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William Eugene Smith







user39791
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inviato il 28 Febbraio 2016 ore 19:04

William Eugene Smith è stato uno dei più grandi fotografi documentaristi. Nato a Wichita, in Kansas, il 30 dicembre del 1918 inizia a fotografare da giovanissimo. Tuttavia dei suoi primi scatti non rimane più nulla. Infatti, lo stesso Eugene Smith li brucia, anni dopo, ritenendoli troppo scarsi. Il padre si suicida nel '36, quando Smith aveva 18 anni. Inizia una collaborazione come fotoreporter per il giornale della sua cittadina e, nel 1936, viene ammesso alla Notre Dame University. Abbandonata l'università e trova lavoro con il settimanale Newsweek, da cui viene successivamente allontanato per aver rifiutato l’uso delle macchine Graphic 4x5.

Nel 1939 viene contattato dalla rivista Life con cui inizia una collaborazione come fotografo di guerra nel teatro bellico del Pacifico. Alcune delle immagini scattate durante queste operazioni divennero vere e proprie icone della seconda guerra mondiale. Il 23 maggio 1945 viene ferito al volto dall'esplosione di una granata: nei due anni successivi è costretto a dolorosi interventi.

Torna a collaborare con Life e realizza alcuni dei reportage più celebri pubblicati dalla rivista americana: su tutti "Spanish Village", in cui è raccontata una cittadina spagnola in pieno franchismo, "Country Doctor", narrazione fotografica dell'attività di un medico generico nella campagna america, e "Minamata", in cui fotografò i tragici effetti dell'inquinamento da mercurio in Giappone. Grazie all'interessamento di Ansel Adams, ottiene nel 1976 una cattedra all'Università dell'Arizona, ma una grave forma di diabete lo porta prima al coma e successivamente alla morte nel 1978. In mezzo due matrimoni e due divorzi, depressione, alcolismo e bancarotta finanziaria.Oggi, l'eredità di Smith rivive attraverso un Fondo monetario commemorativo per promuovere la “Humanistic. Photography”.

Le sue fotografie si caratterizzano per un bianco e nero sporco ed intenso come pochi. Un rapporto conflittuale con editori e riviste caratterizza la sua vita. Da una parte una indiscussa genialità creativa, dall'altra sistematici ritardi nelle consegne e richieste di assoluta autonomia nel realizzare i report. Crede in una funzione etica del fotogiornalismo e per raggiungere il suo scopo sente il bisogno di una autonomia professionale piena, che comprenda anche la scelta delle foto da pubblicare, la loro sequenza e l’impaginazione. Le sue immagini raccontano il secolo trascorso con un rigore, un senso di unicità e completezza senza pari in altri autori.

Per Smith non è sufficiente realizzare il servizio; alla documentazione di aspetti crudi e dolorosi il fotografo statunitense ama sovrapporre una personale visione creativa, con esiti che elevano la condizione umana ad una dimensione epica. In aperto contrasto con una delle norme fondamentali del fotogiornalismo, non esita a ricostruire la scena, ad inserisce nella stessa stampa parti di fotogrammi diversi e ritocchi in camera oscura. Tutto ciò non al fine di produrre falsificazioni ma di ottenere una rappresentazione reale e realistica che coniughi la forza espressiva delle immagini con la narrazione letteraria.
fotogartistica.blogspot.it/2010/12/william-eugene-smith-fotografia.htm


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user39791
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inviato il 28 Febbraio 2016 ore 19:26


avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2016 ore 19:30

Un grandissimo.
A mio avviso anche nettamente superiore al più glorificato Capa.
E decisamente più completo.

user39791
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inviato il 29 Febbraio 2016 ore 10:01

;-)

avatarsenior
inviato il 29 Febbraio 2016 ore 10:07

Decisamente più grande di Capa! Ma sono pareri personali.

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erickimphotography.com/blog/wp-content/uploads/2013/04/USA.-1956.-NYC.

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Saluti
Roberto

user39791
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inviato il 29 Febbraio 2016 ore 10:09

Anche per me! Grazie per il tuo contributo.

avatarsenior
inviato il 29 Febbraio 2016 ore 10:27

E beh... Tanta roba.
Uno dei migliori di sempre.

avatarsenior
inviato il 29 Febbraio 2016 ore 10:32

Immancabile il mio contributo gossip:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1182321

L'immagine di Schweitzer che sovrintende alla costruzione di un edificio, con il muratore dietro le spalle, per esempio, richiese cinque giorni e cinque notti oltre all'uso di due negativi. Una volta ottenuto il risultato voluto, Smith ne fece un copy negative per poter produrre in modo più efficiente le stampe successive.

user39791
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inviato il 29 Febbraio 2016 ore 10:45

Ottimo!

avatarsenior
inviato il 29 Febbraio 2016 ore 11:17

Comunque, che fosse un "preso male" è diventato noto a tutti dopo Pittsburgh.
Attività con tempo e budget di TRE settimane, che si trasformò nel suo personale delirio durato praticamente una vita.

(tre anni, 1700 foto, una vita per cercare di dare un senso alla cosa)

avatarsenior
inviato il 29 Febbraio 2016 ore 11:21

Comunque, che fosse un "preso male" è diventato noto a tutti dopo Pittsburgh.
Attività con tempo e budget di TRE settimane, che si trasformò nel suo personale delirio durato praticamente una vita.

(tre anni, 1700 foto, una vita per cercare di dare un senso alla cosa)



Puoi spiegarti meglio?

avatarsenior
inviato il 29 Febbraio 2016 ore 11:52

Certo!

Intanto mi è scappato uno zero mentre scrivevo. Le foto sono 17000.....

In pratica, poco dopo essere stato accettato in Magnum, gli venne commissionato dal giornalista Stefan Lorant un lavoretto sulla città di Pittsburgh per commemorare il bicentenario della città.

Un centinaio di foto da inserire in un libro insomma, da fare in tre settimane.

Smith produsse appunto 17MILA foto in tre ANNI, ritirandosi da Magnum (appena entrato...) e andando a vivere a Pittsburgh.

Altri progetti a parte, nel resto della sua vita ha poi provato a far uscire qualcsa dal lavoro titanico di cui parliamo, ma 17k foto sono decisamente difficili da organizzare in libri, mostre o quant'altro... Per questo si beccò un esaurimento nervoso ed un tracollo finanziario tra l'altro.

Cmq, trovi qualcosa qua:

beltmag.com/doomed-to-pittsburgh-w-eugene-smith-in-the-city-of-steel/
cdsbooks.org/Dream-Street-W-Eugene-Smith-s-Pittsburgh-Project
documentarystudies.duke.edu/exhibits/past-exhibits/dream-street-w-euge
www.magnumphotos.com/C.aspx?VP3=SearchResult&ALID=2TYRYDDWMV75

user39791
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inviato il 29 Febbraio 2016 ore 11:58

Credo che un'ossessione sia il comune denominatore di tanti artisti veri.

avatarjunior
inviato il 29 Febbraio 2016 ore 13:05

Scusa ma la foto del ragazzino con la pistola mi risulta di William Klein
marcocrupifoto.blogspot.it/2013/05/i-dieci-insegnamenti-di-william-kle
Grazie comunque del lavoro che stai facendo....ti seguo

user39791
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inviato il 29 Febbraio 2016 ore 13:14

Grazie Paolo per la segnalazione, ora la tolgo!;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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