simonutti fatico a inserirla in un contesto professionale e di mestiere,un contesto necessariamente "adattabile",mondano,di mercato e di tendenza,in un contesto estroverso ed estrovertito.

Sempre un grazie a FilibertoSorriso

user39791
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inviato il 10 Agosto 2016 ore 7:19

;-)

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2016 ore 11:06

Secondo me è un confronto quello con la Simonutti non ci sta per differenza di approccio.
Io vedo la Simonutti più vicina a Francesca Woodman, entrambe hanno fatto lavori molto personali e molto legati al loro disagio, malattia in un caso, depressione in un altro.
Qui invece siamo più legati a un altro tipo di produzione, il neo gotico va molto e lo paragonerei di più per esempio a Daria Endresen, a Silent View o a altri fotografi che condividono tematiche cupe ma che mantengono un estetica comunque "commerciale"

Forse la via di mezzo tra le 2 visione potrebbe essere Arthur Tress che ha un estetica a volte più simile a Simonutti e parte da una ricerca interiore, ma costruisce fotografia meno personali e più "sognati", più staged photography e meno diario

user35763
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inviato il 10 Agosto 2016 ore 12:36

Vero LabirintSorriso

La mia era una riflessione su un differente approcciarsi a segni e simboli in una tematica solo apparentemente simile.

L'una introvertito l'altro estrovertito.

Ugualmente non mi va quel ridurre e limitare "positivisticamente" l'autenticita' e l'intento di un espressione a mere cause fisiologiche;
/tipo Van Gogh pittore-pazzo,per facilmente intenderci/
Parlo in generale,non è il tuo casoSorriso

come fossero sintomatologie,autoterapie e nient'altro.
Quasi come ghettizzarne cosi' la lettura in un etichetta da "art brut" dubuffettiana il pur voluto e pienamente consapevole percorso di un autore.

Tendo piu' a vedere le loro vicende esistenziali come nessi ACAUSALI in una simultaneità di coincidenze sincroniche rispetto alla loro produzione.

Le differenze sostanziali le noto appunto nell'approccio introvertito o estrovertito.

avatarsenior
inviato il 10 Agosto 2016 ore 13:49

Secondo me invece non si può distinguere in quegli specifici casi, non dico che una sia migliore o peggiore, sono di parte perchè adoro la Simonutti, ma anche Arthur Tress.
Però credo che sia impossibile non leggere certe cose nelle foto della Woodman e non pensare al successivo suicidio.
Sono approcci molto differenti, diciamo che per me come idea si avvicinano a una Nan Goldin nel senso che la fotografia diventa estremamente intima.
Il lavoro di Chris Anthony è bello, riporta molte simbologie, è curato e ben studiato, usa attori, non è un diario intimo, è un racconto cupo.
Spero di non aver male interpretato quello scritto, comunque grazie per interessante discussione

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