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Mostre e Mostri







avatarsenior
inviato il 03 Marzo 2016 ore 13:01

Ciao,

ho appena letto un articolo di Buzzi molto critico verso un certo modo di fare fotografia oggi.
Buzzi pur avendo vinto un Word Press sembra smarcarsi da un certo ambiente e soprattutto mette in guardia gli aspiranti fotografi riguardo a concorsi e mostre "a pagamento".

www.corsifotografia.it/2016/03/02/se-pagate-non-sono-mostre-siete-most

E' un tema molto attuale perche' per molti la fotografia e' un mezzo per far vedere "quanto sono bravo", quante foto mi ha pubblicato (gratis o peggio a pagamento) il tal sito, la tal rivista, etc.. e' una deriva preoccupante a livello culturale e pericolosa per chi fa il fotografo di mesitiere.

avatarsenior
inviato il 05 Marzo 2016 ore 14:38

letto e condivido
ciao
Lucio

avatarsenior
inviato il 05 Marzo 2016 ore 15:41

Concordo, ovviamente, con quanto sostiene Buzzi.
Tuttavia.....credo che il tema vada affrontato in modo più pacato e, paradossalmente, più critico.
Si tratta, come sempre, di fare delle scelte tenendo a bada stupide vanità e distinguendo tra reali opportunità e squali.
Per chi magari è arrivato tardi alla fotografia e non ha avuto l'opportunità di frequentare certi ambienti entrando dalla porta principale, l'ingresso dalla finestra non è sempre il peggiore dei mali.
Faccio un esempio concreto:
Se credo sinceramente in quello che faccio è naturale il desiderio di condividere il mio lavoro con un pubblico il più possibile vasto e qualificato. Le dinamiche social del web e del circolo vicino a casa diventano strette e scatta il desiderio di alzare l'asticella. I concorsi, del resto, spesso ripropongono medesime "gabbie" nelle quali le giurie quasi mai danno sufficienti garanzie e preparazione specifica.
Che fare? Evitare, ovviamente, gli squali ma in genere è piuttosto facile. E poi? A mio giudizio tutti i canali di condivisione possono avere una loro valenza se si tiene la barra al centro sulla rotta della nostra autenticità e consapevolezza nei riguardi di ciò che andiamo a fare.
È necessario essere sempre pronti alla fuga. Siano i "mi piace" sul web, la lettura portfolio del critico famoso, la mostra che non risponde alle nostre aspettative, il concorso con l'assessore alla cultura in giuria.
E la fuga deve essere immediata. Non sempre è facile perché la vanità è una brutta bestia e spesso non è così facile individuarne la necessità.
È sempre sbagliato pagare per una mostra o una presentazione?
In linea di massima sì, ma non sempre.
Se non si è conosciuti e ci viene offerto uno spazio interessante, frequentato da gente "giusta", l'ambiente è attraente, la luce giusta, il costo ragionevole (gli spazi costano!) e si ha la sensazione che chi ci propone questa opportunità è realmente interessato al nostro lavoro, non vedo perché no.
Può essere una scorciatoia (spesso l'unica strada) per entrare in un certo "giro". L'alternativa, per chi non ha contatti ed altre possibilità, è accontentarsi dei "mi piace" e far girare all'infinito il nostro hard disk aspettando una lettera dal Moma.
Un po' come sperare di vincere la lotteria senza aver comprato il biglietto.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2016 ore 20:48

Trovo anche io che i toni dell'articolo siano un po' estremi ma "conscendolo" (si fa per dire, ho seguito un suo corso qualche mese fa) ed essendo una persona molto tranquilla e pacata, credo che i toni siano volutamente alti per rafforzare il messaggio.

Ovviamente il desiderio di farsi vedere, di "misurare" le proprie capacità a livelli superiori è più che comprensibile e credo ci siano passati in tanti.

Resta il fatto che ormai è talmente vasto l'oceano di "discreti fotografi" che entrare da questo tipo di finestre sia solo un'illusione.. e in alcuni casi persino un danno per se stessi e per i professionisti (o veri aspiranti professionisti).

Poi l'eccezione, la favola che si avverà, esisterà sempre..ma se si parla di 1 su 100000..forse ha ragione Buzzi a consigliare a tutti di smettere di cercare delle scorciatoie per inseguire i propri sogni.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2016 ore 21:52

Le scorciatoie non servono a nulla veramente; il desiderio di mostrarsi non lo vedo molto bene, ma "misurare" le proprie capacità e confrontarsi con altri autori quello si lo trovo decisamente utile e costruttivo. Partecipare ad una collettiva che scaturisce da un gruppo di lavoro, impegnarsi in un progetto collaborando con un gruppo culturale del territorio significa non essere soli e creare le opportunità per uno o più eventi mostra genuini dai costi spesso molto accessibili. Se ci sono validi contenuti un'autore prima o poi trova spazio e in questo caso pagare un buon critico non è sbagliato; affermarsi a certi livelli la vedo già molto più difficile se non cosa rara: entrano in ballo questioni più complesse da gestire.

avatarsenior
inviato il 06 Marzo 2016 ore 22:18

+1 jeron !! ;-)

avatarjunior
inviato il 07 Marzo 2016 ore 15:24

Io ho fatto mostre in gallerie più o meno importanti in Italia e all'estero. Mai pagato un euro.

Le gallerie serie non chiedono niente come onorario fisso, ma solitamente lavorano con il 50% di compenso. Alcune (solitamente all'estero) si accollano pure i costi delle cornici.

Il fotografo, dal canto suo, si espone con un costo non proprio indifferente che è quello delle stampe. Oggi la carta in cotone e gli inchiostri ai pigmenti sono lo standard in galleria (a meno che non si lavori ancora con la camera oscura per stampare o si opti per diasec o altre diavolerie che a me non piacciono) e a certe misure i costi sono alti, anche stampando da soli.

Quindi il rischio e il guadagno vanno divisi a metà. Il gallerista non serio invece, chiedendo un onorario fisso, rientra dei costi (ed è anche meno stimolato a vendere), lasciando tutto l'onere sulle spalle del fotografo.

Per quanto invece riguarda i concorsi bisogna fare un distinguo. Alcuni a pagamento danno notevole visibilità e soprattutto hanno giurie all'altezza. Altri invece servono solo a spillare quattrini ai poveri fotografi e spesso finiscono per premiare l'amico dell'amico in una logica di scambio favori tra organizzatori.

Quindi, per i concorsi non sono proprio contrario a pagare un gettone di partecipazione, ma occhio a giuria e palcoscenico.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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