| inviato il 02 Marzo 2016 ore 20:11
Ciao a tutti! So che probabilmente è un topic in cui vi capiterà di imbattervi spesso, ma sento davvero il bisogno di chiedere un consiglio a chi ha più esperienza di me. Fino all'anno scorso, nonostante la mia passione per la fotografia, non avevo intenzione di studiarla perché non riuscivo a trovare un corso triennale che mi convincesse davvero dato che trattavano tutti della fotografia in tutte le sue tipologie e non una specifica e anche per i costi elevati che spesso non ne rispecchiano la qualità. Dpo essermi trasferita a Londra l'anno scorso , ho avuto modo di approfondire il genere del reportage sociale e documentaristico, fino a rendermi conto di voler studiare fotogiornalismo e fotografia documentaria. Vglio ottenere la laurea perché la ritengo utile per poter un giorno fare un master specializzandomi magari in qualche altra disciplina non direttamente legata alla fotografia. In ITALIA non esiste alcuna scuola che rilasci una laurea in fotogiornalismo, ma solamente corsi o master che lasciato diplomi o attestati. Ho deciso quindi di inviare l applicazione per tentare di entrare in 5 università inglesi in cui insegnano la triennale di "Photojournalism and documentary Photography". In Uk l università costa dai 3480 ai 9000 pounds all'anno, tuttavia A DIFFERENZA DELL ITALIA, i tuoi non devono sborsare alcun soldo grazie alla possibilità di chiedere il loans o prestito che restituirai solamente quando guadagnerai almeno 21000k all'anno, ovviamente con gli interessi. Le università in Uk sembrano molto buone perché offrono un sacco di servizi quali laboratori di stampa, moltissimi computer Mac, camere oscure ecc. Inoltre sono incentrate molto più sulla pratica e il lavoro concreto e meno sulla teoria. Ho ricevuto finora tre offerte da tre università in Uk. Tuttavia, in Italia la Scuola Romana di Fotografia mi ispira molto perché ho visto che dà molti sbocchi lavorativi e secondo me ha un giusto bilanciamento tra teoria e pratica, insegnando anche l analogico. IL MIO DUBBIO È: Faccio bene a studiare in UK dove ho il prestito (che comunque dovrò restituire), le scuole sono attrezzate come quelle private in Italia e migliorerei ancora di più il mio inglese che è già a livello avanzato, ma che magari non sono rinomate come lo IED, lo ISFCI o La Scuola Romana di Fotografia, oppure meglio studiare appunto in una di queste dove sono certa del livello della scuola (odiandomi per dover chiedere ai miei I 13000 euro necessari per il triennio alla SRF)?? Grazie mille!! |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 11:02
Non fosse altro che per l'esterofilia che abbiamo noi italiani, FALLO. Un domani la tua laurea inglese ti aprirà più porte in Italia di quanto lo possa fare un attestato SRF. Nemo propheta in patria. (leggi tra le righe tutta la mia invidia per l'età e la possibilità di farlo?  ) |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 11:17
Quoto Shambola. Ti fai una esperienza vera e internazionale, che ti tornerà utile sicuramente. p.s. Un titolo, una Laurea, sono sempre e comunque un'arricchimento, parlo per esperienza personale. Il problema è che quando non riesci a "spenderlo", perché il mercato del lavoro è saturo, sono dolori e dispiaceri enormi. |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 11:34
Non so se era parte del thread, ma io mi domanderei seriamente se abbia senso nel 2016, un intero corso di studi in fotogiornalismo. Non fraintendermi, è il genere di fotografia più bello che ci sia ma all'inizio di un percorso di studi che dura anche anni, è doveroso vedere in che direzione ti porta. Il fotogiornalismo sta perdendo la seconda parte del suo nome, quella che fa riferimento ai "giornali". Basta dare un'occhiata a come stanno le agenzie fotogiornalistiche o a quanti lavori premiati al World Press Photo di quest'anno erano inediti. Anni fa la prassi era incoronare i migliori lavori già visti durante l'anno sulle maggiori testate internazionali, oggi quasi fantascenza. La grande photo editor italiana Renata Ferri rispondeva così tempo fa ad una domanda sul rapporto tra fotografi e photo editor “ Quasi nessuno viene a trovarmi per propormi dei lavori per i giornali di cui mi occupo. Paradossalmente sembra che pubblicare non sia più una priorità. Sarà per l’esiguità dei compensi o per la sempre più scarsa considerazione che hanno dell’editoria. Certo è che la pubblicazione, in questo momento storico, non è la misura del successo del loro lavoro. „ Parole che personalmente mi hanno fatto riflettere non poco. |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 11:51
Ah beh, se consideriamo l'opportunità in termini di "lavoro futuro" allora cambia tutto. Io mi sono limitato al mio parere su quale scelta fare tra corsi non accademici in patria o laurea all'estero. riporto un mio commento fatto qua: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1713502&show=4 “ Consiglio di leggere o di rileggere l'intervista a Francesco Cito su Il Fotografo di febbraio. A parte le sue considerazioni sul WPP e sul come mai non partecipa più (dopo averne vinti DUE comunque), è interessante il passaggio: "Alfred, un bravissimo fotoreporter sempre in prima linea, tra l'altro ferito gravemente in Cecenia, rapito per due mesi in Libano, ferito al Cairo durante la primavera araba, mi ha mostrato il suo rendiconto mensile di centocinquantotto euro" A proposito del guadagnare un sacco di soldi... „ E vi scampo lo stato d'umore attuale di un mio amico che di mestiere fa il fotogiornalista (ovvero è iscritto all'albo come giornalista ed è fotografo per un quotidiano nazionale), perchè sennò invece di una laurea triennale in fotogiornalismo iniziamo a parlare di aprire una piadineria. |
user68299 | inviato il 03 Marzo 2016 ore 12:20
Con la laurea non ci fai letteralmente niente in questo settore, ti basta sapere quello che fai. Tuttavia come giustamente hai scritto, in Italia non esistono scuole "all'altezza" e già solo l'opportunità di restituire il prestito DOPO, è un gran vantaggio. Ma il vero vantaggio è il fatto che vivi un'esperienza all'estero ed impari la lingua da subito. Questa è la vera caratteristica che ti apre la possibilità e ti permetterà di lavorare ovunque. Non conta il foglio, non lo cerca nessuno, ma la tua capacità di relazionarti con mercati esteri, di andare a vivere in qualsiasi altro paese etc etc farà sicuramente la grande differenza. Inoltre sono più portato a credere che sia migliore l'istruzione all'estero dato che conosco quella del settore Italiana |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 12:33
L'Italia fa poco testo. Qui non c'è mercato per quasi nulla tranne che per medici, ingegneri, informatici e laureati in economia. Ma per tutti le previsioni non sono certo pari a quelle dei loro padri o fratelli che hanno intrapreso la stessa professione anni fa. Oggi un ingegnere guadagna, almeno agli inizi, abbastanza poco. La questione è sempre la stessa: inseguire una professione possibile o le proprie passioni? Io sono giornalista professionista da trenta anni. Faccio questo mestiere da 36. Sono entrato in un'azienda editoriale radiotelevisiva vincendo un concorso e una borsa di studio per la formazione professionale. Era il mio desiderio più grande e l'ho realizzato. Sono stato molto fortunato anche per come si è svolta la mia professione. I miei figli sembravano interessati al mio mestiere ma hanno scelto di fare altro. I miei colleghi più giovani sono tutto un twitter e un fb. Navigano fra i post ma non li ho mai visti immersi in una inchiesta e tirarne fuori qualcosa di originale e inedito. E' un mordi e fuggi generale. E questo per scelta delle aziende editoriali che non investono nell'informazione. Basta leggere i giornali in questi giorni per comprendere in che direzione va la stampa, almeno quella su carta. Tv e rete reggono e saranno il futuro. Nonostante tutto ciò non me la sento di scoraggiare Carola. Un mio giovane amico ha studiato scienze politiche in Svizzera. Si è laureato. Adesso fa il fotografo e sta perfezionandosi in una importante scuola danese. Seguo i suoi lavori, essendo appassionato di foto e di giornalismo.I suoi passi avanti sono straordinari. Avrà successo? Forse sì. Avrà soldi? Forse pochi come i suoi colleghi citati negli altri post. Cosa gli ho consigliato? Accarezza il tuo sogno e non porti limiti, neppure geografici. Il mondo è un meraviglioso set. PSa Carola: Se non lo conosci dai un'occhiata al sito di Mediastorm. com. é una vetrina interessante sul modo moderno di fare il mestiere di fotogiornalista. Storie inedite, magari di luoghi lontani, la persona sempre al centro, poco testo, soprattutto testimonianze, scatti e video, effetti e tecniche superbe. Auguri |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 12:37
quoto shambola |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 12:45
Anche io andrei senza dubbio sull'universita' all'estero. E sale anche a me un po' di sana invidia. Vivo anche io a Londra e qui il giornalismo e il fotogiornalismo sono ancora cosa seria e, per quelli bravi e preparati, anche una buona fonte di guadagno. Una laurea e un eventuale futuro master in UK ti permetteranno di crearti un network professionale (cosa che le universita' italiane raramente riescono ad offrire). “ Non conta il foglio, non lo cerca nessuno „ Questa e' un po' una banalizzazione della realta'. Non e' sempre vero in Italia, non e' assolutamente vero in UK (dove salvo rare eccezioni senza "il pezzo di carta" non vai avanti). Se il settore fa fatica e' anche (non e' la causa principale) per via del fatto che molti pensano di poter diventare professinisti di buon livello (per me signifca crearsi una cariera con prospettive di crescita) senza bisogno di seguire un percorso di studi e imparando tutto sul campo (da soli o affiancando altri fotografi). Sicuramente per alcuni (i piu' svegli e sgamati) puo' bastare.. ma non si puo' generalizzare. Quello che in generale si puo' dire e' che il livello del fotogiornalismo si sia abbassato tanto.. e io personalmente ci vedo un nesso col fatto che molti pensino che "il pezzo di carta" non serva (magari mi sbaglio..). |
user68299 | inviato il 03 Marzo 2016 ore 13:24
“ Questa e' un po' una banalizzazione della realta'. Non e' sempre vero in Italia, non e' assolutamente vero in UK (dove salvo rare eccezioni senza "il pezzo di carta" non vai avanti). „ Trovo che questa sia una falsità incredibile. La fotografia ha come primo punto di vantaggio su TUTTO, il fatto che siano le foto a parlare e non le chiacchere. NESSUN cliente al mondo ti verrà mai a controllare il foglietto di carta, saranno le foto del TUO portfolio che parleranno per te. Tutta la gente che sui propri siti scrive minchiate di ogni genere "TAU VISUAL, Associazione dei Fotografi Professionisti" e stro.nzate di ogni genere, partono già in svantaggio. Al cliente non interessa NIENTE. Tu apri un portfolio di un fotografo e vuoi vedere i suoi lavori per capire chi è. Così come se vuoi valutare calciatore non ti interessa se si è allenato a brescia o roma, ti interessa vedere come gioca, una partita può dirti sicuramente qualcosa di lui. La fotografia è bella perchè non c'è nessuno stron.zo che ti fa domande ad "esame" per capire se puoi essere o meno un fotografo, l'unico esame, il più importante, lo devi fare è con te stesso, ogni giorno che produci qualcosa. Il secondo esame sarà con il cliente, se rimarrà soddisfatto o meno dal lavoro che hai fatto. Ogni anno ricevo almeno 30/40 proposte di collaborazione da parte di ragazzi che escono dallo IED e tanti altri istituti come quelli sopracitati. Ci tengo a precisare che personalmente non ho frequentato NESSUN istituto per la mia istruzione, quindi nessun foglietto da far vedere in giro. Ora la domanda è, perchè uno che ha frequentato corsi, ha fatto esami con attestati, diplomi e lauree deve venire ad imparare da un disgraziato come me? Quel pezzo di carta non gli è bastato? Forse non cercavano quello i clienti? L'ultimo caso è stato una settimana fa, addirittura questa volta un'agenzia per il lavoro mi ha chiesto un TIROCINIO certificato da parte di una ragazza uscita da (non farò il nome dell'istituto) per prendere una specializzazione (altro foglio inutile) da me. Non sto dicendo che gli studi non siano importanti, tutt'altro, sono IMPORTANTISSIMI, ma il foglio di carta sapete in quale caminetto bruciarlo una volta che lo avete preso. Andare in Inghilterra è un buon passo avanti per imparare la lingua ed aprirsi come mentalità al fatto di essere internazionali e di cercare lavoro dove ce ne è di più. Non per quella carta igienica che ti lasciano. E se avete intenzione di tirare di mezzo un foglio di carta quando vi proponete (CV permettendo) significa che non avete proprio niente di meglio da mostrare che vi rappresenti. E allora forse è il caso rimettere mano al proprio portfolio. Si studia per cultura personale, non per essere menzionati su certificazioni. |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 13:48
MasterLight, credo invece che il pezzo di carta in alcuni casi possa servire. non è una garanzia su come fotografi, ovvio, ma ti può dire alcune cose lo stesso: 1. se lo hai acquisito in Inghilterra si presume che ha conoscenza inglese, e nel fotogiornalismo per l'Europa (o per il mondo) puoi essere anche il miglior fotografo artisticamente/tecnicamente, ma in alcuni casi se non sai la lingua rischi d'essere out. 2. se hai fatto lo sbattone di 3 anni, per giunta all'estero, quanto meno hai la credenziale di non essere uno che si è improvvisato reporter avendo comprato l'attrezzatura ieri. Poi l'esame sarà sempre sul campo, ma questo vale per moltissimi settori. una persona senza pezzo di carta può superare il laureato? ma certo, in fotografia questo ed altro, ci mancherebbe, il talento non si apprende se non c'è, però lo si può affilare e lo si può rendere maggiormente spendibile con una formazione allargata, chi lo sa può apprezzare il pezzo di carta, pur senza considerarlo oltre il suo reale valore. |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 15:23
Credo che la maggior parte di noi ti stia dicendo che, in questo momento, il vero "corso di studi certificato" sia la tua esperienza all' estero: dalla lingua alla fotografia, passando per vicoli e persone. Nessuno di noi ora può sapere se la "pergamena/pezzo di carta" ti darà dei vantaggi oppure no. Ma il viaggio in quanto tale, inteso come esperienza didattica, di vita e culturale, stanne certa che lo farà. E di tutto ciò ne beneficerà inevitabilmente anche la tua fotografia. Buona scelta. Matteo |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 16:34
Ciao, studiare all'estero è una cosa fantastica: a)si conoscono persone con culture diverse, se poi fatto a Londra ne trovi di tutti i gusti, il che non guasta. b)Gli studi sono di alto livello (come in italia) c) si imprara, gioco forza, una lingua. Tutte queste cose ti saranno utilissime per la tua formazione, non per il fotogiornalismo, in italia. 3 anni di studi, minimo 40mila euro di prestito per poi tornare in italia e lavorare come fotogiornalista? Dal mio punto di vista son già troppi i 1000€ di attrezzatura fotografica che ci vogliono. Se vuoi scrivimi, un po' di esperienza l'ho fatta :-) |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 19:16
“ Se non lo conosci dai un'occhiata al sito di Mediastorm. com. é una vetrina interessante sul modo moderno di fare il mestiere di fotogiornalista „ Per favore non citiamo siti di video e multimedia per indicare dove va la fotografia perchè è come dire che va a morire. Io penso che una preparazione sia ottima per chi vuole fare il fotografo. Magari anche un bel corso serio, annuale. Ma un intero corso di studi con i tempi e le cifre che richiede, davvero rischia di essere difficilmente ripagabile. Con metà di quella cifra, un corso fatto da professionisti veri e 5-6 viaggi alla ricerca di storie possono già fare una carriera. |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 19:57
Forse, come dice qualcuno, il pezzo di carta non serve a niente, ma, per esperienza personale, apprendere una materia in maniera sistematica e non casuale, come dovrebbe accadere un un'università, ti da una marcia in più. Ti da una flessibilità mentale nell'approccio a problemi e situazioni che con la sola esperienza, pur importantissima, faticheresti a raggiungere. Studiare è imparare dalle esperienze di molti altri. Sempre se ti piace quello che studi e hai voglia di imparare. Se ti preoccupi solo di passare gli esami e prendere il titolo, la laurea, tranne in alcuni ambiti, serve a poco. Quindi ti consiglio di scegliere il percorso che ti permette di apprendere di più e meglio all'interno dell'ambiente con più stimoli piuttosto che assicurarti il pezzo di carta più prestigioso. |
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