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una medio formato inusuale: fujifilm gx680


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avatarjunior
inviato il 07 Febbraio 2016 ore 15:55

Buongiorno a tutti,
vorrei fare una piccola presentare di questa medio formato non molto conosciuta qui nel forum (o almeno, io non ho mai letto molto), cercando di inserire un pò di particolari pratici.
L'ho scritta sul pc mesi fà, ed ora postandola spero mi tiri dentro i link funzionanti alle immagini, anche se ho il timore che su questa piattaforma non siano leggibili direttamente...proviamo.

Brevissimo excursus storico, la Fuji GX 680 è stata costruita negli anni in tre varianti:
Fuji GX 680 (1989?1995)
Fuji GX 680 II (1995?1998)
Fuji GX 680 III (1998?2007 (?), anche se sul sito Fujifilm ancora c’è e si può avere il listino prezzi…mistero)

Questi si differenziano per leggere modifiche estetiche, nei controlli, e continui piccoli miglioramenti nelle funzioni e nella parte elettronica, e nel tipo di alimentazione (batteria vs pile).
C’è anche una versione S della Fuji GX680iii, una versione più “povera” (fondamentalmente senza possibilità di movimento nelle due dimensioni per gli obbiettivi).

In questo caso parliamo della FUJIFILM GX680III (l’ultima versione messa in commercio):
è una medio formato analogica (ma può diventare “digitale” utilizzando un dorso digitale ovviamente) predisposta di serie per il formato 6x8 cm, usa un solo magazzino che sfrutta le maschere di formato fornite a corredo per passare facilmente al 6x7 cm, ma anche al 6x6 cm o al 4,5x6 cm, ecc... può passare dalla posizione verticale a quella orizzontale, dovrete semplicemente ruotare il magazzino di 90 gradi, tramite un comando, senza doverlo staccare. La maschera abbinata al magazzino rotante, si predispone quindi nella corretta posizione orizzontale o verticale.
La fotocamera rileva il formato utilizzato, regolando automaticamente il numero di fotogrammi disponibili. Quando viene caricata la pellicola, un sensore rileva il punto di inizio della pellicola stessa e questa viene avanzata fino al primo fotogramma.
Il sistema ha un controllo elettronico di precisione che regola la spaziatura tra i fotogrammi.

L’ottica ha la UNICITA’ (non credo esistano altre macchine simili che lo facciano) di essere basculante e decentrabile, cosa che permette di:
- effettuare correzioni prospettiche delle foto in fase di ripresa spostando il centro del gruppo ottico rispetto al centro della pellicola, mantenendo l'asse ottico normale al piano focale (pensato soprattutto credo per la fotografia di architettura)
- controllare la profondità di campo (controllo accessorio rispetto a quello ottenibile mediante la regolazione del diaframma) tramite l'inclinazione dell'asse ottico rispetto al piano focale

Sulla GX680 quindi l’obbiettivo può essere mosso liberamente come avviene nelle fotocamere di grande formato. I movimenti possibili sono: basculaggio orizzontale e verticale fino a 12 gradi, decentramento verticale verso l’alto fino a 15 millimetri, decentramento verticale verso il basso fino a 13 millimetri e decentramento laterale fino a 15 millimetri in entrambe le direzioni.
Ciò non è possibile con la versione più economica di questa macchina, che non avendo snodi ha solo il movimento sul carrello per la messa a fuoco.
Ho verificato personalmente che solo gli obbiettivi più “corti” possono sfruttare il sistema basculante, per i grossi e pesanti tele (per esempio ho provato con il 500mm) viene utilizzato un supporto aggiuntivo, e hanno quindi movimento solo longitudinale.

Ci sono tutta una serie di accessori più o meno sfiziosi, io ho provato il comando di scatto a distanza (a filo), diversi tipi di mirini, uno macro decentrabile utile per vedere nel dettaglio ogni parte della quadrante prima dello scatto, uno angolare che può essere molto utile soprattutto nell’utilizzo dei tele con treppiede in esterno.
Va detto che la macchina non è piccola come una Mamiya o Hasselblad classiche, anche se pure per questa FUJI c’è la possibilità di agganciare la tracolla…sappiate che vi mettere al collo circa 4 kili di macchina, “in ordine di marcia”.

Sono stati prodotti per la GX680 diversi tipi di magazzino: un solo magazzino permette di utilizzare pellicola in rullo 120 e 220. Il passaggio da pellicola in rullo formato 120 a quella formato 220 (o viceversa) richiede solamente l’inserimento di un differente caricatore di pellicola, non è necessario sostituire l’intero magazzino.
Io ho utilizzato un caricatore per film da 120mm, che permette se non sbaglio una decina di foto in formato 6x8 (naturalmente se si utilizza il 6x4.5 quasi raddoppia il numero di scatti, e il piccolo display sul magazzino lo rileva in automatico).
Il magazzino FUJI di ultima generazione incorpora numerose nuove tecnologie come, ad esempio un sensore che legge e decodifica le informazioni del codice a barre della pellicola, unendovi le informazioni relative alla fotocamera e allo scatto. Io sto utilizzando il magazzino FUJI che ho, che è per la serie precedente, che dovrebbe avere circa le stesse funzioni, ma ha il vantaggio di non richiedere una batteria propria (utilizza come fonte di energia il corpo macchina, per questo quando viene staccato dal corpo macchina non tiene in memoria il numero di scatti fatti dal caricatore stesso).

Sul corpo macchina c’è un display LCD blu auto-illuminato che indica quando la fotocamera è pronta (il dorso ha luce led gialla invece), le sue impostazioni ed eventuali malfunzionamenti, ecc. Sono inoltre visualizzabili diversi contascatti, per il corpo macchina, per il magazzino e per l’obiettivo (per questi ultimi due dipende dal tipo e versione, non tutti lo permettono; per esempio il mio magazzino non li registra, mentre gli obbiettivi che sono l’ultima serie prodotta lo fanno).

Nota importante: la GX680III, al contrario delle serie precedenti, prevede l’utilizzo di pile stilo normali. Questa è una GRANDE differenza: molto spesso queste macchine, ormai in circolazione da qualche anno, hanno la batteria originale esaurita, e data la difficoltà di trovare un ricambio, non possono essere utilizzate.
Questa esemplare in più ha un accessorio originale, un magazzinetto pile esterno, che permette una riserva di carica aggiuntiva quando le stilo interne si stanno scaricando (si può switchare anche da una fonte di alimentazione all’altra tramite un tasto, per esempio ora non ho nemmeno inserito le pile nel corpo macchina, utilizzo solo il magazzino esterno che alimenta tutto, corpo e magazzino).
In ogni caso la macchina, data l’assenza di un display multicolor tipo le fotocamere digitali, ha una autonomia di vari mesi e immagino centinaia e centinaia di foto scattate…io ci ho smanettato per settimane e ancora l’indicatore della carica indica le pile completamente cariche.

Gli obbiettivi prodotti per questo sistema sono circa una ventina, io ne ho una dozzina, cercherò di mostrarne qualcuno in questa dimostrazione pratica. Una recensione davvero competente non ho la superbia di saperla scrivere, spero che possiate apprezzare questa carrellata.

Lato comandi principale (destro), rotella di accensione che permette di selezionare le varie modalità di scatto, rotella dei tempi di esposizione, tasto di scatto, tasto di alzata-abbassata indipendente dello specchio (per le vibrazioni), spinotto che permette di attaccare il comando di scatto a distanza a filo…tutte le rotanti del corpo macchina sono in acciaio pieno gommate.
Qui lo schermo di visione è chiuso, collassa su se stesso in un unico scatto, con lente centrale annessa.





Il corpo macchina è dotato di bolla per vedere se è perfettamente in piano:





E’ previsto come optional il supporto per la tracolla, nonostante la mole i giapponesi hanno pensato di dare la possibilità di utilizzarla “hand-held”:





Su questo esemplare c’è montato il “serbatoio” aggiuntivo che permette di utilizzare delle stilo AA esterne (internamente monta delle CR123 mi pare, sempre stilo, ma più tozze e costose):









A macchina accesa, vedete il display del magazzino e il display della macchina (retroilluminato a comando, il primo lcd azzuro, il secondo led giallo) che danno tutta una serie di informazioni sulle impostazioni di rullino e della modalità di scatto; in realtà molte informazioni come il tempo di scatto, gli ISO del rullino, l’apertura dell’obbiettivo, è possibile modificarle e vederle direttamente tramite i comandi-indicatori fisicamente messi sul corpo macchina, dorso e obbiettivo.
Il display più che altro dice, per esempio, se l’esposizione è corretta in base ai tempi impostati, lo stato della batteria, ecc…





In questo momento sto usando il mirino di serie, che si alza sul tetto del corpo macchina, e tramite lo specchio reflex si vede attraverso l’obbiettivo.





Come detto lo specchio può essere alzato preventivamente per diminuire le vibrazioni allo scatto, volendo.









Ora la macchina monta un obbiettivo “corto”, è un 65mm: adatto per esempio per le foto panoramiche o di architettura, piuttosto grandangolare, permette di sfruttare le caratteristiche basculanti della macchina (come detto, con i più grandi non è fisicamente possibile per questione di dimensioni).













In teoria dovrei poter correggere gli errori di parallasse e mettere a fuoco solo una certa area a scelta del soggetto (dico in teoria, perché è la prima volta che mi cimento nell’utilizzo di un oggetto con questa caratteristica, e non sono in grado :D ).

La possibilità di muovere l’obbiettivo su più assi è possibile in realtà con la maggior parte degli obbiettivi, che sono tutti di simili dimensioni, anzi alcuni medi tele sono più piccoli di obbiettivi a focale più corta, come vedete:





Il 100-200mm è (che io sappia) l’unico zoom variabile prodotto per la GX680: la messa a fuoco si fa alla maniera classica (per questa macchina, ovvero spostamento lente su carrello) mentre il livello di ingrandimento si attua con rotazione di anello sul cilindro.





Questo obbiettivo ha una lente anteriore di almeno 15cm di diametro!










Sto usando qui un mirino angolare, più consono per prendere bene la mira con obbiettivi zoom, potendo guardare anche “da fuori” dove guarda la macchina:









Montando invece l’obbiettivo più tele del lotto, si perdono completamente le possibilità basculanti, ed in più deve essere utilizzato un binario di supporto, su cui l’obbiettivo stesso si muove per la messa a fuoco.





Ho montato in questo caso un mirino macro che permette di visionare le varie parti dell’inquadratura nel dettaglio, muovendosi sulla superficie dello schermo visore. Il mirino può essere alzato per guardare il visore a schermo intero.





Il corpo macchina e gli obbiettivi sono in gran parte in acciaio anodizzato di colore nero, con poche parti in plastica e qualche dettaglio gommato (per esempio i pomelli di regolazione dei movimenti macchina), tutte le parti mi sembrano ricavate dal pieno, non lamiere piegate, è il tutto ha un’aria di professionalità, un funzionamento (nulla è ballerino, nulla scricchiola, i movimenti sono proprio “sui binari”, fluidi e felpati al tempo stesso) perfetto, giapponese. C’è anche da dire che la macchina si presenta come seminuova, quindi non ha subito cedimenti da utilizzo.
Gli obbiettivi Fujinon sono famosi per la loro qualità ottica, soprattutto quelli di questa categoria; non ho ancora i risultati delle mie prove, ma in quanto ai pezzi in sé, trasudano qualità solo a maneggiarli, mi stupirei fossero scarsi e aberranti (con quello che costano oltretutto).

In conclusione, vorrei spendere una considerazione sulla diffusione di questa macchina…spesso è stata messa a confronto con le Mamiya RB67-RZ67 e le Rollei SL66, per esempio…a mio parere rimane su un altro livello, la GX680 è un’ASTRONAVE in tutti i sensi, tecnicamente, tecnologicamente e nelle dimensioni, in senso positivo e negativo. Forse delle Hasselblad sono più paragonabili.
Credo che in Giappone abbiano voluto progettare un sistema allo stato dell’arte, senza badare a compromessi pratici ed economici, ma proprio per questo troppo caro (ho fatto un calcolo spannometrico della sola attrezzatura in mio possesso, guardando il prezzo di listino che ancora è disponibile sul sito Fujifilm, perché ufficialmente pare sia ancora commercializzata, siamo nell’ordine dei 20k euro…va bene che il listino conta relativamente ormai, ma dà un idea della posizione di mercato per un dato prodotto secondo la visione del distributore), e anche troppo poco pubblicizzato e soprattutto distribuito, pure per sfondare nella nicchia degli appassionati…quanti l’hanno sentita, o presa in considerazione qui, quanti ne hanno mai vista una dal vivo?…ho l’impressione che gli ultimi si contano sulle dita di una mano pure qui, su un forum di appassionati.
Se avessero impostato un listino più “umano” (magari rinunciando a materiali nobili, ma facendo più parti in plastica) e soprattutto avessero puntato più sulla distribuzione fuori dal Giappone, credo che si troverebbero e si sarebbero apprezzate più GX680 in giro per il bel Paese.

In queste foto la macchina non era operativa per lo scatto poiché non era inserito alcun rullino, si vede sia dall’allarme sul display che ovviamente dalla lastrina di metallo di sicurezza montata sul dorso (solo quando questa lastra è montata è possibile staccare dorso e corpo macchina).


Ho cercato di scrivere qualche informazione generale, forse poco esaustiva e poco tecnica, magari nasce una discussione interessante...

Un’ultima foto, per fare un’idea delle dimensioni della macchina (considerare che la mia mano non è molto grande):





Grazie per l’attenzione

Marchele

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2016 ore 16:36

Gran bella macchina e gran bell'excursus.

Però sinceramente non la acquisterei. Viste le dimensioni e i pesi in ballo, finirei per lasciarla sempre a casa o usarla mooolto raramente... già la RB (decisamente più piccola) è bella impegnativa da portare in giro.


In conclusione, vorrei spendere una considerazione sulla diffusione di questa macchina…spesso è stata messa a confronto con le Mamiya RB67-RZ67 e le Rollei SL66, per esempio…a mio parere rimane su un altro livello, la GX680 è un’ASTRONAVE in tutti i sensi, tecnicamente, tecnologicamente e nelle dimensioni, in senso positivo e negativo. Forse delle Hasselblad sono più paragonabili.


Penso che sia pari o superiore tecnicamente alle macchine che hai elencato (6x8, movimenti, qualità ottica)... avendo però il grosso contro di peso e dimensioni notevolissime. Io la considero un piccolo banco ottico, sia per le possibilità date dai movimenti, sia per la questione trasportabilità, maneggevolezza ed uso.

Sinceramente non la paragonerei ad hasselblad V... non ci azzecca minimamente (formato, peso, dimensioni, filosofia d'utilizzio, meccanica/elettronica, ecc ecc).
Tra l'altro Hasselblad è quello che è per le ottiche zeiss (e dici poco), ma per il resto non è che sia chissà quale miracolo o abbia chissà quale superiorità su tutto il resto, se si toglie il nome e si guarda quello che effettivamente è.

user15476
avatar
inviato il 07 Febbraio 2016 ore 17:34

Con l'aggiunta dell'adattatore tilt-shift (solo basculaggio e decentramento verticale) la Mamiya RZ67 diventa simile alla GX680.

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2016 ore 18:23

Fantastica, complimenti, anche per l'ottima presentazione

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 8:59

Con l'aggiunta dell'adattatore tilt-shift (solo basculaggio e decentramento verticale) la Mamiya RZ67 diventa simile alla GX680.


Non esattamente: quell'adattatore è tipicamente associato alle due lenti short barrel del sistema (75 e 180) in modo da poter focheggiare all'infinito anche con l'adattatore t/s.
Con tutte le altre lenti, l'adattatore t/s ha l'effetto di un tubo di prolunga.

Con la GX680, invece, qualunque lente ha la possibilità di usare i movimenti senza limitazione alcuna (copertura permettendo, ovviamente).

user15476
avatar
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 9:29

Confermo tutto, avendo il 180 short barrel. Ma ad esempio sul 140 se devo fare macro o closeup ho la possibilità di basculare ed avere l'effetto tubo prolunga.

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 11:07

Ah beh, sicuramente. Se rimani in ambito macro l'effetto "tubo di prolunga" non è un problema e i movimenti sono i benvenuti.

Però per architettura o comunque scatti non macro, se vuoi usare i movimenti sei costretto alle due sole lenti SB.

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 11:33

perdonate la venalità della domanda...quanto hai speso?
bellissimo oggetto,complimenti;-)

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 11:52

In piena era pellicola costava un botto... tantopiù che da quel che vedo ha il corredo completo (o se non completo poco ci manca).

Oggi, secondo me, sull'usato con un 3-4k€ ci si porta a casa tutto quel ben di dio...

Certo è che è un vero mostro. Dal manuale, il kit "base" supera già i 4kg Eeeek!!! Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 12:05

accidenti,son sempre bei soldi...ma deve dare grandi soddisfazioni,seguo volentieri il thread:-P

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 12:27

accidenti,son sempre bei soldi...ma deve dare grandi soddisfazioni,seguo volentieri il thread:-P


Ah si si, certamente...
Ma se fai un confronto con quello che porti a casa con il digitale alla stessa cifra... la gx680 è praticamente regalata ;-) .

Riguardo le soddisfazioni non ho il minimo dubbio. Posso assicurare che anche "solo" una mamiya RB (6x7, senza movimenti) ne dà tantissime, sia durante l'uso, sia sotto l'ingranditore Sorriso .

I "problemi" della GX680, e ciò che mi ha fatto optare per la mamiya RB, sono peso e dimensioni davvero impegnativi.
Già la RB non è uno scherzo da trasportare (poco meno di 3kg il set "base" corpo + lente + dorso, a cui aggiungere almeno 1 kg per ogni lente), per la gx serve lo sherpa.
Come ho scritto sopra, tendo a considerarla come un piccolo banco ottico in tutto e per tutto.

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 13:29

Bella review!

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 13:38

Bellissima macchina peccato che sia introvabile. Dove l'hai presa se posso chiedere?
E complimenti per la dettagliata descrizione

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 14:29

Bellissima macchina peccato che sia introvabile. Dove l'hai presa se posso chiedere?
E complimenti per la dettagliata descrizione


Su ebay ne trovi a valanghe ;-)

avatarjunior
inviato il 09 Febbraio 2016 ore 16:25

Eccomi.
Non è così mostruosamente grande come la si descrive…c’è anche qualche pazzo che la porta in giro a tracolla! (vedi video su youtube) :D

Io penso che sia da usare al chiuso, in studio, oppure per paesaggi su cavalletto (non se devi fare un’escursione di 8 ore magari, e portando solo uno degli obbiettivi più piccoli)…questa è la sua destinazione d’uso.

I prezzi di listino erano alti, una decina di anni fa (anche di più), tipo che il corpo macchina viaggiava sopra i 2k e l’obbiettivo più economico 1k euro, però per un “sensore” di 6x8cm, come qualcuno ha detto, ci potrebbe anche stare (l’aps-c delle reflex comuni è un microbo a confronto). Insomma dipende cosa ci vuoi fare.

Io avevo preso prima una GX680 prima serie (a proposito quella la potrei vendere), poi ebbi l’occasione di trovare inaspettatamente la III serie, che fu l’ultima prodotta. Sono meccanicamente simili, ma l’ultima come da tradizione FUJI, ha tutti i piccoli miglioramenti (soprattutto a livello di elettronica) che hanno subito i vari step di questo modello (FUJI non stravolge mai le sue proposte, migliora pian piano, è la sua filosofia).

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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