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La fotografia di Philip-Lorca diCorcia (Hartford, Connecticut 1953) combina la tradizione documentaristica alla finzione del cinema e della pubblicità, creando immagini che oscillano tra la realtà, la fantasia e il desiderio.
Il fotografo statunitense ha creato uno stile unico che mescola con maestria foto rubate ad accurate composizioni sceniche, l'illuminazione reale a quella artificiale, dettagli simbolici a colori de-saturati. Philip-Lorca diCorcia ha sviluppato l'interesse per la fotografia mentre frequentava l'Università d'Arte di Hartford nei primi anni 70. Continuati gli studi presso la Scuola del Museum of Fine Arts di Boston nel 1975, si è laureato a Yale, con un Master of Fine Arts in Fotografia nel 1979.
Trasferitosi a Los Angeles, ha lavorato nel settore della cinematografia prima di tornare a New York City, come assistente di noti fotografi commerciali. Le fotografie di Philip-Lorca diCorcia conferiscono una qualità inquietante all'immaginario comune che l'artista altera. Rappresentazioni fatte di artificiosità, perfezione formale e valorizzazione del dato estetico, che non rinunciano mai all'istintiva immediatezza del dettaglio rubato.
Catturando momenti che sembrano arrestare il flusso caotico del mondo, congelandolo e isolandolo dal resto che scompare, il fotografo americano pone interrogativi sulla verità documentale delle stesse immagini, inventando vie alternative per esplicare e rappresentare la realtà.
La tensione psicologica della sue messa in scena, ora totalmente pianificata, ora raggiunta attraverso la sorpresa nel nascondere luci nella pavimentazione, tali da illuminare un soggetto casuale in modo speciale, conduce alla costruzione di un nuovo mondo, ricco di pathos, all’interno del quale i personaggi si muovono anonimi attraversano uno spazio delimitato.
Avvalendosi dell'uso di Polaroid, diCorcia miscela sapientemente l'illuminazione artificiale alla naturale, riuscendo a cogliere la fugacità dei dettagli e delle espressioni. Immagini ricche di pathos, rappresentazioni teatrali che dipingono il senso della realtà come fosse appeso a una soglia, incerta, instabile, ma in ogni caso altamente poetica. fotogartistica.blogspot.it/2012/01/philip-lorca-dicorcia-maestri-della
Mi sono perso queste sue ultime (presumo) evoluzioni.
Lo conoscevo per lavori di vari anni fa che rimandavano a foto di street, estemporanee e non costruite (da non intendere con accezione negativa)...ma questo è normale in un percorso evolutivo di un autore.
I lavori precedente a cui faccio riferimento si caratterizzavano in una grande ricercatezza nei contrasti di luce, un po' come Alex Webb, tanto per intenderci.
Le foto postate sono indubbiamente interessanti, ma non mi fanno impazzire, preferendolo alla prima maniera.
Non ho aperto tutte le immagine dell'url quindi chiedo scusa se metto qualcosa di gia pubblicato. A me piace moltissimo perchè lo trovo molto comunicativo e d'impatto. Mi piace tantissimo questa serie in cui le foto sono sempre divise in 2 parti da un muro o da una separazione:
E i finti street, dove le luci sono estremamente filmiche e studiate, ma le persone sono prese al momento e pagate qualche dollaro per partecipare agli scatti, le foto hanno il nome dei dollari pagati al soggetto
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