JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).
Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.
Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:
- Anche se conosciuto e molto chiacchierato, propongo il mitico Gianni Berengo Gardin giusto per contribuire alla completezza di questa sezione -
Gianni Berengo Gardin:
Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930, e inizia a occuparsi di fotografia nel 1954, dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi. Nel 1965 si stabilisce a Milano e inizia la sua carriera professionale dedicandosi al reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Le sue prime foto, da semidilettante, sono state pubblicate nel 1954 su il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965. Ha lavorato con le principali testate della stampa italiana ed estera, con il Touring Club Italiano e con l’Istituto Geografico De Agostini, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri fotografici, pubblicandone oltre 200. Nel 1963 è stato premiato dal World Press Photo. Nel 1990 è stato invitato d’onore al “Mois de la Photo” di Parigi dove ha vinto il Premio Brassai. Nel 1995 ha vinto il Leica Oskard Barnack Award ai “Rencontres Internationales de la Photographie” di Arles. Nel 1998 ha vinto ex aequo il Premio Oscar Goldoni per il miglior fotolibro dell’anno con Zingari a Palermo. Ha tenuto circa 200 mostre personali in Italia e all’estero, e sue immagini fanno parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui la Calcografia Nazionale di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotheque Nationale, la Maison Européenne de la Photographie e la Collection photo FNAC di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna. Nel 1972 la rivista “Modern Photography” lo ha inserito tra i “32 World’s Top Photographers”. Nel 1975 Cecil Beaton lo ha citato nel libro “The magic Image: the genius of photography from 1839 to the present day.” E H. Gombrich lo ha citato come unico fotografo nel libro “The Image and the Eye” (Oxford 1982). Italo Zannier nella “Storia della Fotografia Italiana” (Roma-Bari 1987) lo ha definito “il fotografo più ragguardevole del dopoguerra”, ed è presente tra gli 80 fotografi scelti da Henri Cartier-Bresson nel 2003 per la mostra “Les choix d’Henri Cartier-Bresson”. Nel 2006, in occasione di una sua mostra, ha tenuto un discorso alla sede del Parlamento Europeo di Bruxelles. Nel 2008 gli è stato assegnato, negli Stati Uniti, il prestigioso “Lucie Award” alla carriera e nel 2009 gli è stata conferita dall’Università degli Studi di Milano la laurea Honoris Causa in Storia e Critica dell’Arte. Nella fotografia di Gianni Berengo Gardin la poesia è spesso protagonista attraverso il silenzio. E le figure umane, quando ci sono, raccontano attimi di una vita sospesa, senza tempo, in una tradizione di tranquilli gesti quotidiani che si susseguono giorno dopo giorno. In ognuna di queste foto, ciascuno di noi ritrova un po’ di se stesso, della sua storia, dei suoi ricordi: più che paesaggi sono come archetipi dell’immaginario collettivo, e la poesia che ne scaturisce ci entra sottopelle e ci diventa subito familiare. Gianni Berengo Gardin predilige il bianco e nero, in parte per una questione generazionale, ma anche perché “il colore distrae il fotografo e chi guarda”. Instancabile testimone del nostro tempo, nei suoi scatti in bianco e nero traspare infatti la capacità di raccontare le storie senza pregiudizi e una ricchezza di sentimenti che si scioglie in narrazione sempre lineare e coerente. La sua grandezza è la semplicità. O meglio la capacità di rendere leggibile la complessità del mondo.
Probabilmente il più prolifico autore italiano in ambito editoriale. 250 libri in 50 anni (l'incubo di ogni collezionista), al punto che è uscito il "libro dei libri"
Al di là della sua produzione immensa, credo veramente che GBG sia un fotografo eccezionale, con delle idee forse un po troppo radicate nel passato, ma con un'occhio ed una mente invidiabile. La sua serie sui baci, tra le prime scattate, quando qui in Italia era ancora vietato baciarsi in pubblico per "oltraggio al pudore", mi ha colpito profondamente...un mix di delicatezza e di denuncia veramente ben riuscito. Ultimamente ho visto la sua mostra sulle grandi navi a Venezia e devo dire che mi ha ipnotizzato...un'altro successo, un messaggio diretto e ben esposto. Non condivido con lui certe idee, ma è stato il primo "vero fotografo" che ho imparato a conoscere pertanto ha per me un significato speciale osservare i suoi lavori!
Una svista perdonabile, vista l'ambientazione simile ad un paio di foto di GBG. Una è quella della spider inglese fotografata sulla spiaggia non ricordo se della Normandia o della Bretagna, che è in cima a quelle sopra allegate. L'altra è questa: images.nital.it/nikonschool/sguardi/85/intervista1/01a.jpg presa sulla riva di un fiordo inglese. In un'intervista diceva di non comprendere come mai quest'ultima fosse più popolare della prima, visto che appunto nella prima l'auto è più bella e il cielo più scenografico. Nella stessa intervista (o forse era in un'altra) raccontava di quest'altra foto, tra le sue (giustamente a mio parere) più celebri: www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/06/UTF-8Gianni-Berengo-Gardi All'inizio non ne era soddisfatto e l'aveva praticamente accantonata. Poi qualcuno che l'ha vista l'ha persuaso del contrario.
Hai fatto benissimo ad aggiungere alcune foto davvero iconiche dell'autore. Ammetto che quelle delle grandi navi non le trovo molto interessanti. Aggiungo alcune foto tratte dal lavoro sui manicomi commissionate da Basaglia:
“ Ammetto che quelle delle grandi navi non le trovo molto interessanti. „
Si, sono d'accordo... ho visitato quella mostra al negozio Olivetti e alcuni immagine dell'allestimento le ho messe in fondo a questa galleria: www.juzaphoto.com/me.php?pg=133049&l=it Nessuna delle foto in questione penso che verrà annoverata tra le sue più memorabili. Del resto non penso che il suo intento fosse quello di fare dei capolavori ma piuttosto quello di attirare l'attenzione sul problema in questione.
Le foto dei manicomi e dei campi Rom hanno ben altra forza.
Ascoltato qualche settimana fa a Fano, personaggio assolutamente di primo piano nel panorama fotografico italiano anche se come cultura fotografica è rimasto attaccato alla sua formazione di base: solo pellicola, solo b/n e solo Leica!
Per quanto riguarda le foto sulle grandi navi, concordo con chi sostiene che, forse, non rientrano tra i suoi capolavori (almeno in questo momento, magari un domani verranno rivalutate alla luce delle future condizioni sociali ecc)...certamente però hanno un'impatto forte e riescono perfettamente nell'intento di trasmettere il messaggio per le quali sono state scattate!
Senz'altro rispondono allo scopo che GBG si è prefissato, di mostrare il fuori-scala di questi ecomostri galleggianti rispetto al delicato tessuto urbanistico veneziano.
(Riguardo alle navi. No, non è la produzione migliore e non sono memorabili. Ma in questo caso GBG è il mezzo con cui è stato messo in mostra uno scempio. GBG è il cavallo di Troia in questo caso, non vanno viste come capolavori....)
Del resto è un concetto che GBG ha espresso più volte: "Io non sono un artista, ma un artigiano e un cronista". Io lo considero uno dei più grandi artisti italiani contemporanei, ma non è questo il punto. Queste dichiarazioni per me svelano il suo atteggiamento nei confronti della fotografia: non esce con la sua Leica con l'intento di fare a tutti i costi dei capolavori, ma se ha fatto una serie di foto che documentano efficacemente quello che si era prefissato penso che abbia conseguito il suo scopo.
Che cosa ne pensi di questo argomento?
Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.