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Diane Arbus







user39791
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inviato il 19 Gennaio 2016 ore 15:25

Dato che questa sezione dedicata alla cultura è un po agonizzante e allo stesso tempo mi sta molto a cuore ho deciso che, tempo permettendo, aprirò periodicamente un post dedicato a un importante fotografo. Alcuni saranno molti famosi e altri un po meno, ma spero tutti interessanti. Userò l'ordine alfabetico.

Metterò i suoi dati essenziali e qualche foto, l'arricchimento del post sarà lasciato al vostro buon cuore. Sono molto gradite segnalazioni di eventuali imprecisioni e/o spunti e consigli per il miglioramento di quanto da me proposto.

Come espressamente richiestomi:
Riferimento al/ai sito/i da dove ho preso ciò che ho postato nel profilo dell'artista in questione: biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1332&biografia=Diane+Arbus

Diane Arbus, nata Diane Nemerov (New York, 14 marzo 1923 - Greenwich Village, 26 luglio 1971).

Diane Nemerov nasce a New York il 14 marzo 1923 da una ricca famiglia ebrea di origine polacca, proprietaria della celebre catena di negozi di pellicce, chiamata "Russek's", dal nome del fondatore, nonno materno di Diane.
Seconda di tre figli - il maggiore dei quali, Howard, diventerà uno dei più apprezzati poeti contemporanei americani, la minore Renée una nota scultrice - Diane vive, fra agi e attente bambinaie, un'infanzia iperprotetta, che forse sarà per lei l'imprinting d'un senso di insicurezza e di "straniamento dalla realtà" ricorrente nella sua vita.
Frequenta la Culture Ethical School, poi fino alla dodicesima classe la Fieldstone School, scuole il cui metodo pedagogico, improntato ad una filosofia umanistica religiosa, dava un ruolo preponderante al "nutrimento spirituale" della creatività. Il suo talento artistico ha quindi modo di manifestarsi precocemente, incoraggiato dal padre il quale la manda ancora dodicenne a lezione di disegno da un'illustratrice di "Russek's", tale Dorothy Thompson, che era stata allieva di George Grosz.
La grottesca denuncia dei difetti umani di questo artista, agli acquerelli del quale la sua insegnante la inizia, troverà terreno fertile nella fervida immaginazione della ragazza, e i suoi soggetti pittorici sono ricordati come insoliti e provocatori.
All'età di quattordici anni incontra Allan Arbus, che sposerà appena compiuti i diciotto, nonostante l'opposizione della famiglia, rispetto al livello sociale della quale è ritenuto inadeguato. Avranno due figlie: Doon ed Amy.
Da lui impara il mestiere di fotografa, lavorando insieme a lungo nel campo della moda per riviste come Vogue, Harper's Bazaar e Glamour. Col suo cognome, che manterrà anche dopo la separazione, Diane diventa un controverso mito della fotografia.
La vita comune dei coniugi Arbus è segnata da importanti incontri, essendo essi partecipi del vivace clima artistico newyorkese, soprattutto negli anni '50 allorché il Greenwich Village diviene un punto di riferimento per la cultura beatnik.
In quel periodo Diane Arbus incontra, oltre ad illustri personaggi come Robert Frank e Louis Faurer (per citare, fra i tanti, solo coloro che l'avrebbero più direttamente ispirata), anche un giovane fotografo, Stanley Kubrick, che più tardi da regista in "Shining" renderà a Diane l'omaggio una celebre "citazione", nell'allucinatoria apparizione di due minacciose gemelline.
Nel 1957 consuma il suo divorzio artistico dal marito (il matrimonio stesso è ormai in crisi), lasciando lo studio Arbus, nel quale il suo ruolo era stato di subordinazione creativa, per dedicarsi ad una ricerca più personale.
Già una decina d'anni prima aveva tentato di staccarsi dalla moda, attratta com'era da immagini più reali ed immediate, studiando brevemente con Berenice Abbott.
S'iscrive ora ad un seminario di Alexey Brodovitch, il quale già art director di Harper's Bazaar, propugnava l'importanza della spettacolarità nella fotografia; sentendolo però estraneo alla propria sensibilità ben presto comincia a frequentare alla New School le lezioni di Lisette Model, verso le cui immagini notturne e realistici ritratti si sente fortemente attratta. Costei eserciterà su Arbus un'influenza determinante, non facendone una propria emula, ma incoraggiandola a cercare i propri soggetti ed il proprio stile.
Diane Arbus si dedica allora instancabile ad una sua ricerca, muovendosi attraverso luoghi (fisici e mentali), che da sempre erano per lei stati oggetto di divieti, mutuati dalla rigida educazione ricevuta. Esplora i sobborghi poveri, gli spettacoli di quart'ordine spesso legati al travestitismo, scopre povertà e miserie morali, ma trova soprattutto il centro del proprio interesse nell' "orrorifica" attrazione che sente verso i freaks. Affascinata da questo mondo oscuro fatto di "meraviglie della natura", in quel periodo frequenta assiduamente il Museo di mostri Hubert, e i suoi spettacoli da baraccone, i cui strani protagonisti incontra e fotografa in privato.
E' solo l'inizio di una indagine volta ad esplorare il variegato, quanto negato, mondo parallelo a quello della riconosciuta "normalità", che la porterà, appoggiata da amici quali Marvin Israel, Richard Avedon, e in seguito Walker Evans (che riconoscono il valore del suo lavoro, per i più dubbio) a muoversi fra nani, giganti, travestiti, omosessuali, nudisti, ritardati mentali e gemelli, ma anche gente comune colta in atteggiamenti incongrui, con quello sguardo al tempo stesso distaccato e partecipe, che rende le sue immagini uniche.
Nel 1963 riceve una borsa di studio dalla fondazione Guggenheim, ne riceverà una seconda nel 1966. Riuscirà a pubblicare le sue immagini su riviste come Esquire, Bazaar, New York Times, Newsweek, e il londinese Sunday Times, spesso sollevando aspre polemiche; le stesse che accompagneranno nel 1965 la mostra al Museum of Modern Art di New York "Acquisizioni recenti", dove espone alcune sue opere, ritenute troppo forti e perfino offensive, accanto a quelle di Winogrand e Friedlander. Una migliore accoglienza avrà invece, soprattutto presso il mondo della cultura la sua personale "Nuovi Documenti" nel marzo del 1967 presso lo stesso museo; non mancheranno le critiche dei benpensanti, ma Diane Arbus è già una fotografa riconosciuta ed affermata. A partire dal 1965 insegna in diverse scuole.
I suoi ultimi anni di vita sono all'insegna di una fervente attività, tesa forse anche a combattere con vive emozioni le frequenti crisi depressive, di cui è vittima, l'epatite che aveva contratto in quegli anni e l'uso massiccio di antidepressivi avevano minato inoltre il suo fisico.
Diane Arbus si toglie la vita il 26 luglio 1971, ingerendo una forte dose di barbiturici e incidendosi le vene dei polsi.
L'anno seguente la sua morte il MOMA le dedica un'ampia retrospettiva, ed è inoltre la prima fra i fotografi americani ad essere ospitata dalla Biennale di Venezia, riconoscimenti postumi, questi, che amplificheranno la sua fama, tuttora purtroppo infelicemente collegata all'appellativo di "fotografa dei mostri".

hammer.ucla.edu/fileadmin/media/programs/2014/09_September/Lunchtime_A
oracoolblog.files.wordpress.com/2012/10/diane-arbus-3.jpg
pinobertelli.files.wordpress.com/2014/11/diannefoto_diane_arbus_34.jpg
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www.wephoto.biz/wp-content/uploads/2015/10/diane_arbus_twins.jpg
whitmanhansonphoto.files.wordpress.com/2012/11/diane-arbus-7.jpg
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www.barbadillo.it/wp-content/uploads/2015/09/Diane-Arbus-Maryland-1970
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user42139
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inviato il 19 Gennaio 2016 ore 16:47

interessantissima fotografa...la diversità( nel senso di "ciò che non è bello" e non rientra negli stereotipi della massa) sdoganata e immortalata in tutta la sua naturalezza....oggi in pochi avrebbero il coraggio di ripercorrere una strada del genere. Ciao Robbi

avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2016 ore 17:11

Conosco già Diane Airbus,è una delle mie preferite...grande artista.Una capacità sorprendente di incantare cn l estremo..MrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2016 ore 17:39

Gran realismo. Che brava, aveva un coraggio, per l'epoca, assolutamente fuori dal comune.

user39791
avatar
inviato il 19 Gennaio 2016 ore 19:13

;-)

avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2016 ore 20:33

infelicemente collegata all'appellativo di "fotografa dei mostri".

Diane Arbus (con Weegee) mi ha insegnato che i mostri siamo noi.
Non riesco a vedere le sue immagini senza provare angoscia. E non voglio utilizzare parole per spiegare quest'angoscia, proprio perché essa parla essenzialmente attraverso le immagini. Come trovare grande arte nell'inguardabile.
Grazie ancora, Filiberto!


avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2016 ore 20:38

L'avevo già vista, ma la foto delle gemelline mette sempre i brividi, e ispirò anche Kubrick

user39791
avatar
inviato il 19 Gennaio 2016 ore 21:01

Prego Paolo. ;-)

avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2016 ore 22:26

Non la conoscevo. Grazie

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2016 ore 22:54

Bravo, altro bel topic, molto interessante. Foto scelte molto bene. Aspettiamo i soliti contestatori...scherzo, ne facciamo volentieri a meno.

avatarjunior
inviato il 20 Gennaio 2016 ore 1:54

Interessante come gli altri post di questa serie! Complimenti!

avatarsenior
inviato il 20 Gennaio 2016 ore 9:12

Non la conoscevo, grazie

user39791
avatar
inviato il 20 Gennaio 2016 ore 9:18

;-)

avatarsupporter
inviato il 20 Gennaio 2016 ore 10:11

Ricordo che a Diane Arbus era stata dedicata una sala alla celebre mostra del 1979 "La Fotografia" presso la Biennale di Venezia
www.biennalefotografia.it/venezia-79/ *

Dal catalogo della mostra
Venezia 79 / la Fotografia
Milano, Electa, 1979
(Redazione scientifica del catalogo: Daniela Palazzoli, Vittorio Sgarbi e Italo Zannier)
Pp. 328-342:
s26.postimg.cc/wrv54yph5/VE79_Arbus328.jpg
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s26.postimg.cc/3plgfvsl5/VE79_Arbus330.jpg
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s26.postimg.cc/sf170a649/VE79_Arbus341.jpg
s26.postimg.cc/mfdfwmlbt/VE79_Arbus342.jpg


* P.S. del 3/2/2019: Quel link non rimanda più alla pagina sulla mostra in questione. In compenso ho trovato questo:
www.fotopadova.org/post/158302831263

avatarsupporter
inviato il 20 Gennaio 2016 ore 10:47

In quel periodo Diane Arbus incontra ... anche un giovane fotografo, Stanley Kubrick, che più tardi da regista in "Shining" renderà a Diane l'omaggio una celebre "citazione", nell'allucinatoria apparizione di due minacciose gemelline.


L'avevo già vista, ma la foto delle gemelline mette sempre i brividi, e ispirò anche Kubrick


Quella foto
www.wephoto.biz/wp-content/uploads/2015/10/diane_arbus_twins.jpg
ha un precedente in questa, realizzata da August Sander, credo negli anni '20 o '30:
www.americansuburbx.com/wp-content/uploads/2011/08/sander1_presse.jpg
www.americansuburbx.com/2011/08/theory-social-mosaic-attempted.html

Chissà se l'analogia è casuale, o se Diane Arbus ha voluto rendere omaggio a questo grande fotografo tedesco di cui senz'altro (visto il livello della sua formazione intellettuale) conosceva l'opera?

Nel Web ho trovato quest'altra immagine di Sander, che pare anticipare le tematiche che sarranno proprie della Arbus:
i.ytimg.com/vi/W3RnfgRf2ec/maxresdefault.jpg

P.S.
Anche questa:
i.pinimg.com/originals/d9/12/03/d91203b3432408162b479114b0664310.jpg

Una miscellanea di Sandler:
www.google.it/search?q=august+sander&tbm=isch&tbs=rimg:CbjWUm4u_16NFIj


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