Nella terra del mito: Storia di un viaggio attraverso l'Islanda
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Nella terra del mito: Storia di un viaggio attraverso l'Islanda, testo e foto by
Riaz84. Pubblicato il 05 Maggio 2015; 39 risposte, 11221 visite.
Sin da piccolo sono sempre stato attratto dalle terre selvagge, da tutti quei luoghi, insomma, dove i confini tra mitologia e realtà si fondono in un'atmosfera a tratti irreale. Posti simili hanno sempre focalizzato i miei desideri e le mie passioni e lo scorso inverno, per una fortunata serie di eventi, sono riuscito a realizzare questo sogno recandomi in Islanda, la terra dei ghiacci.
La Penisola di Reykjanes L'Islanda è un paese ricco di zone geotermiche che permettono all'energia della terra di accumularsi per poi esplodere in tutta la sua prorompente bellezza. Colonne di vapore dallo strepitio assordante fanno sembrare il terreno una pentola a vapore pronta a scoppiare in qualsiasi momento. Colori vivi, forti, dal rosso al turchese, il paesaggio pare dipinto dal migliore dei pittori, cioè la natura stessa.

Uno scatto fatto in una delle numerose zone geotermiche della penisola di Reykjanes.
Il paesaggio è in continua mutazione e crateri sono pronti a generarsi ovunque e senza preavviso, come, ad esempio, sotto questa passerella dove fino a poco tempo prima sono transitati tranquillamente turisti e, come nel mio caso, fotografi.
Golden Circle, Parco Nazionale del Thingvellir
In questa zona risiede il più antico geyser conosciuto al mondo, tant'è che l'etimologia della stessa parola va ricercata nel verbo Islandese "gjósa" "emettere a fiotti" e da cui deriva il suo nome: Geysir.
Geysir purtroppo è inattivo dal 1990, ma nel periodo antecedente era in grado di lanciare i suoi fiotti sino a un'altezza record di 170 metri. I motivi di questo suo riposo paiono essere riconducibili a due cause: - l'abitudine assolutamente idiota dei turisti di gettare pietre nella sua "bocca" allo scopo di provocare eruzioni - Il buttare all'interno del condotto delle saponette al fine aumentare la portata del getto da parte delle autorità preposte alla sua tutela, attività ora per fortuna vietata. Negli ultimi anni il re dei geyser ha fortunatamente ripreso, seppur debolmente e in modo irregolare, la sua attività. Non molto distante da Geysir si trova Strokkur, un geyser più piccolo ma molto attivo! Le sue eruzioni, al contrario, sono molto frequenti (una ogni 10 minuti) e, anche se il suo getto non ha mai raggiunto i record del fratello maggiore (al massimo 40 metri), sicuramente rimarrete stupiti dalla sua potenza e da quell'insolita vista. Il suo lento gorgoglio iniziale e le buffe forme create dall'acqua sono il preludio a una delle sue improvvise esplosioni di vapore, accompagnate dal rumore roboante del vapore acqueo che si spande nell'aria e dalle voci esterrefatte dei numerosi turisti che accorrono per vedere quest'altra meraviglia d'Islanda.

La zona del Golden Circle è una di quelle che più mi hanno catturato durante il viaggio, ricca di cascate e paesaggi variegati, merita sicuramente qualche giorno per una visita approfondita. E' in questi luoghi che abbiamo trovato le condizioni migliori di luce e uno degli ostelli più belli e tipici di tutto il viaggio.
Grundarfjordur, Fiordi del Nord-Ovest
Nei pressi del monte Kirkjufell ho potuto ammirare la mia prima aurora in assoluto, un'emozione indescrivibile. Fotografarla è stata una corsa contro il tempo poiché il cielo, che era inizialmente coperto, si è rasserenato parecchie ore prima di quando avessero anticipato le previsioni, facendo così apparire l'aurora all'improvviso, esattamente quando noi eravamo ancora in ostello intenti a prepararci. Dopo quell'esperienza abbiamo giurato solennemente di non fidarci mai più delle previsioni meteo, uscendo sempre con congruo anticipo. Con buona pace del nostro sonno.
Tutta la zona è sicuramente affascinante e, poco ma sicuro, avrebbe meritato numerosi scatti ma il tempo è stato inclemente per tre lunghissimi giorni con cieli grigi e persino la presenza di nebbia. A parte la prima notte con l'aurora non siamo riusciti a fare altro.

La curiosità di questo monte è che visto da una determinata prospettiva rammostra una vetta pronunciata ma, aggirandolo di novanta gradi, la prospettiva cambia enormemente rivelando invece una lunga sagoma che richiama una lama.
Hvítserkur, Fiordi del Nord-Ovest
La mitologia che attornia questa terra mi ha sempre fatto sognare. Terra di vichinghi, mostri mitologici e Dei guerrieri, tutto quello che serve a generare un mito. Lasciate che vi coinvolga attivamente narrandovi, in breve, la leggenda di Hvítserkur...
Molto tempo fa, prima che gli uomini iniziassero a colonizzare l'Islanda, un Troll di nome Hvitserkur viveva tranquillo e felice con la sua famiglia nei suoi fiordi del NordOvest. Un giorno fu risvegliato improvvisamente da fastidiosi rumori: Erano i primi coloni dell'Islanda, non fu felice a quella vista, perché vedendoli erigere una chiesa capì che essi non avrebbero più creduto in Odino. Sperava tanto che quei fastidiosi rumori finissero con il freddo e rigido inverno, invece continuarono, aumentando lentamente, il suo finissimo udito non poteva più sopportarli. Era sicuro che sarebbe potuto tornare alla sua antica quiete, se solo avesse distrutto quella chiesa e la sua campana, così decise di intraprendere un lungo viaggio per distruggerla. Una fredda sera di Dicembre, quando i giorni si fanno più brevi, decise di intraprendere il suo viaggio sicuro di poter tornare prima dell'alba; Prima che la luce del giorno potesse toccarlo, trasformando la sua pelle in pietra. La luna e le stelle brillavano illuminando il cammino: La situazione era ideale. Mentre si stava preparando, il figlio Bárdur gli chiese di viaggiare con lui, voleva essere d'aiuto al padre in quell'impresa. Hvitserkur credeva che i fiordi potessero essere troppo profondi da attraversare per un giovane Troll, ma il figlio insistette e a malincuore il padre dovette cedere. Come aveva sospettato Bárdur aveva grande difficoltà a guadare le profonde acque e iniziarono ad accumulare molto ritardo. Il mattino era oramai vicino quando i due si avvicinarono alla chiesa, Hvitserkur deciso ad andare avanti, iniziò a correre a grandi passi, speranzoso di distruggere la campana e la chiesa prima dell'alba, ma come fece un passo sopra la montagna guardò verso est e vide il sole che sorgeva; Suo figlio aveva appena messo piede a terra dall'altra parte della montagna quando fu immediatamente trasformato in pietra sulla spiaggia. Come Hvitserkur capì che la stessa sorte stava per colpirlo, scagliò con tutta la forza che aveva in corpo il suo martello verso la chiesa, sperando di compiere la sua missione. Tuttavia, non vi riuscì e il suo martello ora si trova dalla parte opposta dell'Islanda.

Questo faraglione solitario ha un grande fascino soprattutto con la bassa marea, se siete intenzionati a visitarlo organizzatevi per tempo!
Islanda del Nord, Godafoss la cascata degli Dei
Quando ti trovi al suo cospetto capisci immediatamente di essere in un posto sacro. Era, infatti, venerata da molti poiché nei suoi getti principali i vichinghi vedevano gli spiriti di Odino, Thor e Freyr. In particolare, quando i popoli di questa terra decisero di convertirsi al cristianesimo, il consiglio del Logsogumadur gettò in questo luogo tutti gli idoli pagani. Forse quel gesto non fu così pazzo, ma un segno di rispetto, restituirono così quelle antiche reliquie ai loro padroni.

Questa cascata è molto famosa e ampliamente fotografata, ho cercato un'inquadratura che andasse al di là dei soliti scatti "classici" e devo dire che sono stato decisamente fortunato avendo goduto di un tramonto più che discreto e una bella aurora la stessa notte.
Durante tutto il viaggio ci siamo mossi sfruttando ostelli e appartamenti, l'Islanda è abbastanza costosa e queste due soluzioni permettono, a chi volesse fare un po' di economia, di potersi cucinare i propri pasti alleggerendo non poco le spese di viaggio. Il livello degli ostelli è abbastanza alto e paragonabile ad alcuni hotel nostrani, a parte le primissime notti prenotate dall'Italia i restanti giorni decidevamo come muoverci in base al meteo e a quello che rimaneva da vedere, il Wi-Fi è disponibile in molti punti e, tramite i vari siti di ricerca, è stato facile trovare alloggi per le successive notti, complice anche la bassa stagione. In alcuni posti abbiamo dormito con soli 16€ a notte.

La notte di questo scatto il cielo sopra Akureyri (una delle poche città del nord) era limpido, dopo una veloce cena a base di pasta e sughi portati dall'Italia siamo tornati a Godafoss nella speranza di rivedere l'aurora: Un paio d'ore di attesa e siamo stati ripagati con una delle più belle di tutto il viaggio.
Islanda del Nord, Selfoss
Quella che scriverò di seguito è stata la prima domanda che mi sono posto durante questo scatto: "Qual è il limite massimo di rischio cui siamo disposti a esporci? Per uno scatto?".
Arrivati al parcheggio distante circa 1 km dalla cascata ci siamo infatti subito resi conto che sarebbe stato necessario metterci i ramponcini per proseguire; Il paesaggio intorno a noi era appunto in parte coperto da ghiaccio e in parte da neve il che rendeva il tutto particolarmente scivoloso. Arrivati in prossimità della cascata, realizzammo quindi di trovarci sul lato fotograficamente peggiore. La cascata infatti rimaneva in parte nascosta nelle rocciose anse scavate dal fiume che la attraversa. Passare dall'altra parte era impensabile, inizialmente ho cercato di avvicinarmi il più possibile ma la prospettiva fotografica peggiorava solamente. Ho quindi deciso di raggiungere i miei amici lungo una lingua di roccia più esposta e, per non disturbarli, avevo due scelte: Rimanere sul lato interno sacrificando così la composizione o espormi al limitare del bordo con l'inquadratura migliore ma dove l'acqua nebulizzata dalla cascata aveva creato una crosta di ghiaccio tutt'attorno alle rocce. Ovviamente optai per la seconda scelta e, lasciato lo zaino e tutti gli accessori al sicuro (non volevo che pesi inutili potessero farmi perdere l'equilibrio), m'incammino -molto lentamente- e mi dispongo con altrettanta calma. Il senso di vertigine era forte e mi teneva teso come una corda di violino, uno dei miei amici (conoscendomi) si è premurato nel dirmi di stare molto attento. Alla fine ho portato a casa lo scatto ma, rivedendolo, non mi ritrovo a pensare immediatamente a quel paesaggio stupendo, bensì riaffiorano alla mente il senso di vertigine e il pensiero di cosa sarebbe potuto accadermi se fossi scivolato. Lo rifarei? Non lo so.

Probabilmente uno degli scatti più belli che sono riuscito a portare a casa, ho atteso parecchio in questa location e la luce buona è durata veramente un attimo. Spesso, guardando i reportage di un fotografo, non si pensa mai alle ore di paziente attesa spese per catturare i momenti di luce migliore? Vi invito a rifletterci.
Islanda del Sud, Spiaggia di Jokulsarlon
Lo Jòkulsárlón è il più grande lago di origine glaciale presente in Islanda. Gli iceberg di tutte le dimensioni lo attraversano con un ritmo lento e costante per poi finire in mare, come le antiche imbarcazioni che faticosamente solcavano questi mari. Questi blocchi di ghiaccio in movimento realizzano uno spettacolo unico per la sua bellezza. Caratterizzati da migliaia di tonalità "fredde", dal blu intenso all'azzurro cristallino, si arenano su di una spiaggia lavica nera come un opale. Fredde sculture a memoria delle navi vichinghe che attraccavano su quest'isola.

Su questa spiaggia ho messo a dura prova sia me stesso sia l'attrezzatura. Cercando di portare a casa i migliori scatti possibili sono finito tra le acque gelate più e più volte ed anche la macchina si è beccata parecchi schizzi dati dal mare mosso. Fortunatamente l'ottima tropicalizzazione della Nikon D750 l'ha protetta da eventuali problemi (ad alcuni amici la Canon 6D si era bloccata a causa dell'umidità). Alla fine della serata un'accurata pulizia con acqua dolce e cottonfioc ha preservato la mia "compagna" da possibili ossidazioni mentre il sottoscritto se l'è cavata con un leggero raffreddore.
Islanda del Sud, la carcassa dell'aereo DC-3 Dakota
Ecco un altro scorcio d'Islanda, sperduto e molto particolare, lo abbiamo trovato dopo parecchie ore in jeep, dispersi in una zona desolata perché colpevolmente mi ero dimenticato in ostello il Gps... riprendo un testo che scrissi quel giorno: Giornata ventosa (qua significa che per poco non volano macchine) e piovosa, quindi cosa c'è di meglio che fotografare due delle più grosse (e belle) cascate d'Islanda? Sono completamente lavato e come una conchiglia custodisce il rumore del mare, io ho la turbina di un aereo che mi fischia nelle orecchie. A proposito di aerei, ho fotografato anche il relitto di un vecchio Dakota, il cui pilota deve aver evidentemente ritenuto geniale atterrare in mezzo ad una spiaggia nera, completamente deserta. Francamente non so se fosse sopravvissuto all'impatto, mi piace pensare di sì, se non altro per immaginarmelo intento a maledire l'Islanda alla scoperta che il primo villaggio si trovava a 50 km da lui, col vento e la pioggia... magari si chiamava pure Francesco.

Per trovare il Dakota siamo impazziti, munitevi di GPS e cercate le coordinate su internet se avete intenzione di fotografarlo oltre, ovviamente, a un fuoristrada. Perdersi in quella spiaggia kilometrica e desertica è un attimo.
Islanda del Sud, Laguna di Jokulsarlon
Appena arrivati al ghiacciaio dello Jòkulsárlón dalle fredde acque vediamo comparire una foca, che ci saluta per poi scomparire immediatamente dietro ai banchi di ghiaccio. Mentre la osservo, mi ritrovo a pensare a una ciambella calda, a una grossa tazza di cioccolata capendo così che, in quel preciso istante, la poesia non era in me. Stavo impazzendo; La luce non era delle migliori, piovigginava continuamente e iniziavo a sentire la stanchezza del viaggio sulle spalle... morale: Non riuscivo a fare uno scatto che mi piacesse veramente. Decido di concedermi uno dei pochi lussi durante la vacanza e mi fermo a prendere qualcosa al bar lì vicino. Rinvigorito dagli zuccheri, torno a costeggiare il ghiacciaio e finalmente mi si è palesata davanti agli occhi questa magnifica visione, ho dovuto solo scattare. A volte quando sei troppo stanco, non riesci a vedere con la mente, ma solo con gli occhi. Quella volta la ciambella e la cioccolata calda mi hanno cambiato la giornata.

Alla laguna non abbiamo avuto molta fortuna col meteo, spesso al sud abbiamo trovato cieli grigi e nuvolosi ma comunque qualche spunto fotografico sono riuscito a trovarlo.
Islanda del Sud, Grotte ghiacciate di Jokulsarlon
Sempre nel Parco nazionale di Skaftafell siamo riusciti a visitare una grotta di ghiaccio. La grotta è stata una bella scoperta, le venature bluastre viravano al celeste dove la luce le colpiva maggiormente creando un'atmosfera magica. La caverna, anche se piccola, presentava parecchi spunti fotografici. Dopo esserci rimasto quasi per quasi un'ora, poco prima di ripartire, da una delle due entrate è iniziata a filtrare la luce del sole che tramontava aggiungendo a quei magnifici colori freddi un'atmosfera surreale. MI trovavo, di fatto, all'interno di un antro magico pieno di pietre preziose, tanto che da un momento all'altro mi sarei aspettato la comparsa di qualche troll, geloso dei propri tesori e pronto a difenderli.

La visita alla grotta di ghiaccio è stata l'unica escursione organizzata che abbiamo fatto, per il resto quasi tutte le mete sono liberamente accessibili e facilmente raggiungibili. Le grotte, pur avendo libero accesso, necessitano di un'esatta conoscenza su dove siano e soprattutto sulla loro agibilità in quanto rischi di crolli o allagamenti sono dietro l'angolo. Sfruttare una guida in questo caso è stata la cosa più saggia da fare.
Termina qui il mio viaggio, durato diciotto giorni e fatto in compagnia di grandi amici e fotografi. Per una volta ho davvero lasciato lo stress della vita quotidiana in Italia, potendo dedicare del tempo a me e a ciò che amo fare.
Non è stato sempre tutto semplice, abbiamo dovuto affrontare spesso e volentieri le dure condizioni climatiche ed anche alcuni imprevisti, ma queste sono esperienze che ti lasciano il segno facendoti capire quanta bellezza possa esserci attorno a noi, basta solo alzarsi dalla sedia. Vi lascio un ultimo scatto intitolato "Soul" (Anima) e con un testo che scrissi poco dopo averlo fatto, proprio in macchina mentre tornavo esausto in ostello:
L'aurora è un fenomeno naturale spettacolare, potrei già pubblicare delle immagini, diamanti per gli occhi, ma il vero spettacolo, l'esaltazione, è viverla. Quando lei danza sopra la tua testa, a ritmo irregolare e sensuale, apri gli occhi davvero e capisci quanto sei piccolo, capisci che la realtà è un'altra cosa, che i mojito a Ibiza fanno figo, soprattutto se hai degli occhiali da idiota, ma se stai gelando da ore, con gli occhi rivolti al cielo, tra le stelle e le galassie, poi esplode lei... Beh in quel momento sei un figo, perché ti esplode l'anima.

Autoscatto o selfie che dir si voglia, l'aurora era stupenda e potente, ma in quel punto mancava qualcosa, un soggetto che rafforzasse il senso di euforia che si prova davanti a uno spettacolo del genere, così senza pensarci due volte mi sono messo davanti all'obiettivo avendo cura di aver fatto prima partire il timer dello scatto ritardato. Note: Per ragioni di spazio ho dovuto fortemente selezionare le immagini, ma se vi ho incuriositi, potrete trovare nella sezione
gallerie ben tre di queste dedicate esclusivamente al viaggio in Islanda.
Riaz84 scrive di sè "Nato nel marzo 1984 a Reggio Emilia, dove tutt'ora risiedo, sono sempre stato affascinato dagli ambienti naturali ed in particolare dall'appennino tosco-emiliano che ho avuto modo di frequentare sin da ragazzo e che mi ha spinto, infine, a dedicarmi alla fotografia macro e paesaggistica. Lo stretto contatto con la natura, la sensazione del vento dei monti sul mio volto, ll rossore di un tramonto colorato e le dorature dell'alba sono infatti gli stimoli migliori che una persona come me possa chiedere per essere spronato ad una continua ricerca dello "scatto perfetto". " Risposte e commenti
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| inviato il 05 Maggio 2015 ore 14:13
grande Riaz! bellissimo racconto,foto e ricordi molto intensi! |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 14:16
Prometto di leggerlo tutto stasera. Ottimi scatti. Stefano |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 14:21
Lo leggerò stasera come Taranis, ma le foto sono qualcosa di eccezionale. INVIDIA E AMMIRAZIONE. |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 14:47
Ottimo racconto, ottime foto diego |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 15:37
Splendide foto e grande racconto! |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 15:38
Una favola! |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 16:01
Invidia ad alti livelli! |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 17:44
Grazie mille!! Soprattutto a chi ha avuto ed avrà la pazienza di leggere per intero l'articolo So che il testo è lungo e soprattutto su internet si sia più propensi ad una visita mordi e fuggi; ma penso anche che assaporare un pezzo della vita di chi scrive valga sempre quei minuti spesi a leggere |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 17:56
Sei un ottimo fotografo e un valente narratore. Il tuo racconto emoziona. Complimenti. Ciao. Ezio |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 18:19
Veramente complimenti Francesco x gli scatti che hai come dici tu portato a casa, ma sopratutto x la bravura nel raccontare questa tua avventura, perché penso quello sia stata, un sogno che sei riuscito a realizzare attraverso l'avventura di conoscere di persona quei posti che tanto ti eri sicuramente documentato e finalmente hai potuto vivere sulla tua pelle! ;) Dal tuo dettagliato racconto che io ho letto molto volentieri, si percepisce molto chiaramente l'euforia di raccontare la bellezza di quei posti e le sensazioni che ti hanno "rapito" mentre li osservavi e scattavi con la tua Nikon D730, che a tuo dire non ti ha mai tradito! ;) Avevo già apprezzato la bellezza di alcuni di questi tuoi scatti, ma ora ho avuto modo di ammirare gli altri e x questo ti faccio i miei più sinceri complimenti x la realizzazione, augurandoti buona luce x i tuoi prossimi scatti. ;) :) ;) By Fabio |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 19:10
Grande racconto Riaz!! bravo bravo bravo!!! |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 21:42
Troppo bello, Grazie per averlo condiviso, complimenti per gli scatti. |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 22:32
Complimenti. Veramente coinvolgente. |
| inviato il 05 Maggio 2015 ore 23:16
Bellissimo racconto e bellissime foto. Complimenti. Ciao |
| inviato il 06 Maggio 2015 ore 9:06
Bellissimo reportage e foto straordinarie. Mi sono ripromessa di andarci un giorno.grazie per averlo condiviso con noi. |