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Cambiare la Prospettiva







avatarjunior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 9:02

Scusate se intervengo a gamba tesa su una discussione già avviata. Se ipotizziamo una foto ad un singolo oggetto semplice su uno sfondo uniforme, un cubo o un cilindro fatto di metallo (ad es.) la prospettiva si può cambiare? forse si... Sorry

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 9:15

E' una situazione semplice, quindi si, e con facilita' (parliamo di linee di fuga).
Se vuoi cambiare anche il pdr, devi lavorarci un po' di piu' sopra, ritagliando, mascherando, clonando livelli ecc...
e tutto quanto gia' detto ;-)
In casi limite, ricrei per intero la scena. Ma questo tuo caso mi sembra semplice ed essenziale.
Prova a riprendere un viottolo di un mercato gremito di gente ed oggetti vari (scatoloni, automobili, cassette di legno, pedane lampioncini ecc...), e prova poi a distorcere le linee prospettiche: auguri!
Tanto vale cambiare anche il pdr, ricostruendo tutta la foto su un altro file, travasandogli dentro ogni singolo elemento deformato o ricostruito per intero ;-)

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 9:47

Giuseppe, fai una prova: riprendi un tavolo nero (senza inquadrarne i bordi); e attacca sul tavolo una moneta da un euro, in piedi.

Poi prendi un'altra moneta da un euro, e attaccala un po' più dietro; e scatta.


Nell'immagine ottenuta, la prospettiva e le linee di fuga sono definite dalle diversa grandezza con cui compaiono le due monete. Che succede quando ri-scali quella di dietro?

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 9:49

Probabilmente il realismo è la chiave per toccare la sensibilità generale, l'astrattismo richiede capacità empatica, stabilisce un rapporto esclusivo e simbiotico tra autore e osservatore.

In linea generale dovrebbe essere così, ma se consideriamo che sempre più autori si chiudono in una sorta di gabbia dorata, senza fornire le chiavi di lettura delle proprie opere o, nella migliore delle ipotesi, fornendole solo ad una ristretta cerchia di critici e galleristi, ma con la più o meno dichiarata clausola di renderle criptiche per il normale osservatore, allora l'arte si riduce ad una produzione per la propria ristretta cerchia di amici (mi vengono in mente le serate di diapositive in famiglia come "versione kitsch"). Ne parlava anche Smargiassi di questa problematica.
Ma rimane il fatto che anche per stabilire un rapporto empatico tra autore ed osservatore occorre che l'opera venga interpretata e spiegata a parole; le chiavi di lettura non sono più all'interno dell'opera stessa, andando persino oltre le affermazioni di Duchamp per cui il titolo doveva essere parte dell'opera, come una pennellata.
Personalmente sono propenso a considerare questo come una penalizzazione dell'arte "visiva" piuttosto che una sua liberalizzazione; un'incapacità di riuscire a farsi comprendere attraverso la visione, per cui deve ricorrere ad una esplicitazione di altro tipo; e allora quella "gabbia dorata" dell'artista tradisce forse il suo non voler ammettere questo limite

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 11:02

Le monete, in prospettiva (ed ance in assonometria) diventano degli ellissi.
Scalarli, pertanto, non è sufficiente.
Bisogna ruotarli in modo da allinearne gli assi minori alle linee di fuga corrispondenti: tutte queste (quelle delle singole monete, e quelle degli spigoli del tavolo) devo convergere in un unico punto (punto di fuga) al di sopra o al di sotto dell'orizzonte (o in sua corrispondenza), mentre tutte le linee di fuga laterali convergeranno a dx e a sx in altri due punti (fuochi).
Nel caso del cubo, più avvicini i fuochi reciprocamente, e più il cubo si deformerà apparendo come una sorta di tetraedro (bidimensionalmente parlando: un quadrato che si trasforma in un rombo).

Ho disegnato migliaia di automobili (bozzetti) e cubetti, quindi ne so qualcosa.
Il trucco migliore per dare il senso realistico ad un artefatto grafico, è 'sbagliare' un pelino la prospettiva, ed aggiungere qua e la dei microdifetti, per svincolarla da una presunta o ambita perfezione che l'occhio individuerebbe subito come 'finta'.
Una sorta di discretizzazione preventiva.

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 11:03

Scusate se ormai ripropongo le tre domande di pag. 5 come se fossero le 10 domande di Repubblica. Ma se la questione che vi interessa è quella della legittimità etica o artistica (3), mi pare che non ci sia molto di interessante e specifico da aggiungere sulla prospettiva .

Se la finalità è solo artistica vale tutto: il realismo è lecito quanto Pollock e quanto i "collage" di Warhol con la Monroe. Se la finalità è il reportage o la fotografia realistica, il vero problema è la sostituzione di elementi importanti , più che la correzione prospettica (o la conseguente clonazione di ciò che era dietro al filo della luce). E' un tema molto più ampio di quello del topic, che c'entra solo marginalmente.

La questione che mi pare più interessante è quella tecnico/geometrica (2): in quali condizioni è/non è realizzabile la trasformazione che simula un diverso PdR. E mettersi d'accordo su cosa vuole dire.

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 11:08

Sì Caneca, i lati e gli spigoli del tavolo sono appunto esclusi dall'inquadratura. Le monete diventano ellissi anche se cambi il punto di ripresa: il punto è se puoi ricreare la stessa deformazione via software, rimappando le coordinate. E la risposta la sai.

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 11:16

Gabriele, hai mai visto i cosiddetti dipinti 'falsi d'autore'?
Riproduzioni fedelissime dei grandi quadri della storia della pittura, realizzati da pittori contemporanei, dove linee e colori, chiaramente, appaiono più freschi, brillanti, vividi.
Meglio degli originali, insomma (in alcuni casi).
Sono opere legali e addirittura certificate, poiché si ammette la riproduzione, senza nasconderla, al fine di truffàre qualcuno.
Stessa roba vale per le rielaborazioni grafiche in fotografia:
se le si fa per frodare o ingannare (diffondere notizie giornalistiche false e manipolando la realtà dei fatti, ad esempio) è sicuramente deprecabile.
Per tutti gli altri utilizzi, invece, è lecito farne uso, e non necessariamente dichiarandone la natura contraffatta. Dipende.
Una donna col seno rifatto, dovrebbe andare i giro col cartello sulla testa recante "ho le tette rifatte, io!", oppure è sufficiente che sia sincera verso il suo nuovo fidanzato col quale non ha ancora condiviso la sua intimità fisica?

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 11:34

Si scoprirà che, per qualcuno, cambiare le linee in post è come l'intervento di chirurgia estetica; mentre scattare con il mio decentrabile mostrato nell'avatar sarebbe meno invasivo: come usare il push-up MrGreen .

Ma io lo uso perché mi ci trovo bene (come con i filtri graduati): non perché penso che chi usa la post sia un fara.butto degenerato cui dare lezioni di morale Sorriso .

Comunque la questione che mi pare più interessante e meno battuta è quella geometrica: ci sono casi in cui la proiezione (il "falso", se preferisci) può avvicinarsi a piacere alle coordinate di un'immagine scattata da diverso PdR. Ma questo non vale in generale, e alcuni dei motivi sono stati segnalati sopra.

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 11:42

Vogliamo parlare dei ragazzi che saltano dalle rampe con gli skateboards, ripresi con i superwide da sotto, o con i fisheye, e che appaiono come spalmati sulla superficie di una sfera?
Realismo fotografico o fotometrico ;-)

avatarjunior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:18

Ma rimane il fatto che anche per stabilire un rapporto empatico tra autore ed osservatore occorre che l'opera venga interpretata e spiegata a parole;

Concordo sul fatto che l'osservatore eserciti una legittima istanza: vuole capire. Ciò che non condivido è la modalità, la pretesa che l'artista debba far ricorso ad un linguaggio più o meno codificato, perché l'arte è fatta di segni, di rimandi a qualcos'altro, semina indizi. D'altronde anche codici come la scrittura sono fatti per chi li sa leggere. Il bestiario degli artisti medievali era un codice, il Cristo poteva venire rappresentato come un agnello, un pellicano, un pesce, un pavone, il sole; Dio aleggia nello sfondo dorato delle tavole. Quanti fedeli avevano i mezzi per leggere quei codici che ancora oggi richiedono studio e passione per essere interpretati, dirò di più individuati? Poiché l'arte non è affatto scontata nel linguaggio, infatti i suoi codici non sono scritti a lettere e numeri, anche quando è realistico-figurativa richiede al destinatario del messaggio di "sospendere il suo giudizio". Il cane ai piedi di Ilaria del Carretto simboleggia la devozione del consorte, per i domenicani è il simbolo dell'ordine (domini canis = domenicani).
La sospensione del giudizio, epochè, è un concetto antichissimo, significa: non guardare solo la superficie, non limitarti ad un giudizio basato sull'esperienza personale. Se apri un libro di fantascienza sai che si parla di alieni ed astronavi con motore a curvatura, non esprimi un giudizio basato sull'esperienza, decidi di fingere che tu fai parte di quell'universo conoscitivo e ti adatti...
E' un meccanismo che attuiamo innumerevoli volte nell'ambito delle nostre relazioni, anche quando "facciamo buon viso a cattivo gioco". Ovviamente il gioco deve valere la candela, quando riesci a penetrare i segreti dell'animo dell'artista ti esalti, ti senti di appartenere ad un'elite privilegiata ma non per casta, per virtù dell'intelletto.

avatarjunior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 14:13

L'arte è sincretica. Nasconde sempre i significati dietro citazioni, contaminazioni, simboli formali, cromatici e perfino compositivi. Un accostamento di colori non complementari nella scala cromatica è già un indizio che nasconde qualcos'altro, chiede di essere indagato.
Quando siamo davanti ad una tela, apriamo un libro, ascoltiamo musica, ordiniamo un piatto gourmet, non intervistiamo l'autore, o lo chef, ci mettiamo in gioco, la sfida è tentare di capire cosa nasconde la forma che percepiamo.
Ciò che noi osserviamo non è ciò che percepiamo, ne sono consapevoli anche gli scienziati, gli scettici, il C.I.C.A.P. e perfino lo S.H.I.E.L.D. I fisici positivisti che esprimevano critiche al rapporto aureo, usciti dalle aule universitarie si nascondevano in improbabili laboratori a pasticciare con l'alchimia, quando non partecipavano alle sedute spiritiche. Al CICAP lo sanno e trovo singolare che tirino in ballo il positivismo come esempio di approccio scettico-scientifico per arrivare a definire la sezione aurea come frutto di superstizione. Sappiamo che la pretesa razionalità positivista distingueva gli individui in base ai tratti somatici, etnici e all'appartenenza alle classi sociali offrendo la spalla ai fautori del nazionalismo e dell'eugenetica.

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 16:03

L'arte è sincretica. Nasconde sempre i significati dietro citazioni, contaminazioni, simboli formali, cromatici e perfino compositivi

Vero, ma un tempo c'era chi si assumeva l'onere di spiegarli anche al "vulgo"; tutti i russi o i greci del medioevo sapevano che il sandalo che cade dal piede del Cristo bambino in braccio alla Madonna, in tante icone orientali, simboleggiava lo sgomento per ciò che lo aspettava. Ok, all'epoca ci pensavano i sacerdoti a divulgare il significato delle simbologie nell'ambito dell'arte sacra, così come quelle "cortesi" pescavano da una tradizione altrettanto nota nell'ambito della mondanità delle corti europee. In questo le simbologie antiche appartenevano realmente ad un linguaggio (cioè ad una forma comunicativa la cui comprensione era ampiamente condivisa), perché la diffusione di quel linguaggio, così che fosse conosciuto e compreso da tutti, era la base per la sua utilizzazione in campo artistico. Pensa alla funzione di vera e propria "catechesi" che i bassorilievi romanici esercitavano nei confronti del popolo.
Questo non significa che l'artista attuale non sia libero di inventare un proprio insieme di nuovi simboli, anzi, se ci riesce significa che ha una mente geniale; però se non si preoccupa di divulgarne la comprensione, quell'insieme non potrà diventare "linguaggio", rimarrà una cosa unicamente sua. L'artista, a quel punto, parlerà unicamente con sé stesso (è anche vero che l'individualismo spinto sembra essere la caratteristica saliente dell'attuale sistema di vita occidentale)

avatarsenior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 16:05

Scusate, ma mentre siete qui a discutere, smanettate anche sui files (fate anche il lavoro sporco, insomma), o affrontate l'argomento solo da un punto di vista ...olistico? Eeeek!!!

avatarjunior
inviato il 19 Maggio 2016 ore 16:24

Sorriso tempo al tempo.

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