| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 12:17
Oggi, 9 ottobre 2015 ricorre il 52° anniversario sul disastro del Vajont. Ho postato alcune foto, per chi le vorrà osservare, ricordando a modo mio l'evento ed omaggiare le vittime e, per chi ancora in vita, la perdita di tutto il suo mondo fatto di duro lavoro e vita montana, per essere "deportati", causa frana, in altri paesi. Posterò, oggi, altre foto, riprese in occasione di un doppio giro fatto assieme a due nuovi amici del sito, venuti apposta dalla Valtellina per fotografare in Valle, Lele2020 e Marco Contu, oltre ai sempre presenti Mauropol, Rizioc e Axel79. spero che gradirete il piccolo pensiero...... voglio ringraziare chi ha già messo o metterà un "mi piace" che non sarà rivolto alla foto in se stessa, ma un doveroso omaggio alla Valle del Vajont! grazie. |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 13:19
Mi ricordo benissimo quella tragica giornata,a scuola non si parlò praticamente d'altro,poi le immagini in TV (noi l'avevamo da pochi mesi),con alcuni vicini di casa che ancora non la possedevano ed andavano da chi aveva la TV per rendersi conto del disastro,frutto della stupidità umana.Stupidità che poi nessuno pagò effettivamente,altro esempio di impunità italica.Rivolgiamo oggi il pensiero a tutti quei poveri morti! |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 14:14
Ciao Mario, per fortuna esistono tante persone che non dimenticano ... La visita alla valle del Vajont è stata toccante, nonostante sia passato più di mezzo secolo si respira ancora l'odore della tragedia e della rabbia di quelle innocenti ed inconsapevoli persone. Longarone, la diga, Erto e Casso ... ognuno a suo modo raccontano gli avvenimenti di quegli anni conclusisi in "4 minuti di apocalisse con l'olocasto di 2000 persone" (cit. Paolini). La ferita fa ancora male a quella terra e mi sono accorto che il tutto non è ancora stato consegnato ai libri di storia, c'è ancora chi cerca giustizia... Purtroppo, una cosa che mi ha fatto veramente male, è sentire il racconto tendenzioso fatto dalla guida durante la visita al coronamento della diga... Poi ho scoperto che tra i finanziatori del progetto di rilancio turistico della zona c'è anche la nostra cara Ente Nazionale energia ELettrica .. Saluti carissimo Mario Lele |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 15:56
ciao Alessandro! io avevo solo un anno ma a scuola ed in casa negli anni a seguire i nostri "vecchi" ricordavano sempre con angoscia l'accaduto, ho avuto modo di vedere foto fatte dai miei colleghi il giorno dopo la tragedia a Longarone, sopra al fango, intenti a ricercare i corpi delle vittime, anche a distanza di anni (le ho viste nell'81, anno in cui sono andato a fare il militare nel Corpo....) ne parlavano ancora con una lacrimuccia sull'occhio...... anni dopo ho visto le foto della Val di Stava, inondata da una marea di fango e le immagini erano dannatamente somiglianti, il monito della diga del Vajont non è servito a niente....... Ti dirò un'altra cosa che forse tu saprai....il finanziatore dell'opera era lo stesso personaggio che ha voluto il Porto Industriale di Marghera, a ridosso della laguna e della città più bella al mondo, i morti di tumore nel comune di Venezia sono per incidenza i più alti d'Italia......un caso??? ti ringrazio moltissimo per la tua testimonianza, un abbraccio! ciauuuzz Mario |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 15:58
Sono stato per lavoro, qualche anno fa, in val di Zoldo e passando per Longarone ho voluto andare con Ornella (mia moglie) a vedere...E' una cosa talmente enorme che quando ci sei vicino ancora fatichi a capire. La diga, che da lontano sempra piccola e costretta tra le pareti della montagna, è alta qualcosa come 160 metri, larga centinaia, la guardi da sotto e ti sembra un muro vertiginoso, poi ci arrvi sopra e non capisci subito, non capisci dov'era il lago, parcheggi l'auto e cammini lungo la strada e cerchi la frana, poi capisci e resti sbigottito: ci stai camminando sopra!! E' più larga del lago, più alta della diga, più lunga della valle, almeno del pezzo che vedi. Deformazione professionale, ho cominciato a fare i conti: dunque, 100 metri di altezza, 200 di larghezza, 2.500!! di lunghezza...fai fatica anche ad accettare i numeri!! 50.000.000 di metri cubi di roccia che sono venuti giù, più di 200.000.000 milioni di tonnellate!! Per dire, a rimuoverli ci vorrebbero...8.000.000 di autotreni, 6.000.000 di carri ferroviari (un treno merci ne porta una trentina, ci vorrebbero 200.000 treni carichi per sgombrare tutto!!). Una linea ferroviaria regge una quarantina di treni merci al giorno, ci vorrebbe una ferrovia che lavori 5000 giorni, cioè 17 anni, solo per portare via la frana!!! E quando cominci a rappresentare l'incredibile con dei numeri, quando lo riporti a qualcosa di misurabile e non semplicemente da intuire, ti assale l'immensità del dramma, capisci l'enorme forza della natura che qualcuno ha voluto stupidamente e criminosamente snobbare, capisci che al Vajont, a fare questi conti, ci dovrebbero portare, anzi deportare tutti i sindaci, i consiglieri, gli amministratori, i politici che pensano che con l'ambiente si possa scherzare!! Un grande scrittore, Dino Buzzati, descrisse il Vajonti così semplicemente: "Un sasso e' caduto in un bicchiere colmo d'acqua e l'acqua é traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri ed il sasso era grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi". Un grande giornalista, Indro Montanelli, ammonì l'Italia a non fare speculazioni politiche, affermo che il progresso ha sempre preteso un tributo di sangue e le oltre tremila vittime del disastro del Vajont erano da considerare tali, un inevitabile prezzo da pagare al cammino della storia!! La vergogna lambisce anche i grandi!! |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 16:05
ciao carissimo Lele!! sono stato colpito dal vostro interesse per la Valle, vi siete "bevuti 400 Km di strade di montagna per arrivare fino a qui, per visitare quella che probabilmente è la disgrazia più grande, dopo ovviamente le guerre mondiali, che l'Italia ha subito. Ho apprezzato davvero molto ciò ed è stato un onore conoscervi. Sono sicuro che L'Enel (i suoi responsabili....) vorrebbe cancellare questa indelebile macchia, conosco molti operai e qualche dirigente che cambia volentieri argomento, quando ne parli assieme....... ben venga il rilancio, anche se non potranno mai fare abbastanza per gli abitanti rimasti vivi della vallata. Poi, sai....chi si interessa alla storia la verità la conosce e capisce alla fine del giro che quello gli viene raccontato dalla guida sulla diga è chiaramente di parte.... ti saluto e ti mando un forte abbraccio, grazie mille per esser passato di qui! alla prossima! ciauuuzz Mario |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 16:12
ciao Andrea! sono davvero contento nel leggere la tua testimonianza; ti sto seguendo nei vari blog sulle vicende fotografiche di noi Juzini.....e sono convinto che tu abbia una sensibilità superiore e sappia leggere con dovizia gli argomenti che vengono trattati da tutti, chi esprimendosi bene, chi meno, chi con rispetto per il prossimo e chi non sa nemmeno dove sta di casa, il rispetto..... ne ho testimonianza adesso da ciò che hai scritto a commento della tragedia del Vajont, tutto espresso con accorato sentimento e rabbia, civile, ma vera al 100%! poi su quello che scrive Montanelli.......dicendo il nome hai già detto tutto, sappiamo da che parte stava all'epoca...... Ti ringrazio infinitamente per essere passato e spero un giorno di poterti conoscere di persona, un abbraccio! ciauuuzz Mario |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 16:15
Secondo me, per capire verarmente il significato della vicenda, in tutti i suoi risvolti politici e sociali ooltre che umani e drammatici, è centrale un minimo di studio e approfondimento sulla figura di Lina Merlin. Chi è interessato o solo curioso vada a documentarsi su quello che la coraggiosa giornalista, sola contro tutti e a volte anche contro una parte del suo stesso giornale - L'Unità - scrisse per lungo tempo e su quello che dovette subire per il suo coraggio e il suo rifiuto di chinare la testa di fronte agli interessi di un colosso economico - l'ENEL - e di una classe politca che cercava rivincite per un'Italia che voleva dimenticare l'umiliazione della guerra e che era disposta, in nome di quelle rivincite, a perderne un'altra pur di "fare bella figura". Perchè i numeri del Vajont, che ci piaccia o no, sono quelli di una guerra!! Ne sono morti meno nella guerra del Golfo, andando al passato ne sono morti meno, in battaglia, nella guerra di Crimea!! |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 16:25
verissimo ciò che scrivi, Andrea, vedo che la vicenda e la storia la conosci piuttosto bene.... a discolpa parziale dei politici di allora c'è proprio il fatto di essere usciti da pochissimo da una guerra che ci aveva messo in ginocchio, prostrati davanti ai vincitori (gli USA stanno ancora adesso facendo qui da noi il bello ed il cattivo tempo, vedi il MUOS in Sicilia....) e bisognosi di rilanciare l'economia del Belpaese. ciò non toglie che la vicenda poteva essere controllata, senza vittime almeno, se non avessero fatto gli struzzi, infilando la testa sotto al Toc, metaforicamente parlando....... |
user59759 | inviato il 09 Ottobre 2015 ore 17:18
Ero ragazzino allora e la notizia ci venne comunicata a scuola. Vedendo le immagini del disastro, l'impressionante spianata di fango e il dolore che pietrificava quella povera gente, si rimaneva in muto silenzio davanti al piccolo schermo in bianco e nero nella casa del vicino che aveva il televisore. |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 17:41
importante la tua testimonianza, io avevo solo un anno, impossibile ricordare immagini viste nell'immediato, ho visto però immagini di repertorio, la desolazione che ho potuto osservare l'ho rivista (anche se più limitata per dimensioni, ma neanche poi troppo....) nelle immagini della Val di Stava, nel '95..... un saluto, Nove, buona serata stasera mi riguardo per l'ennesima volta il dvd di Paolini...... ciauuuzz Mario |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 18:35
La vergogna più grande è che poi di fatto, come sempre in questo paese, nessuno dei responsabili ha pagato (Solo Mario Pancini si è suicidato). Trovo molto ben fatto anche il film di Martinelli. |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 18:39
Ciao Pasquale! purtroppo è sempre così, in Italia almeno...... in altri stati civili i politici si dimettono solo per il presunto "delitto", qui nemmeno se li pescano con le mani nella marmellata.... negli anni sessanta poi..... ti ringrazio davvero molto per esser passato di qui a portare la tua testimonianza, gentilissimo! buona serata ciauuuzz Mario |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 19:07
Bella (e triste) anche tutta la seconda galleria..Persino il figlio di Semenza (Edo) era contro il padre, ma io Dio denaro la fa sempre da padrone... Poi negli anni '60 che credibilità poteva avere una giornalista (donna) e pure di sinistra... |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 20:31
E' una storia che si ripete sempre. Prima i decisori continuano a screditare chi le pensa diversamente da loro, quando poi i tragici eventi dimostrano che avevano torto, la linea difensiva è "come potevamo sapere" (!!) I montanari locali avevano raccontato la storia anni prima che si verificasse, il paradosso è che la causa finale del disastro è stata proprio la misura estrema tentata per porvi rimedio, anche questa adottata contro l'opinione dlla gente che li viveva e che conosceva il territorio meglio di qualsiasi geologo. Dopo aver minato la struttura del monte Toc sommergendone le basi calcaree con 150 metri d'acqua, quando hanno constatato che "qualcosa si muoveva..." (!!??), anzichè evacuare la popolazione hanno tolto l'acqua al lago, eliminando quella spinta di Archimede sulla già debole struttura rocciosa, spinta che era l'ultimo precario e fugace puntello che teneva su per miracolo la frana... Anche questo ad onta degli appelli terrorizzati dei locali. E nonostante le evidenze di malafede e incapacità da parte di coloro che hanno gestito, anzi fabbricato ad arte il disastro, ci sono voluti non so più quanti anni per avere un pezzettino appena della giustizia che tutti meritavano, e abbiamo dovuto subire l'oltraggio alla civiltà di un grande giornalista che, per spirito di bandiera o per evitare fino all'estremo di dare ragione a "L'Unità", ha liquidato più di 3000 morti come incidentali e inevitabili... Un giornalista USA ha coniato una bellissima frase, dal titolo "come portare il mondo in guerra", che trovo pertinente anche in questo caso: "i politici raccontano frottole ai giornalisti, poi le leggono sui giornali e ci credono". Comunque, è doveroso, meritevole e bello difendere la memoria, nella speranza che il conservarla ci risparmi il fastidio di dovercela rinfrescare...  In tanti abbiamo ricordato e argomentato cose ... oneste, è il temine migliore che mi viene. Dobbiamo tutti un grazie a Maxange che ci ha dato l'ccasione e lo spunto per farlo. |
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