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Lettura, critica e giudizio dell'immagine


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avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2016 ore 9:28

Dalla mia ultima "fatica fotografica" che sto proponendo ai circoli della provincia. Prossima conferenza al Circolo Fotografico Naturalistico "Wild-Life" di Treviolo (BG) il prossimo 17 marzo 2016. Spero di fare cosa gradita.

Il superamento del limite mentale «mi piace ? non mi piace» costituisce la giusta base di partenza per affrontare gli argomenti della lettura e della critica di un opera d’arte.
Provando a dare un giudizio critico su una qualsiasi opera d’arte, dipinto, scultura, fotografia, è molto probabile che ad una prima sommaria occhiata prevalga l’aspetto estetico, ovvero ciò che più è ancorato al nostro reale vedere e percepire. Il critico attento però deve superare l’aspetto sensoriale ed approcciare una lettura calandosi nella realtà storica e socio culturale del momento in cui l’opera è stata realizzata.
Operando in tal senso sarà in grado di sganciare il suo giudizio dal mero gusto personale e dalla componente sensoriale. Si dovrà porre pertanto in una situazione di lettura che consideri, superando il proprio concetto estetico, i diversi fattori, storici, culturali artistici e sociali che caratterizzano l’opera.
La verità è che per criticare opere d’arte bisogna prima saperle leggere.
Ogni fotografo dovrebbe essere in grado di leggere un’immagine, per tre principali motivi:
1) saper distinguere gli scatti più riusciti da quelli meno riusciti,
2) intuire le reazioni di chi osserverà la foto,
3) capire quali fattori rendono efficace una foto.
Leggere un’immagine non è attività che si improvvisa.
Il sapere del presente è frutto della conoscenza del passato. (S. Agostino)
Esercitare liberamente il proprio genio: ecco la felicità. (Aristotele)
L’immaginazione è molto più importante della conoscenza. (Albert Einstein)
I grandi pensatori ci insegnano che la profonda conoscenza unita a genio e sregolatezza spesso nella vita fanno sì che l’uomo dia il meglio; ma a volte purtroppo, anche il peggio di se stesso e gli esempi nella storia non mancano.
E forse è così anche per la fotografia:
- Conoscenza della storia e del proprio tempo (inteso come contesto socio culturale);
- Idea e genialità che consentono all’autore di dare un messaggio e un senso ha ciò che ha ripreso, ma anche di evidenziare il suo stile personale e la sua libera interpretazione.
I generi fotografici sono molteplici: reportage, ritratto, pubblicità, naturalistica, ma qualsiasi fotografia deve raggiungere lo scopo che si prefigge l’autore, sia esso quello di presentare al meglio un soggetto, oppure di documentare un avvenimento o riprendere un momento.
Una fotografia riuscita deve contenere in sé un aspetto che vada oltre il mero dato tecnico, ed è l’interpretazione, il messaggio che il fotografo ha inteso dare. Esiste però anche il “non-messaggio”, nella fotografia concettuale, quella di Luigi Ghirri ad esempio, l’aspetto introspettivo prevale su tutto. E’ lasciata volutamente a chi osserva la propria personale interpretazione.
Comprendere a fondo il linguaggio estetico usato dal fotografo.
Gli elementi utili per un’analisi di un’immagine possono essere semplificati nei seguenti:
. Tecnica
. Composizione e aspetto artistico
. Contesto
. Soggetto
. Significato e informazione
L’aspetto tecnico riguarda tutte le regole di base di una buona fotografia, quali l’esposizione della luce, la corretta messa a fuoco, la profondità di campo, la coerente scelta dell’obiettivo, la qualità dell’eventuale stampa.
La composizione deve evidenziare il rispetto dei differenti concetti di equilibrio, simmetria, sezione aurea, utilizzo delle diagonali, direzione degli sguardi e così via.
L’aspetto artistico è molto rilevante perché determina, insieme alla particolarità della scena e dei momenti ripresi, l’impatto sull’osservatore.
Per comprendere al meglio una fotografia bisogna individuare il contesto storico, sociale, geografico in cui l’immagine è stata scattata.
La valorizzazione della componente creativa e dell’atmosfera che l’autore è riuscito a creare, essendo caratteristiche evidenti ed inconfutabili, suscitano sempre interesse e curiosità.
In effetti a ben pensarci per la riuscita di un’immagine sono necessari pochi elementi:
Una luce interessante e ben gestita, l’immediata identificabilità del soggetto, uno sfondo pulito. In sintesi, semplicità e pulizia.
È ovviamente importante avere informazioni riguardo al soggetto dell’immagine, o comunque in mancanza di informazioni esterne si deve cercare di comprendere perché il fotografo ha considerato proprio quel soggetto e come lo stesso interagisce nella scena.
È necessario inoltre indagare le ragioni per le quali il fotografo ha scelto di utilizzare tutti gli elementi precedentemente indicati e come li ha tradotti nella foto. È proprio il grado di interesse suscitato che determina l’impatto emozionale. Altro fattore importante è la personalizzazione della foto che deve esaltare lo stile proprio dell’autore e far riconoscere immediatamente le sue immagini fra le altre.
Il titolo della foto è argomento sovente sottovalutato ma al contrario molto apprezzato da parecchi critici e giurie dei concorsi, e merita pertanto la dovuta attenzione. Gli esperti in lettura dell’immagine assegnano una grande valenza al titolo che, se non azzeccato, può addirittura stravolgere il significato della foto e il messaggio che il fotografo ha inteso trasmettere, pregiudicandone il successo.
Riassumendo i parametri da seguire per una corretta lettura possono essere così riassunti:
- Valutazione della tecnica
- Valutazione aspetto artistico/estetico
- Grado di interesse e conseguente impatto emozionale
- Significato e messaggio dell’immagine (titolo)
- Personalità e stile espressi dall’autore
Ovvio che chiunque può dare alla fine la sua personale interpretazione critica. Tuttavia, solo la mente aperta all’analisi seguendo alcuni canoni base, nonché il confronto con chi ha visioni e sensazioni diverse dalla propria, possono aiutarci a comprendere come un’immagine possa essere letta correttamente.
La critica discende da un’attenta lettura
1) Lettura dell’immagine
2) Analisi critica
3) Espressione del giudizio
Si osservi come, cambiando l’ordine dei fattori sopra citati, tutto oggettivamente perda di senso logico.
Spersonalizzare la critica significa in sostanza sganciare lettura e critica dall’autore inteso come persona concentrandosi solo sull’immagine a prescindere da chi, autore affermato o neofita, quella foto l’ha scattata. Dopo tutto anche fra le opere di Cartier Bresson, Berengo Gardin, ecc. ci sono quelle più riuscite e quelle meno riuscite.
Paolo M.

avatarjunior
inviato il 10 Marzo 2016 ore 9:48

Interessante!

avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2016 ore 19:17

molto interessante, grazie, ciao

user39791
avatar
inviato il 10 Marzo 2016 ore 19:25

Posto anche questo interessante saggio sulla lettura di un'immagine. www.ideavisiva.it/PDF/Giorgio60AnniFIAF_Capitolo6d.pdf

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2016 ore 19:58

Penso che sarebbe già lodevole se prima di dare un giudizio ci si domandasse sempre in base a quali conoscenze giudichiamo una foto.
Ricordo che tempo fa dopo aver osservato una foto di nudo scrissi cosa secondo me era sbagliato e l'autore come risposta scrisse che le mie osservazioni andavano bene solo per le noiose foto del mio portfolio: tutte precise e tutte uguali.
Quindi d'accordo che le regole sono scritte per essere infrante però bisogna saperlo fare. ;-)

user14286
avatar
inviato il 11 Marzo 2016 ore 7:31

si critica in base al proprio bagaglio di conoscenze.
L'autore dovebbe SEMPRE rispettare una critica, indipendentemente dal livello di "formazione"di chi giudica il suo lavoro, piuttosto che avere la coda di paglia.

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2016 ore 8:33

Certamente, ognuno scrive quello che pensa. Però raramente, per non dire quasi mai, ho letto critiche che parlano di inquadratura da rivedere perché magari il soggetto è al centro della foto e come sappiamo soprattutto nel caso dei ritratti è un errore, oppure la modella circondata da elementi di disturbo, ma chi commenta si sofferma solo sul fondoschiena. Etc etc.
In sintesi secondo me, mi riferisco alle foto alle persone, almeno il 90% delle foto sarebbero da correggere nell'inquadratura eppure i mi piace si sprecano e in questo modo inconsciamente facciamo credere all'autore della foto di essere diventato un nuovo Newton, un nuovo genio della fotografia ;-)

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2016 ore 8:58

Però se è vero che le critiche si devono accogliere tutte è anche vero che bisogna dare a tutte un peso, se mi critica Gastel o mi critica quel collione di FPiegnae su Juza valuto da me quanto snobbare un parere... Il problema semmai è che far valere la propria (spesso superflua) opinione è diventato una questione di pigiare tasti della tastiera o "touchare" letterine sullo schermo di uno smartphone mentre si è al cesso... Il momento della critica ha smesso di avere i suoi tempi ed i suoi rituali. Oltre al fatto che vorrei vedere se i leoni da tastiera sono disposti a fare i fenomeni anche dal vivo...

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2016 ore 9:04

Quando si è davanti ad una tastiera spesso ci si comporta come gli automobilisti al semaforo: ci si trasforma quasi sempre in peggio

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2016 ore 9:27

Seguo

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2016 ore 13:03

Vi ringrazio per i contributi alla discussione. Non si perda però il vero senso del post: lettura dell'immagine, critica e giudizio, rigorosamente in sequenza altrimenti non avrebbe senso.
Si dovrebbe partire dalla lettura dell'immagine ma ci vogliono esperienza, competenza e tempo.
Segue la critica come diretta conseguenza della lettura.
Infine letta e criticata si hanno tutti gli elementi per giudicare la foto.
Lasciamo perdere i vari ....... sei amico a anche se fai delle cagate ti metto il like e la commento come capolavoro......
È un mondo che fortunatamente non mi appartiene. Andiamo oltre. Sono convinto che non la partecipazione a un social forum, ma la frequentazione di un circolo fotografico possa aiutare al giusto approccio.

user14286
avatar
inviato il 11 Marzo 2016 ore 13:06

Certamente, ognuno scrive quello che pensa. Però raramente, per non dire quasi mai, ho letto critiche che parlano di inquadratura da rivedere perché magari il soggetto è al centro della foto e come sappiamo soprattutto nel caso dei ritratti è un errore, oppure la modella circondata da elementi di disturbo, ma chi commenta si sofferma solo sul fondoschiena. Etc etc.
In sintesi secondo me, mi riferisco alle foto alle persone, almeno il 90% delle foto sarebbero da correggere nell'inquadratura eppure i mi piace si sprecano e in questo modo inconsciamente facciamo credere all'autore della foto di essere diventato un nuovo Newton, un nuovo genio della fotografia ;-)

hai ragione da vendere, ma qui tocchi un problema che si è rivelato essere purtroppo senza soluzione (ed è il motivo per cui ho smesso da tempo di commentare foto altrui, per quanto mi riguarda).

Però se è vero che le critiche si devono accogliere tutte è anche vero che bisogna dare a tutte un peso, se mi critica Gastel o mi critica quel collione di FPiegnae su Juza valuto da me quanto snobbare un parere... Il problema semmai è che far valere la propria (spesso superflua) opinione è diventato una questione di pigiare tasti della tastiera o "touchare" letterine sullo schermo di uno smartphone mentre si è al cesso... Il momento della critica ha smesso di avere i suoi tempi ed i suoi rituali. Oltre al fatto che vorrei vedere se i leoni da tastiera sono disposti a fare i fenomeni anche dal vivo...

Personalmente non avrei nessuna remora a stroncare una foto di m.erda anche di persona, non vedo cosa dovrebbe farmi desistere dal farlo. Ovvio che, come dici nella prima parte del tuo post, l'autore da parte sua resta libero di dare alla critica il peso che crede, ci mancherebbe...

La cosa singolare, comunque, è che fin quando la critica è positiva, va tutto bene, nessun autore si chiede se chi la lascia abbia le competenze per farlo, nè ho visto mai chiedere in base a quali parametri valuta la foto positivamente; se invece la critica è negativa, allora parte il terzo grado per cui devi esibire il patentino di critico, oppure un titolo di studio adeguato, oppure un curriculum eccelso, meglio ancora se hai foto nel profilo, così da poter capire da che pulpito arriva la predica...ehm pardon la critica (come se saper fotografare e saper criticare fosse un abbinamento scontato...); se poi come me, non hai neppure foto ah, beh, squalificato a vita con l'appellativo di "troll"...

avatarsupporter
inviato il 11 Marzo 2016 ore 13:45

Argomento molto interessante che deve aiutarci a riflettere
(includo anche me chiaramente).
Un saluto
Masismo

avatarjunior
inviato il 21 Marzo 2016 ore 14:02

Grazie mille per questo spunto..
Quanto cresceremmo tutti, fotograficamente, se ci fosse la possibilità e volontà dei più bravi di sviscerare a fondo questi 3 aspetti:
1) Lettura dell’immagine
2) Analisi critica
3) Espressione del giudizio

Grazie Pmaffio e Filiberto
Attendo con ansia altri interventi per approfondire.
ciao
marco

user46920
avatar
inviato il 23 Marzo 2016 ore 0:39

... infatti i like non sono un giudizio, né tanto meno una critica ... sono solo un mi piace

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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