| inviato il 02 Marzo 2016 ore 13:24
Hiroshi Sugimoto (Sugimoto Hiroshi; 23 febbraio 1948) è un fotografo e artista giapponese. Vive tra Tokyo, Giappone e New York, Stati Uniti. Le sue opere si dividono in serie con diverse tematiche. Fonte Wikipedia Le fotografie che compongono le serie di Sugimoto, lontane dal costituire attestazioni dirette della realtà, sono immagini mentali, concetti la cui materializzazione è resa possibile grazie a un rigoroso controllo del mezzo fotografico e del processo manuale di stampa, seguito anch’esso personalmente dall’artista. Nella serie Theaters ? realizzata fotografando con tempi di esposizione lunghissimi sale degli anni ’20 e ’30, cinema degli anni ’50 e drive in ? la luce bianca degli schermi rettangolari, che illumina il resto dell’ambiente, contiene in sé l’intera proiezione del film. In Architectures la tecnica dello sfocato priva le architetture moderniste di connotazioni temporali. I lunghi tempi di esposizione dei Seascapes bloccano il movimento delle onde in immagini eterne, mentre il soggetto dei Portraits realizzati fotografando i personaggi dei musei delle cere è l’immortalità stessa. Il tempo è dunque il tema dominante nell’opera di Sugimoto, la cui ricerca artistica è sempre volta a trovare soluzioni ai problemi di rappresentazione e visualizzazione da esso posti. A proposito della serie Dioramas, cui Gorilla, Neanderthal e Cro-magnon appartengono, Sugimoto racconta: “Quando andai a New York per la prima volta, nel 1974, feci vari giri turistici per la città e visitai tra l’altro il Museo Americano di Storia Naturale. Ebbi una curiosa illuminazione guardando i diorami degli animali: gli animali impagliati nell’ambientazione dei fondali dipinti non sembravano affatto veri, mentre una sbirciata veloce con un occhio solo cancellava ogni oggettività e dava loro un aspetto quanto mai reale. Avevo trovato il modo di guardare il mondo come se fossi una macchina fotografica. Per quanto falso sia il soggetto, in fotografia sembra vero”. Fonte: Fondazione Fotografia Modena Qui un altro approfondimento Alcune sue immagini: Foto Foto Foto Foto Foto Foto Foto Foto Per evitare problemi di copyright, come consigliato, ho inserito i link alle foto piuttosto che le immagini stesse. Andai a Modena l'anno scorso a vedere una mostra, organizzata dalla "Fondazione Fotografia Modena" su di lui, devo dire che mi è piaciuta particolarmente. Mi chiamo ancora pentito per non avere acquistato il libro "Stop Times", però posso sempre rimediare su Amazon. Un saluto. Pietro. |
user39791 | inviato il 02 Marzo 2016 ore 13:36
Ottima segnalazione, è un fotografo che non conoscevo!! Grazie! |
| inviato il 02 Marzo 2016 ore 13:41
Grazie Fil! Mi capita di guardare spesso le sue foto. Mi fa piacere di averti introdotto un nuovo fotografo. Pietro. |
user39791 | inviato il 02 Marzo 2016 ore 14:08
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| inviato il 02 Marzo 2016 ore 14:12
Molto interessante!! Grazie |
| inviato il 02 Marzo 2016 ore 14:17
È il fotografo a cui devo la maggiore fonte d'ispirazione per i miei lavori. La sua ricerca tra fotografia e ready made duchampiano, tra realtà e finzione è veramente notevole. Il tutto accompagnato da una tecnica maniacale e sopraffina. |
| inviato il 02 Marzo 2016 ore 14:20
Grazie per l'ottima segnalazione! |
| inviato il 02 Marzo 2016 ore 14:31
Autore, in verità non l'unico, che mette l'esperienza del tempo che passa di fronte al più comune concetto fotografico del congelamento di un istante. Molto interessante la sua poetica. Uso spesso la sua immagine di mamma e cucciolo dugonghi (progetto dioramas) per rappresentare che la realtà in fotografia non esiste. artblart.files.wordpress.com/2014/05/gm_34204301-web.jpg |
| inviato il 02 Marzo 2016 ore 14:42
“ Autore, in verità non l'unico, che mette l'esperienza del tempo che passa di fronte al più comune concetto fotografico del congelamento di un istante. Molto interessante la sua poetica. Uso spesso la sua immagine di mamma e cucciolo dugonghi (progetto dioramas) per rappresentare che la realtà in fotografia non esiste. artblart.files.wordpress.com/2014/05/gm_34204301-web.jpg „ Grazie Fedebobo, bel contributo! |
| inviato il 02 Marzo 2016 ore 14:55
Ottima segnalazione, molto interessante l'interessamento di questo fotografo nei confronti del tempo e della realtà! Devo assolutamente approfondirlo! Grazie per avermelo fatto conoscere |
| inviato il 13 Marzo 2016 ore 17:24
Autore estremamente interessante. Ringrazio per la segnalazione Mrzippo87. Mi pace soprattutto la serie "Theaters" www.google.it/search?q=hiroshi+sugimoto&biw=1689&bih=1287&source=lnms& www.alessandromichelazzi.com/hiroshi-sugimoto-firenze-durante-lo-scher Il vuoto degli schermi è particolarmente enfatizzato dalle ricche decorazioni circostanti liberty, neobarocche (o di stile indefinibile). Magari fraintendo, non sono uno yamatologo, ma penso che testimoni il radicamento nello Zen di Sugimoto. Mi ricorda il finale de "Il mare della fertilità" di Yukio Mishima, in cui il protagonista, uscito dal monastero, ha la visione del cielo vuoto e infinito*. Immagine che a sua volta mi ricorda, in "Guerra e pace", la rivelazione che il principe Andrej ha vedendo il cielo altissimo sopra di lui quando viene ferito ad Austerlitz (penso che, all'epoca della stesura del romanzo, Tolstoj già flirtasse con il Buddismo). Questo penso valga anche per il "minimalismo" estremo della serie "Seascapes". www.google.it/search?q=hiroshi+sugimoto&biw=1689&bih=1287&source=lnms& Mi lasciano invece freddino (magari è un mio limite) le immagini sfocate delle opere iconiche dell'architettura moderna: www.google.it/search?q=hiroshi+sugimoto&biw=1689&bih=1287&source=lnms& Preferisco decisamente le sue foto ai diorami del Museo di Storia Naturale: www.google.it/search?q=hiroshi+sugimoto&biw=1689&bih=1287&source=lnms& * Ciò è trattato nella bellissima biografia di Marguerite Yourcenar: "Mishima o la visione del vuoto", Milano, Bompiani. |
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