| inviato il 27 Aprile 2016 ore 20:58
Guardando un po' di foto in giro ho notato spesso colori vividi e saturi, a tratti quasi fantastici, verdi verdissimissimi che manco l'insalata dell'uomo del monte, rossi rossi, rossi tipo la vamp di Roger e Rabbit. Ora mi chiedo, fanno più le lenti o fa più la post produzione? Perchè su pellicola ogni tanto foto con i colori magnifici uscivano, ma spesso uscivano pure slavate o comunque per fare toni tanto vividi ci voleva la mano di dio e condizioni di luce favorevolissime. (lo chiedo perchè giochicchiando con i toni su photoninja ho ricreato l'effetto e volevo sapere quanto è da attribuirsi ad una cosa e quanto all'altra ) |
| inviato il 27 Aprile 2016 ore 22:29
Hai dimenticato i tramonti marziani. È abbastanza facile eccedere con i colori. Su photoshop si può fare grossolanamente aumentando la saturazione. Oppure in modi più raffinati e selettivi, e comunque l'erba verde bandiera, magari in ombra, con uno sfondo infuocato, non la ottieni nemmeno con 20k di corredo. Poi le foto cartolina, nel senso stampate su cartolina sono spesso extra sature perché è il mercato che richiede quello. |
| inviato il 27 Aprile 2016 ore 22:59
“ Ora mi chiedo, fanno più le lenti o fa più la post produzione? „ Citando un grande saggio, credo "la seconda che hai detto" Certe cose che si vedono in giro vanno al di là delle leggi dell'ottica |
| inviato il 27 Aprile 2016 ore 23:12
Eheheh Fabio, vedo che hai inteso la retorica un poco ironica della mia domanda. Un po' vuole essere provocatoria verso questo stile, moda, gusto o come lo si voglia chiamare del supersaturo, che non voglio dire sia brutto in se stesso, ma di certo tutto super saturo un poco scoccia e sa di posticcio. D'altro canto, c'è anche da dire che un po' il dubbio viene lecitamente nel chiedersi se abbia ancora senso spendere copiosa pecunia per una lente capace di restituire colori vividi e naturali, visto e considerato che con due click si può ottenere più o meno lo stesso risultato. Io credo che ne valga ancora la pena perchè il risultato in linea di principio pare a me più naturale, ma oggi sono riuscito a dare tono a delle foto fatte con il mir1 b, senza paraluce e senza filtro uv, che avrei su pellicola dovuto accettare slavate e basta perchè è una lente che soffre tantissimo certe condizioni di luce. Che sia arrivato il momento di puntare solo sulla definizione? |
| inviato il 27 Aprile 2016 ore 23:15
l'uomo ha amore per gli eccessi. il software aiuta a drogare le immagini. colori saturi, colori slavati, b/n contrastati e b/n scialbi. già i produttori di pellicola lo sapevano e velvia 50 era decisamente adatta allo scopo, sia quando era usata leggermente sottoesposta per dare saturazioni impossibili, sia quando era usata a iso 25 o 32 per chi amava i colori tenui. |
| inviato il 27 Aprile 2016 ore 23:31
Ooo sono d'accordissimo con il tuo parere, ma consideriamo che prima c'erano dei limiti fisici praticamente invalicabili, e che se fossero stati valicati al fotografo in questione sarebbe stata riconosciuta una lodevolissima capacità di controllo in tutte le fasi di creazione dell'immagine, dall'inquadratura fino alla composizione dei bagni di sviluppo. Poi magari quelle foto sarebbero state posticce, pacchiane e poco reali ma certamente uniche per quell'epoca e dunque artisticamente rilevanti, pure perchè uno avrebbe dovuto dire "ok signor x, per fare una foto del genere significa che tu hai una padronanza totale della fotografia e dunque ti puoi permettere di fare quello che vuoi"; nel senso che sarebbe come Picasso che si può permettere di fare anche uno scarabocchio se vuole, ma perchè sempre se vuole può fare un ritratto perfetto e dunque lo scarabocchio è una precisa scelta artistica dettata dalla ricerca di innovazione. Questo discorso, forse limite mio, non riesco a farlo valere in generale. |
| inviato il 27 Aprile 2016 ore 23:54
Comunque c' è da dire che anche gli obiettivi ci mettono del loro..... Con i Canon tenendo sempre la saturazione a zero, mi ritrovo spesso con i colori fin troppo vivaci. Con gli Zeiss, normalmente aumento un po' la saturazione perchè sono un po' spenti. Con i Nikon, devo accendere il fornellino perchè sono un po' freddi..... Di regola, se gli scatti li ho fatti con delle luci "giuste", li sviluppo in maniera fedele, però capita a volte che le condizioni non siano ideali (reportage, paesaggi) , e allora anch' io cerco di aggiungere un po' (ma poco) di colore. |
| inviato il 28 Aprile 2016 ore 0:12
Allmau, sostanzialmente gli obiettivi prima facevano veramente molta differenza, diciamo che erano quasi 50 e 50 con le pellicol e la tua comparativa rende l'idea. Poi figurati, è normale e giusto aggiungere un poco di colore, si è sempre fatto e sempre si farà . Il dubbio è più su certe esagerazioni che non lasciano praticamente niente di quelle che erano le luci ed i toni originali dello scatto, un po' come quando si dipingevano le foto e uno non sapeva se dire bello scatto o bel quadro (e si sappia che a me piace un sacco jan saudek eh) |
| inviato il 28 Aprile 2016 ore 9:20
Dipende sempre che foto si vuol fare..... d' altronde, se passiamo il concetto che la fotografia può anche essere arte, (la mia no, ovviamente ) l' elaborazione in post ci può stare. E come al solito, lì si farà la differenza tra il pasticcione, che carica un po' di tutto alla bell' e meglio e senza gusto, e l' artista, che ti sforna dei panorami che sembrano dei quadri. Nelle gallerie di Juza, di quadri d' autore che ti lasciano a bocca aperta, alcuni ce ne sono..... ma ci sono anche tante foto caricate all' eccesso. Chi fa la foto, la propone in una certa maniera, e poi sta a noi, senza preconcetti, dire se ci piace o no. Ed eventualmente fare della critica costruttiva, senza fare i don Chisciotte con la verità Divina sempre a portata di lingua |
| inviato il 28 Aprile 2016 ore 10:01
Esatto Allmau..... Zeiss spenti ( ma anche freddi) e Nikon freddi ( ma anche giallo verdastri) Efus: se guardi le mie gallerie vedrai solo .....roba naturale. |
| inviato il 28 Aprile 2016 ore 10:10
Ai tempi dell'analogico gli utenti comuni potevano fare ben poco per regolare i colori, a parte scegliere la pellicola più vicina ai propri gusti e sovraesporre o sottoesporre leggermente. Con il digitale le cose sono cambiate e tutti possono regolare facilmente i colori come meglio credono. Questo porta spesso a degli eccessi piuttosto sgradevoli. Del resto la tendenza è quella di spingere al massimo sia con i colori che con tutti gli altri parametri. Difficile stabilire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Non c'è una unità di misura della PP che consenta di stabilire un limite preciso, artefatti a parte è tutta questione di gusti personali e quindi tutta la faccenda è molto opinabile. |
| inviato il 28 Aprile 2016 ore 10:31
C'è anche da considerare il fatto che, ai tempi della pellicola, le manipolazioni tendevano generalmente a rientrare in uno standard accettabile perché, essendo praticamente appannaggio dei soli professionisti, proprio per questioni "professionali" dovevano rispondere ai canoni imposti da agenzie, editori, galleristi ecc. Oggi che tutti possono manipolare le immagini (anche i non professionisti e i selfiemaniaci), il vincolo di quei canoni imposti non c'è più perché il 90% delle immagini non è più fatto per essere venduto, ma per soddisfare il gusto personale dell'autore; purtroppo quello che manca è l'educazione all'immagine e all'utilizzo dei linguaggi figurativi, così quel gusto personale scade spesso nel kitsch, fino a rasentare talora il "gusto per l'horror" |
| inviato il 28 Aprile 2016 ore 10:51
Eh Giuliano, di fatti io apprezzo molto le tue scelte sia in fatto di lenti che di stile, oltre che i tuoi interventi ragionati. In generale non è che con il mio primo quesito volessi scagliarmi contro i mulini a vento, per rifarmi al paragone, e nemmeno dettare qui i canoni del corretto utilizzo dei toni, ci mancherebbe, non avrei nemmeno un decimo delle capacità e cognizioni per fare simile dissertazione. E' un parlare per parlare e scoprire un po' di pareri. Poi io stesso ho peccato e penso peccherò ancora con la barra della saturazione www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1804758&l=it lapalissiano esempio Molto giusti poi sono gli interventi di Stefano, Allmau e di Daniele, difficile non condividerne il senso, che poi su alcuni punti è coincidente. E' che certe volte questa voglia di strasaturare mi ricorda una frase del film il grande Lebowski "quel tappeto si che dava un tono all'ambiente" e poi per rimediare al tappeto pisciato si finisce nel vortice dell'esagerazione...non so se il paragone calza |
| inviato il 28 Aprile 2016 ore 11:05
Bisogna anche dire che oggi siamo abituati a colori supersaturi: le già citate cartoline ma anche i monitor o le televisioni esposte nei negozi sono tutte regolate con luminosità e saturazione esagerate (ma anche il contrasto) proprio per colpire. Per non parlare di giornali e cartelloni pubblicitari. Naturale che a questo punto vedere immagini meno esasperate non dia la stessa impressione. |
| inviato il 28 Aprile 2016 ore 11:11
verissimo Tersillo, ma è una cosa che vuole l'uomo, come una sorta di bisogno. la volontà di rappresentarsi le cose a proprio gradimento. è ben difficile, quando si entra in una casa, trovare persone che hanno regolato il televisore senza esagerare sulla saturazione. |
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