| inviato il 25 Febbraio 2016 ore 20:28
Nelle ultime settimane sono stato un po incasinato con l'università ed ho seguito poco la sezione, ma con oggi ho chiuso la sessione e finalmente ho tre (3) giorni di riposo, quindi propongo un fotografo di cui sarebbe sufficiente scrivere il nome senza tante biografie ecc perché tanto lo conoscono tutti, compresi quelli che le fotografie non sanno neanche con cosa si scattano! Steve McCurry: ll fotografo Steve McCurry è noto in tutto il mondo per le sue immagini di alto valore artistico e documentaristico. Gli studi di cinematografia e storia alla Pennsylvania State University gli hanno consentito di sviluppare e perfezionare il talento in entrambi i settori. Conseguita la laurea cum laude nel 1974, inizia a lavorare come fotografo di un quotidiano di King of Prussia, un sobborgo di Philadelphia, sua città natale. Quattro anni dopo decide di lavorare come freelance, parte per l’India e il Nepal, lascia il lavoro al quotidiano e si converte alla fotografia a colori. Il suo obiettivo è realizzare servizi geopolitici per i periodici. Dopo un avvio lento, McCurry arriva in breve tempo alla ribalta internazionale. Nel maggio del 1979 incontra nel Nord-ovest del Pakistan alcuni profughi afghani che lo informano che nel loro paese sta per scoppiare una guerra. Dopo aver trascorso alcune settimane con i ribelli mujaheddin, schivando l’artiglieria dell’esercito di giorno ed evitando le mine durante i trasferimenti notturni attraverso le montagne afghane, McCurry riesce a tornare in Pakistan con tutti i suoi rullini. Quando la sua fotografia dei combattenti mujaheddin che controllano il passaggio dei convogli russi viene pubblicata sul New York Times, McCurry diventa famoso in tutto il mondo. L’intrepido fotografo cui si devono le rare immagini di un conflitto nascente riceve presto altri incarichi dalle principali riviste. Nel 1980 segue la guerra in Afghanistan per Time e viene premiato con la prestigiosa medaglia d’oro Robert Capa per il miglior reportage fotografico realizzato all’estero con straordinario coraggio e spirito d’iniziativa. McCurry inizia quindi a collaborare con National Geographic, che gli garantisce le risorse e il tempo necessari per realizzare servizi approfonditi (l’indice completo degli articoli è nella pagina seguente). L’immagine della piccola profuga afghana dagli occhi verdi pubblicata sulla copertina di National Geographic nel 1985 lo consacra tra i maestri del fotogiornalismo mondiale ed è ancora oggi una delle fotografie più riconoscibili mai scattate. Nello stesso anno, McCurry ottiene numerosi riconoscimenti: tra questi il premio Magazine Photographer of the Year della National Press Photographers Association e quattro premi World Press Photo. Nel corso della sua carriera McCurry si è ispirato al lavoro di altri fotografi documentaristi come André Kertész e Walker Evans, e ha spesso incontrato il maestro Henri Cartier-Bresson, uno dei fondatori dell’Agenzia Magnum, di cui McCurry è membro dal 1986. McCurry vive a New York. Ha documentato i tragici eventi nella città dopo l’attacco dell’11 settembre 2001 al World Trade Center. Era tornato solo il giorno prima dal Tibet, dove si era recato su incarico di National Geographic. Le fotografie di McCurry fanno parte delle collezioni dei principali musei, inclusi l’International Center of Photography di New York; il Tokyo Museum of Modern Art e il Philadelphia Museum of Art, che nel 1997 ha anche organizzato una mostra itinerante delle sue immagini sull’India. Steve McCurry ha pubblicato numerosi libri: -The Imperial Way (1985); -I giorni del monsone (1989); -Sanctuary (2002); -The Path to Buddha: A Tibetan Pilgrimage (2003); -Ritratti (2003); -Sud sud-est (2004); -Steve McCurry (2005); -Looking East (2006); -ll cammino di Francesco (2006); -In the Shadow of Mountains (2007); -L’istante rubato (2009). da: temi.repubblica.it/iniziative-igrandifotografi/2010/02/01/steve-mccurr SITO UFFICIALE DI McCURRY: stevemccurry.com |
| inviato il 25 Febbraio 2016 ore 20:33
Come prassi inizio anche a commentare! Cosa dire di questo fotografo? Io lo apprezzo molto, è difficile trovare tra le sue immagini qualcuna che non sia "d'impatto" o che sia mal riuscita, o poco studiata nelle inquadrature...inoltre lo reputo un maestro nell'utilizzo del colore, oltre che un maestro della fotografia in generale...uno da studiare per migliorarsi insomma. Solo una cosa non apprezzo molto del suo lavoro, e cioè la pratica di modificare il colore degli occhi nei ritratti, palese in alcune sue fotografie, meno in altre...è una cosa che secondo me toglie tutta la magia del ritratto, ne toglie tutto il valore... Voi cosa pensate di questo Big? Un saluto a tutti! |
| inviato il 25 Febbraio 2016 ore 20:39
Mi piace McCurry perché: Esteticamente spesso le sue foto non hanno difetti. Composizione studiatissima, uso dei colori da vero maestro, soggetti magnetici. Non mi piace McCurry perché: A volte trasforma foto di reportage in esercizi di stile. Certi scatti finisci per ammirarli ma con distacco rispetto al contenuto, cosa che non dovrebbe succedere in quel genere. Preferisco certi lavori più "sporchi" ma più "veri". |
user39791 | inviato il 25 Febbraio 2016 ore 20:41
Caro Luca è un'icona della fotografia. Sparare su di lui sarebbe come farlo sulla crocerossa. Forse nell'era digitale ha perso un po dello smalto dei tempi migliori, ma rimane sempre uno dei più grandi fotografi contemporanei. |
user39791 | inviato il 25 Febbraio 2016 ore 20:53
Qualche caduta di stile l'ha avuta, e spesso ha fatto il verso a se stesso. Questo è il suo limite. Come dice Scianna il vero problema non è copiare gli altri, ma copiare se stessi........ |
| inviato il 25 Febbraio 2016 ore 20:55
Se interessa a PN dal 27 febbraio al 12 giugno c'e' una mostra con esposte 100 foto di Mccurry a palazzo Bertoia. Il titolo e' quanto mai interessante "senza confini". |
| inviato il 25 Febbraio 2016 ore 21:03
Figurati dal tuo cognome ho intuito che sei della zona e quindi te l'ho segnalato, ciao., |
| inviato il 03 Marzo 2016 ore 17:17
Secondo me il suo periodo migliore è quello degli anni 80 e primi anni 90; dopo, come dice Filiberto, ha iniziato a ripetersi su alcune foto, forse ormai prigioniero della sua stessa fama. Alcuni anni fa ho visto una sua mostra al Palazzo della Ragione a milano veramente splendida. |
| inviato il 04 Marzo 2016 ore 19:40
McCurry è il maestro del colore, E' il primo che applicato sistematicamente e scientificamente la teoria dei colori complementari quasi come religione, Cosa che per altro in pittura non è una novità Ma mai prima era stata applicata in fotografia con uguale abilità In questo Mc Curry piace facilmente a tutti come a tutti piacciono gli impressionisti. Il grande pubblico è sempre molto sensibili a chi riesce a fare accostamenti cromatici gradevoli ed eleganti Aggiungi a ciò l'aspetto esotico dei sui reportage MCurry non è solo un fotografo è stato un grande fotoreporter che andava dove nessuno a quei tempi aveva il coraggio di andare Il risultato delle due cose è uno stile fotografico che fa boom.. colpisce chiunque e l'effetto wow è immediato Per questi molti lo sminuiscono dicendo che punta appunto solo all'effetto wow e in effetti recentemente ha un po' esaqerato ma resta il fatto che ha un suo stile assolutamente inconfondibile e questa è una caratteristica che distingue il buon fotografo dal fuoriclasse. |
| inviato il 04 Marzo 2016 ore 20:11
Propongo una eccezione (critica su McCurry) non mia ma è un "si dice" che corre nell'ambiente: Per giudicare McCurry non guardate le foto di posti che non conoscete, ma di quelli che conoscete. Invidia dell'ambiente? Io ho visto una mostra a Milano degli scatti "italiani" di McCurry ed in effetti non avevano niente di speciale. Forse la mostra non aveva scelto il meglio... e mi guardo bene dal criticarlo. Il mio è solo uno spunto di riflessione |
user39791 | inviato il 04 Marzo 2016 ore 20:30
Le sue foto "italiane" anche a me non fanno impazzire. Non so se è la mancanza di posti esotici o comunque sconosciuti oppure se non sono una delle sue cose più riuscite, ma tant'è. |
| inviato il 05 Marzo 2016 ore 9:46
Le sue foto Italiane lasciano un po a desiderare, è vero...però c'è anche da dire che: 1-l'occhio di un osservatore abituato a certe immagini è meno interessato e tende a banalizzare (salvo fotografie evidentemente fantastiche), 2-l'Italia offre spunti fotografici incredibili e unici, ma è anche molto complessa da fotografare "bene"... |
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