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Letizia Battaglia è una fotografa e fotoreporter siciliana. Inizia la sua carriera nel 1969 collaborando con il giornale palermitano L'Ora. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove incomincia a fotografare collaborando con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l'agenzia "Informazione fotografica", frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna. Nel 1974 si trova a documentare l'inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per comunicare alle coscienze la misura di quelle atrocità.
Suoi sono gli scatti all'hotel Zagarella che ritraevano gli esattori mafiosi Salvo insieme ad Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo. Diviene una fotografa di fama internazionale. Ma Letizia Battaglia non è solo "la fotografa della mafia". Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi di bambini e donne (la Battaglia predilige i soggetti femminili), i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città contraddittoria. Negli anni '80 crea il " laboratorio d'I f", dove si formano fotografi e fotoreporter palermitani: la figlia Shobha, Mike Palazzotto, Salvo Fundarotto.
Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l'americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999.
Ha esposto in Italia, nei Paesi dell'Est, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta: Passione, giustizia e libertà (lo stesso titolo di una sua mostra recente).
Dal 2000 al 2003 dirige la rivista bimestrale realizzata da donne Mezzocielo, nata da una sua idea nel 1991.
Nonostante le sue radici profondamente siciliane, la Battaglia si era trasferita nel 2003 a Parigi, delusa per il cambiamento del clima sociale e per il senso di emarginazione da cui si sentiva circondata, ma nel 2005 è tornata nella sua Palermo. Tratto da it.wikipedia.org/wiki/Letizia_Battaglia
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Grandissima letizia battaglia. Mi spiace solo la piega che ha preso ultimamente, quella di rifotografare le sue foto iconiche in mano a ragazze non esattamente modelle a bagno in mare. Ma a meno di questa discutibile scelta senile, parliamo di una colonna portante del fotoreportage italiano,dal coraggio incredibile
Per Shambola. Condivido il tuo giudizio e devo dire che mi hanno incuriosito i motivi che potrebbero stare alla base di questa inedita produzione fotografica. Quello che, tra le righe, credo di aver capito, ascoltando e leggendo alcune sue interviste, è che l'opera di rielaborazione dei suoi lavori abbia una valenza catartica strettamente personale. Certi oggetti di studio hanno la capacità di annichilire l'anima e penso che, con il passare degli anni, lei non sia rimasta immune dal logorio umano che le vicende della criminalità, in special modo quella organizzata, possono provocare. Ovviamente questi sono solo giudizi personali.
Sono giunto alla stessa conclusione anch'io sai? Però una scelta catartica può anche rimanere privata e non rischiare di gettare una luce sinistra sulla parte terminale della carriera di una grandissima fotografa quale è stata!
Parere mio da due soldi ovviamente...
user39791
inviato il 25 Febbraio 2016 ore 15:35
Battaglia di nome e di fatto!! Ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia e a favore delle libertà! Probabilmente il (la!) miglior fotoreporter italiano perchè ha saputo coniugare la denuncia alla poesia. Grande segnalazione!
Conoscevo lo scatto fatto a Leoluca Bagarella,meno la fotografa..che in quel frangente si e'anche presa un bel calcione..Bagarella inizialmente non era stato riconosciuto in caserma come il famoso mafioso ,e proprio mentre stava per un uscire quasi indenne,un militare lo riconosce e sette carabinieri faticano a fermarlo.La fotografa verra'chiamata subito dopo l'arresto. Cosi dice il libro.."Cosa Nostra..storia della mafia per immagini"di Massimo Picozzi.
“ Conoscevo lo scatto fatto a Leoluca Bagarella,meno la fotografa..che in quel frangente si e'anche presa un bel calcione. „
Il calcione è riuscita a schivarlo (però è caduta all'indietro). Il fatto è che Bagarella è responsabile di decine di omicidi e anche dal carcere non avrebbe certo avuto problemi commissionarne un altro. Per fortuna deve essersene dimenticato... Lo racconta nel servizio su Sky Arte che 7avner ha sopra allegato, a partire da 6:38.
Sulla "rivisitazione" da parte della Battaglia dei suoi stessi scatti si è espresso in modo perplesso Ferdinando Scianna, le cui conclusioni sono assimilabili a quelle espresse sopra da Shambola. Su questo punto peraltro ho trovato un fil ruoge con l'opera di McCullin. Entrambi hanno assistito e testimoniato, pur su fronti diversi e con diversi gradi di coinvolgimento, la parte più violenta e sanguinaria dell'uomo ed entrambi, mi sembra, sono rimasti metaforicamnete infettati da questo veleno . Come la Battaglia anche McCullin ha scelto la via della "catarsi" mediante il mezzo fotografico, dedicandosi ai paesaggi della campagna inglese( del Somerset, se non erro). Questo genere di reazioni mi incuriosiscono molto perchè, secondo me, evidenziano in maniera ancora più evidente rispetto al "semplice" esercizio del diritto di cronaca l'idea della fotografia come veicolo di comunicazione di sè verso l,altro.
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