“ Non so ma per me 11 mm sono decisamente troppo pochi. Davvero difficili da gestire al meglio, per me si vedranno montagne di foto con praticamente nulla dentro, completamente sbilanciate piatte insomma. Forse sono solo io „
“ Io non riesco a riempirle sotto al 24...... „
“ si effettivamente 11mm sono veramente tanti... „
“ Già i grandangolari spinti "allontanano" parecchio. Immagino fare una foto ad un tramonto... Il sole sarà minuscolo e lontanissimo, la spiaggia lunghissima e Dio non voglia ci sia qualcuno che passeggia ai bordi del frame perché avrà una larghezza di spalle degna di un culturista „
“ Mi aggiungo alla lista „
“ un angolo smisurato.
riempire significa avvicinare. occorre una mentalità a metà strada tra il paesaggista e il macrofotografo. „
“ il senso di queste lenti?
fotografia di landmark interni ..musei, architettura particolare.. ma anche geometrie..
Se ho amato i 14mm del sammy.. potrei ammalarmi con 11mm „
“ Non è che bisogna per forza usarlo!
Starà alla bravura del fotografo stabilire se il soggetto o la situazione saranno adatte ad un 11 mm.
Meglio averlo che non averlo „
Se mi è concesso un copia-incolla da un mio precedente intervento:
Chiaramente i super grandangolari bisogna saperli usare. Io per ora non sono mai andato oltre i 18mm di angolo di campo equivalente su FF.
Come è già stato detto, presentano problematiche quali il rischio di includere nella composizione parti variamente illuminate ed elementi di disturbo. Se c'è il sole è facile che entri quest'ultimo o l'ombra del fotografo. Poi si devono controllare le linee cadenti (che possono essere corrette in PP, ma a costo di ritagliare parte dell'immagine e di effettuare crop asimmetrici) e si deve considerare la deformazione anamorfica ai bordi (anche quella può essere corretta, ma inducendo altre problematiche riguardo alla geometria).
Poi, come si è già notato, c'è il rischio di fare foto "vuote": si fa entrare tutto in uno scatto, ma poi risulta tutto piccolissimo, lontanissimo ed insignificante, senza un vero centro di attenzione.
A volte il semplice espediente di mettere in primo piano, su uno dei terzi o anche più vicino al bordo, qualcosa che di per sé non sarebbe particolarmente significativo, ad esempio un albero, migliora la composizione conferendo al tutto il senso della profondità. Questo è del resto ben noto anche in pittura e ampiamente usato dai paesaggisti del '700 e dell'800.
Penso però che questa non sia una regola universale e che a volte il paesaggio preso con il grandangolo funzioni anche senza il famigerato elemento in primo piano; occorre piuttosto che sia presente qualcosa di visivamente pregnante, che riempia adeguatamente la composizione.
Altra operazione spesso consigliabile consiste nel tagliare l'immagine in alto e in basso, eliminando le parti superflue di cielo e di terreno e impaginare in un formato panoramico.
Nelle foto di architettura e urbanistica c'è da considerare l'effetto di una dilatazione degli spazi, per cui una stanzetta finisce per assomigliare a un salone e una piazzetta a una piazza d'armi; e questa è una controindicazione se si hanno finalità documentare. A tal scopo è più indicato fare una sequenza di immagini con grandangoli più moderati, rinunciando alla pretesa di far entrare tutto in una sola foto. Al limite si possono fare uno o due scatti con un super-wide, per dare un'idea generale dell'articolazione degli spazi*, e poi si passa a focali maggiori per informare delle reali misure e proporzioni.
Ciò non toglie che a saperli usare si possono realizzare immagini di grande impatto visivo, tutto sta ad aver chiaro cosa si vuole ottenere.
* Se si tratta di spazi non caratterizzati da geometrie ortogonali, ma piuttosto da planimetrie curvilinee e da piani incurvati e avvolgenti, può funzionare meglio un fisheye.