| inviato il 07 Aprile 2017 ore 17:31
Occhio:“ l'ingrandimento della lente, anche se asimmetrica, è sempre dato dal potere diottrico della lente stessa. Nonostante cambi la posizione da cui calcolare la focale, non cambia la sua lunghezza e quindi nemmeno il potere diottrico. „ Aspetta, non ho capito. Quando dici che invertendo cambia la posizione da cui calcolare la focale, non mi stai dicendo che cambia f, invertendo l'ottica, ma cambia v (intendo nella formula dell'equazione dei punti coniugati), giusto? Se si, come? Occhio:“ l'esperienza è la migliore formula! Fotografando un righello millimetrato, dall'immagine si calcola il RR ... mentre la distanza di maf la si misura direttamente tra il piano dell'oggetto ripreso ed il piano del sensore. Ma siccome l'ingrandimento è lo stesso, non cambia nemmeno la distanza di maf. „ Quanto hai ragione sull'esperienza, ma con la matematica ci dovremo pur fare qualcosa, visto che ce l'abbiamo! Quello che interessa a me, in particolare, è calcolare a priori la distanza di lavoro, in quanto, facendo i calcoli sul mio 35-70, montato dritto, a RR 1:1 viene 70mm, ma da questa devo ancora togliere la lunghezza della lente e, calcolando che il 35-70 è a pompa e i 35mm si hanno quando è tutto esteso (diventa più di 10cm), ho paura che il soggetto sia a fuoco "dentro la lente", ecco perchè chiedevo come fare i calcoli invertendolo, perchè così dovrei guadagnare distanza operativa, se non erro! Giorgio:“ mentre con un 35 arrivi a quanto? „ E' proprio questo che mi ha fatto chiedere lumi sull'ottica invertita, perchè, come detto a Cigno, facendo i calcoli, credo che dovrei sfondare la lente anteriore per mettere a fuoco!! Adriano |
user46920 | inviato il 07 Aprile 2017 ore 17:55
“ ho paura che il soggetto sia a fuoco "dentro la lente", ecco perchè chiedevo come fare i calcoli invertendolo „ come fai a usare la matematica se non conosci le posizioni dei punti che ti interessano? Per quello dico che fai prima a vederlo in pratica con l'esperienza diretta. Le formule, per le lenti sottili e simmetriche, le trovi ovunque, ma se non conosci lo schema ottico della tua lente, cosa te ne fai delle formule? ... come le fai funzionare nella pratica? ... come pensi di adattarle alla tua situazione reale? “ Aspetta, non ho capito. Quando dici che invertendo cambia la posizione da cui calcolare la focale, non mi stai dicendo che cambia f, invertendo l'ottica, ma cambia v (intendo nella formula dell'equazione dei punti coniugati), giusto? Se si, come? „ lascia stare le formule ... parla come mangi e spiega in concreto quello che vuoi ... il resto lo vedo solo come delle perdite di tempo inutili. |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 19:23
“ Per quello dico che fai prima a vederlo in pratica con l'esperienza diretta. „ Eh lo so, c'hai ragione, ma non posso, perchè non ho ancora investito in attrezzatura e volevo i numeri prima di farlo. Poi se non riesco ad averli, allora investirò il minimo sindacale e vedrò direttamente il comportamento, ovvio, ma se c'è un metodo per farlo prima, tanto di guadagnato. Volendo, credo si possa ricostruire abbastanza agevolmente quello che cerco e lo schema ottico si recupera in rete. Ma capisco che possano esserci difficoltà oggettive, è per questo che chiedo se c'è un metodo, almeno lo seguo e ho quello che cerco e che ti ho scritto prima, ovvero calcolare la distanza operativa della lente invertita. Sono un orco e se parlo come mangio, non capisci una sega Cigno!! Rispondimi almeno a questo: invertendo l'ottica, dovrei guadagnare distanza operativa, giusto? Adriano |
user46920 | inviato il 07 Aprile 2017 ore 19:36
“ invertendo l'ottica, dovrei guadagnare distanza operativa, giusto?;-) „ dipende dalla lente: con un ottica a focale Normale e simmetrica tipo doppio Gauss, non cambia praticamente nulla, ma con un Grandangolare retrofocus o con un Teleobiettivo "molto tele" invece potrebbe cambiare molto. Comunque prima di entrar nella lente col fuoco, bisogna raggiungere dei rapporti di ingrandimento generalmente superiori a 3:1 ... quindi direi di star tranquillo per l'investimento dei 5 euro per un anello di inversione |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 21:34
@L'occhiodelcigno a) non è che se tu tanti anni fa hai detto una cosa, soprattutto lapalissiana come quella in questione, poi hai il copyright. Capita anche che qualcun altro esprima il concetto autonomamente, e così è successo. L'abitudine di riportare altrui frasi senza riconsocerne la paternità sarà pessima, ma la pretesa di essere l'autore riconosciuto dell'affermazione che non si puuò portare un oggetto a distanza maggiore dell'infinito è bizzarra... "La supposizione è la madre di tutte le boiate" A.Bloch, Il libro delle leggi di Murphy (come vedi, l'originalità la riconosco e quando cito nomino le fonti). b) per definire le rette parallele, Euclide usò il paradosso di due rette intersecate da una terza, e che si intersecavano a loro volta. Affermò che per comprendere la condizione del parallelismo si doveva immaginare di portare a distanza infinita il punto di intersezione. La stessa definizione che tu contesti era riportata in tutti i testi di matematica su cui ho studiato, dalle scuole medie all'università. Perchè? Perchè i matematici hanno il malvezzo di voler economizzare condizioni nelle loro definizioni. Quella che ti ho riportato si accontenta di una condizione (punto in comune all'infinito), quella da più parti diffusa ne richiede due: rette senza punti in comune e appartenenza allo stesso piano. Se poi hai chiaro il concetto matematico di limite, la definizione che conteti deventa anche intuitiva. Due rette parallele sono separate da un angolo di 0 gradi. he valore assume l'angolo tra due rette incidenti, se sposti all'infinito il punto di intersezione? Per ulteriori approfondimenti www.manuelmarangoni.it/onemind/2951/e-vero-che-due-rette-parallele-si- c) se lo sport di massa deve diventare quello di mandarsi a cagare, partecipo anch'io e magari ti mando a cagare (nb. non ti ci sto mandando, ho premesso un magari, dico solo che potrebbe succedere) per i seguenti motivi: - pretendi di parlare di concetti matematici in base al senso comune e non alla logica che tale scienza adotta. - usi il tuo notevole superego per pretendere di aver ragione su argomenti che evidentemente consoci in modo abbastanza approssimativo - ti scagli contro le assurdità suppposte degli altri senza voler vedere quelle conclamate che esibisci tu, es. “ ma quali sono le rette parallele che riescono ad intersecarsi mai in un punto, che sia all'infinito o meno? „ , plausibile in termini pratici ma confutato in termini matematici, e visto che di una definizione matematica si parla...Evidentemente ti sfugge il concetto che l'infinito è un'astrazione matematica (anche religiosa...) senza riscontro pratico. Tutto questo non ti esime dal trattare da sproposito una dimostrazione matematica. Vedi tu... -reagisci in maniera "molto energica" a discorsi che non è proprio detto che debbano essere così provocatori, offensivi e oltraggiosi. Fatti ruoi, ma poi succede che la gente si adegua al tono che tu hai scelto e fioccano i blocchi e le chiusure d'autorità da parte di Juza. Cosa facciamo? Tiriamo un bel respirone e ci rilassiamo, o diamo la stura ai "vai a cagare?". Tu prometti di essere un maestro, ma non è una pratica poi così difficile...ci si può riuscire in tanti, soprattutto con un buon modello di riferimento. |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 21:40
Minchia che stress. Forse è meglio che stacco la spina del topic. |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 21:45
Si, per l'anello di inversione problemi zero. E' per i tubi che volevo aspettare, così decido bene se prendere quelli con gli automatismi o meno. Comunque grazie!! Adriano |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 22:00
C'è una cosa di cui mi picco di andare a fondo. Dimostrazione della definizone di rette parallele che si incontrano all'infinito. Prendiamo due rette “ a „ e “ b „ che si intersecano in un punto S. tracciamo una retta “ c „ normale alla retta “ a „ che la interseca nel punto A: questa formerà un angolo di 90° con “ a „ . Intersecandosi con “ b „ , “ a „ formerà quattro angoli uguali a due a due (opposti) e supplementari a due a due (contigui). Siccome la somma degli angoli interni di un triangolo vale 180°, la retta “ c „ incontrerà per forza anche la retta “ b „ , formando un triangolo che comprende l'angolo acuto della coppia supplementare che “ a „ forma con “ b „ . Ora, analizziamo tale triangolo ABS in cui AS e AB sono i cateti e BS l'ipotenusa. L'angolo acuto della coppia complementare formata dalle due rette a;b (angolo ASB) vale arcsen (AB/BS) dove AB è la distanza tra le due rette iniziali lungo la retta c. Se allontaniamo il punto S dalla retta c l'angolo ASB diminuisce perchè il suo seno diminuisce (aumenta il denomimatore della frazione che lo esprime, mentre il numeratore rimane costante). Quando la distanza BS diventa infinita, la frazione AB/BS assume valore zero e quindi l'angolo ASB anche. Si configura il caso di due rette a distanza finita tra loro (e quindi non coincidenti) che formano tra loro un angolo pari a zero, cioè due parallele. L'unico caso che annulla la dimostrazione è quello in cui le rette “ a „ e “ b „ siano parallele, ma può essere risolto con una variante più complicata. Tutto questo per dimostrare che la definizione di rette parallele come rette che si incontrano all'infinito è sufficiente ed esaustiva, e non l'assurdità che qualcuno vorrebbe far credere. |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 22:08
“ E' per i tubi che volevo aspettare, così decido bene se prendere quelli con gli automatismi o meno „ Mi sa che non c'è molta scelta. Se hai ottiche manuali, hai la ghiera del diaframma e vai tranquillo senza automatismi. Se hai ottiche AF la MAF la gestisci di solito in manuale (slitta...) ma il diaframma serve, devi usarle molto chiuse (macro...) e non è che non si riesca, ma è molto rischioso. Per quanto riguarda l'anello di inversione, ho visto un aggeggio balzano che permette di mantenere gli automatismi anche nell'obiettivo impanato al contrario: praticamente è una coppia di prolunghe connese con connessioni elettriche esterne via cavo, una con due baionette M/F e una con baonetta F. Quella con doppia baionetta si mette tra corpo e ottica dritta, quella con baionetta singola sull'ottica rovesciata e ne gestisce il diaframma. Mi pare che costi sotto i 100 euro e non ho letto referenze, ma se hai interesse per la soluzione della doppia ottica vale la pena di guardarci. Se hai ottiche af, se hai dei manuali no, ovvio. |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 22:13
“ Minchia che stress. „ Vero, Giobol. Mi dispiace. Ma prova a considerare...ti mandano a cagare, ti mandano a cagare...la diarrea non è mica una bella compagnia!! |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 22:25
“ @L'occhiodelcigno a) non è che se tu tanti anni fa hai detto una cosa, soprattutto lapalissiana come quella in questione, poi hai il copyright. Capita anche che qualcun altro esprima il concetto autonomamente, e così è successo. L'abitudine di riportare altrui frasi senza riconsocerne la paternità sarà pessima, ma la pretesa di essere l'autore riconosciuto dell'affermazione che non si puuò portare un oggetto a distanza maggiore dell'infinito è bizzarra... "La supposizione è la madre di tutte le boiate" A.Bloch, Il libro delle leggi di Murphy (come vedi, l'originalità la riconosco e quando cito nomino le fonti). b) per definire le rette parallele, Euclide usò il paradosso di due rette intersecate da una terza, e che si intersecavano a loro volta. Affermò che per comprendere la condizione del parallelismo si doveva immaginare di portare a distanza infinita il punto di intersezione. La stessa definizione che tu contesti era riportata in tutti i testi di matematica su cui ho studiato, dalle scuole medie all'università. Perchè? Perchè i matematici hanno il malvezzo di voler economizzare condizioni nelle loro definizioni. Quella che ti ho riportato si accontenta di una condizione (punto in comune all'infinito), quella da più parti diffusa ne richiede due: rette senza punti in comune e appartenenza allo stesso piano. Se poi hai chiaro il concetto matematico di limite, la definizione che conteti deventa anche intuitiva. Due rette parallele sono separate da un angolo di 0 gradi. he valore assume l'angolo tra due rette incidenti, se sposti all'infinito il punto di intersezione? Per ulteriori approfondimenti www.manuelmarangoni.it/onemind/2951/e-vero-che-due-rette-parallele-si- c) se lo sport di massa deve diventare quello di mandarsi a cagare, partecipo anch'io e magari ti mando a cagare (nb. non ti ci sto mandando, ho premesso un magari, dico solo che potrebbe succedere) per i seguenti motivi: - pretendi di parlare di concetti matematici in base al senso comune e non alla logica che tale scienza adotta. - usi il tuo notevole superego per pretendere di aver ragione su argomenti che evidentemente consoci in modo abbastanza approssimativo - ti scagli contro le assurdità suppposte degli altri senza voler vedere quelle conclamate che esibisci tu, es. " ma quali sono le rette parallele che riescono ad intersecarsi mai in un punto, che sia all'infinito o meno?" , plausibile in termini pratici ma confutato in termini matematici, e visto che di una definizione matematica si parla...Evidentemente ti sfugge il concetto che l'infinito è un'astrazione matematica (anche religiosa...) senza riscontro pratico. Tutto questo non ti esime dal trattare da sproposito una dimostrazione matematica. Vedi tu... -reagisci in maniera "molto energica" a discorsi che non è proprio detto che debbano essere così provocatori, offensivi e oltraggiosi. Fatti ruoi, ma poi succede che la gente si adegua al tono che tu hai scelto e fioccano i blocchi e le chiusure d'autorità da parte di Juza. Cosa facciamo? Tiriamo un bel respirone e ci rilassiamo, o diamo la stura ai "vai a cagare?". Tu prometti di essere un maestro, ma non è una pratica poi così difficile...ci si può riuscire in tanti, soprattutto con un buon modello di riferimento. „
ultimamente applausi si sprecano. |
user46920 | inviato il 07 Aprile 2017 ore 22:54
Ciao Giorgio, ma poi il 10x28 lo stai usando o no? .. e come va? |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 22:55
“ @Ooo, scommetto che ce l'hai a morte con il cigno... Non c'è bisogno di affermazioni, lo hai già detto implicitamente. „ di cigno mi dispiace che ultimamente il suo ruolo di mascotte su juza si sta trasformando in quello di carie. cioè da divertente sta diventando sempre più tracotante. Ma non conta tanto quello che io posso provare, conta invece molto di più quanto persone differenti da me sottolineino quanto sia difficile mandare avanti un topic senza che egli lo vizi. Oltretutto adesso se vuole leggere i miei interventi deve anche sloggarsi perchè io risulto bannato da lui. Poi, io non me ne sto, per mia natura. Ma vedere persone che normalmente hanno una sopportazione fuori dal comune, le quali ormai non se ne stanno uguale, fa capire una tale saturazione di cabazzizi che rende del tutto insignificante se cigno mi è simpatico oppure no. di certo ha mandato in saturazione molti topic, del tutto inutilmente. Non mi sembra corretto usare i topic come libero sfogo della propria aggressività solo perchè non si vuole pagare la parcella di uno specialista bravo. |
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