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Mustafa Sabbagh







avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2017 ore 14:02

è stato in effetti messo in una lista dei 100 fotografi viventi più influenti al mondo
comunque in effetti cita spesso quel manifesto quindi grazie per il contributo

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2017 ore 14:54

Grazie per la condivisione!!

user90373
avatar
inviato il 27 Novembre 2017 ore 16:48

L'autore ricorre spesso alla maschera, alla negazione della verità/realtà, questo insistere sul tema porta a pensare che il mascherarsi non simboleggi tanto il voler rinnovarsi, cambiando travestimento, ma che si tratti più di un tatuaggio che non si può cancellare, di una maschera perenne che ci si cuce addosso per convenienza, per mantenere l'immagine di se che gli altri hanno. IMHO. Sorriso

avatarjunior
inviato il 27 Novembre 2017 ore 23:14

Grazie della segnalazione labirint, devo dire che quando ci proponi un artista è una garanzia! I tuoi sono tra i pochi post su questo forum che seguo sempre con reale interesse.
Anche il documentario che hai linkato è molto bello e anche molto ben fatto.

Mi era venuto il dubbio di aver visto qualche sua opera in una galleria d'arte a Bremen in germania, ma poi cercando mi sono reso conto che era di un altro artista, Mohau Modisakeng... che qualche nesso con Sabbagh ce l'ha secondo me, anche se devo dire che me lo ricordavo piú "brutale"

avatarsenior
inviato il 28 Novembre 2017 ore 9:11

Direi che non sei andato lontano ettore:

Partendo dai difetti - che amo davvero, perché sono l'elemento che ci rendono unici - ho cercato di mascherare, una sottolineatura di quello che succede nel quotidiano. Oggi si pretende da tutti di essere perfetti, l'idea del "buon selvaggio” di Rousseau non si è mai evoluta. Ci si deve svegliare con l'alito buono, avere la famiglia perfetta come in una nota pubblicità, tutti biondi e sorridenti… In realtà ci svegliamo tutti un po' bruttini, anche perché non ci sono più i ritmi naturali. Ecco, ho ragionato su questo. La società ci propone delle maschere, la donna, poi, deve avere 42 o addirittura 40 anni al massimo. Queste sono le maschere che sono più difficili da combattere. Non ho fatto altro che esasperare questo concetto».


Ultimo lavoro si Sabbagh è in effetti complesso da digerire:
Made in Italy© — Handle with care è una delle opere più ambiziose di Sabbagh, acquisita dal Museo MAXXI di Roma (2015), ritraente una serie di scatti di giovani uomini sulla riva dell'Adriatico. Eretti sulla riva come idoli su una soglia, indossano pantaloni troppo grandi, che danno ai loro corpi di eroi fanciulli un'apparenza sgraziata. Ciascuno è descritto in una didascalia a parte, in cui della merce — i fanciulli — si illustrano le caratteristiche tecniche, origine e tipologia. Quello di Sabbagh è un post-umanesimo ironico, un graffio sulla pelle fragile delle nostre convinzioni ancora umanistiche, ancora residuamente greche, che ci interroga a lungo (perché il segno del graffio rimane) sulla convenienza di quelle convinzioni, sulla loro ipocrisia e strumentalità. Il graffio è sempre impresso su una pelle, il grande tema della poetica di questo artista apolide, che ricorre come un topos in molti suoi progetti: la pelle dipinta di nero, i pantaloni indossati dai fanciulli come una seconda pelle, il tessuto a brandelli cuciti assieme delle brande, è l'involucro sfibrato di un'umanità immune al dolore, che ha nella merce il suo unico, ultimo idolo.

I pantaloni troppo grandi, l'ultima pelle del migrante, sono abbandonati su brande allineate in cui l'ordine della scena tradisce un vizio di forma, in cui nulla è ciò che sembra. Le brande sono zoppe, il loro equilibrio è precario, la presenza del migrante è suggerita da un'assenza, dalla presenza di un involucro. I pantaloni come segno di una muta larvale, come il resto abbandonato da una mutazione del fanciullo migrato in prodotto identificabile da lotto, pellame e fototipo. “Tessuto come scampolo, come brandello e come trama, come rete sociale di appartenenza e come volontà di apparenza attraverso un ordito”, dichiara Sabbagh. Quello che l'artista mette in scena in questi spazi, connettendosi a una delle principali vocazioni del Gruppo Dino Zoli — la produzione tessile — è una pièce occidentale in cui la tragedia è invisibile perché ormai, come forma arcaica, non ha più il teatro come luogo, ma il mondo intero.


viene presentato usando il linguaggio del marketing considerata la lingua internazionale per eccellenza, viene messo il marchio apporta il marchio Made in Italy© al prodotto F dove F sta per futuro (l'italia è famosa per le 3F Fashion, Furniture, Food) e viene accompagnato dalla scritta:
da qualsiasi tipo di uso e consumo si possa fare sottolineano quanto minime siano, ed esclusivamente attinenti al packaging, le differenze rispetto al prodotto di Denominazione di Origine Controllata, così per come l'abbiamo sempre inteso.


www.flashartonline.it/app/uploads/2017/02/Mustafa-Sabbagh_FlashArt-720
www.mustafasabbagh.com/mustafa/exhibitions_img/20160602_Extraordinary_


avatarjunior
inviato il 28 Novembre 2017 ore 14:07

Un altro aspetto che trovo interessante del pensiero Sabbagh è quello riguardante il saccheggio. Oltre a liberarci dalle inibizioni, dai preconcetti, insiste spesso anche sulla soppressione della proprietà intellettuale dell'immagine. Copiare, saccheggiare, rubare immagini e trasformarle in proprie visioni fa e deve fare parte di un processo creativo atto alla crescita personale. Sabato scorso mi ha fatto vedere una Preview del nuovo progetto, sulla memoria, a cui sta lavorando e si basa proprio su questo concetto. Una visione circolare dell'arte in cui tutto si collega e rinasce da se stesso...

user90373
avatar
inviato il 28 Novembre 2017 ore 14:37

@ Gianguido Gilioli

Visto il mondo un pò "serioso" caro all'autore spero non si tratti di questo tipo di saccheggio della memoria:









Sorriso

Foto di Hassan Abdelghiani

avatarsenior
inviato il 08 Ottobre 2021 ore 17:54

www.raicultura.it/arte/articoli/2021/10/Mustafa-Sabbagh-69298fee-0dec-


avatarsenior
inviato il 08 Ottobre 2021 ore 18:03

No comment per quanto non mi piace

avatarsenior
inviato il 08 Ottobre 2021 ore 18:09

Non vedo l'utilità di questo tuo commento non aggiunge nulla alla discussione.
Evidentemente visto lo spazio dedicatogli altri la pensano differentemente

avatarsenior
inviato il 08 Ottobre 2021 ore 21:17

Per me non ha utilità portare all'attenzione questo scienziato

avatarsenior
inviato il 08 Ottobre 2021 ore 21:18

Per me non ha utilità portare all'attenzione questo scienziato siamo veramente oltre la fotografia almeno lo dicono. Ho semplicemte detto che non mi piace in modo assoluto, quindi non capisco il senso del non senso

avatarsenior
inviato il 08 Ottobre 2021 ore 21:19

Visto la tua totale inutilità e la tua spocchia che non ti puoi permettere il discorso finisce qui.
Buon proseguimento

avatarsenior
inviato il 08 Ottobre 2021 ore 22:36

Chi avesse possibilità
www.gallerie-estensi.beniculturali.it/mostre/mustafa-sabbagh-spazio-di

avatarsenior
inviato il 08 Ottobre 2021 ore 23:57

Ringrazio MatteoGroppi per la preziosa segnalazione ...

Di seguito una intervista al geniale Sabbagh, dello scorso febbraio :


www.exibart.com/fotografia/artista-mustafa-sabbagh-intervista/

____________________________

“Bisogna ritrovare le ragioni per riguardare le cose da un punto di vista formale, ritrovare il significato delle cose, ricominciare a guardare le cose.” Giorgio Morandi

"Affinché ci sia un evento occorre, certamente, che sia possibile, ma anche che ci sia un'interruzione nel regime di possibilità: occorre che l'evento non sia semplicemente possibile; occorre che non si riduca alla spiegazione, allo svolgimento, al passaggio all'atto di un possibile. L'evento, se ce n'è, non è l'attualizzazione di un possibile [...] il compimento teleologico di una potenza [...] . Occorre dunque che l'evento si annunci come impossibile." Jacques Deridda

Da "Giorgio Morandi - Dipingere l'invisibile",
in "Il mistero delle cose"
di Massimo Recalcati
Feltrinelli, 2016


Un gentile saluto,

Ben


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