Traversata del Pasubio
Traversata del Pasubio, testo e foto by
Lucamatassoni. Pubblicato il 26 Novembre 2015; 15 risposte, 5611 visite.
Eccomi qua con il mio primo articolo, pronto a raccontare un'esperienza fresca fresca direttamente dal Trentino! Io e alcuni miei amici, non avendo trovato alcuna festa degna di nota per la serata di Halloween, decidiamo di trascorrerla in un rifugio. Così, cercando qua e là su internet, la nostra attenzione viene catturata da una bella traversata del Pasubio, massiccio montuoso collocato tra la provincia di Vicenza e quella di Trento, luogo di avvenimenti bellici della prima guerra mondiale.
Partiamo da Malga Cheserle, situata sopra Giazzera, intorno a mezzogiorno del 31 ottobre e ariviamo al rifugio Papa intorno alle 17. La camminata non è troppo impegnativa, infatti la parte più difficile si concentra nella prima mezz'ora, in cui il dislivello non è trascurabile. Dopo aver pranzato con qualche panino al rifugio Lancia, ripartiamo più carichi che mai, sapendo che da lì in poi il sentiero diventa più tranquillo. Essendo l'escursione molto più agevole, abbiamo la possibilità di alzare i nostri occhi e goderci la natura che ci circonda. Dopo un'oretta di viaggio, infatti, giungiamo sulla prima altura, la Sella Est dei Campiluzzi, dove penso sia più che opportuno sfoderare la macchina fotografica e immortalare lo splendido paesaggio.

Subito dopo essere ripartiti, la montagna e i sentieri ci giocano un brutto scherzetto, causato dalla presenza della neve e dal fatto che la via secondaria è poco battuta. No problem! Decidiamo di prendere il sentiero principale e ci incamminiamo verso le cime più alte (il nostro itinerario prevedeva un determinato percorso per l'andata e un altro per il ritorno, ma dopo questo fatto tutti i nostri piani sono stati scombussolati e siamo stati costretti a fare un cambio di programma. Tuttora non siamo al corrente di quali sentieri abbiamo esattamente percorso).
Arriviamo in un punto dove ci sono alcune gallerie, molto probabilmente occupate dai soldati durante la prima guerra mondiale, e questo scenario "roccioso-lunare" mi ricorda "Le colline hanno gli occhi", mettendomi un po' d'ansia. Oltre a questo, vengo abbandonato dai miei amici che decidono di andare in esplorazione all'interno di questi antri, totalmente bui, ma ancora in grado di farci capire in quali condizioni (disumane) i soldati erano costretti a vivere. Non ho ancora avuto l'occasione di dire che le condizioni meteorologiche sono dalla nostra parte. Nel cielo non c'è nemmeno una nuvola e il sole ci riscalda abbastanza, tuttavia, più avanti nel percorso vengo smentito dal vento (che bella gufata!) in cui ci imbattiamo, davvero molto forte e fastidioso, soprattutto perché ci fa gelare.

A causa del vento e della stanchezza che inizia a farsi sentire, giungiamo sulle cime più rilevanti, tra cui il Dente Italiano e il Dente Austriaco, relativamente in fretta, nonostante continuiamo a fare delle pause. In un'ora circa arriviamo al rifugio Achille Papa, meta finale della giornata. Ma prima di entrare e concederci del meritato riposo, è di nuovo l'occasione di armarsi di macchina fotografica per fotografare il sole che piano piano sta scomparendo sotto l'orizzonte delle montagne.

Per realizzare questa foto convinco un mio amico a prestarsi come modello e guardando la foto dalla fotocamera dopo averla scattata, vengo immediatamente colpito dal senso di libertà ed esplorazione che mi esprime (anche adesso sono molto contento della resa cromatica generale e dall'effetto di bagliore attorno alla sua figura dovuto al fumo della sigaretta che stava tenendo in mano). Poco più tardi, quando il sole è tramontato del tutto e non rimane altro che la sua tenue luce, decido di scattare una fotografia in cui la silhouette del rifugio e delle montagne si staglia contro i toni caldi del cielo (pensavo che non fosse troppo difficile, in realtà ho dovuto ricredermi, poiché mi sono accorto di aver fatto molti tentativi prima di azzeccare la giusta esposizione necessaria a rendere unico questo scatto).

I miei amici mi fanno notare che sarebbe meglio entrare nel rifugio dato che non hanno più voglia di rimanere fuori guardandomi scattare fotografie. Finalmente possiamo toglierci gli scarponi, indossare qualcosa di più comodo, bere un tè caldo e mangiare al calduccio. L'accoglienza del rifugio è ottima e scopriamo di avere una camerata tutta per noi quattro. Ceniamo con dei panini freddi perché i prezzi sono esorbitanti e non abbiamo intenzione di spendere tutti i nostri soldi quella sera.
Nonostante la stanchezza si faccia sentire, la voglia di vedere un cielo stellato che possa essere definito tale, e cioè senza inquinamento luminoso, è troppa. Così, esco dalla porta di sicurezza della nostra camera, che conduce a un piccolo balcone e poi a un prato a lato del rifugio, imposto i settaggi della mia reflex e la poggio per terra. Aspetto qualche secondo e poi guardo il risultato, quasi incredulo rientro in camera per mostrare la foto ai miei compagni di viaggio. Strano ma vero, anche la mia Canon entry-level riesce a catturare abbastanza luce per fare qualcosa di decente! Perciò li convinco ad accompagnarmi all'aperto per una sessione di astrofotografia, se così si può chiamare. Dopo esserci imbottiti con un numero sconsiderato di maglie, usciamo dal rifugio e ci allontaniamo di un centinaio di metri per andare a scattare qualche foto. Il problema principale è che non ho a disposizione un treppiede, per cui sono costretto a cercare un supporto "naturale" per la mia fotocamera. Fortunatamente troviamo un masso con la cima piatta che fa proprio al caso nostro, mentre con altri sassi riesco ad arrangiare l'angolazione per ottenere una buona inquadratura. Davanti a noi ci sono soltanto montagne e un mare immenso di stelle, ed è veramente un momento magico, oltre a una bellezza per gli occhi. L'atmosfera sfuma quando i miei amici mi chiedono di fare loro qualche foto ignorante mentre stanno con le chiappe all'aria, tuttavia non posso che essere accondiscendente verso questa richiesta dal momento che mi stanno facendo un grande favore stando fuori al freddo a farmi compagnia. Riesco comunque a realizzare qualche foto seria e quella qua sotto è una di quelle meglio riuscite. Personalmente la adoro perché credo che la composizione sia notevole e riesca a trasmettere allo stesso tempo il divario che c'è tra l'uomo e le stelle, lontane milioni di anni luce.

Proprio quando siamo sul punto di andarcene, noto qualcosa di arancio che sta sbucando in lontananza sopra la linea dell'orizzonte. Inizialmente, stiamo qualche minuto a fissare quella strana "cosa" domandandoci che cosa sia. Ma dopo alcuni istanti ci è chiaro che quella non può essere altro che la luna ed è anche la prima volta che la vediamo in queste condizioni particolari (sicuramente mi ricorderò per sempre di questo strano fenomeno che ci rallegrò anche la serata). Nella foto la luna sembra avere un colore arancio ma posso assicurarvi che in realtà tendeva più verso il rosso.

Dopo esserci raffreddati abbastanza (probabilmente le temperature sono andate sotto lo zero, dato che il mattino seguente le pozzanghere lungo il sentiero erano ghiacciate), ritorniamo al riparo e ci mettiamo sotto le coperte, con la sveglia impostata alle 6:30 per vedere l'alba. Il mattino seguente tutti quanti sentiamo la sveglia, ma per pigrizia ci alziamo solamente alle 7 (fortunatamente l'alba non si sarebbe potuta vedere comunque la montagna copriva il sole). Ognuno si arrangia in qualche modo per fare colazione e, dopo aver preparato gli zaini, ci rimettiamo in marcia. Al ritorno ripercorriamo più o meno lo stesso sentiero, eccezion fatta per la parte iniziale in cui si vedono alcuni ricordi della guerra come le Sette Croci e per la parte finale in cui ci perdiamo a causa di una inadeguata segnalazione dei sentieri (devo ammettere che questo pezzo è stato veramente frustrante perché ci siamo trovati in difficoltà e questo sicuramente non ha contribuito a rendere il ritorno piacevole).
Intorno alle 12 siamo di nuovo al rifugio Lancia: è tempo di bere un altro tè caldo e mangiare i resti di cibo sopravvissuti ai pasti precedenti. Un'ora dopo arriviamo al parcheggio da cui eravamo partiti, dove ci aspetta il nostro mezzo di trasporto verso Rovereto, città in cui abitiamo. Nel complesso possiamo ritenerci soddisfatti e felici di aver terminato questa fantastica avventura e di aver trascorso la sera di Halloween in un modo alternativo. Consiglio vivamente questo percorso in quanto non è troppo difficile e poiché questi luoghi offrono degli splendidi paesaggi, soprattutto a chi, come me, ama la fotografia!
Informazioni utili per chi volesse percorrere questo itinerario: Il tempo di percorrenza è di circa 7-8 ore, perciò si può assolutamente terminarlo nel giro di una giornata, tuttavia è consigliabile spezzare la camminata in due giorni dormendo in uno dei due rifugi per avere più tempo da dedicare alla fotografia o da spendere nei punti di interesse della prima guerra mondiale.
Il punto di partenza è facilmente raggiungibile in macchina da Rovereto in circa 45 minuti. Per qualsiasi altra informazione, potete cliccare su questo link
www.veramontagna.it/Trentino/Rovereto-e-Vallagarina/Pasubio_Carega/Traversata-del-Pasubio Qui troverete tutti i tempi di percorrenza e alcuni consigli preziosi; detto questo, auguro una buona escursione a chiunque compierà questo tragitto!
Luca Matassoni scrive di sè:"Sono un diciassettenne trentino. Chi sono non lo so nemmeno io, ma non è questo l'importante. Posso dirvi che frequento il Liceo Classico e ho svariati hobby, uno dei quali è girovagare sulle montagne che mi circondano nel fine settimana. Ovviamente non le esploro in solitario, ma affronto questi misteriosi giganti assieme a una combriccola di amici, definendomi niente di più che un semplice viaggiatore. Adoro in generale viaggiare e sopratutto la montagna, perché riesce a farmi sentire libero e privo di quelle che sono le mie preoccupazioni, consentendomi anche di ampliare la mia passione per la fotografia. " Risposte e commenti
Che cosa ne pensi di questo articolo?
Vuoi dire la tua, fare domande all'autore o semplicemente fare i complimenti per un articolo che ti ha colpito particolarmente? Per partecipare iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti, partecipare alle discussioni e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.
| inviato il 26 Novembre 2015 ore 14:33
Bello! |
| inviato il 26 Novembre 2015 ore 14:59
Veramente bello questo articolo, è molto vicino a dove abito |
| inviato il 26 Novembre 2015 ore 17:27
Bella esperienza, grazie di averla condivisa. Ho fatto il pasubio in settembre ed è stato magnifico? |
| inviato il 26 Novembre 2015 ore 19:11
Bella esperienza e complimenti per le foto molto belle |
| inviato il 26 Novembre 2015 ore 19:37
Bravo! Belle foto e bel racconto. E' confortante vedere che ci sono ancora giovani che sanno rinunciare ad una festa qualunque per vivere una bella e sana esperienza. Complimeti a te ed ai tuoi amici. |
| inviato il 26 Novembre 2015 ore 19:56
Il Pasubio sa regalare emozioni forti per gli angoli ancora selvaggi e per le struggenti testimonianze della Grande Guerra che colpiscono nel profondo coloro che si fermano per riflettere e per dire una preghiera per i giovani che qui hanno sofferto e spesso hanno perso la vita. Esplorare il Pasubio e' un esperienza che non presenta difficolta' tecniche ma e' sempre molto ricca. Grazie per la condivisione. |
| inviato il 27 Novembre 2015 ore 9:34
Complimenti, bella esperienza, stupendi paesaggi e stupende foto. |
| inviato il 29 Novembre 2015 ore 0:00
Complimenti !!! |
| inviato il 07 Dicembre 2015 ore 11:12
Tanta invidia per le vostre avventure e per la compagnia! Complimenti per le foto, tutte molto pulite Lorenzo |
| inviato il 05 Marzo 2016 ore 8:34
Bella escursione ( la traversata tecnicamente e' un'altra cosa) Se nn l'hai già fatta ti consigli di fare la strada delle 52 gallerie fino al rifugio generale papa e da li riscendo re al passo delle fugazze prendendo la strada degli eroi. Vi necessitano due auto. Rovereto ha uno splendido museo sulla prima guerra mondiale |
| inviato il 13 Novembre 2017 ore 11:35
Complimenti per il racconto. |
| inviato il 28 Giugno 2019 ore 23:09
Ho letto con molto piacere. Un venerdì della seconda metà di luglio vorrei fare la strada delle 52 gallerie e poi raggiungere il Lancia con mio figlio. Qualcuno sa se è tollerato dormire all'addiaccio (ovviamente montando il tarp la sera e smontando la mattina) o se si può chiedere il permesso al comune? In questo caso, a che comune ci si dovrebbe rivolgere? |
| inviato il 29 Giugno 2019 ore 18:15
Se non ti accampi proprio attaccato al rifugio Lancia sono certi che nessuno vi disturbera'. Sarete attorno ai 1800 metri. Può fare molto fresco anche d'estate. Attrezzatevi bene. |
| inviato il 29 Giugno 2019 ore 23:32
Stavo guardando le previsioni della settimana e danno minime attorno ai 15 gradi. Abbiamo sacchi a pelo da conforto a 0 gradi... Dovremmo essere abbondantemente coperti. Ovviamente non mancherà un materassino isolante Grazie per l'avviso. Ne aproffitto... Per recuperare acqua ci sono fonti di qualche tipo? Leggendo in giro pare che sul primo troncone 0 assoluto, poi non riesco a trovare nulla in merito... |
| inviato il 30 Giugno 2019 ore 0:31
@kinelot, purtroppo poca o niente acqua.. Usate i 2 rifugi x fare rifornimento.... |