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Photography is real only if shared...


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avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2015 ore 17:35

Buongiorno a tutti,

propongo questa mia riflessione sull'importanza della condivisione nella Fotografia. Grazie in anticipo per l'attenzione.

Christopher Mccandless, il famoso Supertramp di "Into The Wild", diceva "La felicitá é reale solo se condivisa". Per certi versi si potrebbe dire la stessa cosa di una Fotografia.

Sono sempre stato un fautore della condivisione e ne sono tuttora convinto, ma il tempo e l'esperienza mi hanno aiutato a capire quanto sia importante contestualizzare i propri lavori. Ma cosa vuol dire "contestualizzare i propri lavori"? Inanzitutto é bene specificare che oggi, nel percorso ideale di un fotografo, che va dalla previsualizzazione, allo sviluppo dell'idea, la conoscenza del territorio, la tecnica, la sua creativitá, il suo gusto artistico sul campo (e in post produzione), sino ad arrivare al compimento di una fotografia o un portfolio, vi é un ultimo ed importantissimo passaggio, la condivisione. In questo caso sará necessario collocare il proprio lavoro nel contesto piú adeguato. Perché dico questo? Oggi, la Fotografia sta subendo un'importante e veloce evoluzione. L'avvento delle fotocamere digitali in concomitanza con quello dei Social Media hanno portato ad una diffusione massificata della Fotografia. Il tempo medio per osservare un'immagine é drasticamente calato, e l'occhio tende subito a scartare tutto ció che non é tra le "Most Popular", oppure che ha meno di millemila likes. E' chiaro che in questo contesto oltre a lavorare su degli stereotipi e sullo scambismo (io cito te, tu citi me, e cosí via), in molti casi verrá privilegiata l'immagine piú immediata, quella che ha degli elementi capaci di "arruffianarsi" l'occhio piú rapidamente. Per fare un parallelo concreto con la musica, se a un giovane di oggi faccio ascoltare un pezzo dei One Direction e poi uno dei King Crimson (ma si potrebbero fare anche esempi piú attuali?), nel 90% dei casi dopo circa 5 secondi di ascolto sceglierá il primo. Non é una critica al gusto delle persone (ognuno é libero di sviluppare il proprio), ma la realtá oggettiva del fenomeno della massificazione. Immediatezza, non profonditá.
Esitono poi contesti piú pacati (che non cito per evitare confronti), dove il livello di attenzione é piú alto, non solo perché ci sono delle persone piú o meno predisposte, ma perché la Fotografia si é sempre contemplata, come la Natura stessa ritratta all'interno di essa. In questo luogo ci sará spazio per il dettaglio sulla sabbia, per l'immagine meno appariscente, ma comunque ricca.
Un altro aspetto importante, e sicuramente non ultimo, da combinare tra le altre possibili vie di convidisione, é scegliere degli autori di cui si nutre stima, per poi mostrare loro i lavori piú personali. Sicuramente, non sará una mossa commerciale, ma puó aiutare moltissimo nella crescita personale, purché colui che abbiamo di fronte non ci plagi e noi non ci facciamo plagiare.
Sembra tutto molto complicato, ma in realtá non lo é. L'esperienza aiuta a comprendere certi aspetti che non possono essere chiari da subito, ma oggi so che un tramonto infuocato, un paesaggio ricco di bagliori, una lisciata di "glow/Orton", et similia, hanno la loro collocazione "naturale" in "X" contesto. Le immagini invece piú "personali", le mostreró a piccoli bocconi, dove riterró piú opportuno.
Tuttavia nonostante abbia esordito definendomi come un fautore della condivisione, ammetto che pur venendo da un periodo molto prolifico dal punto di vista fotografico, ho deciso di prendermi un periodo di pausa, per realizzare quanto mi abbiano arricchito le ultime esperienze. Anche questo serve.
Concludo, ribadendo quanto la condivisione sia un aspetto meraviglioso della Fotografia, ma se non volete rimanere delusi o persino frustrati, scegliete il contesto piú adatto alla vostra Fotografia. Perché é anche grazie a questo che si puó crescere, migliorare e liberarsi dalla prigionia di un ambiente che non ci appartiene e pertanto rischia di spersonalizzarci.

Per chi volesse, puó rispondere anche a questo link www.dreamerlandscape.com/2015/11/23/photography-is-real-only-if-shared


user33394
avatar
inviato il 25 Novembre 2015 ore 17:57

Quale miglior posto di questo per pubblicare il tuo articolo!!!!!

Condivido in pieno tutto quello che dici...... speriamo che possa servire per riflettere a molti di noi!!!!

Un caro saluto
Luigi

avatarjunior
inviato il 25 Novembre 2015 ore 18:37

Mi ha colpito il titolo del post; il richiamo al film, che ho visto e che mi ha fatto pensare, è stato immediato.
Credo che il desiderio di condivisione, sia una naturale conseguenza della necessità umana di ricerca di apprezzamento, accettazione, del desiderio naturale di far parte di un gruppo sociale.
Questo vale per la fotografia, certamente, che è una forma di manifestazione artistica, di linguaggio, ma il discorso puo' estendersi a tutte le arti, prendendo il termine nel modo piu' ampio possibile.
Che senso ha imparare a cucinare un piatto speciale, se poi il tuo fine è quello di gustartelo tutto solo, e solo quando non hai nessuno con cui condividere il piacere? Secondo me ha poco senso.
Provo ad immaginare cosa penso quando, magari durante un bel viaggio, mi diverto a scattare foto di luoghi e situazioni speciali. Certo, il ricordo personale sarà importante, il divertimento "tecnico" lo è altrettanto, ma la condivisione con amici, famigliari, e perchè no, semplici "colleghi di forum", che sai che potrebbero (si spera) apprezzare quello che hai fatto, è ancora piu' importante.
Pensiamo ai "selfie" che i giovani si scambiano; sono quasi tutti uguali, stessi colori, stesse espressioni che fanno sorridere chi non è piu' adolescente, eppure è chiaro l'intento da parte loro, di far parte del "gruppo". Di certo cercano di "arruffianarsi" coi coetanei cercando di esserci, ma allo stesso tempo non volendo risultare troppo diversi. Hanno capito qual è la grafica del loro tempo, educati in modo inconsapevole ad un certo tipo di modalità di espressione. Sono i loro amici gli "autori" di cui hanno stima, se non altro perchè vogliono continuare a far parte del gruppo a cui appartengono, quindi usano gli stessi strumenti per condividere l'immagine e frammenti di vita di sè.
E' molto interessante imparare a leggere tra le righe di questi comportamenti.
Poco tempo fa un'amica di mio figlio liceale, mi ha detto: "Quelli della scuola di Marco sembrano tutti uguali, stesso zaino, stesso atteggiamento da secchione...".
Beh, li ho osservati quelli della scuola di Marco...Giulia aveva proprio ragione. Poi mi è capitato di osservare centinaia di foto di paesaggio da un sito dove ce ne sono tantissime, ordinate per classifiche create dagli utenti.
Anche lì il concetto è chiaro, sappiamo bene cosa è "piacione" e cerchiamo di assoggettarci, per cercare di esserci.

Ciao
Stefano

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2015 ore 21:24

scegliete il contesto piú adatto alla vostra Fotografia. Perché é anche grazie a questo che si puó crescere, migliorare e liberarsi dalla prigionia di un ambiente che non ci appartiene e pertanto rischia di spersonalizzarci.

Condivido parola per parola ciò che hai scritto,soprattutto quest'ultima frase.é per lo stesso motivo che quasi sicuramente lascerò questo forum..il problema è trovarlo quel contesto di cui parli,forse è più semplice per un fotografo professionista come te che dedica gran parte del suo tempo alla fotografia,ma per un povero fotografo della domenica credimi è molto difficile.A volte ripenso quando scattavo in analogico e l'unico momento di condivisione era la serata al circolo fotografico.adesso i circolo stessi stanno scomparendo,molto più comodo sedersi magari in poltrona e stare davanti a un pc a schiacciare tasti di una tastiera.
Qui l'ipocrisia regna sovrana,si sta perdendo di vista non solo la realtà fotografica ,ma quella di noi stessi,per cosa ,per avere visibilità.si perchè si sa l'importante al giorno d'oggi non è essere ma apparire e il web è un mezzo semplice,veloce e soprattutto gratis.

Esitono poi contesti piú pacati (che non cito per evitare confronti), dove il livello di attenzione é piú alto, non solo perché ci sono delle persone piú o meno predisposte, ma perché la Fotografia si é sempre contemplata, come la Natura stessa ritratta all'interno di essa.

vogliamo i nomiMrGreen anche in MP;-)

ciao e buon lavoro.

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2015 ore 21:43

Condivido....stavo meditando sul tema ultimamente...
Come primo passo ho cancellato tutte le foto su Juza...

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 11:59

@Stefano: concordo con quanto scrivi. Diciamo che oggi i mezzi di condivisione sono cambiati. Una volta si faceva serata al circolo, sino a poco tempo fá si condividevano immagini e conseguenti opinioni/critiche sui forum. Oggi, il metodo di condivisione va ponderato in maniera molto accurata perché, come ben scrive Simone, seduti sul divano di casa, da una testiera é molto facile professarsi "fenomeni". Ecco, oggi sostanzialmente questo é il potenziale del social media. Immediatezza si, ma a che prezzo? Oggi, chi veniva allontanato dal vecchio forum perché scaricava da google cieli da appiccicare sulle sue immagini, spacciando tutto come "visto e vissuto con i miei occhi", si professa maestro e svolge corsi...per questo, ribadisco, occhio al contesto. Non necessariamente va denigrato (il contesto), ma e' importante concoscerlo. Dove manca prodonditá di analisi, c'é molto arrivismo e viene professata democratizzazione, si sfocia inevitabilmente nell'anarchia piú totale. Questo é il mercato della Fotografia in questo preciso istante sui social media.

@Simo: gli ambienti piú pacati rimangono per forza di cose quelli meno affollati. I forums purtroppo non funzionano piú, perché nella massa non c'é volontá di confrontarsi, ma la necessitá aprioristica di ricevere consensi (leggasi come caminonate di likes, Gifs e "amazing" come piovessero dal cielo). I circoli sono meno presenti, ma esistono ancora. Ci sono anzi molte serate interessanti, dove s'incontrano Fotografi di diversi generi. Gente con nozioni e soprattutto, oltre alle capacitá, quell'umiltá necessaria per mettersi in gioco (mi viene in mente il gruppo di Strix, Sud Tirol, Alto Adige). Insomma gente che ne mastica, non pescivendoli (con tutto il grandissimo rispetto per la suddetta categoria) che si svegliano al mattino, si fanno l'account con il PH (PHotographer) su Facebook e dopo la consueta camionata di likes comprati (basta attivare le promozioni) si professano meglio di Ansel Adams, s'inventano regole, per cui ormai se ti vai a cercare la luce invece di appiccicare a destra e manca, aggiungere bagliori e alzare/abbassare le montagne, sei anacronistico. Oppure "Eh tanto la Fotografia é arte". Per dirla alla british "OMG!".
Dal mio punto di vista se non ci si sente a proprio agio, é necessario prendersi una pausa, continuando a fotografare. Le nostre fotografie contengono delle biografie, ci sono delle metafore, ci siamo noi dentro. Le nostre esperienze, conoscenze e cultura. E' un percorso naturale che non ha bisogno di essere plagiato. Quando poi si torna a condividere bisogna farlo con consapevolezza. ;-)



avatarjunior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 12:26

Ciao Fortunato,
immagino tu sia l'autore dell'articolo del link.
Io la penso in maniera completamente diversa, la foto è vera solo quando è intima.
Vedi la condivisione di Supertramp è molto diversa da quella di cui parli. Non è la condivisione del paesaggio che sta vedendo ma della difficoltà, del sacrificio fatto per arrivarci. Dell'emozione di poterne godere il momento.
Se pensassimo con le nostre immagini a trasmettere qualcosa a qualcuno in particolare la condivisione sarebbe verso quel qualcuno, che sicuramente apprezzerà profondamente quanto fatto, senza like, senza share senza inutilità.
Quelle sono le vere condivisioni, non le foto messe qua sul forum per portare degli esempi (come ho fatto anche io), quelle non le condividi con il "mondo". Ci vuole tempo per arrivare li, ci vuole anche una grande sensibilità.
E' difficile.
E' veramente appagante.

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 12:56

Supertramp condivide la libertá e il sublime, attraverso concetti espressi oltre 100 anni prima dal filosofo umanista e da molti definito come il primo vero Naturalista David Henry Thoreau. Concetti di essenzialitá e valori fondamentali. Mica é un muratore che deve condividere la fatica...Argomenti che tra l'altro possono tranquillamente essere ripresi ed espressi da una Fotografia che cerca di andare oltre la mera riproduzione oleografica di un paesaggio. Non si vuole forse condividere un'emozione/messaggio in questo caso? Sino a prova contraria la Fotografia é una forma d'espressione. Pertanto, non vedo come possa essere "reale" e tangibile una fotografia senza essere condivisa. Che poi sia liberissimo di tenermi una memoria per me, nessuno lo nega né si discute.
All'atto pratico e oggettivo, tutto ció che viene fatto fruire da "Pippo" agli altri é condivisione, anche e certamente le immagini che vengono postete su questo forum. Attenzione peró al titolo provocatorio di questo topic. In realtá il vero focus si concentra nel binomio condivisione/contesto. ;-)

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 13:09

la fotografia è un linguaggio e notoriamente c'è chi parla da solo ma quasi nessuno lo fa esclusivamente.

l'essere umano è predisposto per esprimersi e vuole esprimersi, così come un fiore o un cane emettono il loro odore.

quindi la fotografia condivisa diventa comunicazione.

la comunicazione, di qualsiasi tipo, è supportata dall'ambiente, dal contesto.
Questo può essere + o - gradito, e qualora sia sgradito normalmente si tende a non esprimersi, fino alla possibilità di abbandonare l'ambiente, di solito per nuovi lidi.
Juza è un sito di fotografia. Si comunica attraverso quella e attraverso i topic, finchè si resta iscritti e partecipi.


avatarjunior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 13:14

Chiedo scusa in anticipo se ho capito/interpretato male io, e nel caso fatemelo notare ma......

....condivido tutto, o quasi. Leggo con piacere tutto l'articolo, e poi alla fine trovo qualcosa che nella mia ignoranza sembra più che altro una bella pubblicità al proprio sito.

Mi domando quindi: perchè "lamentarsi" di ciò che oggi è la condivisione, quando la si utilizza per uno scopo personale??


E lo dice uno che sostanzialmente non se lo c**a nessuno. Che si è iscritto su juza per crescere. Che ha trovato persone che sono diventate punti di riferimento per migliorarsi e che spera perdano del tempo con commenti costruttivi. Ecco eprchè tempo intervenivo in una discussione in cui chiedevo la possibilità di fare un obbligo il commento. Poi chiaro, c'è chi si accontenta di un like. Liberissimo di farlo.

Ripeto: se ho capito male chiedo scusa.

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 13:15

Ciao Fortunato hai toccato un punto a cui sto riflettendo da tanto tempo. il problema è dove condividere? Il discorso è che ormai siamo invasi da social di tutti i tipi e da immagini continue ed ad aggravare il tutto c'è il poco tempo a disposizione per poter studiare o assaporare un'immagine o un autore .c'è una massificazione su tutti i fronti, e a volte mi chiedo se abbia senso condividere o quale sia il suo scopo e spesso mi astengo dal farlo proprio per questo

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 13:29

....condivido tutto, o quasi. Leggo con piacere tutto l'articolo, e poi alla fine trovo qualcosa che nella mia ignoranza sembra più che altro una bella pubblicità al proprio sito.

Pensa che ho persino contattato l'amministratore per chiedere se potevo mettere il link. Semplicemente lí c'é giá in atto una discussione, con tanto di immagine a corredo ed una formattazione differente.

Infatti, credo che questo rimanga indubbiamente uno dei pochi contesti in cui ancora (in parte) di riesce a discutere di Fotografia. Se non ti cagano il problema é molto semplice, dove ci sono grandi masse, viene generalmente dedicato meno tempo all'osservazione delle immagini e si tendono a creare molto piú facilemente degli stereotipi (e scambismo, io faccio like a te, tu lo fai a me). Probabile che se tu cominciassi a dare un look piú fantasy alle tue immagini, i likes fioccherebbero, ma come hai ben detto, tu vuoi imparare e preferisci dei commenti costruttivi. Va benissimo, l'importante é essere consapevoli del luogo in cui ci si trova. Per farti un esempio concreto, credo che le mie migliori immagini siano state quelle che hanno ricevuto meno consensi qui sul forum, al contrario ne ricevono molti di piú i paesaggi meno "personali", ma spettacolari. Succede l'esatto contrario in altri contesti. Ne sono consapevole, lo accetto, ho sviluppato un mio pensiero in merito e mi piacerebbe sentire anche i pareri degli altri. Punto. ;-)

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 13:38

Ciao Fortunato hai toccato un punto a cui sto riflettendo da tanto tempo. il problema è dove condividere? Il discorso è che ormai siamo invasi da social di tutti i tipi e da immagini continue ed ad aggravare il tutto c'è il poco tempo a disposizione per poter studiare o assaporare un'immagine o un autore .c'è una massificazione su tutti i fronti, e a volte mi chiedo se abbia senso condividere o quale sia il suo scopo e spesso mi astengo dal farlo proprio per questo

Ciao Roberto! E' da un pezzo che non ci s'incrocia. Personalmente io condivido qua determinate immagini. Altre le tengo per fare presentazioni, mostrarle durante le serate nei Photoclub, alcune non le mostre proprio essendo parte di progetti personali ancora in via di sviluppo, infine ci sono i concorsi, dove con le dovute premesse ci si puó confrontare a livello internazionale. Non bisogna assolutamente scoraggiarsi. E' cosí che si sta evolvendo la condivisione della fotografia. Nettamente piú "numerosa" e frammentata rispetto al passato. I riferimenti esistono ancora, ma prima di tutto bisogna conoscere ció che realmente si vuole trasmettere con le proprie immagini. A presto! Sorriso

avatarjunior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 13:48

non vedo come possa essere "reale" e tangibile una fotografia senza essere condivisa


Meglio che rileggi con calma...

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2015 ore 13:51

Se intendevi il contrario, significa che dicevamo praticamente la stessa cosa, altrimenti, non credo di aver compreso (mea culpa) ció che volevi dire.Sorriso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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