| inviato il 31 Marzo 2016 ore 13:14
I fatti: realizzo fotoinserimenti di pavimenti e rivestimenti in ceramica su sfondi fotografici preesistenti ( goo.gl/oRZRlX ). I clienti spesso mi forniscono le foto delle piastrelle scattate in studi professionali, ben calibrate basandosi sui campioni, ma a volte no. In questi casi devo fotografare io i pannelli o le singole piastrelle con la Canon 6D, e per avere un riferimento, soprattutto per il bilanciamento del bianco, uso la card Whibal e la scala dei grigi Kodak. Per l’esposizione invece uso un cartoncino Kodak Grey 18%. Ma non ho uno studio, quindi o vado dai clienti oppure fotografo i pannelli nel mio cortile, con la luce diurna. Poi elaboro le immagini prima in Camera Raw, poi con Photoshop su un MacPro con monitor LaCie 324 profilato con la sonda XRite. Ma il mio riferimento principale, per essere sicuro che non ci siano dominanti di colore, è il “contagocce” di Photoshop, col quale misuro la card Whibal o i grigi Kodak, per verificare di aver ottenuto grigi neutri. Nonostante questo a volte (per fortuna non spesso) mi sento dire “è troppo caldo”, “è troppo freddo” oppure "verdastro", "rossiccio", ecc. Tutto questo guardando le foto su monitor lucidi che, se va bene, sono calibrati con lo strumento “occhiometrico” di sistema di Mac OSX. Se no neppure con quello, se si tratta di PC. Quello che vorrei è ottenere una immagine da poter fornire al tipografo per stampare il catalogo senza curarsi di come il cliente la visualizza, se su un portatile o su un PC e con monitor calibrati o meno. Ciò che conta dovrebbero essere i numeri dei colori . E poi comunque anche il tipografo farà le sue eventuali ulteriori calibrazioni basandosi sui campioni dei prodotti e soprattutto sul suo sistema di stampa. Però almeno avrò una buona base di partenza, a prova di discussioni davanti ai monitor sui quali non ho controllo. Così vorrei chiedere agli esperti di colore digitale (ehm… Raamiel ci sei?) è se consigliano l’acquisto del set ColorChecker Passport xritephoto.com/colorchecker-passport-photo e se, una volta fotografate le piastrelle con a fianco quei campioni di colore, il software fornito effettuerà le dovute misurazioni per darmi una calibrazione ottimale dell’immagine. Insomma, per calibrare le foto, non il monitor, esiste un “centro di gravità permanente”? |
| inviato il 31 Marzo 2016 ore 15:38
my two cents: ti sei già risposto. tutta la color correction affonda le basi sui colori noti. In assenza di certezze come un color checker ci si affida a qualcosa che si sa essere in un certo range numerico (pelle, fogliame, cielo ecc) ed a qualcosa che si sa essere neutro (per il WB) Ma in realtà se (caso limite) qualcuno ti dice che una mattonella bianca è troppo verde, ti basta il contagocce per smentire l'affermazione.... |
| inviato il 31 Marzo 2016 ore 19:56
“ Ma in realtà se (caso limite) qualcuno ti dice che una mattonella bianca è troppo verde, ti basta il contagocce per smentire l'affermazione.... „ Non è quello il caso, di solito sono colori non ben definiti ma tendenti a qualcosa Stamattina poi mi sono reso conto che in tre, davanti allo stesso monitor con di fianco le stesse piastrelle, vedevamo e percepivamo cose diverse. Io non vedevo tutto quel "verde" o "rosso" da eliminare o da aggiungere. Tornando al Color Checker, c'è un software che permette di selezionare quei colori uno per uno, leggerne i valori RGB e poi fare la calibrazione? E' questo che non so, e visto che quell'oggettino non costa poco, vorrei capirne un po' di più prima di fare la spesa. So che si usa per calibrare la fotocamera, con un software Adobe collegato a DNG converter che produce un profilo colore per la fotocamera, ma non so se si usa anche per le singole foto. |
| inviato il 01 Aprile 2016 ore 18:29
“ percepivamo cose diverse „ Ecco la chiave di volta. Si parla di percezione, e questa è soggettiva per definizione, e si parla di numeri, e questi non mentono. Il Color Checker ti serve per avere dei riferimenti esatti, e questo si traduce in un tot di applicazioni tra cui appunto creare un profilo ICC della fotocamera (principalmente) e bilanciare il bianco. Da quel che ho capito successivamente leggendo di nuovo il tuo primo intervento e di conseguenza il secondo, il color checker potrebbe esserti inutile, ma ci torno alla fine. Ipotizziamo una scena in cui tu non abbia doppie dominanti, luci strane ecc ecc ecc: dopo aver bilanciato il bianco (con la tacca apposita del color checker invece che con il cartoncino che usi abitualmente) ti troverai nella situazione in cui il contagocce ti dirà delle ovvietà per quanto riguarda il resto delle tacche, e potrai dare per scontato che questo possa valere per tutta l'immagine. Ma per questo avrai usato solo UNA tacca, cui hai fatto fare il lavoro del cartoncino che hai già. Ovvero, la piastrella non è virata sul rosso o sul verde, è solo una sensazione personale. Allora ti basta il cartoncino e se vuoi puoi dimostrarlo mostrando una foto della piastrella che ieri vi ha trovato discordi che contenga anche il cartoncino, e misurare col contagocce. Se invece il problema è dovuto alla diversa resa dei colori delle diverse accoppiate macchina/obiettivo (Da cui nascono i colori stile canon, stile nikon ecc ecc ecc) allora è necessario creare il profilo ICC e ti serve necessariamente il color checker. “ Tornando al Color Checker, c'è un software che permette di selezionare quei colori uno per uno, leggerne i valori RGB e poi fare la calibrazione? „ Certamente, è proprio il motivo per cui compri un color checker, infatti il software te lo danno insieme.... Un esempio del suo scopo (faticaccia trovarne uno omnicomprensivo) è questo: petapixel.com/2014/10/01/colorchecker-how-to-get-perfect-skin-colors-w L'immagine della modella (negli esempi con le tre foto vicine) è correttamente bilanciata ma l'incarnato è leggermente diverso. Quindi sì, il color checker SERVE, ma se il problema è che tre persone vedono una "ok", una "troppo verde" e l'altra "troppo rosso" allora sono soldi buttati, c'è puzza di "percezione" più che di "numeri"... |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 9:25
Ero sicuro di aver cliccato su "invia risposta" ieri pomeriggio, invece stamattina non la vedo... rispondo di nuovo. Avere un riferimento preciso e documentabile come il Color Checker sicuramente mi aiuterebbe nel rispondere " i colori misurati sono quelli giusti, il resto è soggettivo e opinabile ", in modo da non dover perdere tempo guardando foto su monitor altrui non calibrati. Penso quindi che farò l'acquisto. Quello che ancora non ho capito però è se, oltre alla profilatura della fotocamera (come spiegato in quella pagina che hai linkato) c'è anche un software che permetta la calibrazione di singole immagini misurando i colori del ColorChecker, così come faccio il bilanciamento del bianco con la card Whibal. Poi dalla tipografia mi farò dare il file di riferimento che usano per le tarature delle macchine, e la stampa più recente (un bestione formato manifesto chiamato "lo stampone", contenente ogni possibile scala di colore assieme a foto di paesaggi, frutta, fiori, ritratti... e piastrelle), in modo da verificare cosa esce in stampa da quale immagine. Così dovrei avere la coscienza a posto :-) |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 10:35
“ Poi dalla tipografia mi farò dare il file di riferimento che usano per le tarature delle macchine „ ti consiglio di stare sul "classico" fogra 39, a meno che tu non conosca personalmente la tipografia ed il loro modo di procedere. |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 14:04
Per quanto riguarda la tipografia parlavo di un vero e proprio file + stampa (12088x8498 pixel = 100x70cm), che viene stampato a scadenze regolari per verificare la calibratura delle macchine di stampa. Infatti ci si dimentica sempre di parlare dell'ultimo passaggio, che potrebbe tragicamente rovinare anche la foto con tanta fatica sviluppata ed elaborata sul migliore dei monitor possibili. Qui una versione ridottissima di uno di quei file di test (che in origine era CMYK), solo per far capire di cosa si tratta:
 Avere file+stampa permette anche a me di verificare come verrà stampato (ovviamente da quella tipografia) ciò che vedo a monitor. |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 14:20
“ Per quanto riguarda la tipografia parlavo di un vero e proprio file + stampa (12088x8498 pixel = 100x70cm), che viene stampato a scadenze regolari per verificare la calibratura delle macchine di stampa. „ La tua esposizione è corretta, ma mi chiedo quante tipografie utilizzano la procedura da te proposta? Non parlo a sproposito, ma da addetto ai lavori, nella mia famiglia siamo 3 fratelli tutti e tre stampatori che operano in 3 aziende diverse sulla piazza di Milano...... così ad occhio e croce in tre abbiamo all'attivo oltre 110 anni nelle sale stampa! |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 21:59
Se non ho capito male, con il colorimetro Xrite i1 display pro dovebbe essere possibile misurare il colore di un oggetto e ottenerlo così a video. Però non so come si faccia o che software aggiuntivo serva. Qualcuno ne sa di più? |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 22:02
Non con il colorimetro, ma con lo spettrofotometro Eye one Pro. |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 22:34
“ ma mi chiedo quante tipografie utilizzano la procedura da te proposta? „ Quasi nessuna. La cosa più sconfortante è che ormai conta solo il prezzo più basso. Anche io nel mio lavoro ho visto sparire clienti che si sono poi rivolti, per i fotoinserimenti, a ragazzini che facevano cose immonde, prospettive sballate, mobili volanti, piastrelle con ripetizioni visibilissime tipo francobollo, tutto per risparmiare qualche decina di euro. E sempre a causa del "massimo ribasso" operato dai concorrenti ho visto chiudere laboratori fotografici professionali eccellenti, ma che non riuscivano a "tirare via" nel proprio lavoro. Tornando all'ambiente tipografico, io non ho la tua esperienza, ma lo stesso ricordo negli anni '80 quando gli scanner erano enormi macchinoni a tamburo, e per le immagini che andavano sui cataloghi o sui libri si facevano le vere prove di stampa su carta, le "progressive" (poi soppiantate dal più moderno "Cromalin", già sparito pure lui) e poi interveniva il cromista che a mano acidava le pellicole per ottenere i necessari bilanciamenti dei colori. Vero artigianato :-) |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 23:02
Purtroppo è l'amara realtà..... Questo non esclude che ci si possa appoggiare a tipografie serie, dove almeno inizialmente puoi chiedere di presenziare all'avviamento di stampa. Mi pare di capire comunque che tu abbia le idee molto chiare e presti molta attenzione al tuo lavoro (fossero tutti così). In casi come il tuo, raramente il risultato finale è inaspettato, ma con la perseveranza e l'attenzione direi che alla fine il risultato può anche superare le aspettative Un consiglio che posso darti (e che uso personalmente) quando devi mostrare il tuo lavoro al cliente prima della stampa fallo con un (tuo portatile) Mac o Pc opportunamente profilato e simulando sempre il metodo CMYK con il profilo adeguato. |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 23:15
“ Un consiglio che posso darti (e che uso personalmente) quando devi mostrare il tuo lavoro al cliente prima della stampa fallo con un (tuo portatile) Mac o Pc opportunamente profilato e simulando sempre il metodo CMYK con il profilo adeguato. „ Nel mio lavoro ho sempre usato Mac, a partire da un MacPlus con ben 2mb di RAM e monitor in bianco e nero :-) ma non ho mai avuto un portatile. |
| inviato il 02 Aprile 2016 ore 23:24
“ Nel mio lavoro ho sempre usato Mac, a partire da un MacPlus con ben 2mb di RAM e monitor in bianco e nero :-) ma non ho mai avuto un portatile. „ Anch'io ho sempre avuto Mac, ma oggi come oggi un portatile di permette di portare sempre con te il tuo lavoro e mostrarlo al cliente con la certezza del risultato finale! Nei casi più ostici (ci sono sempre i rompic.....i) e solo in caso di contestazioni hai sempre la possibilità di produrre una prova colore certificata (con scaletta media wedge) e dimostrare che il risultato di stampa è assolutamente allineato al risultato proposto a video |
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