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Dieci minuti con Berengo Gardin







avatarsupporter
inviato il 05 Agosto 2015 ore 16:26

Prendetevi una pausa e ascoltatelo, nulla di rivoluzionario, si può essere d'accordo o meno ma gli spunti di riflessione sono comunque decisamente interessanti;-)
vimeo.com/95585892

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2015 ore 17:48

Sono d'accordo con le dichiarazioni di GBG al 95%, anni fa nel mio paese ho organizzato con la mia associazione una mostra fotografica dedicata ad un suo lavoro svolto alla Casa del Sole di MN, si trattava di una serie fotografica (B&N su carta baritata) sul percorso terapeutico dei ragazzi diversamente abili ospiti appunto dell'istituto sopra menzionato. foto dal carattere forte e deciso ma estremamente emozionante e dolce appunto per la tematica trattata ma indubbiamente il carattere e la mano del maestro era evidente. Questo suo lavoro aveva riscosso successo in città a MN come pure da noi anche se nei paesi di provincia molti non sanno chi è GBG. Condivido le sue affermazioni su quella che dovrebbe essere in massima parte la missione fotografica: fare cultura e documentare gli aspetti importanti, emozionanti e profondi del nostro tempo perchè non ne vada perduta la memoria. Non sono del tutto d'accordo sul discorso B&N ovunque perchè forse il colore potrebbe distrarre, sicuramente il B&N nella fotografia documentaria e di reportage ambientale è molto efficace ma anche il colore fa la sua parte

user20639
avatar
inviato il 05 Agosto 2015 ore 17:53

Molto buone le parole del maestro, anche rassicuranti, da condividere in toto. Quando fa la divisione delle foto belle da quelle buone, mi sembra molto ragionevole e in definitiva anche noi, nel nostro piccolo ne abbiamo convenuto molte volte la differenza e l'importanza...

Scusa se esco fuori tema, vorrei chiederti cosa si intende per fotografia inedita, non si fanno più le mostre di fotografia inedita. Quale era il significato delle esposizioni o i premi della fotografia inedita?

Molte grazie Caterina. ciaoSorriso

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2015 ore 18:01

Grazie per la segnalazione Caterina. Conoscevo già questa intervista perchè, all'epoca della sua uscita, ne è seguito un piccolo caso. C'è stato addirittura qualcuno che voleva fare un "processo" pubblico a Berengo Gardin per le sue affermazioni sulla fotografia d'arte. Se lo trovo, linkerò un articolo di Smargiassi che parla proprio di questo.
Lui non vuole essere chiamato artista, ma io penso, viceversa, che lo sia a pieno titolo anche se crede alla sola fotografia di documentazione.
E' vero che spesso i fotografi "artisti" fanno quello che i pittori facevano 100 o 50 anni fa, ma è anche vero che molti artisti di oggi ripercorrono strade aperte in passato dalla fotografia. Le contaminazioni hanno fatto perdere significato ai confini tra le varie discipline della creatività artistica.
Dovremmo allora chiederci cos'è la fotografia, ma se il dibattito su questo tema non si è mai concluso, direi che possiamo non cadere nella frustrazione se noi, ora, non abbiamo in tasca una risposta.
Di certo c'è che la fotografia non è solo arte, ma è quando entra in quel territorio che, personalmente, smuove il mio principale interesse (scommetto che l'avevi intuito;-)!).
L'errore che fa Berengo Gardin, a mio modestissimo parere, è quello di pensare ad una figura retorica dell'artista. Cartier Bresson, e così molti altri che potrei citare, non era un intellettuale schivo, chiuso in una turris eburnea nella quale sfornava bizzarie concettuali. Si definiva un semplice "fotogiornalista" (come Berengo Gardin). Ma c'è qualcuno che se la sente di dire che non era un'artista? E vogliamo negare che tutta la tradizione della fotografia documentaristica abbia, nelle sue massime espressioni, varcato il confine della poesia e quindi dell'arte?
Per il resto nel filmato ci sono molti passaggi, certo non nuovi, ma sempre interessanti:

l'importanza di acquisire una cultura fotografica

la fotografia "inutile"

la distinzione tra foto "bella" e foto "buona"

il linguaggio del B&N.






avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2015 ore 18:27

Ma il concetto di non definirsi artista in effetti è stato estremizato. Io penso che già il nel genere fotogiornalismo/street la componente artistca non è fondamentale ma in tanti scatti c'è ed è molto apprezzata. La stessa foto di Gardin del vaporetto è molto artistca come del resto la maggior parte delle foto di Bresson sono caratterizzate piu da una componente artistca che documentarista.

user75193
avatar
inviato il 05 Agosto 2015 ore 18:44

Non riesco a concepire il distacco tra racconto e arte. Come si fosse un asettico procedimento cronologico. L' arte sin dalla notte dei tempi è racconto. Che poi il racconto possa essere più o meno relegato alla realtà spicciola delle cose o possa essere più aulico e intangibile, beh uno non esclude l' altro di certo. Troppo spesso si associa arte ed invenzione, fantasia, astrattismo... Per me erratissimo. Poi il maestro essendo tale può avere la sua solida opinione ed esprimerla. Ma mi sembra il minimo tentare di confutarla. Nel fotogiornalismo, nella street, io vedo arte. Molta più che in altre arti figurative.

avatarjunior
inviato il 05 Agosto 2015 ore 19:09

Da ammirare l'onestà intellettuale di GBG : affermare che la foto sul vaporetto a Venezia, foto che è esposta al MOMA a NY e che ha ricevuto i complimenti da HCB è letteralmente un colpo di c**o non è da tutti e me lo rende molto simpatico.

avatarsupporter
inviato il 05 Agosto 2015 ore 19:21

Molto interessante e condivisibile..
Perfetta la distinzione tra foto bella e buona:-P

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2015 ore 19:29

Il personaggio è anche molto controverso, fermo restando che è uno dei massimi fotografi italiani (e non solo).
Una delle sue fisse è questa:

saramunari.wordpress.com/2015/07/28/cosa-e-la-vera-fotografia-io-non-l

avatarsupporter
inviato il 05 Agosto 2015 ore 20:27

@Franco, hai perfettamente esposto quelle che sono anche le mie perplessità sulla parte dell'intervista che si occupa della controverversa questione fotografia/arte.

Avevo visto l'articolo di Sara, ma è argomento che da affrontare in poche righe è davvero ostico, penso d'intuire ciò che intende Gardin, ma il suo punto di vista non credo sia estendibile a tutta la fotografia;-)

Leo, credo che oggi, nell'epoca della condivisione immediata e continua, pubblicare qualcosa di inedito sia abbastanza difficile, potrebbe avere un suo fascino ma credo che la pubblicità mediatica data dal mostrare le foto in rete paghi di più.

Bello che i commenti siano stati tutti costruttiviSorriso

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2015 ore 20:31

Un grazie anche da parte mia.

Senza nulla togliere al Grande Gardin (ma anzi per avvalorare la bontà della persona nonché del professionista) ricordo con piacere che, lo stesso, cita con sottile imbarazzo l' incontro con un'altro grande Talento Italiano, ahimè poco ricordato perché scomparso prematuramente: Ugo Mulas ("Non ci sono foto Belle ma foto Buone").


Ciao

avatarjunior
inviato il 05 Agosto 2015 ore 21:32

Mi viene il dubbio che c**o non sia proprio azzeccato, forse è più appropriato "occhio" ovvero la capacità di alcuni di immortalare l'attimo, l'immagine, ciò che per altri potrebbe essere banale o irrilevante. Secondo me l'artista è quello che rende speciale ciò che è banale o normale perché lo interpreta a suo modo per colore inquadratura punto di vista ecc

user20639
avatar
inviato il 05 Agosto 2015 ore 23:08

Riaffermare antiche contrapposizioni non avrebbe senso, si è già detto molto, a meno che non si intervenga con qualcosa di nuovo, l'unica strada per essere costruttivi, è andare a vanti, con nove formule del presente: una potrebbe essere quella di avere il coraggio è la sensibilità di parlare di noi e delle nostre immagini in maniera sincera e personale, senza aver paura di celebrare noi stessi. Un esempio è proprio l'intervista a Gardini, che ci insegna il parlare con semplicità di noi, del senso della nostra fotografia.
Secondo me, avremmo modo di poter riflettere su noi stessi, sulle nostre luci ed ombre, imparando dalle esperienze del vissuto di altri, nel bene e nel male. Un metodo che filetterebbe, inevitabilmente la realtà di oggi con le nostre stesse opere.
Pur tenendo conto, che ogni immagine ha un suo senso e valore umano, proporrei questa piccola riflessione:
la flora e la fauna di questo pianeta si manifesta in miliardi di specie e mutazioni, spesso l'uomo non ne comprende il senso e ci chiediamo cosa possa servire quella pianta o quell'insetto, mentre la razionalità ci dice che nulla è senza senso, ma è un parte del tutto.
Così, ogni immagine è un tassello di un infinitesima parte della nostra realtà, ma che è essenza del tutto.
Anche se il Web non ama la lentezza e la riflessione, non posso esimermi dal proporre la ricerca del senso, come contributo e mettendoci la faccia, con la partecipazione di coloro che si sentono coinvolti. In definitiva, lasciamo perdere le polemiche e chiacchiere infinite, che ogni uno parli di se, del proprio io interiore, cercando di far posto ad altri con ospitalità.
Sono aperto a critiche è idee.

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 1:41

@Matteolex
Hai fatto bene a citare Ugo Mulas. Lo cito spesso anch'io e ricordo di aver riportato qui anche alcuni suoi scritti. A mio giudizio, forse il più grande fotografo italiano. Spesso mi capita di guardare sue immagini o di tornare a leggere i suoi pensieri. Poi molti altri grandi, anche fuori dai confini, mi sembrano un po' meno grandi.

@Leoconte
A domani! Ora sono stanchissimo....

avatarjunior
inviato il 06 Agosto 2015 ore 7:52

Post Molto interessante grazie Caterina

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