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Calibrazione Schermo già calibrato in fabbrica


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avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2016 ore 14:25

Certamente se "osiamo" molto con la post produzione è uno dei tanti "aggeggi" che servono, con la coscienza che non è uno strumento miracolante.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2016 ore 14:34

Per quanto mi riguarda l'utilità di avere un processo di gestione del colore corretto è più finalizzato al mantenimento delle sfumature dei toni che non la totale fedeltà alla realtà. Anche perché nei paesaggi la fedeltà alla realtà sarebbe incredibilmente noiosa e poco appariscente.
Nei ritratti mi interessa di più, ma finché resta nell'intorno della fedeltà me lo faccio andar bene...

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2016 ore 14:35

Non trovo senso a puntualizzazioni leziose, o che comunque non aiutano l'utente che ha chiesto consigli.


Allora sarebbe meglio continuare a perpetrare l'ignoranza? Una gestione maccheronica e semplicistica aiutano di più di una rigorosa?

Un colorimetro o uno spettrofotometro sono strumenti di misura; il primo fornisce misure colorimetriche, il secondo fornisce misure spettrali. Con tali misurazioni si possono fare varie cose, e tali cose possono essere fatte in modo diverso.

Con lo stesso strumento, ad esempio, e con software diversi, si arriva a stati di calibrazione differenti e sopratutto a profili diversi.

Un buon strumento, con un buon software, unito a una conoscenza dell'argomento che non sia maccheronica, è potenzialmente in grado di fornire ottime calibrazioni e ottimi profili. Ossia permette di inserire quella periferica nella gestione del colore in modo ortodosso.
Un monitor così gestito ci restituirà una compensazione il più possibile scevra da difetti; compatibilmente ai suoi limiti hardware.

Quello che vediamo a monitor è la traduzione colorimetrica da file --> profilo monitor
Quello che stampiamo è la traduzione colorimetrica da file --> profilo stampante/carta

Monitor e stampante non sono in diretta correlazione; saperlo è importante.

@Linux

Sì.. ha senso avere un colorimetro, molto senso. Secondo me non ha senso prendere un monitor economico e poi non calibrarlo, come non ha senso ignorare la gestione del colore.
Nel tempo della pellicola sarebbe come farsi un corredo Hasselblad e poi sviluppare a casaccio con una camera oscura improvvisata alla meglio.

Nel digitale il monitor è l'elemento cardine dello sviluppo; mortificare corredi da migliaia di euro con lo schermo della Coop è avvilente.

Un buon monitor correttamente gestito è auspicabile per tutti, per il professionista, ma anche, e forse sopratutto, per l'amatore che gode della propria passione.

Quante volte mi è capitato di sentire fotoamatori lamentarsi dei colori delle proprie foto, sia nel monitor che nelle stampe. Eppure nessuno di loro affrontava il problema nel solo modo logico possibile.

Basta poco; una infarinatura di gestione del colore, per capire i meccanismi di base, e poi un colorimetro. Il 90% dei problemi finisce.
E se si vuole affrontare anche il discorso stampe è importante capire quale sia la relazione colorimetrica.
Su queste conoscenze si possono compiere le scelte operative; che monitor comprare, che strumento comprare, con quali parametri calibrare, ogni quanto ricalibrare....

Per esempio :
Quindi l'unico senso è cercar di replicare il più simile possibile ciò che un monitor ci mostra a ciò che la stampa mostra.

questo è uno degli equivoci più frequenti; perseguire una cosa del genere non ha senso perché la macchina non contempla una relazione tra questi due elementi.

Noi tutti spendiamo fior di quattrini in macchine, obiettivi, accessori... rincorriamo le novità; ma poi quasi nessuno spende 30€ di libro per capire come funziona la faccenda. E' logico?

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2016 ore 14:55

Noi tutti spendiamo fior di quattrini in macchine, obiettivi, accessori... rincorriamo le novità; ma poi quasi nessuno spende 30€ di libro per capire come funziona la faccenda. E' logico?


Giustamente prima di prendere il "coso" è meglio approfondire un minimo la materia, altrimenti il "coso" diventa uno dei tanti feticci con cui ci si vanta di essere dei "manici" del nulla!

Continua ad esserci troppa confusione e le spiegazioni di Raamiel sono "oro" anche se talvolta tende ad essere precisino... ma va bene così

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2016 ore 15:45

non sottovaluto il problema, anzi. solo che ho preso un monitor che permette la calibrazione hardware solo con il colorimetro i1display, che porca pupazza costa una legnata.. Triste e non so se prenderne una più economica per calibrarlo solo software ha senso avendo la possibilità di farlo hardware.
mi sono iniziato a porre il problema un annetto fa, quando ho riiniziato a scattare, e ho preso un buon monitor (o così mi sembra da quel che si diceva in giro, in funzione delle mie possibilità) un Dell u2413. prima o poi arriverò anche al colorimetro, ma visto che anche quest'anno salto le ferie, devo darmi una regolata... MrGreen

avatarjunior
inviato il 02 Giugno 2016 ore 5:26

Grazie a tutti,
ho già un "calibratore" della x-rite.
Temevo ad usarlo per non s×re questa fantomatica calibrazione di fabbrica...poi mi sono chiesto a che serve se, almeno su macbook è necessario ricalibrare ogni 2 settimane. Per quanto più stabile sia uno schermo da desktop credo che anch'esso vada fuori taratura

Grazie!

avatarsenior
inviato il 02 Giugno 2016 ore 12:32

Tutti gli schermi vanno fuori calibrazione , non taratura. Anche un Eizo da duemila euro deriva da suo stato; la differenza in monitor di alto livello è che le fasi di calibrazione e caratterizzazione sono in genere discinte.

Ad esempio possiamo caratterizzare lo schermo con un numero molto alto di patch, anche 3000, per poi costruire un profilo cLUT molto preciso delle periferica. Una caratterizzazione di questo genere però richiede molto tempo, anche due ore o più.
Fare tutte le volte l'intera procedura (calibrazione - caratterizzazione - profilazione) sarebbe un dispendio di tempo assurdo. Quindi si procede solo alla ricalibrazione periodica; che riportando la periferica nello stesso stato in cui è stata caratterizzata, non rende necessaria una nuova caratterizzazione.
Una volta costruito il profilo ci si preoccupa solo di tenere la periferica nello stesso stato in cui tale profilo è valido; quindi si ha il vantaggio di una mappa molto precisa che viene mantenuta con semplici e veloci ricalibrazioni periodiche.

I monitor più economici invece non garantiscono la stabilità necessaria; ben difficilmente il monitor potrebbe trovarsi nel medesimo stato a distanza di mesi, anche dopo ricalibrazione.

avatarsenior
inviato il 02 Giugno 2016 ore 12:48

discinte


??Eeeek!!!??

user93614
avatar
inviato il 02 Giugno 2016 ore 13:28

Credo intendesse distinte :)

avatarjunior
inviato il 02 Giugno 2016 ore 13:36

Grazie a tutti,
ho già un "calibratore" della x-rite.

non chiamatelo calibratore! Qualcuno si potrebbe arrabbiare.

Allora sarebbe meglio continuare a perpetrare l'ignoranza? Una gestione maccheronica e semplicistica aiutano di più di una rigorosa?


dipende di che rigore si tratta... se è rigore linguistico, forse si.
Se un utente suggerisce "una lente", intendendo un obbiettivo sta commettendo comunque una semplificazione. Non so se è però il caso di farne una discussione a proposito quando tutti avevano capito comunque di cosa si trattasse.

Noi tutti spendiamo fior di quattrini in macchine, obiettivi, accessori... rincorriamo le novità; ma poi quasi nessuno spende 30€ di libro per capire come funziona la faccenda. E' logico?


Ah beh se è per questo c'è di molto peggio. Molti spendono migliaia di euro in attrezzature fotografiche senza aver mai speso nemmeno 1 euro in un libro o corso di fotografia. Eppure fanno foto lo stesso. Questo è logico?

Se ti piacciono le cose illogiche per rimanere "in tema colore", vediamone alcune; come i dispositivi che possono riprodurre 1 miliardo di colori. Pagando tali dispositivi fior di bei soldini. Qualcun altro utilizza profili colore a 10 o più bit. Facendo fare miliardi e miliardi di calcoli ai nostri processori. Mai nessuno acquista un libro di fisiologia umana che dice che l'occhio umano ne percepisce meno di 200.

avatarsenior
inviato il 02 Giugno 2016 ore 14:54

I profili colore non hanno una codifica in bit; quello è il file. La visione umana distingue assai più di 200 colori; il locus umano è un dominio analogico le cui suddivisioni sono infinitesimali.

E' per evitare questi errori che si cerca di essere precisi, quando possibile. Se poi ci si abbandona al concetto di "tanto al chilo"... allora bon, tanto vale buttare tutta la colorimetria e seguire le ricette di nonna papera.
Buttiamo gli Eizo, con relativo colorimetro, e riprendiamoci gli schermi dell'Amiga a 256 colori... tanto ne vediamo solo 200.

avatarjunior
inviato il 02 Giugno 2016 ore 15:58

I profili colore non hanno una codifica in bit; quello è il file. La visione umana distingue assai più di 200 colori; il locus umano è un dominio analogico le cui suddivisioni sono infinitesimali.

E' per evitare questi errori che si cerca di essere precisi, quando possibile. Se poi ci si abbandona al concetto di "tanto al chilo"... allora bon, tanto vale buttare tutta la colorimetria e seguire le ricette di nonna papera.
Buttiamo gli Eizo, con relativo colorimetro, e riprendiamoci gli schermi dell'Amiga a 256 colori... tanto ne vediamo solo 200.


Spiegaci le infinite suddivisioni del locus umano, dominio analogico della retina....
Mai sentito nominare, e alla facoltà di medicina avevo 30 a fisiologia.
Locus è la posizione in cui si trova un gene in un cromosoma. La retina non ha "locus".
Forse intendevi la fovea? Di quali suddivisioni parli? Peraltro infinitesimali....
La retina non ha alcuna suddivisione, è "popolata di cellule" non di settori ne tantomeno suddivisioni.
Mi dispiace darti la brutta notizia, ma la fisiologia umana non l'ho creata io.
O forse adesso dirai che i libri di fisiologia son sbagliati, inesatti?
Scrivicelo tu un trattato.

Vedi, proprio tu che parli di precisione.... non perpetriamo l'ignoranza (cit).

avatarsenior
inviato il 02 Giugno 2016 ore 16:19

Ma perché chiedi a me quando potresti cercarti le informazioni?

Comunque il locus umano, in colorimetria, è questo :



Per locus si intende la proiezione dello spazio XYZ nel piano xy; rappresenta tutti i colori visibili dal genere umano secondo il modello statistico CIE 1931.
Questo spazio è analogico, le suddivisioni possibili sono infinite; non ha relazione con la fisiologia dell'occhio.

Gli spazi colore come ProPhoto, AdobeRGB, sRGB, ecc ecc... hanno pure essi un locus :



Questo è AdobeRGB. La tipica forma triangolare è dovuta la fatto che questi spazi, in genere, sono espressioni di matrici del modo colore RGB (tre primari, tre vertici, quindi un triangolo).
La loro suddivisione è altrettanto infinitesimale quanto lo è il dominio dei numeri reali.

Il file che poi viene caratterizzato da un certo profilo ha una profondità in bit; questa profondità in bit è l'entropia che si ha a disposizione per definire e suddividere il gamut dello spazio colore.
Un tiff a 16bit quantizza a 2^16 (per canale) sia un sRGB che un ProPhoto, ad esempio; ne consegue che sRGB, essendo più piccolo, è suddiviso più finemente.
Proprio per questo motivo si dice che ProPhoto sia incompatibile con il formato Jpg a 8bit; è una inesattezza in realtà, un Jpg può avere abbinato il ProPhoto, ma 2^8 (per canale) è troppo poco per suddividere in modo efficiente un gamut tanto esteso.

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2018 ore 15:38

@Raamiel
Scusami sto seguendo con interesse la discussione... A questo punto potresti suggerire un libro che tratta bene l'argomento? Mi piacerebbe approfondire... Sorriso

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2018 ore 17:27

Non saprei indicarti un libro che tratta questo argomento in modo specifico.

Ma c'è sempre "Misurare il Colore" curato da Oleari, che è un ottimo riferimento per il mondo del colore nel suo complesso.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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