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Recensioni sul lavoro degli autori in Juza


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avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2019 ore 14:09

zio ooo ti ama. Cool;-)

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2019 ore 15:07

Il fattore determinante è la sensibilità... E magari anche un po' di bagaglio tecnico, una foto se fuffa non può campar di rendita per altre 5 buone, come anche una sola foto non farà di uno/a fotocamera dotato un artista o uno zappatore, poi in fondo serve molto anche la capacità di mettere nero su bianco la propria sensibilità, razionalità e conoscenza...

Io non sono molto bravo se non mi fai domande sul perché mi piace o no non riesco ad eviscerare i concetti

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2019 ore 15:08

Ma devono essere per forza autori per lo più sconosciuti "al grande forum" o va bene anche un "mainstream"? E va bene che facciano un genere / generi qualunque o meglio se sono più "introspettivi" e concettuali?

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2019 ore 15:20

Io non sono molto bravo se non mi fai domande sul perché mi piace o no non riesco ad eviscerare i concetti
per interpretare meglio l'autore devi provare un po' ad indossare i suoi panni.
fatta quest'operazione di toglierti un po' da te stesso, le domande su cosa ti piace o non le fai fare all'altro te, tu devi solo dare le risposte.

@TheBlackbird
direi che l'ideale è che ti lascino qualcosa. se un autore ti è indifferente forse meglio di no.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2019 ore 15:50

Allora vado... provo io, ma vi avverto, si tratta di naturalistica e lo faccio con un autore che amo e che stimo tantissimo, protagonista anche di pubblicazioni su National Geographic, quindi non me ne vogliate se saranno soprattutto rose e fiori e perdonatemi se sarò, come mio solito, banale e scontato.
L'autore è molto conosciuto, ma come suggerito pocanzi mi trasmette davvero molto a livello emotivo e visivo.
E poi credo sarà interessante per chi non lo avesse ancora conosciuto, quanto meno (anche per naturale indifferenza verso il genere, non ne faccio colpe e ognuno è libero di apprezzare ciò che più vuole!).


Marco Valentini

Superato un primo moto di sana ed inevitabile invidia per i viaggi intorno al mondo che portano l'autore a fotografare i suoi soggetti nei posti più remoti e disparati, ci si può subito accorgere che non sono i classici viaggi a cui i tour operator ci hanno abituato nelle melense pubblicità in TV: fango fino alla cintura (e oltre), sanguisughe, umidità (che già di per sé costituirebbe un problema, figurarsi portandosi dietro un teleobiettivo da diverse decine di centimetri di lunghezza e svariati kg...), vento, meteo imprevedibile e luce capricciosa, con gli ISO che salgono e vanno gestiti perché il dettaglio nella foto naturalistica è sempre importante. Senza contare gli amici animali che non sempre si fanno vedere, col rischio di immergersi nel suddetto fango o stare sdraiati in mezzo alle simpatiche sanguisughe senza alcuna utilità ai fini del risultato.

Ma ecco che, poi, proprio il risultato va ben oltre l'appagamento visivo: si sconfina nella passione, nella classificazione scientifica. Dettagli stupefacenti e colori vividi e realistici, mai enfatizzati, sempre "pane al pane e vino al vino", intendendo dire con questo che le foto pubblicate dall'autore nelle sue gallerie sono una visione fedele di ciò che i suoi occhi hanno visto in Pantanal, piuttosto che alle Falkland o nel Masai Mara.
Classificazione scientifica che è sicuramente uno degli obiettivi, ma che a mio avviso non è mai banale, noiosa o fine a se stessa: ci sono sempre elementi compositivi originali, ambientazioni dettate dalla necessità ma comunque affascinanti e crop studiati (quasi mai eccessivi) che spingono la foto al di là del solo soggetto, e si percepisce spesso anche uno studio sul come inquadrarlo, che porta nel frame uno sfondo interessante e piacevole, ancorché spesso uniforme per via della grande focale e della enorme distanza fra fondale e soggetto stesso.

E la percezione netta è che il tutto, alla fine, sia guidato e orchestrato dal profondo amore, rispetto e ammirazione che l'autore nutre per gli animali stessi, aspetto questo che le didascalie ed i topic aiutano certamente a capire.

Chi non è appassionato di foto naturalistica può davvero iniziare ad apprezzare il genere con i suoi lavori (oltre a comprenderne l'elevato tasso di difficoltà), carpendo tutto il lavoro ed il sudore che ci sono dietro ad ogni singolo scatto, benché a volte ad un'occhio disattento questo possa apparire - erroneamente - dannatamente semplice. A completare il quadro vi sono post produzioni da manuale, sempre sapienti, spesso (e questo è encomiabile) corrette su suggerimento degli amici del forum che visitano e commentano in modo schietto e sincero le sue fotografie (molte volte mi è capitato di apprezzare una sua foto e vederla poi rimossa e ripubblicata con una PP rivisitata all'uopo).

Colpo di coda finale: non solo avifauna, anche ottimi paesaggi e qualche street/ritratto. D'altronde facendo i viaggi che fa Marco è inevitabile, credo, che si senta il bisogno quasi fisiologico di includere qualche immagine d'insieme che rappresenti la meraviglia di cui si è circondati in quei luoghi.

Riccardo

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2019 ore 11:39

Ma che, vi ho steso così male? Eeeek!!! Sorry

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2019 ore 11:52

vedi?MrGreen
ci si aspettano reazioni e invece...MrGreen

comunque grazie della segnalazione e recensione.
è un genere importante che non mi entusiasma dal punto di vista fotografico.
Tale genere forse è un po' offuscato dalla stessa volontà classificatoria delle specie.
Mi somigliano un po' ai bottini di caccia, " mi manca lo svasso maggiore " certe intenzioni fotografiche, che mi fanno annoverare il genere in un campo molto particolare della fotografia.
Spesso sono ritratti descrittivi più che immagini comunicative, anche se non è così per tutti, ma forse conta di più l'essere arrivati a prendere il "reperto" documentativo che l'espressione fotografica del fotografo. Certo la bravura dell'autore è evidente.
Trova certamente un'estesa serie di ammiratori che badano più al prodotto che alla recensione.

user51067
avatar
inviato il 29 Maggio 2019 ore 12:09

Il genere non prende nemmeno me...
rischio di essere impopolare o antipatico se la "caccia" fotografica, proprio perché viene definita così, mi dà un pò fastidio? Innegabile la qualità tecnica delle immagini e magari anche degli esemplari. Ma per me non viene niente fuori del fotografo. O magari il genere mi è talmente indigesto, che sono io a non intravedere nulla del fotografo da tali immagini...
In tal caso mi scuso in anticipo. Limite mio...

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2019 ore 12:39

conta di più l'essere arrivati a prendere il "reperto" documentativo che l'espressione fotografica

non viene niente fuori del fotografo


Per discutere in amicizia, non per altro ci mancherebbe, potrei tentare di controbattere così: e quando si fa paesaggio, conta più l'essere arrivati ai piedi di Godafoss per ammirarla, o il mero scattare perché " mi manca Godafoss "? Oppure facendo street, in molti casi potrebbe essere stato possibile scattare in quel modo, con quel pdr e in quel momento, solo perché siamo bene accetti in quella circostanza e siamo in sintonia con chi/cosa fotografiamo: conta di più quella sintonia, l'aver vissuto ed essere stati in mezzo a quella situazione, oppure l'aver finalmente ritratto il giocoliere nel momento esatto in cui si mette in verticale su una mano sola, perché volevo tanto fare quello scatto?

Credo fermamente che il "preconcetto" - che mi aspettavo, debbo dirlo - che un osservatore può avere nei confronti di un genere piuttosto che un altro - e badate bene, ho esteso a tutti gli osservatori nei confronti di ogni possibile genere! - possa essere mitigato se si pensa al legame fra fotografo e soggetto: il quid della foto sta lì a mio avviso (ho provato ad esprimerlo nella recensione, credo). Per me anche solo la passione, per tutto ciò che riguarda il soggetto rappresentato, può essere trasmessa dallo scatto e se ci si riesce il risultato è raggiunto. Poi il genere può piacere o non piacere, questo è sacrosanto, vedi in campo musicale, se il trash metal non piace, non piace, che si può fare! Sorriso

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2019 ore 12:44

potrei tentare di controbattere così: e quando si fa paesaggio, conta più l'essere arrivati ai piedi di Godafoss per ammirarla, o il mero scattare perché " mi manca Godafoss "? Oppure facendo street, in molti casi potrebbe essere stato possibile scattare in quel modo, con quel pdr e in quel momento, solo perché siamo bene accetti in quella circostanza e siamo in sintonia con chi/cosa fotografiamo: conta di più quella sintonia, l'aver vissuto ed essere stati in mezzo a quella situazione, oppure l'aver finalmente ritratto il giocoliere nel momento esatto in cui si mette in verticale su una mano sola, perché volevo tanto fare quello scatto?


L'argomento potrebbe essere interessante per provare a rendere più nitida e sottile la linea di confine tra una fotografia che ha un senso in Fotografia, ed una fotografia che è solo... una fotografia, bella e fatta bene o brutta e fatta male che sia.


user90373
avatar
inviato il 29 Maggio 2019 ore 15:12

@ Mirko Fambrini
L'argomento potrebbe essere interessante per provare a rendere più nitida e sottile la linea di confine tra una fotografia che ha un senso in Fotografia, ed una fotografia che è solo... una fotografia.

Mi sembra di esser d'accordo, raccontare e descrivere sono due cose diverse (seppur sinonimi) ma, se ci mettiamo di mezzo i vari dipende, le varie soggettività e gusti, finiranno per avere lo stesso significato.

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2019 ore 15:31

Ettore, infatti ho scritto "provare"
MrGreen
La zona linea di demarcazione esiste ed esisterà sempre. Magari un passo alla volta si assottiglia, anche di poco ma... meglio poco che niente.
;-)

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2019 ore 15:35

tuttavia le foto della natura, l'avifauna, ecc..., a mio parere non hanno una dignità di serie B nell'ambito della Fotografia.
Che io non sia particolarmente interessato è solo una mia caratteristica, e forse un mio limite.
Ricordo che da bambino divoravo tutte le foto d'animali senza domandarmi se la foto descriveva o narrava. La cosa importante è che quell'animale inconsueto esisteva e che io mediante la fotografia lo assimilavo.

Credo che sia difficile poter dire quale è il miglior impiego dei mezzi fotografici, e se sia meglio scattare al liù piccolo, piuttosto che alla modella formosa, o alla bambina di 7 anni che porta sulla schiena il fratellino neonato.

Fotocamera e ottiche sono mezzi, posso anche usarli come scanner, per fotografare documenti da avere nel pc, e anche questa operazione la posso fare male o allo stato dell'arte.

Quindi, non vorrei che sia male interpretato il mio intervento " il genere non mi entusiasma ". Non entusiasma me, ma qualcun altro si entusiasma eccome.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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