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Ottiche vintage EOS


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avatarsenior
inviato il 13 Luglio 2016 ore 12:24


avatarsenior
inviato il 13 Luglio 2016 ore 13:17

La questione è, come sempre, delle aspettative che si hanno e di quanto si sia critici in termini sulla qualità d'immagine.

Per avere un termine di riferimento, come giudichi la resa ottica dell'ef 70-210 f4?

Non conosco il 35-70 f3.5-4.5, tuttavia SE la qualità ottica fosse paragonabile a quella dell'ef 28-70 f3.5-4.5 (e sospetto che sia anche superiore, rivista la minore escursione di lunghezze focali) potrebbe essere un oggetto interessante. Chiaramente non va paragonato con un 24-105 f4 L, 24-70 f4 L o 24-70 2.8 L, che sono ottiche ben più recenti e con schemi ottici decisamente più sofisticati.

Sarei molto cauto nell'acquistare ottiche powerzoom, in quanto canon non fornisce più ricambi, e se ben ricordo anche la messa a fuoco era solamente automatica (così come per l'ef 100-200 f4.5 A): oltre a tutto i margini di taratura per tali ottiche sono molto limitati, e l'assenza di componentistica rende il tutto più problematico.

Tuttavia, vi è anche da dire che tutte le ottiche datate ef in mio possesso, con motore afd (tecnologia precedente a quella usm) si sono rivelate sorprendentemente affidabili. Mai nessuna ottica ha richiesto tarature particolari, nemmeno quelle più delicate come il 135 2.8 softfocus (anzi, ho provveduto a farlo controllare presso un centro di assistenza, e mi hanno confermato che rientrava tutto nei parametri previsti).

Tra i teleobiettivi, un modello molto valido è l'ef 100-300 f5.6 L: dal punto di vista ottico è nettamente migliore del 70-210, ma è superiore anche ai vari 70-300 di fascia di prezzo medio bassa attualmente disponibili in commercio (incluso il 70-300 is usm canon). Chiaramente, non è a livello del 70-300 L.

avatarsenior
inviato il 13 Luglio 2016 ore 14:30


Non lo farò mai, l'ho citato solo per i posteri videomaniaci in bolletta, ma io non faccio video, non ne ho motivo.

L'idea era valida, ma non è utilizzabile nei video: ho fatto qualche ricerca in rete, e in live view i pulsanti per lo zoom pare che non funzionino. Peraltro, la rumorosità sarebbe inaccettabile per un uso in ambito video. Tuttavia, l'idea è stata ripresa con l'ultimo ef-s 18-135, venduto in kit con la 80d: la modalità powerzoom è però ottenuta con un accessorio a parte, da collegare all'ottica.

Ecco, a quello do la caccia da anni. Com'è, realmente?

E' specificamente ideato per la fotografia ritrattistica, e richiede diverse cautele d'uso (in parte specificate nel manuale di istruzioni). Tuttavia, se la luce è adeguata, l'immagine è a fuoco, e si è riusciti ad ottenere un buon compromesso in termini di effetto soft focus, tra le due modalità disponibili e l'apertura del diaframma, i risultati possono essere molto interessanti.




Non è un'ottica da paragonare con il 135 f2 L usm, dato che la finalità progettuale non era quella di avere livelli di risoluzione e contrasto elevati (diciamo che sono adeguati per i ritratti, dove avere non molti dettagli sulle imperfezioni della pelle è un fatto positivo).

Quello ho il sospetto che costi. Il modello non L, invece, te lo tirano dietro.

Inizia ad essere raro, ma si trova attorno ai 200 euro. Trovandomi nel dubbio su quale vendere, tra il 100-300 f5.6 L e l'ef 70-300 f4-5.6 is usm, ho ceduto il secondo (era otticamente inferiore).

avatarsenior
inviato il 13 Luglio 2016 ore 14:54

Nel mio caso ne ho trovato un esemplare in vendita a 180 euro, cifra che ho giudicato ragionevole.

Quanto alla resa, è dovuta al fatto che l'ottica opera secondo un principio fisico diverso, rispetto a un filtro soft focus. Cito dal catalogo canon:

"The soft focus technique used to draw out a mysterious beauty in
portraits of female models and flowers can be achieved several
ways. The easiest is to use a soft focus filter. These filters have
rough surfaces which disperse the light entering the lens (the
photographic light), and the resulting photograph looks like a pale
mist has enveloped the scene.

In contrast, soft focus lenses are specifically designed to use
spherical aberration, which normally decreases sharpness in a lens
and can cause “seeping,” for its softening effect. Unlike soft filters,
the image performance of soft focus lenses involves creating a
unique and beautiful world which veils the subject in a soft fuzzy
flare, while nevertheless maintaining the subject in sharp focus.
The flare is controlled to round out the image. Soft focus lenses
make taking this kind of photograph fun again."

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2016 ore 20:16

Dalle foto si notano diversi artefatti dovuto ad un incremento eccessivo dello sharpening (in particolare nelle ultime due, che sembrano avere un leggero banding verticale), ma la resa è apprezzabile. Se si tratta di file jpeg creati dalla fotocamera, auspico che la riduzione del rumore fosse su disattivato, dato che fa perdere non pochi dettagli.

Poi, è da valutare quali fossero le impostazioni di scatto.

Detto questo, anche il vetusto ef 22-55 f4-5.6 usm (che possiedo) è in grado di fornire risultati degni, se si chiude il diaframma attorno a f8-11. La peculiarità di tale ottica è di essere stata sviluppata per le fotocamere a pellicola aps (come la eos IX 240), in cui venivano utilizzate pellicole di dimensioni ridotte, rispetto al formato 35 mm. Nel caso specifico, il fattore di conversione era di 1.3x circa, e l'angolo di campo ottenibile con tale ottica era quindi paragonabile a quello di un 28-70, su pieno formato.

global.canon/en/c-museum/product/ef344.html

Pertanto, tale obiettivo diviene particolarmente versatile su reflex con sensore aps-h, come le 1d. Tuttavia, se la si utilizza su una reflex con sensore a pieno formato, si ha un'ottica quasi ultragrandangolare, a 22mm. Il tutto ad un prezzo di circa 50 euro, se non di meno.

Un oggetto che mi incuriosisce, ma prettamente a livello tecnico, è l'ef 38-76 f4.5-5.6, dato l'inusuale valore delle lunghezze focali lato grandangolo e tele. Non sono riuscito a trovare alcuna informazione circa la motivazione per tale scelta, considerato soprattutto che all'epoca canon aveva a listino diversi 35-80...

global.canon/en/c-museum/product/ef323.html




avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2016 ore 21:01

Come dicevo, gli artefatti si notano in alcune foto, ad esempio nella penultima: osservando lo sfondo si nota una sorta di trama con un leggero accenno a linee orizzontali e verticali.

L'ottica che citavo non è un 20-35, bensì un 22-55 f4-5.6: a 22 mm è evidente che la resa nelle zone periferiche delle lenti non sia eccelsa (soprattutto su fotocamere con sensore a pieno formato), in particolare alla massima apertura del diaframma. Se solo canon sviluppasse i profili per digital photo professional, si avrebbero risultati molto migliori.

Quanto al 38-76, è stato introdotto nel 1995, e all'epoca non vi erano reflex digitali canon. Rimane quindi il dubbio sulla peculiarità della scelta delle focali, dato che un 35-80 non era poi così dissimile.

avatarsenior
inviato il 14 Luglio 2016 ore 21:12

Riguardo al 22-55, segnalo il seguente scatto, effettuato a 22 mm e f8, in accoppiata ad una 6d: viste le condizioni di illuminazione e l'utilizzo a mano libera sono stato costretto ad arrivare a iso 1000, quindi alcuni dettagli sono leggermente deteriorati dal rumore digitale.

File elaborato con dpp 4, stile immagine paesaggio, nitidezza 3 (leggera riduzione del rumore di crominanza).

i.imgbox.com/5ZWG7LGD.jpg?download=true

A f4 la risoluzione e contrasto si riducono sull'intero fotogramma, ma considerata l'epoca in cui è stata sviluppata l'ottica, e il suo prezzo, direi che la resa è ampiamente soddisfacente.

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2016 ore 2:14

La foto è stata scattata in una condizione abbastanza critica, per un'ottica grandangolare, ovvero con il palazzo sullo sfondo non parallelo al piano del sensore: la cosa mette in luce in modo ancora maggiore il calo di resa nelle zone periferiche delle lenti (a seconda dell'inclinazione della fotocamera e della distanza di messa a fuoco).

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2016 ore 12:34

Non è proprio così: il 22-55 è comunque un prodotto della linea ef, quindi studiato per essere utilizzato anche con le reflex formato 35 mm. Poi, hanno scelto le lunghezze focali in modo tale da avere un certo angolo di campo con le fotocamere aps, ma le lenti sono comunque progettate per coprire un fotogramma 24x36 mm, quindi non vi è alcun utilizzo fuori specifica, se lo si accoppia ad una reflex con sensore a pieno formato.

Piuttosto, il problema è nella lunghezza focale a cui la foto è stata scattata, che è quasi ultragrandangolare. Basta valutare la maggiore complessità dello schema ottico di un 24 2.8 is usm, rispetto al 28 2.8 is usm, per rendersi conto di come le difficoltà progettuali aumentino (compromesso tra contenimento della distorsione e ridotta curvatura del piano focale, che sono obiettivi in antitesi, a meno di utilizzare tecnologie molto costose, come le lenti biasferiche), al di sotto di una certa lunghezza focale.

Su un 22-55 di quella fascia di prezzo non era concepibile l'utilizzo di materiali costosi, quindi vi sono stati dei compromessi. Peraltro, nemmeno il miglior zoom grandangolare che canon avesse a listino all'epoca, ovvero il 17-35 2.8 L usm (prodotto dal 1996 al 2001), aveva una resa eccellente nelle zone periferiche delle lenti, anche se si chiudeva il diaframma a f5.6-f8.

Progettare un 35-70 è molto meno critico, proprio per l'escursione delle lunghezze focali: pertanto non è sorprendente che si abbia una discreta uniformità di resa tra centro e zone periferiche delle lenti, quantunque sia datato.

Questo, mutatis mutandis, è vero anche oggi. Il 24-70 2.8 L II usm, offre a 24 mm una resa ottica inferiore a quella di un 70-200 2.8 II L is usm a 70mm (in particolare nelle zone periferiche delle lenti), proprio per le differenti lunghezze focali in gioco.

www.the-digital-picture.com/Reviews/ISO-12233-Sample-Crops.aspx?Lens=7

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2016 ore 23:22

Trovo solo ora questo post, io posseggo e uso regolarmente il 70-210 f4 su 7d.
Otticamente veramente ottimo, f4, robusto e leggero, ultraconsigliato per molti usi, come tele per iniziare e soprattutto come tele da viaggio dato che tali prestazioni ottiche (nitidezza e luminosità) e robustezza (oltre alla scala delle distanze) non si trovano se non su lenti nettamente molto più costose e soprattutto pesanti.
Unico neo l'af che è il suo punto dolente, ma per ritratto e paesaggio va bene, certo non ci si può fare avifauna.
Infine poi cercando il pelo nell'uovo spesso per via dei trattamenti antiriflesso old style tende (specie in notturna) a dare dei lievissimi viraggi al blu, ma niente che non si possa correggere più che al volo facendo raw e portando a casa risultati sempre piacevoli e all'altezza delle aspettative, come questi due esempi.
www.juzaphoto.com/me.php?pg=110693&l=it#fot923938
www.flickr.com/photos/nebix93ge-treni_e_ferrovie_in_liguria_e_non/1867

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2016 ore 17:00

Grazie! Il lato grandangolo in ogni casa costruttrice di lenti é quello che ha fatto i maggiori passi in avanti, basti pensare che un tempo 24mm era grandangolo quasi spinto, mentre ora si arriva a 11-12 in scioltezza.
Il flare é un problema dei vecchi grandangoli molto sentito, io ho avuto per un certo periodo un tokina 20-35 2.8 coevo alle prime lenti eos (fine anni 80 inizio 90) e in notturna produceva tanto di quel flare da non essere fisicamente utilizzabile.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2016 ore 17:33

L'ideale sarebbe provare il 20-35 2.8 L che da quanto so é il primo ultrawide zoom del sistema ef il cui lontano discendente a livello di fascia di mercato é il 16-35 2.8 .
Il problema é che come hai detto sono lenti ancora relativamente costose e che quindi si possono prendere per usarle, non certo per collezionarle.

avatarsenior
inviato il 17 Luglio 2016 ore 1:11

Per confermare le mie impressioni sulla resa ottica del 100-300 5.6 L, oggi ho deciso di farne uso. Dopo varie prove, direi che è praticamente a livello del 100-400 f4.5-5.6 L is usm, ad aperture attorno a f8: non raggiunge però la versione II (che peraltro possiedo), come era prevedibile.

Il problema principale, tuttavia, è la messa a fuoco in ai servo. In one shot non vi sono problemi particolati: anzi, accuratezza e precisione sono migliori di quanto mi aspettassi, per un'ottica così datata.

Per soggetti in movimento, invece, la percentuale di foto fuori fuoco che ho avuto è stata abbastanza elevata: questo in accoppiata ad una 1d mark IV. A questo punto è bene precisare che io sono estremamente critico a riguardo, per cui includo anche in casi in cui l'errore di messa a fuoco sia ridotto, ma comunque sufficiente a non far apparire la foto nitida come dovrebbe. Oltre a tutto ho eseguito le prove con volatili che si muovevano a distanza relativamente ravvicinata, rispetto alla fotocamera, che è una delle condizioni più critiche, dato che il motore di messa a fuoco deve lavorare molto.

Detto ciò, allego una delle foto scattata con una 1d mark IV ed ef 100-300 f5.6 L, a 235 mm, f8, 1/1000s, iso 1000.

Il livello di dettaglio mi sembra molto buono, considerata l'anzianità dell'ottica: con il 100-400 prima serie avrei ottenuti risultati del tutto comparabili. Il 70-300 f4-5.6 is usm è nettamente inferiore, dal punto di vista ottico.

File raw elaborato con dpp 4, stile immagine paesaggio, nitidezza 3, e una lieve riduzione del rumore di crominanza.

i.imgbox.com/xwmfqsYO.jpg?download=true


avatarsenior
inviato il 18 Luglio 2016 ore 0:58

Come scritto in precedenza, trovo che la resa ottica sia molto vicina a quella del 100-400 f4.5-5.6 L is usm, che non per nulla è stato il successore del 100-300 f5.6 L. Circa le quotazioni, in genere l'ordine di grandezza dei prezzi è attorno ai 200 euro, anche se iniziano a divenire rari.

Un'altra ottica che potrebbe essere curioso provare è l'ef 50-200 f3.5-4.5 L: quasi certamente la resa sarà superiore a quella dell'ef 70-210 f4, tuttavia non so come sia comparato al 100-300 f5.6 L.

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