| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 16:30
Un paio d'anni fa in una conferenza, con l'umorismo sornione che lo contraddistingue, il grande Ferdinando Scianna raccontò un aneddoto che riporto, come posso: entra in studio una donna, chiede un ritratto, lui scatta, sviluppa (probabilmente era ancora l'epoca analogica ma non ha importanza) e mostra il risultato del suo lavoro... come sarà successo a molti, la donna storce il naso, mugugna... cosa non va? "Eh che... non mi riconosco in questi scatti"! Scianna: "non si preoccupi signora... prenda queste foto, le metta in un cassetto e le vada a rivedere fra 5 anni, vedrà che si riconosce!" L'argomento era complesso : "Memoria e Fotografia" ossia come il ricordo che è spesso evocato e stimolato da immagini fotografiche sia in realtà destinato ad essere continuamente modificato e integrato con nuovi elementi che lo distorcono. Il grande fotografo ci disse che neppure la fotografia è una fotografia : non resta immobile, ma si trasforma sulla base della storia di ciascuno. Quindi quando scattiamo e riguardiamo la foto a distanza di tempo in realtà non torniamo al momento in cui la foto è stata scattata, ma ricostruiamo e reinterpretiamo l'immagine aggiungendo tutto ciò che ha a che fare con l'attimo in cui la guardiamo e la storia che abbiamo vissuto nel frattempo. Allora il ritratto, che già di suo spesso è bugiardo, diventa assolutamente una menzogna (?) Il genitore fotografo scatta centinaia di foto ai figli... e si chiede che ricordo evocheranno, che effetto farà rivederle dopo 5 anni!? Il genitore non fotografo si rivolge al professionista per avere qualche scatto "veramente bello"! E in studio ecco comparire coroncine, petali rossi, valigette e tutta una serie di coreografie artificiali che produrranno (insieme ad un sapiente lavoro sull'incarnato ) un ritratto bugiardo più che mai! Intanto il ricordo che i genitori avranno di quel momento sarà comunque travisato dal passare del tempo e magari legato soltanto all'esborso di denaro? Ho sempre pensato che il ritratto possa aiutare ad avere consapevolezza e percezione del se, che sia assolutamente utile per un bambino confrontarsi con la fotografica e con un suo ritratto... per avere una coscienza della sua immagine. Ma i bambini non sono paesaggi! Il rischio è che la distanza fra "l'immagine di se" e ciò che rimane impresso in un fotogramma possa essere enorme e causare corto circuiti pericolosi. Un esempio pratico e personale: questi due scatti non sono andati nel "book 2015" (ma lo avrebbero forse meritato) ebbene persino la madre dovendoli collocare temporalmente (nei dodici mesi del 2015) non penserebbe mai che siano stati fatti a distanza di 10-15 minuti l'uno dall'altro, come in effetti è successo! Foto 1 :
 Foto 2 :
 La fotografia ritrattistica è bugiarda quindi e persino l'autore (io) delle foto, fra 4/5 anni avrà ricordi radicalmente diversi evocati da due scatti in realtà consequenziali. Stessa location, stessa attrezzatura e soprattutto stesso soggetto a distanza di 10 minuti! Eppure due scatti che ritraggono mia figlia in modo radicalmente differente. Quale delle due è Gemma? Entrambe? O nessuna? Quanta bugia c'è nel ritratto? E' forse li che sta il bello del praticare fotografia in modo (anche) amatoriale e "famigliare"! Assaporare un "gusto" che in realtà assolutamente si ignora: l'emozione che potrà dare l'immagine di un figlio, magari dopo che la si è tenuta in un cassetto per 5 anni! |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:31
le questioni sono due: 1) probabilmente c'è un bug nel forum che cancella selettivamente i messaggi di alcuni utenti (io non ho mai bloccato nessuno, almeno volontaria,ente) 2) Se non è la prima, le risposte che hai ricevuto, le hai lette o le hai sentite? -2a: se le hai lette, l'utente ha un volto conosciuto. se le hai ascoltate, era una voce famigliare? -2b: quanto è che non dormi? -2c: hai assunto sostanze psicotrope? Droghe, alcool? Allucinogeni? -2d: ti è già successo prima? -2e: hai un fratello che ti fa le uova (queste è più difficile) -2f: è già successo a qualcun'altro nelle tua famiglia? -2g: hai la patente di guida, brevetti di volo, patente nautica? (in caso affermativo riconsegnale agli enti che le hanno rilasciate) Ps. Si scherza ;) |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:31
Ma... in pochi avranno la voglia e il tempo di leggere. Vuoi mettere un bel post 6d Vs 5D mk2? O reflex Vs ML?? |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:35
E' forse li che sta il bello del praticare fotografia in modo (anche) amatoriale e "famigliare": assaporare un "gusto" che in realtà assolutamente si ignora, l'emozione che potrà dare l'immagine di una figlia, magari dopo che la si è tenuta in un cassetto per 5 anni! Secondo me è proprio questo.....o si avvicina molto a questo concetto, aggiungo anche che esiste la paura interiore di perdere attimi della vita dei figli così se li fotografo li posso rivivere...... Non credo che il ragionamento si discosti molto dall'album del matrimonio....."per quale motivo lo fai? Per avere un ricordo" ma quando lo riguardi (se lo riguardi...) non ti concentri esclusivamente sullo scatto ma sull'insieme di emozioni di quel momento. |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:35
Fabiopol! La 2a, 2b e 2c |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:39
Per la c, dimmi dove trovo lo spacciatore, è sicuramente "roba buona" Io non mi riconosco in nessuna fotografia che mi viene scattata, sembro ovunque obeso. L'idea che ho di me è totalmente diversa, ma a legger sulla bilancia mi sa che ha ragione la fotografia. ;) |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:39
Oooo finalmente un po di sano esaurimento  |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:45
nessuno si riconosce nelle foto... l'immagine è sempre diversa da ciò che vediamo allo specchio ogni giorno. Vorrei un contributo (scherzi a parte) su come possa essere invece per un bambino, che non ha ancora una coscenza precisa di se stesso... o meglio e forse ce l'ha eccome! Più pura di quella di un'adulto (rincoglionito dalle droghe che ogni giorno inconsapevolmente assume) |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:49
Giuliano io trovo il tuo un post veramente interessante. Purtroppo qui dentro in pochi riescono a capirlo ecco il perché della latitanza. Tornando al discorso mi trovo al 100% con quello che dice Scianna riguardo alla trasformazione nel corso della storia. Questo succede con tutti i generi fotografici anzi nel reportage ancora di più. Le prime foto di guerra dove si vedevano morti e mutilati scioccarono il mondo 70 anni fa. Così come le foto della liberazione dei campi di concentramento. Oggi siamo diciamo saturi di violenza ed ecco che le stesse foto mostrate a persone che non le hanno mai viste non sortiscono gli stessi effetti. |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 20:54
Penso anche che il ritratto sia interpretazione. Ed ecco che allora viene talvolta stravolto in quanto la lettura di una fotografia sta negli occhi di chi la osserva ed il fotografo è il primo a vederla nel mirino ed è l'unico che può modificarla |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 21:07
"Nessuno si riconosce nelle foto....." Aggiungo che molto spesso nessuno si riconosce nella propria immagine (anche non fotografica). Esempio spesso l'essere femminile non e' consapevole della propria immagine, quante volte una si sente dire ...."che bene che stai" oppure "che bella che sei" e l'interessata dentro di sé pensa " ma se mi guardo e mi faccio cag...re" |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 21:09
psicologia femminile... |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 21:26
Giuliano V. stai forse scoprendo il divenire? i bambini di 4anni cui viene mostrato un filmino dove ci sono loro in braccio alla mamma da neonati rifiutano categoricamente di accettare che quelli sono loro, e a loro modo hanno ben ragione. come ha ragione Eraclito: "Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte", “ (perché né l'uomo né le acque del fiume sono gli stessi). „ citando invece me stesso: la fotografia non è realtà ma neanche menzogna. La fotografia non può mai essere realtà per una serie davvero inelencabile di motivi. anche al "riguardare" la fotografia occorre affiancare il pensiero di Eraclito. Ma nel momento in cui si nega la realtà dell'immagine, contemporaneamente si deve anche negare la sua falsificazione (principio di falsificazione di Karl Popper), ovvero una cosa solo se scientifica può essere falsificabile (se reale, comprovabile), quindi la fotografia non può essere menzogna. |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 21:29
Ma le prime risposte di Giuliano V. a chi si riferiscono? Non vedo l'interlocutore... |
| inviato il 30 Dicembre 2015 ore 21:36
Andrea, è solo un pretesto per dare un po di risalto al post, nella speranza che qualcuno lo legga (dato che può non sembrare ma c'è stato uno sforzo compositivo e sintattico ) non c'era in realtà nessun interlocutore... Non ho bloccato nessun utente ... tengo a precisarlo |
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